[TBC001]
Trattato per il Bocchino del Clarinetto
(Studi di Ricerche)
PREFAZIONE.
Per tutta la mia vita Clarinettistica (modesta ma lunga assai), ho
avuto l’idea d’interessarmi sempre più profondamente della Fisica e
quindi della perfezione del Piano del Bocchino del nostro Clarinetto.
Problema molto difficile che, a parere di molti Tecnici (il mio Insegnante
per primo), è sempre stato e sarà il Problema insoluto!!!
Beh, da quello che penso io: il Problema non è facile; ma non lo metto al punto
di fare delle pazzie! Quindi non pessimista fino all’estremo.
Con un pò di pazienza e di adattamento, ben’inteso studiandoci sopra, credo
si possa lavorare e fare la Professione come gli altri Strumentisti.
Anch’io come gli altri Clarinettisti, ho avuto una Scuola. Allora: la Scuola
prima, la lunga Professione poi …. ho completato le mie idee e con un pò di
memoria, la cosa va da sé. Perciò non sto inventando niente! Cosa naturale
come il Professore di Oboe o di Fagotto che a Scuola insegna ai suoi Alunni
a farsi le Ancie…. e che a casa sua potrebbe fare un Trattato come il
presente. O forse qualche Oboista l’ha già fatto? O Fagottista?
Le case Editrici Musicali sono ben fornite di Musica e Studi per il Clarinetto,
ma da quello che ho sempre visto io:.questi Capiscuola hanno creato
grandi Studi di Virtuosismo e agilità, ma pochi hanno parlato del Bocchino
del nostro bello ma difficile Strumento. ! Dal Bocchino si forma il suono.
Il detto Accessorio è la Fabbrica della voce del nostro Strumento!
Se il Clarinettista ha un bel suono, questi ha un valore! Se, al contrario,
ha una voce sgradevole…potrebbe avere la Tecnica del celebre.Paganini;
Che non ha nessun valore!!! Suonato bene, questo spiffero è bello. Al contrario
è noioso!!!
Il grande e celebre Klosé (Francese) in un suo Metodo dice.
La voce del Clarinetto deve essere: Dolce, Chiara, Pastosa e Molle!
A parte che il Problema di ottenere i requisiti del Klosé …non è facile..
Aggiungiamoci le Ancie che oggi giorno siamo costretti a comperare…
la faccenda è al quanto poco bella… Ma, ripeto; coraggio e avanti…!
E’ ovvio che sto parlando del Classico Clarinetto di grande Orchestra.
Detto questo, non c’è divieto per nessuno. Tutti possono leggere, studiare;
meditare e, al fin fine, ogni uno và per la propria strada!
Non ho neanche la pretesa che tutti quelli che leggeranno il presente Trattato
si mettano a limare il Piano dei suoi Bocchini. Ogni Elemento è libero!
Si metteranno a questo lavoro quelli che si sentono di farlo.
Se però si conosce bene questo Accessorio, sarà di tanta utilità anche solo
per le compere dei futuri Bocchini che la Professione impone
Non si studia questa Fisica solo per avere un suono migliore, no! Direi che
io partii col proposito di togliere il fischio ad un bellissimo Bocchino, il
quale Becco, tanto erano i Fischi che era impossibile fare trè note….!
Ebbene riuscii a togliere il maledetto fischio! Dopo ho fatto questo lavoro
Per cinquant’anni…e quante soddisfazioni ho avuto!!!
Nel concludere questo mio discorso di preparazione, faccio qualche
Raccomandazione: non si faccia mai degli Esperimenti in corso di forti Impegni!
Questi si facciano in giorni di riposo oppure in Ferie.!
Quando si lavora e poi si controlla…non si adoperi Ancie vecchie! Becco
nuovo Ancie nuove!
Anziché chiamare Bocchino all’Italiana, lo chiamerò Becco alla francese.
Più consono alle nostre chiacchierate.
Si lavori calmi che del tempo ne abbiamo a josa! Calma che il tempo Dio lo
dà per niente!
Buon lavoro a tutti!
Ernesto Olivieri
[TBC002]
TRATTATO Per il Bocchino
Del Clarinetto
(. Studi di Ricerca. )
PREFAZIONE.
Per tutta la mia vita di Clarinettista (modesta ma lunga) ho sempre avuto
l’idea di interessarmi del Bocchino del nostro Strumento…e anche di arrivare
a dire qualcosa anch’io di questo difficile Problema.
E se devo dire la verità, fin da ragazzo e da dilettante, avevo capito la
grande importanza di questo Accessorio. Figuriamoci poi dopo una
Professione di quarant’anni d’Orchestra…a che grado sia salita questa mia
brama… E allora il mio istinto mi porta a dire il mio parere su questa
difficile e importante faccenda! Non posso farne a meno!!!!
Il mio Insegnante di Bologna: grande come Clarinettista e anche come Insegnante,
è stato un conoscitore del Bocchino dello Strumento nostro insuperabile,
se io gli avessi chiesto qualche dettaglio del Bocchino; egli cambiava
discorso! Forse egli non voleva che io mi distogliessi dallo studio…..o
che io mettendomi alle prove di Bocchini nuovi; mi fossi rovinato…
Perciò gli ho sempre perdonato! Ma se avessi chiesto qualcosa ad altri
Professori di Clarinetto qualche cosa…. non solo non rispondevano, ma non
mi avrebbero più salutato! Insomma sembrava un segreto di Stato!!!
Come tutti gli altri del Clarinetto anch’io ho avuto una Scuola… La
Scuola prima, la lunga Professione poi…ho completato le mie idee.
Non stò dunque inventando niente: la Scuola prima, la Professione poi, tutto
va da se!
Le Case Editrici Musicali sono ben fornite di Musica e Studi
per Clarinetto e direi anche di grandi Capiscuola. Ma quasi tutti hanno
fatto Grandi Studi di Tecnica e Agilità; ma pochi si sono soffermati a trattare
il Bocchino che è l’artefice numero uno dello Studio di tale e difficile
Strumento! Dal Bocchino si forma il suono!. Quello è la Fabbrica della
voce del Clarinetto!!! Un Clarinettista con un bel suono… ha un valore
Con una voce sgradevole…. Avesse anche l’agilità del fu Paganini; non ha
nessun valore! Questo spiffero è bello se è suonato bene…Caso contrario
è assai noioso!
Il fu Caposcuola e Celebre Klosé, dice in un suo Metodo: la voce del
Clarinetto deve essere: Dolce, chiara, pastosa e molle!
A parte che il problema è tutt’altro che facile, se noi ci aggiungiamo le
Ancie che sono in vendita oggi giorno….La faccenda diventa al quanto
difficile! Eppure chi suona questo Strumento e vuole fare l’Orchestra, è
necessario inoltrarsi in questo campo, che, per prima cosa, conoscerà
meglio i suoi futuri Bocchini anche solo per gli acquisti.
E’ ovvio che stò parlando del Classico Clarinetto di grande Orchestra.
Detto questo non c’è divieto per nessuno! Tutti potranno leggere, studiare
Meditare e ogni Elemento tirerà le sue somme andare per la propria strada.
Non impongo a nessuno di mettersi a grattare il Piano dei suoi Bocchini….!
Lo farà chi è portato a questo e che ha la natura adatta.
Non è facile scrivere questo Trattato! Le difficoltà sono due: la prima
di essere creduto. La seconda di essere capiti. O viceversa.
In sostanza: si tratta di mettere un’Ancia su un altro Piano (Del Becco).
E i due piani devono essere perfetti…caso contrario…non viene fuori
niente di buono! Vedremo il da farsi in seguito.
Chiudo facendo due raccomandazioni: non si faccia mai esperimenti in
corso di impegni! Questi si facciano in giorni di riposo o in Ferie!
Negli esperimenti, usare Ancie nuove in Becchi nuovi! Mai in Becchi nuovi
usare ancie vecchie. Chiamerò il Bocchino Becco, alla Francese.
Ernesto Olivieri
[TBC003]
TRATTATO per il Bocchino
del Clarinetto (Studi di Ricerca)
PREFAZIONE
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Per tutta la mia vita Clarinettistica (modesta ma lunga assai) ho sempre avuto
l’idea d’interessarmi più profondamente della Fisica e quindi della perfezione
del Bocchino del nostro Clarinetto. Problema molto difficile e, direi,
Insoluto! E’ naturale che anch’io ho avuto una Scuola. La Scuola prima,
la lunga Professione poi ….ho completato le mie idee, Perciò, con un
po’ di memoria tutto va da sé. In altre parole non voglio e non scopro niente!
Le Case Editrici Musicali sono ben fornite di Musica e Studi per Clarinetto.
Ma quasi tutti, questi insigni Capiscuola, hanno creato grandi Studi di difficoltà
Tecniche….ma nessuno, o quasi, ha mai parlato del Bocchino
di questo difficile Strumento. Dal Bocchino si forma il suono! Dal Becco
nasce la voce… Questa è la fabbrica della voce di detto e, ripeto, difficile
Strumento!!!
Il Grande Caposcuola Francese Klosè, in un suo Metodo dice:
la voce del Clarinetto deve essere: Dolce,Chiara, Pastosa e Molle!
A parte che il Problema è tutt’altro che facile…aggiungiamoci
L’altro Problema delle Ancie che oggi giorno si compera; e allora la
Faccenda diventa molto brutta!!!
Poi, siamo logici: se l’Insegnante di Oboe e Fagotto insegna ai ragazzi di
aggiustarsi le loro Pive (Ancie); perché noi Clarinettisti non possiamo dire
niente sul nostro Bocchino…? Chi è che vieta questo?!
Il mio Insegnante e celebre Clarinettista, in materia del Bocchino, era
profondissimo! Ma se io gli avessi chiesto qualche particolare di questo
Accessorio…o lui cambiava discorso, o addirittura non rispondeva.
Domandare altri dettagli ad altri Professionisti….questi o non rispondevano
o dicevano delle fesserie…e magari non mi salutavano più!
Addirittura sembrava un segreto di Stato!
E’ ovvio che intendo parlare del Clarinetto Classico e di Grande Orchestra
Detto questo non c’è divieto per nessuno! Tutti possono leggere, studiare,
meditare e, al fin fine…ogni Elemento tirerà le sue somme e andrà per la
sua strada. E non impongo anche di mettersi a limare il Piano dei
Bocchini che i futuri Clarinettisti hanno per le mani! Potrà lavorare o grattare…
gli elementi che sono portati a questo lavoro.
Conoscendo bene questo Becco (lo chiamo così perché è più consono…)
anche se non si vuole lavorare nei Piani….saremo più pratici e ci
salveremo meglio nelle compere dei futuri Becchi che la Professione impone.
Prima di chiudere, farei qualche raccomandazione. Primo: credere a ciò che
dico! Mi permetto di dire quello che qui scrivo, è frutto di una vita
di lavoro, di esperimenti e di prove!
Secondo: se si lavora nel Piano…. farlo quando in casa non c’è nessuno
oppure quando c’è pace… e che ci si vede bene!
Non si lavori con Ancie vecchie! Becco nuovo, Ancie nuove!
Per gli esperimenti poi in Orchestra, non si faccia dei tentativi se il
soggetto nuovo ancora non si conosce! Gli Esperimenti si facciano in tempo
di riposo o in Ferie. Come già ho accennato, chiameremo il Bocchino alla
Francese: le Beck. Più adatto ai nostri discorsi.
L’ultimissima raccomandazione: si abbia tantissima pazienza!
E poca fretta. Il tempo Dio lo da per niente!
Ernesto Olivieri
[TBC004]
Padova, via Jacopo da Montagnana 13 bis. Maggio !973
-------------------------
Trattato per il Bocchino del Clarinetto
E Studi di Ricerca)
Prefazione.
Per tutta la mia vita di Clarinettista ho sempre avuto la volontà
di scrivere un Trattato per il Bocchino del nostro strumento.
Ora che sono a riposo, mi accingo a farlo; sperando di riuscirci.
Non pretendo di fare un lavoro letterario: lo Scrittore non è il
mio mestiere! Mi accontento semplicemente di mettere in evidenza
le tante cose che la mia modesta Professione mi ha insegnato.
(Modesta ma assai intensa!)
E’ ovvio che prima della carriera Orchestrale, pure io, ho avuto una
Scuola di Clarinetto, detta Scuola posso definire la base….
E su questa base; tutti quanti abbiamo costruito il nostro Castello
Artistico; ben’inteso assecondo la nostra natura…
Il mio Insegnante conosceva il Bocchino alla perfezione! Forse
anche per questa ragione…e sentendo lui parlarne continuamente….
Avrò ereditato io stesso un pò delle sue idee…?
Senza dubbio non sono io il primo e il solo a trattare questo
difficile e tanto discusso problema.
Le Case Editrici Musicali sono ben fornite di Metodi e Studi per
Clarinetto e aggiungo di grandi Autori: Ma ho sempre visto e vedo
tutt’ora che questi Capiscuola si sono dati alla creazione di
grandi Metodi per il perfezionamento della Tecnica e del Virtuosismo…
ma non hanno mai trattato profondamente il Bocchino del
nostro strumento! Se qualcuno lo ha fatto; è stato solo di sfuggita!
Curare la Tecnica e la mano del Clarinettista è assai importante;
ma ritengo essenziale, prima di tutto, curare il suono di detto e
difficile strumento! Da questo accessorio nasce i suoni…Questa
è la Fabbrica della Voce del Clarino!!!
Se questo va bene e che la voce sia bella; il Clarinettista ha
veramente un valore! Se il Becco non va e che il suono non fosse
bello: l’esecutore potrebbe avere la Tecnica del Fù Paganini…che
avrebbe nessun valore! Il nostro Clarinetto è bello se c’è il
suono bello, se è scadente…è uno spiffero noioso!!!
E’ logico che intendo parlare del classico Clarinetto; e del classico
Bocchino.
[TBC005]
Detto questo; non c’è divieto per nessuno: tutti possono leggere,
studiare..meditare…e alla fine ognuno va per la propria strada.
Pregherei di non correre colle idee…e non fare castelli in
aria! Si vada adagio studiando bene quello che qui scrivo; poiché ogni
parola ha il suo valore. Ed è frutto di anni ed anni di prove e
riprove! Altra preghiera: non si faccia mai prove ed esperimenti in
corso di forti impegni! Questi si fanno in giorni di riposo oppure
in tempo di.Ferie. Specie se un Bocchino non si conosce e che potrebbe
fischiare. Guai se un becco ha questo difetto!!!
Ho detto che tutti possono leggere…e può leggere anche quelli che
non credono alla lavorazione dei Bocchini; o in altre parole insistono
col dire che solo le macchine possono fare il piano ad un
becco e portarlo alla perfezione! Non c’è erresia più grande di
questa! La Macchina dovrebbe lavorare perfetto…Ma ha molti
inconvenienti che vedremo in seguito. E in definitiva può studiare il
presente Trattato anche se un Clarinettista non vuole assoggettarsi
alla lavorazione dei detti Bocchini: quando si ha una certa conoscenza
sarà più facile la scelta dei Bocchini che nel corso della
professione si ha bisogno di acquistare. Specie noi Italiani che
adoperiamo il Cristallo e che quando meno ce l’ho aspettiamo troviamo
il detto accessorio con una crepa…! Col Legno o Caucciù
si potrebbe fare una carriera con un sol becco.
Ma io personalmente sono di parere contrario, e sono per la
lavorazione del becco…insistendo che il Clarinettista deve lui stesso
metterselo a posto: nessun altro può mettere a posto questa cosa!
E’ naturale che parlando del Bocchino dovrò parlare anche dello
Strumento: sono due cose che vanno di pari passo. Farò una pagina
introduttiva con esempi di note ecc….
Anziché dire sempre Bocchino, chiamerò becco.che è un diminutivo e
più consono ai nostri discorsi. Pure i Francesi dicono: le Beck.
Chiedo scusa in anticipo se certe cose saranno lunghe e ripetute
più volte. E’ il lavoro in se stesso che porta a questo.
Il lavoro sarà lunghetto; e allora occorre molta pazienza.
Se anche fosse più lungo non si direbbe mai il tutto!
Ernesto Olivieri
[TBC006]
Trattato per lo Studio
del Bocchino per Clarinetto
(Studi di Ricerche)
PREFAZIONE.
Per tutta la mia vita di Clarinettista ho avuto l’idea di scrivere un
Trattato per il Bocchino del nostro Strumento. Lo ritenevo e ritengo
tutt’ora cosa essenziale! Ed ecco a fare del mio meglio.
Non pretendo di fare un lavoro letterario: lo Scrittore non è il mio mestiere;
mi accontenterò soltanto di mettere in evidenza le tante cose che la
mia modesta e lunga Carriera Orchestrale mi ha fatto vedere.
E’ ovvio che anch’io come tutti i Clarinettisti del mondo ho avuto una
Scuola e, oserei dire anche Buona. Ebbene, sù questa mia Scuola, ho costruito
le mie prime Basi; il resto è venuto in mè dall’esperienza della Professione.
Ecco dunque che non sto inventando niente di mio personale; un po’ di memoria
e tutto va da sé. Chi leggerà questo mio Trattato (ammettendo di riuscire
a farlo stampare…), capirà subito che intendo trattare il Classico
Clarinetto d’Orchestra Grande; detto questo, tutti possono leggere, studiare,
meditare….e al fin fine, ogni uno va per la propria strada: In altre parole:
dal più grande degli Artisti dello Strumento al più modesto, tutti possono
studiare e non c’è divieto per nessuno!
Le Case Editrici Musicali sono ben fornite di Studi e Metodi per Clarinetto
e, aggiungerei, di grandi Capiscuola; però, da quello che ho sempre
visto e che vedo tutt’ora questi Insigni Musicisti si sono dati molto da
fare per creare Studi di Tecnica e Virtuosismo…, ma pochi hanno parlato
del Bocchino del Clarinetto che è la Base prima dello Studio per il suono
di detto e tanto difficile Strumento! Se qualcuno l’ha fatto, è stato
un vento di sfuggita! Per tutta la mia vita mi sono sempre chiesto il
perché di questa dimenticanza? O forse dimenticanza in buona fede?
Il Bocchino è l’artefice numero uno del Clarinetto. Quel pezzetto di
Accessorio è la Fabbrica della voce del nostro Strumento: se quella è bella;
il Clarinettista è quotato! Se il suono è sgradevole, anche colla Tecnica
del Celebre Paganini, il detto Professore non ha nessun valore!!!!!
Questo è uno Strumento bello con la voce bella…caso contrario, è noioso!
Ho detto che tutti possono studiare e meditare…ecc. Però non impongo a
nessuno di mettersi a grattare o lavorare il detto Becco ammettendo che
uno non ne abbia la volontà! Lo deve fare quello che si sente portato
a farlo: Ma così restando se un Clarinettista arriva a conoscere bene
questa faccenda….gli sarà assai più facile anche negli acquisti dei suoi
futuri Bocchini che nella Professione purtroppo avviene.
Se poi un Elemento è anche Insegnante, ragione di più per capirla sempre
meglio questa difficile prassi! Problema Insoluto, diceva il Grande Prof…
Bianco Bianchini!
E ancora una considerazione. Se l’Insegnante di Oboe e Fagotto insegnano
ai suoi Allievi a farsi le Pive (Ancie), perché il Maestro di Clarino non
può insegnare anche a lavorare nei Bocchini per il nostro Strumento?
Mi pare che la logica ci sia e come!
Chiuderò col raccomandarmi di non fare mai tentativi di portare in
Orchestra dei Bocchini che non si conoscono…Calma, intelligenza e furberia!
Il Bocchino lo chiamerò alla Francese: il Becco (Le Beck). Più adatto
alle nostre conversazioni.
Ernesto Olivieri
[TBC007]
Trattato
Per il Bocchino del Clarinetto
(Studi di Ricerche)
PREFAZIONE
Per tutta la mia vita Clarinettistica, modesta ma assai lunga, ho sempre avuto
l’idea di arrivare a scrivere qualche cosa che parlasse di questo Accessorio,
che si chiama Bocchino. Fin da giovane, dello Strumento avevo capito
che per curare la voce del nostro difficile ed importante Strumento, la
cosa più importante era di conoscere il detto Bocchino (o Becco come
chiamano i Francesi). Da lì nasce il suono….quello è la Fabbrica della
voce del Clarinetto!
Anch’io come tutti gli Strumentisti ho avuto una scuola (non voglio peccare
di presunzione, ma direi Buona). Ebbene la Scuola prima, la lunga Professione
poi, ho completato le mie idee: Ecco dunque che non invento niente: un pò di
memoria e tutto va da sé…!
Le case Editrici Musicali sono ben fornite di Musica e Studi per Clarinetto;
però, da quello che ho sempre visto, questi Insigni Capiscuola hanno fatto
grandi Metodi creando difficilissimi Studi di forte Agilità…ma poche cose
hanno detto del Becco dello Strumento! E se qualcuno ha accennato qualcosa,
poi è scappato via di corsa! In un solo Metodo trovai qualcosa per il Bocchino:
un certo Blatt. Poi tutto fini lì. E anche a Scuola, benche il nostro
Insegnante fosse profondo nella Fisica del Becco, se io chiedevo qualche cosa…
egli cambiava discorso! Chiedere ad altri più anziani? …N N!!!!
Sembrava un Segreto di Stato! A questo punto, oltre la necessità di sapere…
mi rimase l’ansia di sapere o di arrivare a sapere a tutti i costi!!!
Il celebre Caposcuola Francese Klosé, in un suo Metodo descrisse la voce
del Clarinetto: deve essere: Dolce, Chiara, Pastosa e Molle….!
A parte che il problema è tutt’altro che facile, se aggiungiamo le Ancie che
si compera oggi giorno….la faccenda diventa seria e assai difficile!
Chi leggerà questo trattato capirà che intendo trattare il Classico Clarinetto
di Grande Orchestra, però non c’è divieto per nessuno: tutti possono
leggere, studiare, meditare…e al fin fine, ogni interessato potrà tirare le
sue somme…e poscia andare per la propria strada. Sì, perché le Scuole del
nostro Strumento sono tante che sarebbe impossibile pretendere che tutti
condividessero le mie idee. Vi era e non so se esista ancora…il sistema
di suonare coll’Ancia sopra. Questa è una. C’è chi parla di spingere non
con i Polmoni e naturale come quando studiavamo noi, bensì col Diaframma…
ecc. Comunque sia i sistemi e le Scuole, si deve sempre suonare con
un’Ancia poggiata sul Piano di un Bocchino. Perciò credo sia bene che quelli
che non si sono mai interessati di questa cosa; se quì leggono…potrà portare
grande vantaggio anche solo negli acquisti dei Bocchini che avranno
bisogno nella loro Professione.
Prima di chiudere questa preparazione allo studio, farei due raccomandazioni,
la prima è di credere a quello che quì scrivo! Questo è frutto di anni
ed anni di Professione e di esperienze!
In secondo luogo: non si faccia mai esperimenti in corso di forti impegni!
Le prove e gli esperimenti si facciano in giorni di riposo oppure in
tempo di Ferie. E aggiungo: Ance Nuove a Bocchini nuovi. Non si adoperi
Ance Vecchie in Becchi nuovo! Non combinereste mai niente!
Auguro a tutti quelli che vogliono dedicarsi a questo Studio: un buon lavoro
e molta calma…e tanta pazienza!
Potrà dedicarsi alla lavorazione dei Bocchini chi è portato e chi ne ha la
volontà…Chi non è portato: non lo faccia! Io non istigo nessuno di mettersi
a grattare il Piano dei Bocchini! E’ cosa grande anche ad arrivare.a
conoscere bene questo importante Accessorio!
Ernesto Olivieri
[TBC008]
Padova, Via Jacopo da Montagnana 13 bis. Maggio 1973
Trattato per il Bocchino del Clarinetto
tudi di ricerca e Mistero del Bocchino?... .)
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Prefazione.
Per tutta la mia vita di Clarinettista ho avuto la volontà di
scrivere un Trattato per il Bocchino del nostro Strumento; ora che
sono in pensione e a riposo, mi accingo a farlo.
Non ho la pretesa di fare un lavoro Letterario: la scrittura non è
il mio mestiere: Mi accontento di mettere in evidenza le tante
cose che la mia Professione mi ha insegnato: (Modesta Professione
ma assai intensa). E’ ovvio che prima della mia carriera Orchestrale
ho avuto una Scuola (se mi è permesso direi anche buona), E questa
è stata la prima base. A questo punto aggiungo i quaranta e più
anni di professione…Ed ecco la completa (o quasi) conoscenza
del Bocchino del nostro Clarinetto.
Il mio Insegnante conosceva questo accessorio alla perfezione…
Forse anche per questo, ho ereditato le idee del mio Insegnante
e la volontà di studiare il detto arnese.
Senza dubbio non sono io il primo a trattare questo difficile e
tanto discusso problema. Comunque io dirò il mio parere.
Le case Editrici Musicali sono ben fornite di Studi e Metodi per
Clarinetto, e aggiungo di grandi Autori. Ma ho sempre visto e vedo
tutt’ora che questi capiscuola si sono dati molto d’affare per
creare studi difficili e di virtuosismo…, ma ben pochi hanno
approfondito lo studio del Bocchino del nostro Strumento; che è tanto
importante! Se qualcuno l’ha fatto, è stato solo di sfuggita.
Prima della grande Tecnica, ritengo necessario curare il suono,
che è la base di tutto! Un Clarinettista con una grande Tecnica
e un brutto suono, non ha valore. Il Clarinetto è bello se è suonato
con una bella voce, caso contrario è uno spiffero noioso!
Per arrivare a questo occorre conoscere molto bene il Bocchino:
(Questa è la Fabbrica della voce del Clarinetto)
E’ logico e fuori dubbio che intendo parlare del Classico Clarinetto
d’Orchestra: del Professore di Clarinetto.
Detto questo; non c’è divieto per nessuno: tutti possono leggere
e meditare… poscia ognuno và per la propria strada.
[TBC009]
Pregherei di non correre colle idee…e non fare facili e inutili
discussioni! Si vada adagio…si legga bene quello che scrivo….si
mediti….e col tempo si metta in pratica quello che man mano si
può. Dico quello che si può perché durante gli impegni certe prove
non si possono fare. Si faccia prove ed esperimenti in corso di
Ferie e in giorni di riposo! Non si porti in Orchestra dei Bocchini
che non si conoscono! Guai se questi hanno il difetto di fischiare!
Ho detto che tutti possono leggere il presente Trattato. Mi riferisco
a quelli che non credono alla lavorazione a mano dei Bocchini. A giudizio
di certi Clarinettisti solo con le macchine possiamo venire
in possesso di Bocchini perfetti. Dovrebbe essere così; ma in pratica
è al contrario: Ve ne sono di quelli, venuti dalla Fabbrica,
che possono andare anche senza farci niente; ma questo è una
percentuale minima. Il 90% dei Bocchini dobbiamo aggiustarli da noi.
Ammettendo che un Clarinettista non volesse dedicarsi a questi
esperimenti e a questo lungo e noioso lavoro, leggendo questo o
quell’altro Metodo del genere….è sempre una buona pratica che
potrà servire anche nell’acquisto di questo arnese…Peggio è
se uno non lo conosce affatto!!!
E’ più che naturale che parlando del Bocchino dovrò parlare anche
dello Strumento: sono due cose che vanno di pari passo. Farò anche
una pagina Introduttiva con diversi esempi…ecc., ecc.
Nelle nostre future conversazioni chiamerò Becco, anziché Bocchino:
Diminutivo più adatto ai nostri discorsi.
Anche i Francesi lo chiamano: le Beck.
Chiedo scusa in anticipo se i discorsi saranno lunghi e certe
cose ripetute. E il lavoro in se stesso che và così.
Il detto lavoro è più complesso di quello che si può pensare.
E allora la medicina più adatta è la Pazienza!
Ho detto che il lavoretto è lungo: Credetemi, che se fosse anche
più lungo, non si arriverà mai a dire il tutto!!!
Raggiungere la perfezione è difficile! Ecco allora che le cose
sono lunghissime anche da prendere in considerazione.
Non si dimentichi la seguente parola: Mistero del Bocchino!
Ernesto Olivieri
[TBC010]
PAGINA INTRODUTTIVA
I Clarinettisti interessati che consulteranno questo Trattato,
sanno ugualmente quali sono le note del Clarinetto
che per legge fisica hanno tendenza alle stonature,
ma per regolarità, metto uno specchietto mettendole in
evidenza..Quando un Clarinettista ha studiato
bene… e che ha in mano un buon istrumento e un
ottimo Bocchino, può intonare bene con gli altri Strumentini
e stare in Orchestra in santa pace.
Se il Becco non và bene, il più delle volte, fa stonare
lo Strumento e allora, tocca a noi provvedere…colmando
le lacune. Ci vuole pazienza e coraggio.
-------------------------
Quando si compera un clarinetto, o si prova qualunque Strumento
del genere, la prima prova si fa nelle dodicesime, poi nelle
ottave.
Dodicesime
[Music omitted]
Se vanno bene
queste, sarà
giusto anche
le ottave
Ottave
[Music omitted]
Note del tubo di scarico
[Music omitted]
Se queste note fossero un po’ calanti
si possono intonare allargando il
barilotto e un po’ il pezzo di sopra
verso il portavoce: Ma si vada da un
Fabbricante…! Ci vogliono i ferri…!
--------------------------
Note dello Chalumeau
Se questo registro
fosse crescente,
si deve allargare la
camera del Bocchino.
Non si esageri!
[TBC011]
Pagina 1
Prima di entrare nel vivo delle nostre ricerche, vorrei fare qualche
raccomandazione. La prima: invito i lettori e studiosi del presente
Trattato, a credere quello che stò scrivendo. Questo è frutto di tantissimi
anni di studi ed esperienze, osservando anche le minime cose.
Mi rendo anche conto che da un Clarinettista all’altro vi potrà essere un
po’ di differenza nelle idee. E questo non è una meraviglia poiché non proveniamo
tutti dalla medesima Scuola: Scuola e abitudine può formare qualcosa
di differente… ma lontano non possiamo essere perché abbiamo in mano
il medesimo Strumento Musicale e, alla fine, è sempre la medesima Professione.
Secondo: non solo dovete credere a quello che ho scritto io, ma dovete
avere fiducia anche in voi stessi; caso contrario non farete mai niente!
Se si sbaglia? Sbagliando s’impara! E’ lostesso di quella gente che
di qualunque argomento si stà parlando…ribattono di continuo: che sono
balle! Ebbene; questa gente non imparerà mai niente rimanendo in vita
ignorante! Vi sarà delle cose che io ripeterò più volte. E’ il lavoro stesso
che comporta le noiose ripetizioni. Tutt’al più, chiederò scusa in anticipo!
Questo lavoro, nel complesso, potrà apparire complicato, ma se consideriamo
bene lo scopo di mettere assieme il tutto, i problemi rimangono solo tre:
curare bene l’intonazione, questo deriva dallo Strumento; il Bocchino,
che è il perno delle nostre ricerche e le Ancie. Questo trio di cose, formano
lo scopo di Questo Trattato. Se riusciamo di risolvere questi problemi,
potremo portarci in Orchestra lavorando decentemente in tranquillità!
Per quanto riguarda lo Strumento, ci si attenga a quello che ho detto nel
foglio precedente. Per il Bocchino, vedremo in seguito. Vorrei soffermarmi un
pò parlando delle Ancie, che si è costretti a comperare oggi giorno.
Andando alla compera di Ancie, si dovrebbe fare il Segno della Croce come
andare davanti a Gesù Cristo…tanto è disonesto questo commercio!!!!
Parte di questa nera faccenda è cosa naturale che non ci sarà mai nessuno
a mettere fine a questo insoluto problema. A meno chè non si arrivasse a
creare delle Ancie artificiali di altra materia?... Chi vive vedrà?
Il legno delle Ancie: Canne di Bambù,.non è un legno uguale a tutti gli altri
legni: Qualunque legno noi osserviamo…vediamo i pori attaccati formando
una parete continua. Il Bambù delle nostre Ancie, al contrario, parte dal
tallone di ogni canna quasi fino alla vetta delle vene, queste vene saranno
loro stesse che sostengono il suono e che addirittura sono loro che
vibrano. Queste vene sono lunghe per tutta la durata della misura dell’Ancia
ed essendo loro le protagoniste di tutto; guai se l’Ancia fosse appoggiata
su un Piano imperfetto e fatto male. In tal caso: o suona male, o viene fischi
a non finire! Questa è la natura delle nostre Ance: Poi c’è la riuscita della
fattura… Anche il Fabbricante di Ancie per Clarinetto non si può condannarlo
al 100%. Brutto a dirlo, ma fenomeno naturale! Però questo fenomeno
porta a impazzire quelli che suonano il Clarinetto…coll’identica cosa
di un qualsiasi uomo che entra in un Ristorante ed ordina una pastasciutta,
(pagando prima. Le Ancie si pagano a scatola chiusa), poi il cameriere
porta al detto signore il piatto ma non pieno di paste, bensì di sabbia!
Siamo a questo livello. Ecco perché è necessario conoscere bene questo
nostro Attrezzo del Bocchino; e allora un pochino ci salveremo meglio.
Più di una volta sentivo dire che nel prossimo Concerto veniva un Maestro
un pò salato……e con un Programma difficile. Mi precipitavo in un Negozio
e acquistavo un paio di scatole di Ance nuove. A casa che ero non ne suonava
neanche una! E finiva che dovevo trovare Ancie vecchie…..Addio le mie
20.000 o 30.000 lire!!!! Questa è la Professione del Clarinettista.
Cercheremo, come ho già detto, di perfezionare il nostro Bocchino….in modo
di rendere.più leggero il nostro lavoro. In altre parole: meno fatica e buona
riuscita.
[TBC012]
Pagina 1.
Prima di entrare nello studio delle nostre Ricerche, vorrei
ripetere (se mi è consentito) quello che già ho detto nella Prefazione
aggiungendo una raccomandazione, cioè: di credere quello che dico
perché questo è frutto di prove e riprove…..di una vita intera vissuta
col Clarinetto in mano controllando ogni particolare. Se per caso qualche
piccola cosa non combinasse coll’idea di un altro Clarinettista… Senz’altro
o è per natura diversa, o Scuola…..Ma non potremo essere lontani,
Qualche volta ho assistito a dei ragionamenti di gente abbastanza competenti
i quali ammettevano che pure nel nostro Strumento la voce deve essere di
Natura, caso contrario, non c’è nessun modo per fare tirare fuori ad un ragazzo
una voce d’Orchestra! Non cancello l’ipotesi, ma neanche l’ammetto!
Un giovane che studia canto: o Tenore, o Soprano; non ha importanza
il ruolo del Cantante: Questi si se manca la voce naturale, che viene dalla
gola… non può studiare! Ma per studiare un istrumento come il nostro, direi
che il 70% lo possono fare; a patto che abbiano la musicalità e la volontà.
E lo Studio che stiamo per fare è fatto apposta per curare il suono del
nostro Clarinetto.
Come ho detto ripeto: il Bocchino è l’arnese che fa fare bella figura, se va
bene, e brutta se rende lo strumento stonato. Questo Accessorio è come le
persone del mondo: non c’è un Bocchino uguale all’altro! Ci sarà poco, ma non
sono uguali l’uno dell’altro: Ed è proprio queste differenze che portano a
dei cambiamenti…
Chiamerò il Bocchino del Clarinetto alla Francese: le Beck: Più consono ai
nostri discorsi.
Il Clarinettista in genere ha bisogno di un Bocchino intonato: e questa è la
cosa più importante. Ma ha bisogno anche di un Becco che abbia la punta fatta
bene in modo che passi senza sforzo la colonna del proprio fiato in modo di
avere una certa libertà di azione. Per avere questo, occorre stare attenti
nell’acquisto di un Becco. Mai comperare dei Bocchini colla punta troppo
grossa molto materiale nella scarpata sottostante all’orlo. Specialmente se
poi ci si lavora….Lavorando s’allarga l’orlo, s’allarga tutta quanta la punta
e in tal caso, passerà la colonna d’aria con più sforzo e meno spontanea.
Malgrado che questo nostro Clarinetto sia uno strumento assai difficile…
ma se lo strumento è fatto bene e il Becco abbia i requisiti di cui ho
parlato, il Clarinettista può lavorare con tanta calma e anche molta libertà!
Se noi comperiamo un Becco e che poi risultasse un po’ calante…possiamo
arrangiarci tagliando un po’ il Barilotto. Se però possiamo, evitiamo di
accorciare il Barilotto. Non solo nel Bocchino si può curare l’intonazione, ma
anche nel Barilotto. Semmai si provi parecchi Barilotti e di svariate misure….
E se, viceversa, il Becco che abbiamo per le mani fosse crescente, si può
allargare la camera del Bocchino. Operazione facile se si tratta di un Becco di
legno o di Caucciù; ma difficile se è di Cristallo! Comunque, si trovi un pezzetto
di legno e si lavori sino a portarlo ad un bastoncino della misura che entri
dentro la camera del Becco; quindi ci si arrotola della carta smariglia e
si consumi del materiale nella camera del detto Becco. Cercare di controllare
….e non andare oltre!
Sempre nell’acquisto di un Bocchino, è necessario stare
attento non solo come ho detto di non essere troppo grosso nella punta….ma
anche di non essere troppo largo nella punta. Se così fosse e che ci si lavorasse,
si può correre il pericolo che se la punta è troppo larga potrebbe
passare qualche spiraglio d’aria…tirandosi dietro il maledetto fischio.
[TBC013]
Pagina introduttiva
Prima di cominciare il Trattato è molto importante dare uno sguardo
alla Fisica del Clarinetto. In tal caso, potremo meglio orientarci
lavorando con fiducia e persuasione. Caso contrario, potremmo
trovarci a non sapere se il difetto di una data nota, o zona di
note, è il becco o se è l’istrumento?
Se noi abbiamo la fortuna di avere in mano un buon istrumento;
senz’altro le ricerche del becco riusciranno più facile.
Secondo il mio criterio ed esperienza, cercare la perfezione nei
nostri strumenti (perfezione d’intonazione….), è cosa assai
difficile! Se non fosse una parola al quanto pessimista direi:
impossibile!!! Gli strumenti a fiato, in special modo il nostro: il più
ben riuscito e più intonato; è il meno stonato. Arrivato a questo
punto; tocca a noi, coll’ingegno e le orecchie….intonare le note
in modo da poter stare in mezzo agli altri strumenti…lavorando
facendo la Professione. E allora è di capitale importanza andare
verso la perfezione del.Bocchino; che, ripeto; da lì nasce il suono.
Ma torniamo all’istrumento: Se un giorno ix, vogliamo andare in un
negozio per l’acquisto di un becco; quasi sempre ci portiamo con
noi il clarino per fare, sia pur lieve, ma una prova… del becco
nuovo che desideriamo acquistare: Se conosciamo bene il clarino
che con noi portiamo; il problema è solo quello del becco.
Perché lo strumento vada bene e non si corra a degli altri errori di
calcolo….Si osserva le medesime note, stando molto attento se le
Dodicesime sono giuste.
[Music omitted]
Si stia attenti alla nota superiore di queste Dodicesime che da
quì si sente il difetto dello strumento. Questa nota superiore, si
deve sentire buona anche senza sforzarsi colle labbra.
In una compera di istrumento, se non ci fidiamo di noi…o delle
nostre orecchie: si porti una persona molto pratica e con delle
orecchie abituate a questo controllo. E indicato un Timpanista, o
un accordatore di Pianoforte. Ai miei tempi tutti andavano dal
[TBC014]
Celebre Timpanista: Leone Bompani. Egli aveva due orecchie che
spaccava l’impercettibile! Peccato che non c’è più!!!
Controllare bene queste note.
Queste quattro note si trovano [Music omitted]
nella zona del tubo di
scarico, chiamato. Sono solite a calare anche dalle Fabbriche più
rinomate del Mondo.
Qualche clarinettista riesce da sé ad aggiustarsele: allargando
qualche foro. Ma è un azzardo. Le Fabbriche, al contrario, toccano
il pezzo superiore dall’incastro fino verso il cannello del
Portavoce; e anche un po’ nel barilotto. Spesso si può rovinare un
Istrumento. E, in fine, guardiamo le note dello Chalumeau, che sono le
Seguenti.
[Music omitted]
Queste note, ripeto, dello
Chalumeau, sono le più difficile da intonare; la nota in terza riga
chiamata: Si b; non solo è difficile da intonare, ma anche la più
brutta: alle volte addirittura Tisica. Eppure, con un buon clarino,
un buon becco e un’ancia buona; questa zona di note sono le più
caratteristiche ed interessanti del Clarinetto.
Tornando alla nota Tisica del Si b in terza riga, se si vuole si
può cambiare il cannello del portavoce…andando verso il
meglio; e ci si può andare. Occorre tanta pazienza!!!
Questo è il quadro generale dello strumento; ben’inteso nel grosso
modo. I piccoli particolari si trovano studiando e suonando in
Orchestra.
A questo punto si deve mettere assieme due cose;
strumento e Bocchino: Cerchiamo di lavorare con calma e senz’altro
riusciremo. Ma non mi stanco: pazienza assai!!!!
Ernesto Olivieri
[TBC015]
Pagina 2
Penso che nella Prefazione mi sia fatto capire bene circa di avere
sempre avuto la grande volontà di parlare e quindi di scrivere
parlando del Bocchino per perfezionare lo studio del nostro Strumento, ma
non per la brama di un guadagno di denaro.
Da studente, benché il mio Insegnante fosse profondo in materia; egli non
ne parlava mai. A chiedere…nessuno parlava! Ecco perché in me mi si formò
questa fissazione…di dire tutto quello che sapevo…anche più se potessi!
Ho l’idea che questo Trattato possa servire più ai giovani che agli anziani
Clarinettisti. Questi ultimi sono già piazzati in Orchestra e camminano
colla sua abitudine. Però, sia gli uni che gli altri, hanno sempre a che
fare col medesimo Strumento e Professione.
La vita del Clarinettista in Orchestra impone tantissime cose e trà queste
anche il bisogno improvviso di correre ad acquistare un nuovo Bocchino.
Specie noi Italiani che suoniamo quasi tutti col Becco di Cristallo…e
a causa anche solo di un piccolo urto…possiamo trovarci col Bocchino rotto.
E cominciando da questa combinazione, è necessario una buona conoscenza
di questo Accessorio. Nel caso detto di una rottura…e che il giovane Artista
abbia vicino il suo Insegnante, questi gli può aiutare: Ma se il ragazzo
si trova lontano? Comunque sia, la prima cosa da imparare è quella di
conoscere il Becco anche solo nei dettagli più elementari…e appunto, di una
compera improvvisa. Premetto che quando si va in Professione già si dovrebbe
avere una scorta di Bocchini; almeno due. Con tutto che mi sono sempre
interessato di questa cosa, nella mia Professione mi sono trovato un paio di
volte col Becco rotto e senza scorta. Eppure ho sempre provveduto.
Nella mia vita ho conosciuto degli ottimi Clarinettisti che non si interessavano
di questo Problema, ma che erano dotati di buon gusto e riuscivano a
salvarsi da queste situazioni critiche. Anche qualche Insegnante che non
dava tanto peso al fattore Bocchino. Benedetti loro!
Un buon Clarinetto è una cosa bellissima! Un buon Bocchino è cosa Divina!!!
Non a torto: qualcuno ha detto che un Becco riuscito bene…vale più dello
Strumento! Ma questa affermazione non si può dirla a tutti, si correrebbe il
Rischio di una parolaccia…!
Durante tutto il corso della Professione l’artista ha bisogno di studiare,
e non solo per stare in esercizio, bensì per vedere di salire…a dei progressi.
Considerando che in taluni periodi, pure studiando, e fatica anche a
rimanere al proprio livello. Salute un po’ malferma…Denti messi male…
Stanchezza fisica e di Labbra…ecc.
Se uno come noi lascia lo Strumento…Finisce che lo Strumento lascia
lui!
In sostanza, cosa brama e che cosa vuole il Clarinettista? Risposta:
L’uomo che tiene in bocca il Becco dello Strumento, ha bisogno che l’Ancia
vibri bene e che la colonna del fiato cammini senza intoppi; solo così verrà
un buon suono e con una certa libertà d’azione. Guai se manca questa
libertà…! Se disgraziatamente si deve buttar dentro il fiato colla prepotenza,
diventa più difficile anche i Passi d’Azzardo. In queste condizioni
ci si potrebbe trovare, o per un’Ancia pessima; per Becco difettoso. Per lo
Strumento che sfiata; oppure se noi siamo in balia della Febbre…e colle
labbra gonfie. Cerchiamo di sapersi arrangiare il nostro Bocchino…e
lavoreremo bene e tranquilli.
I Francesi chiamano l’Artista che aggiusta i
Bocchini: Le Pianoista. L’Artista del Piano del Bocchino.
Nel breve soggiorno a Parigi, imparai tantissime cose di questo
Accessorio!
Coraggio e pazienza!
[TBC016]
Pagina 3
Sembrerebbe un’eresia ai giorni nostri dopo che la Scienza ha
fatto tante conquiste: (la vera conoscenza della Luna…) Parlare di problemi
per fare suonare un’ istrumento come in nostro Clarinetto…Eppure, ci
sono e come! Però noi Clarinettisti non siamo i soli a lamentarci e a
brontolare perché sovente in Orchestra non possiamo fare il nostro dovere
come vorremmo. Vi sono anche gli Oboisti e i Fagottisti a dire altrettanto;
pure loro maneggiano uno strumento ad Ancia. Per la verità, questi due
Strumenti hanno l’Ancia doppia che, come sappiamo, consiste nel mettere
assieme due palette, ben congeniate, quindi legate assieme creandone una unica.
Ecc. ed ecc. Per la verità, tutti gli Strumenti d’Orchestra hanno il suo castigo,
ma i nostri ad Ancia alle volte… diventa un castigo assai brutto!
Eppure se noi avessimo delle Ancie discrete, (non dico buone perché non
esistono più) a suonare il nostro Clarino sarebbe un gioco. Il Clarinetto è di
emissione più facile dell’Oboe e del Fagotto. E questo lo dimostra quando i
ragazzi cominciano a studiare gli Strumenti ad Ancia. I ragazzi dei Clarinetti
fanno presto a fare il suono e le scale: Oboisti e Fagottisti, mettono
molto più tempo anche solo per impostare il suono…!
Da parte nostra abbiamo il problema del Bocchino: Difatti, questo mio Trattato
parla quasi interamente del Bocchino del nostro difficile Strumento.
Si tratta di poggiare un’Ancia sul Piano del Becco e tirare fuori la voce
naturale dell’Istrumento. Sono due cose che si uniscono e che devono essere
perfette, caso contrario, non viene fuori niente di buono!!!
Pensiamoci un po’ cosa vuol dire di unire due Piani: quello del Becco e quello
dell’Ancia…e pensare di avere un bel suono…che per avere questo, i due
Piani devono andare bene fino al punto che questo pezzo di legno deve vibrare
liberamente come fosse da solo….Supponiamo che i due Piani potessero
parlare (cosa impossibile…ma, ipotesi). Il Becco potrebbe dire all’Esecutore:
dammi un pezzo di canna buona e io farò il mio dovere! Allora potrebbe
intervenire l’Ancia dicendo: se mi dai un bel Piano perfetto…io lavorerò fino
a farti impazzire di gioia!!! Se noi ci pensiamo bene, il problema non è facile!
E colle Ancie di oggi giorno, un povero Clarinettista che deve lavorare
con degli impegni assai impegnativi…il detto problema diventa pesante!
Ho detto e ripeto che chi avesse Ancie discrete il nostro Strumento si
suonerebbe bene. Se però noi ci pensiamo, il commercio delle Ancie non potrà mai
essere come tutte le altre cose che noi comperiamo. Se i Fabbricanti di Ancie
facessero solo Ancie buone; ammettendo che potessero…? Guadagnerebbero molto
poco! Mettiamoci in testa che con questi Strumenti ad Ancia, dobbiamo avere,
fin da principio, una gran dose di pazienza…e non sarà mai troppa!!!!
E torniamo al Bocchino.
A questo punto mi viene davanti l’impegno di un’Insegnante che abbia dei
ragazzi da impostarli…e altri da mettere agli Esami di diploma ecc.
E anche un’Insegnante non può, alle volte, fare miracoli…! Se però i genitori
degli Alunni hanno mezzi sufficienti…il problema è assai meno difficile…
Con dei soldi si cammina meglio verso la perfezione.
Se si conosce discretamente il Bocchino e la Sua Fisica, è meno difficile
la scelta che si potrà fare in un Negozio negli acquisti…quando vi è il
bisogno.
Da quello che ho visto io nella lunga carriera che ho fatto, la
maggior parte dei Clarinettisti, si aggiustano loro stessi il loro Bocchino.
Sì perché può essere anche una esigenza personale che abbiamo ognuno di noi.
[TBC017]
Pagina 4
Mi pare di aver già detto che frà Professore del nostro strumento
e giovane studente (sempre di Clarinetto) non vi sarebbe stato nessuna
differenza in quanto tutti e due maneggiano il medesimo arnese Musicale,
quindi i problemi sarebbero gli stessi. In questo momento, pensandoci
bene, arrivo a dedurne che la posizione del giovane studente è assai più delicata.
Ed è così perché è la materia stessa dello studente in Musica che dà
meno affidamento e quindi anche meno aiuto; sia morale che materiale.
E’ bene precisare che qualunque studente e, in qualunque materia; sono sempre
con pochi soldi in tasca…o, addirittura c’è chi salta i pasti!
E questo l’ho visto non solo in Italia, ma anche all’Estero: Sarà il destino
dello studente del mondo intero. Ma lo studente in Musica in particolare.
Ed ecco un buon esempio. Se un giovane va ad iscriversi all’Università (specie
In medicina)…La famiglia, i parenti, gli amici e tutto il vicinato, fanno
una gran festa! Al contrario, se un giovane con delle bellissime doti Musicali,
riesce ad iscriversi ad un Conservatorio Musicale…Viene giù il mondo
delle critiche! Siamo d’accordo che il contenuto di questa faccenda, ha
per base molta ignoranza! Però non toglie che se il ragazzo è criticato…
strada facendo è anche meno aiutato. Vi è le prime malelingue a dire che
questo giovanotto suona Musica che non si capisce niente!! E di seguito gli
scivola la critica di dire che è un pallone gonfiato…e che spende dei soldi
per niente! La lista delle improperie sarebbe lunga…
Ecco perché il giovane studente anche di Clarinetto, il più delle volte non è
aiutato. E termino ripetendo che questo giovane studente in Musica di qualunque
strumento o facoltà Musicale; meriterebbe un aiuto particolare.
Da sottolineare che intendo parlare dello studente in Musica che abbia
veramente le qualità. Se i Genitori di uno studente del genere non sono convinti..
che il figliolo abbia le qualità, si porti dall’Insegnante…e fa presto a
sapere se il ragazzo ha o nò le qualità per tale studio. Se è anti Musicale,
il giovane cambierà in un’altra cosa…e non cade il mondo per così poco!
Da qualche anno a questa parte, si sente dire che qui nella nostra bella Italia,
dove è nata la Musica e l’Arte Musicale, che non abbiamo più sufficienti
giovani Orchestrali per sostituire gli anziani che a sua volta se ne vanno
in pensione. Vedi Teatro Scala di Milano…Ed altre Orchestre.
Se noi cercheremo di aiutare questi giovani…un giorno potremo avere degli
elementi giovani in grado di metterli non solo alla Scala di Milano; ma di
mandarli, come era una volta, in tutto il mondo. Io mi domando: i Ministri di
Belle Arti e Cultura le sanno queste cose quì?
Non tutti sanno che il nostro Clarinetto è, fra gli Strumentini d’Orchestra,
uno degli strumenti più giovani: forse il più recente che sia stato portato
in grande Orchestra. All’epoca di Johan Sebastian Bach, il Clarino non
l’avevano messo nelle Partiture. Il primo, o diciamo, uno dei primi fu Mozart
a comporre il Concerto in La maggiore per Clarinetto e Orchestra.
In seguito, non solo l’hanno messo in tutte le Partiture, ma lo mettono e come
lo caricano. E’ uno strumento di molta risorsa perché ha una grande
estensione. I cosiddetti Strumentini d’Orchestra sono: Flauti e Ottavino. Oboe e
Corno Inglese. Clarinetti e Clarinetto Basso. Fagotti e Controfagotto. E anche
i quattro Corni giocano assieme. Beato o beati quelli che giocano meglio!
A questo punto il gioco dell’impegno Orchestrale, non è solo di parità…
ma può essere concorrenziale… Chi più ne ha più ne mette!
Ecco perché anche il Clarinettista anziano si trova nel bisogno di fare
delle ricerche e poscia andare verso sempre più alla perfezione.
La ricerca del meglio; interessa a tutti in questa professione!
[TBC018]
Pagina 5.
E per andare alla ricerca del meglio, ammettendo che riuscissimo,
occorre studiare, darsi daffare, interessarsi e via dicendo…
Come punto di partenza la prima cosa è di conoscere le lettere Fisiche
che può essere la chiave di partenza d’entrata dello studio stesso.
Queste lettere Fisiche applicate sulle posizioni più importanti del Bocchino,
le vidi per la prima volta in un Metodo per Clarinetto di un’Autore di
nome Blatt. (Forse Austriaco o di razza Tedesca). Questo doveva essere
un conoscitore profondo del Bocchino del Clarinetto.
Parlare di andare verso il meglio…e alla più perfetta perfezione, può
sembrare un termine vanitoso. Nella nostra Professione e con tale istrumento
per le mani, è necessario anche una dose di vanità; caso contrario, potremmo
apparire freddi e di scarsa iniziativa: Questa è una ragione. La seconda
possiamo ammetterla in quanto: gli altri Strumentini d’Orchestra; non sono
solo i nostri amici di lavoro; bensì e in taluni momenti: i nostri concorrenti.
Ecco perché non dobbiamo mai fermarci di studiare e perfezionarci.
E aggiungo che in Orchestra può sempre presentarsi cose nuove: E ne cito una.
Basti solo che un bel giorno venisse un Nuovo Oboista, che è quello che dà
il La dell’Accordatura, e che costui avesse un Corista un po’ diverso dal
precedente, che fosse un po’ più alto e che noi non arrivassimo al suo Diapason..
come facciamo? Se si vuole lavorare e stare in pace… dobbiamo risovere anche
questo Problema! Per fortuna adesso, in quasi tutte le Orchestre, hanno
il Diapason che attaccano alla Corrente e tutto il complesso si orienta lì.
Ed è finito le discussioni!
Il nostro strumento, oltre alle beghe delle Ancie, dei Cuscinetti, delle Molli
e via dicendo…e anche un’Istrumento Traspositore. E qui, si voglia o no
l’impegno è maggiore. E più di noi sono i Corni e le Trombe. Quelli debbono
leggere in tutte le Chiavi. Il perché di questi Trasporti, non c’è bisogno
che io lo scriva perché quelli che leggeranno quì lo sanno ugualmente.
I profani di questa faccenda; e qui dentro vi è anche qualche Direttore di
Orchestra, si lavano la bocca strombazzando che i Trasporti sono solo questioni
di studio e di abitudine…ma che in fondo non è niente. Meglio non
rispondere a questi…! Dirò soltanto che il Repertorio Lirico, quasi si
può farlo col solo Strumento in Si B. Mentre invece nel Sinfonico occorre
Anche il Clarinetto in La; più facile e di molto più rendimento!
In un Concorso fatto a Roma che io pure ero uno dei tanti: Quello.che
esaminava; chiedeva se avevamo il Clarino in La? Un giovane, un po’ superbo,
rispose che era cosa superata…e che non occorreva. Morale della favola:
misero un Pezzo Sinfonico in La di una difficoltà enorme…e lui fece
cilecca! Contro natura non ci si può andare!!!
A proposito del Clarino in La. Anche i Fabbricanti mi hanno detto che è un
Clarinetto difficile da fare perché ha delle misure troppo diverse del normale;
sarà vero? Non lo so! Io ho constatato che quell’Istrumento si deve
suonarlo spesso se no dà sempre l’impressione che sia stonato anche se và
bene.
Il Concerto di Mozart in La Maggiore per Clarinetto e Orchestra,
è bello con questo Strumento. Tutte note Reali e comode. Quelli che l’hanno
fatto sapevano il fatto suo assai più dei chiacchieroni inutili!
Non sembra, ma questa è una Professione difficile!
Sempre a proposito dei diversi Clarini, mi è stato detto che in molte
Orchestre Straniere, Russia in special modo, portano in Orchestra pure il
Clarinetto in DO. Non è una meraviglia: Se nei Concerti Branderburghesi di
Bhach vanno ad eseguirli con la Trombina in Mi B piccola; possono adoperare
pure il Clarino in DO.
[TBC019]
Pagina 6
Dopo aver visto un pò le caratteristiche e anche i difetti del
nostro Strumento, passiamo nel vivo delle nostre Ricerche; che è il
Bocchino. Ed è per questo che m’impegno di scrivere il presente Trattato.
Per capire bene questa faccenda, dovremmo essere ad una lavagna con
Un gesso in mano e studiarla come i ragazzi delle Scuole Elementari la
carta Geografica dell’Italia. Scritta in un pezzo di carta come quì, non so
se riuscirò di farmi capire? Comunque farò del mio meglio.
A questo punto parlerò del Clarinettista in genere: del Professore già in
Orchestra e del giovane che se non è al suo posto……sta per andare.
Tanto l’Arnese che adoperiamo e sempre lo stesso.
Quali sono le ragioni dell’istrumentista ix che non è contento del suo
Bocchino? E’ una parola anche rispondere a questa domanda.
Dico questo perché se noi interrogassimo mille Clarinettisti; novecentonovantanove
si lamenterebbero…e non sarebbero contenti di quello che hanno
in mano anche da parecchi anni. Questo è in via di massima, ma se noi andiamo
nei particolari, come ad esempio il difetto del fischio… a questo punto,
non solo se il Clarinettista si lamenta ha mille ragioni, ma urge prendere
dei provvedimenti. Se si trattasse di uno che studia, allora deve essere
l’Insegnante ad aggiustarlo…oppure a comprarne uno dei nuovi: Se è uno già
in Professione, deve essere lui stesso a provvedere…
Citare tutto quello che l’esecutore vorrebbe, sarebbe lunga la lista.
Come già ho detto: nei difetti, urge muoversi…e tirarli via al massimo!
E se noi vogliamo andare verso il meglio facendo dei progressi…cercheremo
di fare degli esperimenti, delle prove, mettendo in atto tutto il nostro ingegno.
A tal punto dobbiamo stare attenti a non rimanere fregati … Anziché
migliorare le nostre doti Artistiche; guai se dovessimo andare peggio!!!
Ecco perché ho detto anche nella Prefazione: non si faccia mai delle prove
e degli esperimenti in corso di forti impegni!
Prima di cominciare a lavorare in un Bocchino, o anche prima di un
cambiamento di questo Accessorio, assicuriamoci che i Cuscinetti vadano bene…
e che lo Strumento non sfiati!!! Poiché un fischio può venire, come solito,
dal Becco; ma anche se un cuscinetto perde. Attenti che questi due fischi
sono diversi l’uno dall’altro!
Nel Becco c’è un detto internazionale che suona così: il Problema del Bocchino
del Clarinetto è sempre stato e rimane Insoluto! E questo lo ammetto anch’io
che è difficile portarlo alla vera perfezione. Lo Strumento no. Questo
se si vuole si fà tappare bene. Occorre un po’ di buona volontà, e quando và
bene, si lascia stare poiché qualche cuscinetto, pian piano s’imposta da se.
L’Istrumento dunque va bene; allora dedichiamoci al solo Bocchino che.ne
abbiamo ben donde…! Il Becco fischia…? Il primo difetto che in generale
si vede è l’imperfezione del Piano. Più avanti vedremo come lavorare.
Quando si compera un Bocchino si deve osservare la punta che non sia troppo
larga, specie se il Becco si dovrà lavorare; se fosse troppo larga, si
arriverebbe che poggiando l’Ancia non coprirebbe l’intera punta e allora
passerebbe qualche spiraglio d’aria e si tirerebbe dietro il maledetto
fischio! Pure la finestra Armonica non è bene troppo larga! Sia giusta.
Quando si và in un Negozio per l’acquisto di un Becco nuovo, si vada da soli…
e al mattino, così si può provarlo a labbra fresche.
Si osservi e si collaudi senza fretta e nervoso: Non si ascolti qualche
chiacchierone…!.Consiglierei di non diventare dei maniaci.
Sempre calma e molta pazienza!!!
[TBC020]
Pagina 7
Da giovane e studente di Clarinetto che ero, nonostante che il mio
Insegnante fosse profondo in fisica del Bocchino e che spiegasse parecchie
cose… Non ero mai sazio di sapere. E questo avveniva perché pur essendo
ancora inesperto, me ne accorgevo che avrei potuto fare di più se lo
Strumento e Becco assieme, fosse andato meglio. E’ difficile spiegare questa
faccenda! O se l’ha spiego, dirò assai poco per non offendere i morti. E’ sempre
meglio lasciarli in pace!!! La verità è la seguente.: Ai ragazzi giovani
va sempre a finire gli Strumenti più scassati…e i Becchi più disgraziati!
Oggi giorno, dopo 40 abbondanti anni di Professione…Sia quello che ho visto
da gli altri, e sia l’esperienza su di me; ho accumulato tanto materiale
che può valere non solo per questo Trattato, addirittura farsi un bel
Romanzo. Perciò, prego di credermi!
Gli Strumentini d’Orchestra: Flauti & Ottavino: Oboi & Corno Inglese: Clarinetti
e Basso Clarinetto: Fagotti e Controfagotto. E Corni. Questo gruppo di
Strumentini (Chiamati dai Direttori d’Orchestra), lavorano insieme, galleggiando…
e portando ognuno il proprio colore. Stare al livello Artistico e andare
bene con tutti, non è sempre facile. Specie quando capita delle zone di note
nei Registri poco belli come le note del nostro Chalumeau. Eppure, si deve
lavorare e andare avanti e senza perdere la calma.
Vi è una considerazione da fare: le note da me appena citate e che noi del
Clarino le condanniamo per brutte, se ci troviamo distanti dall’Orchestra
appena 3 metri, non sono brutte. Qualche volta le potremmo trovare più
interessanti delle altre. Anche se ci troviamo in mezzo ai violini primi e che
Esse facciano delle cose divine… si può sentire anche delle brutte grattate.
Se ci allontaniamo; le grattate non le sentiremo più. Gli effetti dei Complessi
Orchestrali sono cosi in tutto il mondo!
Come ho detto, gli Strumentini lavorano insieme e, aggiungo, che sono il
Condimento dell’Orchestra. Poi i già nominati Strumenti sono guidati da Elementi
che: chi più ne ha…, più ne mette…! E questa cosa o complesso…ci mette
in guardia di stare attenti al massimo!
Era bella che molte volte prima di andare a fare un Concerto, qualcuno mi
salutava aggiungendo: Buon divertimento!.. Quanti cretini vi è al mondo!!!!
Senza offesa per nessuno. Il nostro Clarinetto deve essere Insegnato da un
Clarinettista, non da uno che suona il Pianoforte o altro. Caso contrario
capita come a quei ragazzi di Parigi che fecero quel Saggio.: Di 10 giovani
Clarinettisti, fecero il Saggio alla meglio appunto perché di 10 fischiarono
In 8. Un’altro a Lubiana. Questo Inglese. Nel Concerto in La Maggiore di
Mozart, arrivato al Rondò dell’ultimo tempo, fece non meno di una decina di
fischi. Finito il Concerto egli si Gloriava perché era Allievo di un Celebre
Pianista. E tanti altri che non posso elencare.
Questo non è uno strumento facile che in campo Professionale possa essere
avviato in Orchestra da altri e non da Tecnici dello Strumento.
Solo Robert Stark (Tedesco) era Pianista, Organista e anche Clarinettista,
ed è rimasto un Caposcuola del Clarinetto.
Il complesso di cui parlerò non è facile. La Professione è al quanto dura;
però, se noi Clarinettisti avessimo delle Ancie Buone, sarebbe meno duro
questo mestiere. In pratica, vi è una sola Fabbrica di Ancie in tutto il mondo,
che è la Vandoren di Parigi. E aggiungiamoci qualche altro… Perciò, non
si può fare delle scelte nelle compere e provviste di Ancie.
Quello che fa la Professione col Clarino in mano, ogni volta che riscuote il
Mensile, deve fare la sua compera di Ancie anche se ne ha; guai rimanere al
verde!
[TBC021]
Pagina 7
Da giovane e studente che ero, volevo sapere tutto quello che
era il complesso del Bocchino del nostro Clarinetto. Più tardi ero
persuaso che scrivendo qualcosa in merito, fosse cosa molto utilitaria,
ora, non vale niente il passato e i sacrifici per imparare tutto quello che
ho visto durante i miei tanti anni di Professione di Clarinettista…
Quello che vale oggi giorno e di far vedere agli altri le cose concrete.
Solo così potrò persuadere tutti quelli che qui leggono e studiano.
La gente del mondo vuole vedere i fatti concreti. Ed hanno ragione!
Senza dubbio farò del mio meglio! Però prego ancora una volta di credere
a quello che scrivo perché non è solo quello che è passato per le mie mani
e del mio Clarino; ma anche quello che ha passato gli altri. Anzi: quello
che tante volte è passato ad altri meglio di me. Questa è un’Arte difficile
che tante volte possono cadere…anche le Celebrità!
Gli Strumentini d’Orchestra (così chiamati): Flauti & Ottavino, Oboi e Corno
Inglese, Clarinetti e Basso Clarinetto, Fagotti e Controfagotto e anche
Corni. Questi strumentini lavorano insieme e ogni classe galleggia assecondo
del proprio Colore. Stare al livello di questo clima e andamento…non
è sempre facile. Non è sempre facile anche perché alle volte si presenta
delle cose Scoperte in zone di note poco belle e poco comode. E può darsi
che un disegno Musicale del genere, sia preceduto…o ripetuto da un altro
strumento in un Registro da fare migliore riuscita. A questo punto, guai
chi si perde… e guai.a quello che cade di morale!
Il nostro strumento ha le note dello Chalumeau che risultano meno belle
delle altre. Questo è per chi ha lo strumento in bocca. Se uno è in Sala
a qualche metro di distanza, non avverte questa bruttezza che sentiamo noi.
E anzi dirò di più: molte volte che io appunto non ero contento per una mia
uscita di note dello Chalumeau, mi fu detto che proprio quelle note erano le
più interessanti! E potevo crederci perché chi mi aveva detto questo, era un
Clarinettista.
Del resto tutti gli Strumenti sono belli sentendoli da un pò
di distanza Molte volte mi sono trovato vicino a un Concertista di violino
che appunto per essere troppo vicino; mi sembrava che egli facesse delle
grattate…enormi, invece andare solo trè metri di distanza era una bellezza.
Come ho detto: gli Strumentini d’Orchestra lavorano assieme…e così:
chi più ne ha….più ne mette…E questa cosa da stare molto attento!
Senza offesa di nessuno: il nostro Strumento deve essere insegnato da gente
che conosce bene il Clarinetto. Caso contrario avviene come quando io sentii
quei ragazzi a Parigi che fecero quel Saggio. Di una decina di Allievi
che ognuno suonava un pezzettino: Non meno di cinque o sei fischiarono…!
Ed erano a Parigi, Paese dove i Francesi credono d’aver creato e sviluppato
il Clarinetto.
Altro caso analogo, con la differenza che quest’ultimo era un Concertista.
A Lubiana (1951. Iugoslavija) un Clarinettista Inglese fece il Concerto
in La maggiore di Mozart, accompagnato dall’Orchestra Filarmonica di quella
Città. Il primo tempo lo fece bene, il secondo tempo e l’ultimo, fece un
mucchio di fischi. E per ultimo quì a Padova. Questi era un Cecoslovacco.
Suonava benone ma lo strumento fischiava come una Sirena!!!
Sia quest’ultimo, e sia l’Inglese che era a Lubiana; avevano studiato il
Clarinetto da un Celebre Pianista. Ecco l’errore! Non è uno Strumento il
nostro da prenderlo sotto gamba permettendosi di insegnarlo un Pianista.
Ogni.uno al suo mestiere!!!
Più oltre vedremo il da farsi circa il sistema di fare il Piano ai Bocchini.
C’è chi lavora col Piano pari, e chi lavora col Piano incavato alla Francese.
[TBC022]
Pagina 8
Nel foglietto dopo la Prefazione (pagina introduttiva), ho parlato
dei difetti del nostro Clarinetto, cosa che ha anche gli altri
Strumenti poiché la Fisica è a casa di tutti. Ora, assodato questi
difetti, veniamo alle combinazioni in cui devono lavorare queste Orchestre.
Nelle Orchestre di un certo livello Artistico, del mondo intero,
tengono o dovrebbero tenere, una temperatura non inferiore ai 20 gradi.
Meglio sarebbe se fossero 22.
Nei Paesi dove è freddo, e anche da noi nei mesi Invernali, prima delle prove
dovrebbero riscaldare l’ambiente dove il Complesso Musicale lavora.
Non parliamo poi quando c’è le Opere e i Concerti. Nelle recite, il riscaldamento
deve essere più curato delle prove.
Perciò, non sono solo i difetti dei vari Strumenti a portare delle stonature…
ma anche la temperatura se, come ho detto, fosse troppo bassa.
E, per finire, la Sala dove lavora una buona Orchestra non dovrebbe mai essere
lasciata troppo freddo e in mezzo all’umidità. Vi sono Istrumenti grossi;
Ottoni e Basso Tuba, Contrabbassi ed altri… che non possono portali a casa
ogni sera e allora non si possono lasciarli in una Siberia di continuo!
Sperando che nessun Orchestrale mi mandi delle improperie…darò un colpo
ai Professori d’Orchestra.: Per suonare bene tutti gli Strumenti; occorre
andare in Orchestra almeno mezz’ora prima, non all’ultimo momento!
Anche nel contratto Nazionale dei Professori d’Orchestra, vi è un articolo
che dice di prepararci prima…! Anche appunto per Intonarci!
Nella mia lunga vita di Teatro, non sono mai arrivato in ritardo. Le ragioni
di entrare presto erano due, la prima era che riscaldando bene il Clarino…
soffiando anche senza suoni, la Camera dello Strumento faceva specie di nebbiolina
e il vapore acqueo produceva acqua corrente che alle volte andava
nei buchi…e che veniva, come si suol dire: Stecche. Suonando un bel po’ prima
di cominciare, evitavo questo pericolo. Sarà pignoleria, ma necessaria
Poi vi è la parte Artistica. Tante volte occorre portarsi prima al lavoro
per la necessità di guardare certi passi…ecc.
Adesso prima di cominciare a guardare i Bocchini buoni o difettosi che siano,
occorre procurare gli arnesi adatti.
I primi tempi che cominciai a toccare il Piano dei miei Becchi, adoperavo
uno Specchietto che, per caso, aveva il piano perfetto. Poi si ruppe e cercai
un’altra cosa. Mi feci fare due lastre di Acciaio lunghe 10 centimetri e
larghe 4. Poi passate per una Rattifica in modo che fossero perfettissime.
La ragione di avere due Piastre anziché una, era per collaudarle…
infatti, mettendone una sull’altra potetti vedere che di quattro piani
(due ogni Lastra), due erano riusciti perfetti, e due erano falsi che poi li
adoperavo sgrossando. Le ultime toccate li facevo sui due piani giusti.
Così mettendo il Becco sul piano; si potrà vedere il fallo. Questa è la base.
[Drawings omitted]
[TBC023]
Pagina 9
Come ben si vede, accanto allo schizzo delle due Piastre, ho messo
anche un disegnetto del Bocchino di prospetto e le sue lettere Fisiche.
Prego di osservare bene il tutto… che è tanto necessario!
Dei Bocchini per Clarinetto ne ho visto di diverse sostanze: Legno di Ebano
come il Clarino. Di Osso. Di Avorio. Di Caucciù; e, in fine, di Cristallo.
Quest’ultimo e il preferito degli Italiani.
Mi permetto di dire in partenza che la sostanza del materiale di cui sono
fatti ha sì la sua importanza, ma non è determinante: Il mio Insegnante ha
detto più di una volta che se questo Accessorio fosse fatto anche di terracotta
(come i pignatti da cucina) purché fosse riuscito bene il Piano,
suonerebbe bene ugualmente. Egli era un Tecnico profondo in materia!
Mi soffermerò parlando di quelli che ho adoperato io durante l’intera mia
Professione….e anche dei colleghi che, con me, hanno fatto la Coppia.
Io ho adoperato: il Becco di Legno Ebano; di Caucciù e di Cristallo. Di
questi trè, io ero innamorato di quello di Legno. Questo ha tutte le
caratteristiche e le qualità del vero Clarinetto. Molti hanno detto che il Legno
non stà a posto e che quindi si muove il Piano… .Da quello che ho capito io
non ho mai riscontrato questo fenomeno. Vi è un’altro pericolo, ed è questo:
Se questo Becco, di Legno, fosse sottile e che il suonatore invitasse la
fascetta forte; con questo tiraggio…e col tempo, il Piano potrebbe cedere.
E in secondo luogo, finito di suonare, occorre ogni volta di asciugarlo in
modo che non rimanda un lago d’acqua. Tutti sanno che il legno assorbe l’acqua
e, in seguito, può fare dei movimenti. Anche i Mobili di casa hanno la
tendenza a muoversi. Il Becco di Ebano deve essere grosso di fattura!
Il Becco di Caucciù è l’arnese di quasi tutto il mondo. Non hanno torto
perché riuscito bene è bello in tutti i Registri! Ma occorre lavorarselo da
se, se uno si dedica…in modo che sia perfetto al massimo, caso contrario,
c’è da fare i conti con i Fischi!!! Una accurata scelta di Ancie…e, alla
fine, è un’ottimo Bocchino!.Ed ora viene l’idolo degli Italiani: il Becco
di Cristallo! E qui vi un altro pericolo…: le crepe e le rotture!
Ero a Taranto a fare una piccola Stagione Lirica; l’ultima recita fu Cavalleria
e Pagliacci: Tutto era andato più che bene! Calano il Sipario, smonto
il mio Strumento, quando andai per lavare il Bocchino dal Barilotto; mi
venne in mano la punta del Becco e il Gambo era rimasto al Barilotto…Rotto!
Ecco la fine di questi. Non tutti ma quasi. Ebbi più dispiacere che se avessi
perduto la paga della Stagione!!! Era come un Organo!
Questo Becco di Cristallo, in se stesso ha meno esigenze del Caucciù. Col
nero se non è più che perfetto non suona. Col Cristallo può andare anche
con qualche lieve difettuccio. Poi sia nell’uno che nell’altro, occorre la
sua abitudine. Il Clarinettista in Professione deve averli tutti e tre
e può capitare che secondo gli ambienti che trova…e il Complesso…
Vadino bene tutti.
Parlerò anche più avanti del Piano dei nostri Bocchini, e del Piano delle
Ancie che anche quelle hanno un Piano e che deve combaciare con quello del
Becco. Questo impatto è tutt’altro che facile. Ammettendo che un Becco
avesse un piccolo difetto e che l’Ancia ne avesse un altro…come facciamo a
pretendere di ottenere un buon risultato? E’ impossibile.! Due Piani
che s’incontrano…andare bene e lavorare. Come due perone che si sposano,
potranno andare bene? Ecco perché vi sono tanti divorzi! Scusate il confronto.
Se il Piano del Becco è giusto e che l’Ancia sia un po fasulla…
Con un po’ di pazienza… dopo un paio di giorni, potremmo lavorare
discretamente. Ma in Professione il più delle volte succede che si deve andare bene
subito non dopo. E’ una lotta! Beato chi si salva meglio dell’altro!
[TBC024]
Pagina 10.
Mentre ci procuriamo le due lastre cui ho parlato, oppure una, a
piacere di chi studia…Osserveremo i Bocchini per Clarinetto e le qualità
della materia con cui sono fatti..Sempre a proposito di una Piastra
perfetta dove noi potremo controllare e quindi lavorare, ho visto anche un
aggeggio Francese, specie di Tagliancie che non andava male…ma che io lo
abbandonai decisamente!.Quindi la scelta può essere a piacere…ma vuole
perfettissima!!!
Dei Bocchini per Clarinetto ne ho visto di tantissime specie:
perfino di Bachelite. Di Osso, di Avorio…ecc., ma le qualità che le Scuole
del mondo intero adoperano sono: il Becco di Legno di Ebano (come lo Strumento),
quello di Caucciù (una Lega composta per la maggior specie di gomma)
e di Cristallo. Quest’ultimo Becco è usato per la maggior parte da noi Italiani.
(E non siamo degli ultimi arrivati) Il Becco di caucciù è usato in
tutto il mondo, specie nei Paesi Anglosassone. E quello di Legno di Ebano
che sarebbe il più bello, l’abbiamo usato anche noi in Italia; con risultati
ottimi…ma che attualmente le Fabbriche non li fanno più! La ragione?
Solo il Padreterno lo sà?!
Nella mia vita ho sentito tanto parlar del Becco di Legno. E per la verità,
con un gran sacco di balle! C’era chi sosteneva che quel Becco non sta a
posto e che col cambiare delle Stagioni e Temperature, si muoveva… Da quello
che ho capito io stesso, non è così. Il Becco di Legno Ebano vuole grosso
un pò panciuto in modo che col tirare della Fascetta (tira e tira…per
anni) non vada giù il Piano. Tenerlo ben pulito da non lasciarlo mai, a fine
lavoro, pieno d’acqua. Non si esageri ad invitare la cosiddetta Fascetta…
e, al fin fine, è un oggetto d’oro a 18 Carati! Ma, come dicevo: in vendita
non si trovano più. Peccato!
Il Bocchino di caucciù è un’ottimo Arnese, ma deve andare bene….caso
contrario; saranno fischi a non finire! Un Becco di Cristallo se del tutto non
è perfetto, può andare bene ugualmente. Quello di Caucciù, ripeto, se non è più
che perfetto….son dolori! E dire che nella mia professione ho suonato quasi
sempre col Caucciù. Non ho mai avuto paura dei fischi! E’ un Becco che dà
il suono veramente di Clarinetto! Ci si impiega più tempo a mettere a posto
uno di questi Bocchini! E, come dicevo, il Becco di Cristallo è per noi
Italiani..Il mio Insegnante ha sempre detto che questi tre Bocchini debbono
avere un’Apertura diversa l’uno dall’altro. In pratica questa differenza
non l’ho notata. Piuttosto c’è una cosa: ogni Becco ha una sua formazione
e, attraverso questa sua formazione o fattura, (chiamiamola come vogliamo…)
può avere una esigenza speciale anche nell’Apertura.
Comunque: il.Clarinetto di Ebano, il Becco di Cristallo; questo complesso di
cose…da una voce di Clarino che i Direttori d’Orchestra del mondo intero
piace ed hanno sempre fatto i complimenti! Ma delle belle voci ne ho sentito
anche col Caucciù e Legno. Da non confondere: il Becco di Caucciù è sempre
quello di Ebanite.. A parer mio il Clarinettista che fa la professione
dovrebbe avere tutti e trè i Bocchini citati. Se sono complessi piccoli, è
adatto il Legno o Caucciù. Se l’Orchestra è grossa, è più adatto il Cristallo,
per la voce più massiccia...Molte volte non si fa quello che si vuole; si fa
quello che si è destinati a fare. Alle volte si è in un posto che l’acustica
può portare di adoperare un Bocchino anziché un’altro. Questo è destino.
Però; scusate se l’ho già detto. Non si faccia mai troppi cambiamenti in
Corso di grandi impegni! Andare piano e con molta pazienza!
Bocchino nuovo…Ancie nuove!
[TBC025]
Pagina 10.
Comunque siano le ipotesi e i Clarinetti, noi andiamo col nostro
sistema di Scuola e di costume, cioè: Clarinetto di Legno di Ebano
e Bocchino di Cristallo: Questo complesso di cose formano un’Istrumento
che anche i Direttori d’Orchestra del mondo intero l’hanno sempre applaudito!
Delle voci Classiche ne ho sentito anche col Becco di Caucciù e Legno.
Nella nostra Professione può capitare di trovarci in un dato posto che
anziché una qualità di Becco ne vada bene un’altra. Ho detto e ripeto che
l’Istrumentista li dovrebbe avere tutti e tre. Questo anche per una ragione
Professionale…e Tecnica.
Il mio Insegnante sosteneva che dei tre Bocchini già citati, (Legno, Caucciù
e Cristallo) per Legge Fisica, si doveva fargli una Apertura l’una diversa
dall’altro. Non posso dire di no perché egli era un Insegnante fuori dal
normale e una grande conoscitore di questa faccenda!!! Ma a ragion del vero,
a me personalmente, non lo posso ammettere in pieno poiché, gira e rigira…
i miei Becchi e quelli che nella mia esistenza ho lavorato; quasi andavo a
finire nella solita apertura, nero o bianco fosse il Becco che avevo in mano.
Piuttosto vi è una ragione, che è l’istinto di chi lavora… di andare a finire
quasi sempre nel.medesimo posto..Non sò se debbo dire: istinto o
sensibilità? Comunque, c’è un qualche cosa che ognuno di noi ci porta a quella
misura…. anche le più delicate. E direi di chiudere questo argomento
aggiungendo che ogni persona ha la sua natura anche a Lavorare nei Bocchini per
Clarinetto, come del resto fà il Celebre Liutaio che lavora negli Strumenti
ad Arco. Le misure vanno bene, ma molte volte deve subentrare l’abilità
dell’Artista, caso contrario i conti non tornano…!
Ai miei giorni da Studente di Clarinetto e, vivendo in quella Città di Bologna…
e nell’ambiente dove si parlava di questa Professione, molti miei
amici insistevano che il Bocchino di Cristallo deve essere di materiale vecchio
d’una volta, caso contrario non ha una bella voce! Pure questa ipotesi
non l’ho mai trovata giusta. Intendiamoci. Se il Cristallo è di qualità fina,
è più bello, si lavorerà meglio, e avrà una visione assai più aristocratica…e di
lusso! Ma noi prendiamo il fattore Suono; non ha niente a che vedere.
Se la voce che esce da un Becco è bella, è segno che è riuscito bene
il Piano e il resto del complesso che forma l’arnese!
Questo argomento segue gli altri per quanto riguarda gli Strumenti.
Sono stato in Fabbrica a Milano e anche a Parigi. Sia da Selmer.e sia da
Buffet Chrampon, mi fecero vedere dei pezzetti di Ebano, in questi pezzetti
veniva otto Fusti (Clarinetti), più di una volta, di otto Strumenti che lì
usciva fuori; sette andavano bene e l’ottavo non andava! Il Legno era sempre
quello! Ora anche negli Ottoni, idem! Un Tecnico di Orsi mi disse che in
una Colata, trè Corni ne uscì… Due erano perfetti, il terzo non andava!
il Materiale era sempre quello!
Ma il più interessante è che mi ha confermato la stessa cosa anche un
Celebre Liutaio: Sempre con quel Legno; qualcuno.dà un rendimento assai
inferiore dell’altro Violino! Poi, ripeto la cosa che ho detto poco fà, cioè:
Interviene l’Arte e i Segreti dell’Artista….e alla fine ha ragione lui!
E torniamo a noi: il nostro Bocchino và bene quando ci si è indovinato il
colpo giusto…!. Il numero dei Clarinettisti, sia.in Professione e sia
come Dilettanti (anche quì ci sono gente non stupida…), non hanno tutti le
medesime idee. Vi sono anche Artisti che sostengono che andando attorno ai
Piani di questo Accessorio….si rovina! La risposta è questa: il 90% di
Professori di Clarinetti e che occupano grandi posti d’Orchestra; il loro
Bocchino se lo arrangiano loro stessi!!! E se c’è uno che non ne vuole
Sapere di lavorare nel Bocchino…Nessuno glielo impone!!!
[TBC026]
Pagina 11
Nel precedente foglietto numero 10, ho detto che il mio Insegnante
sosteneva che i trè Bocchini già citati e che di solito viene usato:
Legno di Ebano, Caucciù e Cristallo, devono avere un’apertura diversa
l’uno dall’altro. Non posso dire di no poiché l’Insegnante in causa: Prof…
Bianco Bianchini era troppo esperto in materia! E, in definitiva, credo a lui;
ma credo anche a me stesso. In cinquant’anni che io ho lavorato nei Bocchini
per Clarinetto, questa ragione o verità (ammettendo che sia…), pian piano
si perdette nella strada degli anni…fino al punto che, o lavoravo un Becco
di Legno, o di Caucciù, o di Cristallo; la mia mente era indirizzata su quella
linea finendo i Bocchini, di qualunque materia, avevano la medesima apertura.
Mi levo tanto di cappello al grande Clarinettista ed Insegnante già citato…
e stò nella mia consuetudine. Ma dobbiamo ammettere che ogni uno abbiamo
la nostra Natura…E sulla strada della nostra Natura, dobbiamo camminare.
Piuttosto bel Corista, i Bocchini di cui ho parlato possono avere una differenza;
e senz’altro l’hanno. Il Becco di Legno e anche quello di Caucciù vibra
molto di più di quello di Cristallo..Ecco perché il Becco di Cristallo è
più corto (di solito) degli altri due. Se fosse della solita lunghezza; sarebbe
calante: E tornando all’Apertura dell’Ancia; devo ripetere che, gira e rigira
e a lavoro finito, se li guardo l’Apertura è quasi la stessa.
Ai miei giorni e vivendo a Bologna, molti miei amici, che conoscevano bene il
Bocchino per Clarinetto, insistevano nel dire che occorreva trovare dei Becchi
di Cristallo Vecchi perché avevano il materiale migliore e quindi veniva il
suono più bello. Pure quì non sono troppo d’accordo. O il Becco è di Cristallo
vecchio o è di materiale giovane…il timbro è sempre quello. Se noi
notiamo un timbro diverso da un Becco all’altro (sempre di Cristallo), è la
riuscita della fattura diversa…La punta, La Finestra Armonica ecc…
Un’altra cosa analoga l’ho notata negli.Strumenti nostri. C’è chi parla di
legno di Ebano…. Ebbene più di.una volta sono stato in Fabbrica dove fanno
i nostri Clarinetti.(A Milano, e anche a Parigi). Mi fecero vedere dei
trucchetti di Ebano,.già stagionato e pronto da lavoro. Ogni pezzo veniva Otto
Fusti.(8 Clarinetti) E mi fu detto: alle volte a lavoro finito, sette strumenti
vanno bene, l’ottavo non suona! Ripeto l’Ebano era sempre quello!!!
E per finire, ammettiamo che il materiale abbia la sua influenza, ma il 90% e
la riuscita del lavoro! Anche negli Ottoni. Una colata di 4 corni: trè andavano
bene, il quarto non suonava! Alle volte dovremmo parlare col Padreterno…
Se noi andassimo nel Laboratorio del più celebre Liutaio del mondo; forse
anche lui ci potrebbe dire altrettanto, cioè: sempre con quel Legno….un
Violino non era riuscito come l’altro…E questo punto deve entrare in scena
l’abilità dell’Artista a fare il resto…. E l’ugual cosa è nei nostri Bocchini,
ne più e ne meno!
E torniamo a noi. Il segreto per farci un bel Bocchino e nella riuscita del
Lavoro e; in special modo, la riuscita del Piano.
Tutti i più grandi Tecnici e Capiscuola del Clarinetto (Il Prof…Bianchini
in testa) hanno sempre detto (e lo penso anch’io) di fare un Piano ad un Becco
tirandolo perfettissimo…! Chi lo sa se questa è veramente una verità?
Troverei più giusto dire: occorre portare il piano del mio Becco ad un punto
in cui l’Ancia possa vibrare bene come fosse Sola…! Se non fosse per farmi
ridere dietro potrei anche dire: questo è un mistero peggio dell’uovo e.della
gallina; commentando: chi è nato prima?
I sistemi di fare il Piano al nostro Bocchino sono diversi. I Francesi lo
lavorano col Piano incavato. Noi in Italia; col Piano Piatto.(pari).
In seguito vedremo.
[TBC027]
Pagina 11 Bis.
In qualunque ambiente dove vi è dei Clarinettisti: Banda, Orchestra,
Orchestrine i via dicendo…ho sempre sentito parlare con insistenza che
se il Bocchino non è aperto non si può fare quello che è di dovere!
Questo ritornello lo sento da 50 anni!
E io debbo dire in partenza di nò assolutamente! Leggiamo e vedremo.
Se noi acquistiamo un Becco nuovo e che sia troppo chiuso, io per primo gli
ho sempre dato una leggera Toccatina…tanto per poterlo provare. Ma questa
è cosa momentanea. Nel resto della lavorazione…l’apertura ci si dà alla
fine.
Prima di andare avanti è bene fare una piccola ipotesi; ed è questa.
Nella mia vita ho avuto dei Clarinetti che avevano i Fori grandi; specie nel
pezzo inferiore; e veniva fuori poco suono. Dopo mi è capitato di avere un
altro.strumento con dei buchi piccoli che mi usciva doppio suono.
E così è col Bocchino: averne uno piuttosto chiuso, e mi veniva suono a josa,
un’altra volta con un Becco molto aperto; non usciva niente!
Signori cari: non è l’apertura esagerata che si possa avere un corpo di voce
enorme…Nò!. Sarebbe lungo il discorso; ma vi dico che aprendo più del
necessario il Bocchino, sparisce la Dolcezza; l’intonazione. Lo Staccato diventa
un pasticcio… e il Clarinettista scende di grado sino al pari di un
comune Bandista da strapazzo. (Si perché anche in Banda si deve suonare bene)
Anche nell’Apertura c’è le sue regole: se si toglie del materiale in punta;
si deve toglierne anche alla lettera.D , caso contrario se non è.uniforme,
non si sa cosa salta fuori….. In altre parole; se è più aperto in punta,
l’apertura deve andare più giù!
L’Apertura giusta è, pressappoco, il numero 2 delle misure del Becco Bucchi
o di Coutrì. Se tutto va bene, con quella apertura, della voce ne viene
più del necessario. Si prega di osservare l’Orlo del Becco in Punta:
Quando questo è troppo largo,.può impedire l’entrata della colonna del fiato.
Attento però perché se si prende via troppo materiale in quel posto, il suono
diventa più cannoso e si andrebbe a trovare i maledetti fischi…!
E’ d’obbligo di ripetere che si deve sempre controllare se il Clarinetto
va bene…se qualche cuscinetto sfiatasse… allora la colpa non è più del
Becco.
Un’altro fattore importantissimo che può mettere per la testa delle
idee di avere.più volume di suono e quindi di aprire il Becco; può essere
uno dei soliti chiacchieroni… amiconi… Qualche amico può aiutare, non lo
metto in dubbio… Ma attenti che il più delle volte non aiutano; bensì
danneggiano!
Nel caso di necessità di più Volume del suono si può suonare con
un’Ancia un po’ più robusta. E si suoni con molta semplicità e disinvoltura.
Tutto il resto può venire da sè! Coraggio e niente paura!
Del resto se nessuno mai provasse, addio ai nostri Esperimenti… e alle
Ricerche.
Coraggio e pazienza!
Il sistema di fare il Piano ai nostri Bocchini, in generale è in chiave
Internazionale, è.in due sistemi: Piano piatto o pari; e Piano incavato, alla
Francese. Ma vi sono anche degli Italiani che fanno il detto Piano Incavato.
Vedere la pagina seguente.
[TBC028]
Pagina 12
Come già ho accennato, i sistemi di lavorare nel Piano del nostro
Bocchino, ufficialmente sono i due che ho detto: Piano Piatto (pari)
o Piano Incavato alla Francese. Però ne sono più convinto che
i Clarinettisti che da loro si sono arrangiato il proprio Becco,
non lo sanno neanche loro il sistema in cui hanno lavorato. In altri
termini, si saranno fermati di limare… quando hanno sentito che il Becco
rispondeva alle loro esigenze…più o meno. E non è una meraviglia anche
questa ipotesi. E’ un gioco…se uno l’accoglie giusta…!
Il nostro Insegnante assolutamente non voleva sapere del Piano alla Francese
neanche per sogno! Egli non aveva torto: E non aveva torto perché era un
conoscitore di questa faccenda imbattibile!
E già che sono in argomento dirò il mio parere. Penso che ogni persona abbia
il diritto di dire la propria opinione. Ebbene, nella mia Professione ho
suonato anche col Bocchino fatto alla Francese, solo che non bisogna esagerare.
L’idea di questo Piano è stato ideato perché la punta dell’Ancia non
abbia a guardare verso l’Orlo del Becco e quindi non si chiuda.
La Teoria è al quanto logica. In pratica le cose cambiano assai! L’incavatura
che facevo io era, si e nò: Due Decimi di Millimetri.
Ecco la ragione per perché io ho voluto provare questo sistema: Ho avuto in
mano dei Bocchini fatti male (Parlo dei Becchi di Cristallo, che sono un pò
sordi per natura) e che assolutamente non riuscivo ad aumentare il suono.
Con un pò di incavatura, come ho detto, anche solo di un paio di Decimi,
riuscivo a farli andare. Prima di andare al nostro Bocchino Classico,
termino le caratteristiche di questo Becco col Piano Incavato e l’effetto
dell’Ancia che sempre non si adatta ad impostarsi.
Come ben sappiamo, le Ancie sono fatte di Canne chiamate Bambù: Queste
Canne non hanno un legno a tappeto come tutti gli altri Legni. Dal Pedale alla
vetta è fatta di tantissime vene; e saranno queste vene che, ad Ancia fatta,
vibreranno e sosterranno i Suoni con una delicatezza incredibile.! Ecco
perché col Piano Incavato se queste vene non si adagiano bene…basta un
niente per suonare male e magari mandare un mucchio di fischi da impazzire!
Nel grosso modo le ragioni di essere un Bocchino più difficile di quello
che si potrebbe pensare, è quello che ho spiegato; ne più, ne meno.
Per lavorare, volendo fare questo Piano Incavato, non è consigliabile lavorare
sulle Piastre che ho segnato che si adopera per il Piano Piatto. No perché
si andrebbe a casaccio e potrebbe venire delle tacche…Per fare questo
Piano occorre farsi fare una Piastra, ben Rattificata, partendo da un lato
Aumentando sino a metà e poi tornare al livello di prima in modo che nel
mezzo della Piastra vi sia una Altitudine di circa Due Decimi di Millimetri.
Con questo imposto già fatto, ci si può distendere la Carta Abrasiva e
il Piano Incavato nasce da sé.
Il Piano incavato è più indicato nei Bocchini di Cristallo che nel Caucciù
e del Legno. Con questi, la voce diventerebbe troppo metallica ed aspra.
Già per se stesso, il solo pensare di.mettere. un’Ancia
su un altro piano (quello del Becco), pensandoci è cosa assai difficile!
E mi sovviene un’altra cosa. Proviamo a pensare che se queste due cose:
Bocchino ed Ancie; potessero pensare come la penso io in questo momento
e parlassero dicendo: Io voglio un’Ancia buona! E l’Ancia rispondesse: io
voglio un Piano perfetto! Noi stessi a chi daremmo ragione?
Sono due cose difficili da farsi separate! Figuriamoci unendole assieme…!!
Sono sempre stato contrario ai maniaci…Ma la cosa che ho trattato non è
cosa facile da farsi. Eppure, quando uno è in Orchestra deve lavorare per se
e per la famiglia. Non vale dire: ho l’Ancia che non và! Oppure ho il
Becco che mi fischia! Molti altri non l’intendono questo ritornello!
L’unica cosa: molta pazienza!
[TBC029]
Pagina 13.
Dopo aver visto tantissime cose: prima i difetti degli Strumenti,
poi altre considerazioni tutte importanti, avviciniamoci nel vivo
delle nostre Ricerche; che è il Bocchino del nostro Clarinetto in genere.
Molti, Clarinettisti o non, non concepiscono che dei bellissimi Bocchini,
appena arrivati e tutti bei lucidi, si debba andarli a toccare proprio in mezzo
a questo pomposo Piano?! I Bocchini nuovi che arrivano dalle Fabbriche,
solo una parte potremo adoperarli… gli altri, o fischiano, o non vibrano…
o assolutamente non si possono adoperare…! Ecco allora che l’Esecutore
deve arrangiarsi! Questo fà parte della Professione! Non è un vizio come
qualcuno ammette. I Francesi chiamano l’Artista che lavora nei Bocchini:
le Pianoista. L’Artista del Piano.
Nel breve soggiorno che io feci a Parigi, conobbi un paio di Artisti che
lavoravano nei Bocchini per Clarinetto straordinari! Come Suonatori, erano
meno di un mediocre dilettante! Eppure avevano questo bernoccolo…
Quì sotto metto due schizzi di Bocchino col Piano Francese e anche col
nostro sistema.
[Drawings omitted]
[TBC030]
Pagina 13.
Le due punte del Becco, cioè Lettera A & C, guardando col
Becco verso la luce, ben’inteso colla punta vicino agli occhi;
il difetto di una punta più alta e l’altra più bassa si vede anche
senza la Lente d’ingrandimento; o tutt’al più, il normale paia di occhiali.
Attenti a quanto segue: Queste Lettere Fisiche, si chiamano così
per indicare un posto importante. Lo stesso noi se dovessimo avere un
appuntamento con una persona, come potremmo fare a trovarci all’ora x e nel
posto x se non sapessimo i nome di tutti i posti anche i meno belli? Qui poi
si tratta di enorme importanza! Che ha dato questi nomi e Lettere Fisiche
al nostro Bocchino; la prima volta che le ho viste fù in un Metodo (forse
Tedesco, di nome Blatt…). In seguito e anche in Francia dove ho soggiornato
molto; ho sempre visto queste Lettere Fisiche al Nostro Becco nel medesimo
modo. Comunque non ha importanza chi le abbia create. E’ giusto che
siano così…e andiamo così!Perciò chiamo Lettere per dire posto.
La Tecnica dice che queste Lettere devono essere in Sintonia,
o se la parola non fosse giusta, diciamo: tutto deve essere regolato
e con la massima precisione. La Lettera A e la C, che rappresentano le
due punte del Bocchino; devono essere precisissime, caso contrario, come
abbiamo appena detto, se una punta è più alta dell’altra; il Becco o non suona,
oppure fischia. La lettera B, rappresenta il Piano dal tallone fino alla
Lettera D. Guai se nel Piano c’è o delle montagna o delle basse: anche quì:
o fischia o non và. Adesso si deve stare attenti alla Lettera D! Da quì
parte l’Apertura del Bocchino. Se l’Apertura parte prima (cominciando dal
Basso il calcolo), non và bene! Se parte dopo; non và bene. A questo punto
mi permetto di dire (a ragion veduta e per esperienza); che se tutto il resto
và bene… anche se l’apertura parte un pelo prima oppure dopo; i risultati
possono essere ottimi. Dall’apertura dell’Ancia alla punta; questo
vuoto che aumenta man mano che si và su, non deve essere dritto
orizzontalmente; ma deve andare sù curvatamente e gradatamente. E’ difficile
questa cosetta! (Per vedere bene queste cose si dovrebbe essere ad una
Lavagna disegnandole…) Per quanto poi riguarda la Lettera F, che questa
l’ho messa io, diciamo per complettare bene tutto: questa Lettera riguarda
l’intonazione cioè la misura della Camera. Nelle eventualità delle cose…
se il Becco cresce nelle note dello Chalumeau, si tratta soltanto di allargare
la Camera del Bocchino: adagio adagio per non oltrepassare i limiti.
E tutto è a posto. Questo è il complesso delle Misure del nostro tanto
discusso Bocchino. Alla nostra maniera. Se noi prendiamo il Bocchino
Tedesco dei suoi Clarinettisti, è tutt’altra cosa .Altro Becco e altre misure.
E se vogliamo anche altro Sistema di Strumento poiché nelle Orchestre
della Germania e anche in altre Nazioni; non vanno col Sistema Bohem; vanno
col vecchio Clarinetto. Uguale cosa nelle Trombe che non adoperano la
Tromba a Pistoni, ma suonano ancora con quella a Cilindro. Lasciamo a loro
le loro idee, e noi teniamo le nostre.
Questo tratto di foglio scritto in rosso, si tenga a portata di mano perché
potrà servire più di altre indicazioni! E questo è per il contenuto delle
cose molto importantissime. Che poi lavorando sù un Becco x ci risulti
un po’ differente di quello che qui c’è scritto; non è una meraviglia… e
non può essere una meraviglia perché ogni Becco ha le sue caratteristiche
che, attraverso queste… possiamo essere indotti a cambiare. Indotti… e
non indotti…assecondo il destino dove ci porta? L’ho detto e l’ho
ripeto: si vede dove si comincia… non si sà dove si arrivi?! L’importante
sarebbe di arrivare ad un buon lavoro; non importa se qualcosa è diverso!
[TBC031]
Pagina 14
Nel corso della mia Professione, specie i primi tempi, quando
lavoravo con dei Clarinettisti più anziani e Migliori di me, ho
visto tante cose, frà queste, ne vedevo delle buone e delle fasulle.
Queste ultime le lasciavo perdere; ma le buone cose… le mettevo in pratica
anch’io. Ma ho visto delle cose che non appartenevano a niente! Direi
a delle Utopie… o idee che non avevano niente che vedere colla verità.
E trà queste tante merita di citarne una: Un’Elemento che sul Leggio non
teneva una scattolina di Ancie… come di solito si usa, nò! Un Giraviti
sempre pronto e che bastava 10 battute di Pausa che costui invitava e
svitava per tutto il corso della Prova…! Non c’è niente più dannoso di
queste manovre per poi arrivare a non fare più neanche una nota!!!
E che magari dopo un lavorio, col cuore in gola…il Clarinetto andava bene
ma chi difettava era o l’Ancia o il Becco che era in fase di fare suonare
male anche se quell’Ancia fosse stata discreta. Perciò, assicuriamoci
che Il Clarino sia a posto… Risolto questo problema, passiamo a vedere il
Bocchino!
Supponiamo di aver scoperto il difetto nel Bocchino: c’è il fischio!
Non viene bene in Registro Basso… e stenta gli Acuti… Insomma siamo
costretti a ricorrere ai ferri (come il Chirurgo). Si pulisca bene la
Piastra che non vi sia polvere… caso contrario non arriviamo a vedere le
cose giuste. Si osservi le due Punte del Becco. Attenti che una non sia
più alta dell’altra…Se è così: fischi a josa! Poi portiamoci ad osservare
il Piano. Se il detto Piano è Piatto, vedremo con più facilità dove vi è
del materiale in più. Si adoperi Carta Abrasiva nera così lavorando verrà
segnato in chiaro dove il materiale è in più. Mai carta bianca!!!
Se vi è una punta più alta dell’altra, si consumi il di più e poi si uguagliano
in modo che le punte siano perfette! Si guardi verso la luce chiara, non guardare verso il Sole!
Togliando del materiale nel mezzo del Piano, non si calchi troppo poiché automaticamente si viene a portare via più nelle due Ali Armoniche e
nel Tallone che in mezzo al.Piano stesso in modo che potremmo trovarci
con una gobba in mezzo al Piano. Se in Mezzo.a questo Piano trovassimo una
lieve Bassa, il Becco potrà andare, ma se trovassimo una gobba… l’arnese
diventa sordo addirittura. Per togliere una Gobba in mezzo al Piano, non
c’è altro che tagliare delle fettine di Abrasiva e metterle in cima alla
Piastra di traverso e lavorando solo in quella Zona. Osservare il
prossimo foglio!
Nella zona delle Ali Armoniche, togliere poco materiale, caso contrario
se in quella zona c’è del vuoto, si fermerà di continuo l’acqua e così sarà
difficile suonare. Quello è un posto delicato! Attenti anche a togliere
delle sbavature! Ho visto gente che andava lì con un temperino e lavorava.
Un’ altro posto da osservare attentamente sono i due bordi del Bocchino.
Se uno è più alto dell’altro, potremmo trovarci che tutto va bene ma che
però il Becco non suona! Vi sarà degli specchietti da osservare.
Un’altra raccomandazione è di osservare l’Orlo che unisce le due punte.
Mai togliere del materiale in quella zona! O se si togliesse qualcosa,
aspettare a lavoro quasi finito. Non deve essere troppo grosso, siamo
daccordo; ma in quel punto vi è il segreto della qualità della voce del Becco.
Poi quando si fosse levato molto materiale nella punta del Becco, si
andrebbe verso il pericolo del fischio! E anche suoni aspri e secchi!!!
Anche lavorando con tutte queste Tecniche, aggiungendo un sacco di accorgimenti…!
Qualche volta non riusciamo ad ottenere il nostro scopo.
Ma noi non dobbiamo fermarci! Faremo come il Celebre Liutaio che pur avendo
studiato per anni le infinite regole, aggiunge i suoi segreti.
[TBC032]
Pagina 15.
[Drawings omitted]
Pregherei di guardare bene gli schizzi e le sagome delle Piastre e dei
Bocchini. Chiedo scusa se non sono fatti con grande arte, comunque credo
si possa capire ugualmente bene.
Sia se una persona e destro o mancino, non ha importanza. Si impugni il
Becco con trè dita o anche quattro: il police dalla parte nostra; l’indice sopra
il dorso dell’arnese, il dito medio e l’anulare devono tenere sodo senza
che il Becco balli. Tenere ben saldo ma non premere troppo. Spingendo troppo
forte si può creare dell’alto e basso nel Piano per causa della Smariglia
o della Abrasiva se queste hanno delle parti più deboli.
In conformità di quello che si vuole fare… col Becco già impugnato… si
vadi sulla Piastra andando avanti e indietro… (più oltre vi sarà altre
indicazioni) Sulla carta Abrasiva. Quelli che hanno la volontà di lavorare
nei Bocchini, in un primo tempo potranno lavorare con dei Bocchinetti
da poco… poi, in seguito, impareranno l’Arte.
Ho già parlato di due Modelli di Piano: Italiano e Piatto. Francese Incavato.
Per ora consiglierei di provare solo a orientarsi sul Piano Piatto
che è meno difficile. In seguito si potrà provare a lavorare il Piano Incavato.
Si vada adagio che non ci deve essere fretta. C’è più tempo che vita!
Allego anche tre modelli per la differenza del Piano.
[Drawings omitted]
[TBC033]
Pagina 16.
Quando noi abbiamo maneggiato alcune volte un qualsiasi Becco
e che abbiamo preso un po’ di pratica, si cercherà di portare un Piano
ad un certo punto… si potrà mettere sù un’Ancia e provare cosa
abbiamo fatto… Siamo nel campo degli esperimenti ma occorre sovente provare. Può essere che questo primo lavoro sia riuscito che il Becco in questione
suoni ma con poca spontaneità… Si ripeta il lavoro e via dicendo…
Il dispiacere più grande può essere quando controlliamo se sentiamo dei
fischi. Non ci si faccia caso e si continui le ricerche dei difetti e poscia
di nuovo lavoro!!!
L’inconveniente del fischio l’ottanta per 100 avviene dalla
imperfezione del Piano. Qualche altra volta può essere una delle due punte
non uguali. Un’ala della Finestra Armonica più alta dell’altra.
Anche se la Finestra Armonica e troppo larga e che nella punta vi sia troppo
largo e spazio, facilmente passa dell’aria in più e quella si tira dietro
un bel fischietto. In altri casi ho visto dei Becchi con la Finestra
Armonica troppo piccola… pure questi hanno la tendenza al fischio.
Poi, anche se un Becco ha la tendenza al fischio, non tutte le Ancie fischiano.
In tal caso, il nostro Cervello… fa una gran confusione di calcoli…
e non risolve niente! Ho visto dei Bocchini fatti molto bene che pure col
Piano difettoso, non fischiavano lo stesso. Questi possono essere di Cristallo.
Se sono di Caucciù, finché non si ha una certa abitudine, fischiano anche
col Piano perfettissimo.
Un grandissimo difetto che si vede di rado anche quando si va in un Negozio
e che si acquista un Becco. Il Piano del Bocchino deve essere fatto
in mezzo in punto al Becco, se, al contrario, questo Piano fosse di traverso
e piegasse o a sinistra o a destra, c’è da diventare pazzi a mettere a posto
un Becco di quel genere! Molti Bocchini arrivano dalla Fabbrica già col
Piano di traverso. Potrebbe andare lo stesso qualora fosse tutto di traverso:
Piano e anche le punte. Ma ad arrivare a questo c’è da diventare pazzi!
Fare questo mestiere di arrangiare i nostri Bocchini per potere fare questa
Professione, può capitare delle piccole cose lontane alla realtà in modo
da non crederci! Eppure possono avvenire e come! Poco tempo fà trovai un
difetto nel Tallone del Bocchino. A quel punto l’Ancia non arriva quasi
mai, perciò non ci pensavo. Tirai via il difetto e il Becco cambio tutto in
bene. Anche quì sotto metto uno Schizzo per vedere la precisione dei
due Bordi dell’Arnese: Ripeto: il Piano deve essere piantato nel centro
del Bocchino!
Nella compera dei Bocchini, osservare bene
che questo Piano sia nel centro del Becco.
Guai se pende a destra o a sinistra!
Molti esemplari arrivano con questo difetto.
E questo è la lavorazione delle macchine dei Fabbricanti.
Stare molto attenti!
[Drawing omitted]
[TBC034]
Pagina 17
L’andamento di lavorare nel Piano dei Bocchini del nostro Strumento, è come già ho indicato nella pagina precedente. L’impugnatura del Becco e molto delicato. Lavorando in questo mestiere dovrebbe essere come l’Arrotino che affila i coltelli anche i più delicati; cioè: lavorando e tenendo in mano
l’arnese, si dovrebbe avere la sensibilità di vedere, col Cervello… il lavoro
che si fa… nel grosso modo. Questa è un’Arte che non si può spiegarla; si
cerchi di capirla!
Non posso non parlare della Penna del Bocchino, che è la parte che si poggia
sul labbro superiore. O il Clarinettista mette i denti sopra, o mette il
labbro, questo parte del Becco è chiamata la Penna del detto Arnese.
Ed ha una certa importanza, sia per regolare l’andamento dell’esecuzione, e
sia per tenere in equilibrio lo Strumento.
Se su questa Penna vi fosse una montagna o gobba, farebbe male il labbro e
si sarebbe meno sicuri nel tenere fermo il Clarino. E’ preferibile un po’
di bassa: meno male al labbro e più sicurezza in tutto e per tutto.
Tutta questa messa assieme di cose, possono essere tutte buone… o, viceversa,
qualcuna potrà essere meno valida di un’altra… Comunque, si stia
attenti che se anche vi fosse una differenza dal sistema di un Clarinettista
all’altro; potrà essere assai relativa. Il Clarinetto e quello… e
il mestiere lo stesso!
Molte volte ho sentito dire che l’Insegnante, tale, è un’affarista perché
ha venduto un Becco che era una schifezza… ed ha fregato il compratore!
Si vada piano nel fare queste considerazioni e offese perché molte
volte il venditore di un’arnese del genere pensa.di dare via un
oggetto che vale 2… ma può dare via il migliore che ha… e quindi gli
resti il più scadente. Non è tanto facile conoscere bene i Bocchini che
noi abbiamo lavorato. Per conoscere bene un tale Becco e dopo un dato lavoro:
occorre avere Ancie adatte e il momento adatto! Non è sempre facile
capire di primo acchito! Ripeto: misteri assai misteriosi!
Si potrà capire e giustamente… se il soggetto addirittura non và!
Del resto non c’è tanto da gloriarsi di dire: ho fregato il tale ecc.
Tornando alla Penna, penso si possa ordinare ad una Fabbrica di Bocchini
che si vuole la Penna incavata e non colla gobba. Tutto si può fare!
Allego lo schizzo dei Bocchini facendo vedere la detta Penna.
Nella Penna del Bocchino non deve
mai esserci dell’alto: piuttosto del basso!
[Drawings omitted]
La Penna se è incavata fà meno
male il labbro ed è più
comodo!
[TBC035]
Pagina 18
In questo foglietto metto ancora due Schizzi di due Bocchini: uno
col Piano Piatto; l’altro col Piano Incavato. (E’ meglio qualcuno in
più che in meno). Si prega di osservare tutte le indicazioni!
Si affronti questo lavoro senza mai arrabbiarsi e andare giù di morale.
Sempre se c’è la volontà di chi si appresta a studiare questa faccenda.
Se il Clarinettista X non ha la voglia di mettersi in questo lavoretto,
può fare a meno perché nessuno glielo impone!!!
Prima di mettersi a fare un dato lavoro su un Becco, si faccia un’esame
se realmente c’è il bisogno di farlo. Stabilito che occorre a tutti i costi;
si pensi come è meglio fare… e da dove si deve cominciare.
E poiché, vi è la malattia di correre ad aprire l’Apertura del Becco; si
faccia se è necessario. E, come già ho più volte accennato, se vogliamo
aprire il Becco nella punta… si deve togliere del materiale anche alla
lettera D, in modo che diventi uniforme la detta Apertura. Se si prendesse
via del materiale solo nella punta; il suono diventerebbe secco e col
pericolo dell’ombra del fischio… specie se il Becco fosse di Caucciù.
Se al contrario è di Cristallo, la cosa potrebbe andare, ma comunque, la
voce cambia!
Ma i casi possono essere tanti; scegliere i casi più adatti e
meno pericolosi. Penso anche che fin da quando il Clarinetto è stato portato
in Orchestra e che si è formato il Professore di Clarinetto, i detti Problemi
li abbiamo avuti tutti o quasi. Il bisogno e l’istinto… fa le cose.
Di nuovo osserviamo i due Bocchini!
[Drawing omitted]
Questi due disegni sono più grandi del normale positamente per vedere meglio le differenze.
[Drawing omitted]
[TBC036]
Pagina 19.
Con uno schizzetto fatto da me, molto modestamente, della
Lastra (rinnovo la raccomandazione: la detta Lastra deve essere
al non plus ultra della perfezione; caso contrario, si perde tempo per
niente!!!) e del Bocchino poggiato sopra; cioè: col Piano del Becco
sopra al Piano della Lastra. Guardiamo come possiamo togliere un po’ di materiale
alla lettera D. Cosa non troppo facile; ma con questo sistema non
possiamo sbagliare. Inoltre vediamo la fettina di carta abrasiva 00 (meglio
fine) messa davanti al Bocchino di traverso. Colla mano sinistra teniamo
ferma la cartina che non si muova, colla mano destra si muova il Becco pian
piano verso la cartina in modo che il Piano del Bocchino incontri la carta
abrasiva… così facendo si toglie del materiale oltre la lettera D e
così si allunga l’Apertura del Becco che abbiamo in mano.
Operazione difficile e occorre andare con i piedi di piombo!!!
Si vada adagio a consumare del materiale in quel posto: per amor di Dio
che non venisse una specie di bassa esagerata o un buco!
C’è chi adopera un’ago, messo di traverso e anche sopra alla Piastra, poi
sopra all’ago la carta abrasiva. Se l’ago però è robusto, non c’è bisogno
di metterlo sulla Piastra. Dico robusto in modo che lavorando non dovesse
piegarsi. C’è chi lavora con delle stanghette di Carburunto… Le
ipotesi non si finiscono mai: chi più ne ha, più ne metta!!!
Sembra una sciocchezza; ma la cosa è al quanto complicata! Se non fossi
pratico e mi raccontassero tutte queste cose… parola d’onore, ci riderei
sopra! L’esclamativo di dire: chi più ne ha, più ne metta… richiama
altri piani e altri tentativi… Se mi è concesso vorrei tornare alla
considerazione del Liutaio e del lavoro che egli fa. Se chiudo gli occhi e
penso alle astuzie che costui mette in pratica per tirare fuori una data
cosa ed avere un voluto effetto sul suono del suo Violino. Anche ad occhi
chiusi, vedo molto…! Del resto l’ho detto e lo ripeto: La grande Arte
non stà solo nella o nelle Teorie… L’Arte grande sta al di fuori delle
comuni Teorie! Lascio il Liutaio al suo posto e mi levo tanto di cappello alla sua bravura!
Osservare bene tutto e lavorare con molta attenzione!
[Drawing omitted]
[TBC037]
Pagina 20.
In tutto il discorso generale del Trattato, mi pare di aver dato ampio
spazio ai difetti del Bocchino del Clarinetto, specie, il difetto del
fischio. Tutti lo sanno che cosa possa significare un fischio in un SOLO…
Ma è bene ripeterlo: Il fischio, anche se per disgrazie avviene ad un grande
Clarinettista; è calcolato una Stecca! E può avvenire a chiunque anche fosse
il Rè dei Clarinettisti! Basta un’Ancia perfida… per una Stecca del
genere. Ma ho anche detto che molte cose, verranno dette più di una volta,
perciò, mi sia perdonato…!
Dirò il modo con cui ho sempre allargato la Camera dei Bocchini qualora ne
avessero la necessità. Si prenda un pezzetto di legno, lungo il doppio o più
del Becco. Se questa verghetta fosse più grossa e non passasse dentro la detta
Camera, si lavori in modo che possa passare. Occorre sia bella dritta e
più sottile della misura in modo che nel pezzetto che va dentro; ben’inteso
colla carta smariglia arrotolata, anche se passa stentatamente possa andare.
Quindi girare dentro la Camera allargando… in modo da portare questo
vuoto ad una misura da intonare meglio lo strumento. Ho detto e ripeto;
così facendo aumenta anche il volume del suono… e forse anche più dolce.
Se il Becco che vogliamo allargare la Camera è di Legno o di Caucciù, il
gioco è facile, se è di Cristallo, occorre più pazienza e più tempo. Anzi,
raccomando che nel Cristallo si deve andare molto adagio perché se si scalda…
basterebbe una piccola goccia d’acqua (se si prova) per vedere una crepa.
Che dà l’istrumento intonato è la perfezione della Camera dello strumento e
quella del Bocchino assieme! La responsabilità di queste cose, specie da
studenti, è dell’Insegnante… poi, strada facenda, dello strumentista.
Mi pare che pian piano, andiamo verso la conclusione del presente Trattato.
Sperando che la memoria non mi tradisca, riesaminerò tutte le cose più importanti
e farò cenno alle più essenziali. Ma dire tutto in un fatto del
genere… è assai difficile! Gli strumenti sono delicati… La professione è
assai difficile… e le combinazioni che si presentano in Orchestra, sono
tantissime ed enormi! Se facessi anche un Trattato di 500 pagine, lostesso
non potrei dire il tutto!
Il Klosè ammetteva che la voce del nostro Clarinetto deve essere:
Dolce, Chiara, Pastosa e Molle! Cerchiamo di orientarci verso questi componenti;
ma non è facile ottenere queste qualità mettendole assieme?
Specie con le Ancie di oggi giorno.
Se abbiamo la fortuna di avere un buon Clarinetto e, in seguito… trovare
un paio di Bocchini riusciti bene… basta, fermiamoci lì! Meno cambiamenti
faremo, e più sarà facile avere e mantenere un bel suono!
Il sistema Tedesco e tutto diverso dalla nostra scuola (la nostra è alla
Francese). I Clarinettisti Tedeschi, montano un’Ancia, o la legano… oppure
mettono anche loro la Fascetta; ma non la muovano più. A fine lavoro, puliscono.
con uno spazzolino…
Con la scienza di oggi giorno non siamo capaci di inventare un’Ancia che si
possa suonare meglio di quelle che vendono!
Ho detto e debbo ripetere che le misure che io ritengo giusto dell’Apertura
dei Bocchini del Clarinetto Classico per grande Orchestra; è il numero
2 delle misure dei Bucchi e dei Coutrì. Più o meno… queste sono le misure.
Se il Piano è giusto, del suono ne viene più del necessario!
Aprire troppo il Becco; per prima cosa sparisce tutta la dolcezza del suono!
[TBC038]
Discorso finale e conclusivo.
Riepilogando: Gli Studi da me scritti, sono stati creati positamente
per Controllo ogni qualvolta che uno lavora sul Piano di un Bocchino.
Perciò non hanno niente a che vedere con gli Studi dei grandi Capiscuola.
Non mi stancherò mai di dire di andare adagio, sia nell’osservare i futuri
Becchi che i Clarinettisti adopereranno, e sia nelle decisioni da prendere…
In altre parole, si sappia quello che si vuole fare e non mettersi a limare
via del Materiale se non si è sicuri! Il Materiale che compone un
Bocchino per Clarinetto è tutto prezioso! E se si sbaglia; il materiale che già
è venuto via non ci si mette più anche se vedessimo la necessità!
Non si esageri nell’Apertura. Andando adagio si può tirare fuori un Piano che
pur non essendo tanto aperto del suono ne viene più del necessario. Non è la
grande Apertura che da il grande Volume di suono. Come ho detto è, la perfezione.
Consiglio ancora il numero 2 della misura dei Becchi di Coutrì.
Con quella Apertura (sempre se il Piano và bene) si può fare la voce del
nostro Strumento come suggeriva il grande KLOSE, cioè: Dolce, chiara, pastosa e
molle.
Se mi fosse chiesto quale Bocchino deve adoperare: o quello di legno;
o di caucciù o cristallo? Non saprei quale risposta dare? Dico solo che un
Clarinettista di grande Orchestra li dovrebbe avere tutti e trè, adoperando
man mano uno o l’altro anche a secondo del genere di Musica che attualmente
fà. Delle Ancie ho già parlato; ma credo sia bene dire ancora qualcosa.
Ripeto che il legno delle nostre Ancie, non è un legno come tutti gli altri.
E’ un legno composto di tutte vene che partono dal tallone dell’Ancia sino
alla punta. Guai se nel corso di tutto il Piano vi fosse un difetto: questo
porterebbe a non Vibrare normale e, di conseguenza, verrebbe il Fischio ed
altre imperfezioni. Ecco perché ho trovato più sicuro il Piano Pari di quello
Incavato alla Francese.
Facciamo una riflessione e consideriamo due Piani che s’incontrano (Piano
del Bocchino e dell’Ancia) quale difficoltà può portare se anche uno, dei
due Piani, non fosse perfettamente giusto…? Poi, per finire, aggiungiamo le
Ancie che siamo costretti a comperare oggi giorno… E vedremo che il problema
è tutt’altro che facile!
In principio del Trattato ho parlato dello Strumento che deve essere intonato.
A questo punto ritengo giusto parlare degli Strumenti che dobbiamo adoperare.
Qualche volta ho sentito parlare… e qualche Clarinettista sosteneva
che se si vuole si può fare la Carriera d’Orchestra con un solo Clarino;
cioè il Si B. A tambur battente rispondo che il genere Lirico si può, ma il
Sinfonico è impossibile! Il vero Professore di Clarinetto li deve avere tutti
e due! Meno fatica e rischio… e più riuscita! Perciò deve essere molto
intonato anche il Clarinetto in La! Però occorre tenere in efficienza anche il
Clarino in La. Non si può lasciarlo nell’Astuccio dei mesi poi, all’improvviso
portarlo in Orchestra! I primi Clarinettisti delle Primarie Orchestre del
mondo intero, hanno in Orchestra i due Strumenti!!!
Ora, concludendo, vorrei fare una raccomandazione; ed è la seguente: il lavoro
fatto da mè scrivendo questo Trattato, non è una cosa buttata lì per passare
il tempo. Sono considerazioni fatte attraverso anni di studio e prove…
E se un qualunque Clarinettista lo studia, ha sempre da guadagnare anche se
non volesse dedicarsi a lavorare sul Piano del proprio Bocchino.
Tutto quello che legge e medita… sarà sempre importante! In altre parole:
non sciuperà mai il tempo inutile… poiché nella nostra Professione non si
è mai finito di studiare e di sapere; specie per quanto riguarda il
Suono del nostro difficile Strumento! Ed è su questo che ho creduto bene di
orientarmi! Auguro a tutti: Buon Lavoro!
Ernesto Olivieri
[TBC039]
Discorso finale e conclusivo.
Riepilogando: gli studi per Clarinetto, modestamente, da mè scritti, sono
stati creati positamente per Controllo ogni qualvolta che un Clarinettista
lavora in un suo Bocchino. Perciò non hanno nulla a che vedere con
i grandi Studi che portano gli Alunni al Diploma.
Non mi stancherò mai di dire di andare adagio nelle cose che riguardano i
nostri Bocchini anche quando si sa che occorre lavorarli. Ci si pensi prima…
In altre parole; si abbia una cognizione di quello che si deve fare. Non si
abbia fretta andando a limare via del materiale se non si è sicuri! Il materiale
di qualsiasi sorta che compone un Becco per il nostro Strumento, è tutto
importante! Ed è importante anche per la posizione in cui si trova.
Alle volte prima di mettermi a limare il Piano di un mio Becco; ho pensato dei
mesi dove fosse stato meglio lavorare…
Non si esageri nell’Apertura. Se il Piano viene fatto bene del suono ne viene
fin che si vuole anche non essendo troppo aperto. Consiglio la misura, più o
meno, il numero 2 dei Bocchini di Coutrì. Troppo aperto il Bocchino significa
difficoltà nella scelta delle Ancie… e voce non più dolce come diceva
Klosè: Dolce, Chiara, Pastosa & Molle. Insomma; voce Classica!
Se uno mi chiedesse quale Bocchino deve adoperare: o Legno di Ebano. Caucciù.
O Cristallo? Non saprei cosa rispondere? Nella mia Carriera ho lavorato con
tutti e trè a secondo dei casi e dei Complessi in cui lavoravo. Se s’indovina
la riuscita del Piano e ci si fà la sua abitudine; vanno bene tutti!
Delle Ancie ho già parlato, ed ho detto e ripeto che è un legno non come tutti
gli altri legni. Questo Bambù è composto di tante Vene che va dal Tallone
dell’Ancia sino alla punta… e guai se nel corso del Piano ci fosse dei
difetti! Un difetto a metà del Piano, porta un Fischio nella punta del Becco!
Le Ance poi che si compera oggi giorno lasciano molto a desiderare…
Poi il Problema di mettere un’Ancia su un Piano… e che anche l’ancia stessa
ha un altro Piano. Due Piani che s’incontrano… Pensiamoci un pò e vedremo
che il Problema non è semplice come potrebbe apparire: Eppure il nostro
Clarinetto è nato così e rimarrà così finché il mondo sarà mondo e finché vi
sarà dei Clarinettisti! Non c’è niente da fare! Occorre tanta pazienza!!!!!
In principio ho parlato dello Strumento che non deve avere dei difetti, caso
contrario in Orchestra si farebbe fatica ad intonare. Arrivati qui e alla fine
del mio discorso non posso più parlare dello Strumento singolo in Si B.
Quando un Elemento ha finito di studiare ed ha intenzione di fare la carriera
del Clarinettista, a questo punto occorre parlare di due Clarinetti: Si B e La.
Qualcuno si lava la bocca di dire che si può fare la Professione anche con un
solo Strumento il Si B. Questo discorso di bravura, lo credo solo a metà, e cioè:
Il Repertorio Lirico si può farlo. Il Sinfonico è impossibile!
Il vero Professore di Clarinetto, deve averli tutti e due: Si B, & La. Allora
è al completo! Il resto non c’è bisogno che aggiunga niente perché lo sanno.
Il Clarinetto in La è un bellissimo Arnese, ma occorre avere la fortuna di
trovarlo intonato e adoperarlo spesso. Se, al contrario, uno lo lascia degli anni
nel cassetto all’atto pratico… non combina niente! In altre parole,
occorre tenerlo sotto mano e suonarlo almeno una volta la settimana anche se
non ne ha bisogno. I Clarinettisti di tutto il mondo e delle primarie Orchestre,
li hanno sempre tutti e due nel posto d’Orchestra.
Del resto, ogni Elemento può fare a modo proprio!
Auguri a tutti e buon lavoro! E Auguro tanta pazienza!
Ernesto Olivieri
[TBC040]
Discorso Generale & Conclusivo.
Riepilogando: Gli Studi per Clarinetto, modestamente, da me scritti, sono
Stati fatti positamente per controllo ogni qualvolta che un Clarinettista
lavorerà in un Bocchino per il nostro Strumento. Perciò non hanno a che
vedere con i grandi Studi che portano gli Strumentisti al Diploma.
Non mi stancherò mai di ripetere di andare adagio e senza fretta, sia nel
considerare un Bocchino… e sia nelle decisioni da prendere in caso ci
si debba lavorare. Vi sono dei Becchi che quasi invitano a tirare via del
materiale dal Piano e andare giù. E questi sono quelli che hanno un Piano
molto stretto e piccolo e che, invitando la fascetta, rimane ai due lati
una fetta di Ancia fuori dal Piano. Del resto, io stesso, prima di andare a
limare del Materiale… ci pensavo più di una volta perché il Materiale di
Un’Accessorio come questo; è tutto molto prezioso!
Non si esageri mai nell’Apertura! Non si dia retta ai chiacchieroni, cioè,
a quelli che insistono che il Bocchino deve essere molto aperto. Nò!
Anche se è poco aperto e se il Piano è riuscito bene: del suono ne viene
anche più del necessario!!! Aprendo troppo la punta del Bocchino, è molto
difficile nel trovare le Ance e se la voce è diventa aspra! E allora
non è più il Clarinetto che dice il grande Klosè: Dolce, Chiara, Pastosa e Molle!.
Se uno poi mi chiedesse quale dei trè Bocchini che ho parlato:
Legno di Ebano, Caucciù o Cristallo; deve adoperare…? Non saprei come
rispondere? Se i Becchi sono riusciti bene… si possono adoperare tutti!
Penso che un Clarinettista li debba avere tutti e tre. Io stesso ho fatto
la mia Professione suonando con tutti assecondo del genere di Musica che
facevo e del Complesso a cui appartenevo. Nell’Orchestra Grande è molto
indicato il Cristallo perché ha il suono più massiccio.
Per quanto riguarda le Ancie, malgrado ne abbia già parlato, darò un’altro
tocco al discorso. Il legno delle nostre Ancie, non è come tutti gli altri
legni. Il nostro legno è fatto di tutte vene che partendo dal Tallone del
Becco vanno fino alla punta. Anche se a metà strada, se nel Piano vi è un
piccolo difetto…l’Ancia appoggiandosi può prendere una piega che sulla
punta avviene dei fischi a non finire… Sono prove che le ho fatte una
vita! L’Ancia di bambù, che ha già per se stesso un Piano; deve poggiarsi su
un’altro Piano che è quello del Bocchino… Proviamo a pensarci…?!
Questo impatto non è facile da accoppiare!!!
E quando un Bocchino fischia, è assolutamente impossibile poter lavorare
in Orchestra!!! In un posto d’Orchestra è già difficile starci anche quando
tutto va bene! Figuriamoci poi se lo Strumento non và… o che il Becco fischia?!
Nelle prime pagine ho parlato dello Strumento; ora che stò per finire
penso sia meglio di parlare degli Strumenti: dei due Clarinetti che
si dovrebbe adoperare in Orchestra, cioè Si B & La. Qualche Elemento si
permette di insistere nel dire che si può fare la Professione col solo
Si B! Invece io rispondo che nel Repertorio Lirico si può suonare se non
tutto ma quasi. Nel Campo Sinfonico nò e poi nò!!! E allora è
necessario procurarsi anche il Clarinetto in La; meno fatica e più riuscita!
A patto però di acquistare un’ottimo Strumento e suonarlo sempre; non
abbandonarlo! Se si mette nell’Astuccio e non si adopera mai, può arrivare
all’improvviso il bisogno di adoperarlo… e fare anche magra figura!
All’estero lo chiedeno sempre lo Strumento in La. La ragione è perché la
voce è più larga e più dolce del Si B. Ripeto che è uno Strumento di grande
risorsa! In certi posti c’è chi adopera pure il Clarinetto in Do.
Di quello si può fare a meno. Oppure si dovrebbe trattare di un Concerto
per detto Clarino.
[TBC041]
Quei Clarinettisti che hanno avuto la fortuna di studiare con degli
Insegnanti molto conoscitori del Bocchino, anche se non hanno fatto del tutto
la vita dell’Orchestra, sanno ugualmente quale importanza ha questo Accessorio
per il nostro Strumento. Dico questo perché, girando il mondo come
ho fatto io, ho conosciuto gente che non erano Professionisti del Clarinetto
ma conosevano il Becco del Clarino e sapevano lavorarci al plus ultra della
perfezione! E questo ebbi modo di vedere a Parigi. Ero in giro con una
Orchestra Tedesca in tempo dell’ultima guerra (1940-1945). E in quella
grande Città conobbi un Francese che lo chiamavano: il Baif, che non era
nè Professionista e nè Dilettante del Clarinetto; ma conosceva il Becco
alla grandissima perfezione. Riuscii a capire che da giovane aveva lavorato
in una Fabbrica di Clarinetti, nel centro di Parigi.
A questo punto mi permetto di aprire un discorsetto, con cose vere e reali
che stanno a pennello nel discorso. Nel mondo intero vi è il chiodo di
credere che se uno dei nostri Bocchini è stato lavorato da un grande Artista
dello Strumento… va bene anche se ha difetti. Se, al contrario, un Bocchino
ix proviene da un Elemento non di grande nome… L’Arnese non và!
Su questo fatto non ci si può ridere dietro poiché, il più delle volte, lavora
la suggestione e l’istinto. Non posso riderci dietro e non posso neanche
ammetterlo al 100%; l’Arte di stare a sedere in una sedia d’Orchestra
e fare bene il proprio dovere, è un mestiere… e ci vuole una Natura non indifferente!
L’Arte di conoscere e lavorare nei Bocchini per Clarinetto; è
un’altro mestiere che merita una certa considerazione… e, aggiungo, ci vuole
la dovuta Natura. Sono due mestieri uno diverso dall’altro! Sono vicini…
molte volte sono uniti in un medesimo Uomo; ma sono due cose diverse!
Il Violinista è un mestiere che deve avere la sua grandissima Natura…!
Il Liutaio è un altro mestiere che deve necessariamente avere la sua…
Natura pure questo. Perciò, pure quì: due mestieri e con due Nature diverse.
E allora non si può ridere se uno conosce… e lavora bene nel Bocchino
del nostro Strumento ammettendo che non sia mai stato al Teatro Alla Scala
di Milano. E questo non lo dico perché io voglia essere complimentato…
Lo dico per pura verità! E neanche ho scritto questo trattato con la pretesa
d’incassare soldi. Nò! La mia soddisfazione sarebbe tanta se potessi fare
in modo di aiutare molti dei futuri Clarinettisti! Perché l’Arte nostra
non è conosciuta! Non è nè conosciuta, nè rimunerata!
Mi pare d’averlo detto, comunque. I Francesi chiamano l’Artista che lavora
i nostri Bocchini: La Pianoist. Cioè: l’Artista del Bocchino; o l’Artista
del Piano. Un’uomo che lavori per 50 anni sui Becchi per Clarinetto e
che arrivi ad un certo livello; sia di pratica, e sia di sicurezza…
Non arriva mai alla fine. Man mano che il tempo passa, vi è sempre modo di
vedere delle novità. Novità che, il più delle volte, piacciono. E piacciono
perché queste novità sono sempre volte verso la perfezione dell’Artista.
E sono convinto che se io potessi vivere duecento anni (che è impossibile),
sempre troverei delle cose interessanti.
A confronto di un Violino, un Bocchino per Clarinetto e ben piccolo!
Ebbene, nel suo poco… nasconde tantissimi segreti. E questo lo dimostra le
prove che io nei tanti anni ho fatto. Un Becco può suonare bene… Ma andandoci
dietro può dare cose ancora più belle: Ciò dimostra che vi erano
anche prima dentro il mistero… si trattava solo d’imbroccarla e tirarla fuori!!! ?
Mestiere Insoluto! Lo chiamava il mio defunto Insegnante, Prof: Bianco
Bianchini. Se avessimo pazienza e fortuna… molte delle Ancie che si butta
al diavolo… potremmo utilizzarle. Ripeto per l’ultima volta: il nostro
Bocchino nasconde tantissimi segreti!
Chiedo scusa e a tutti buon lavoro!
[TBC042]
Parte Prima
Pagina 1.
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Il compito di scrivere un Trattato per il Bocchino
del Clarinetto non è facile. Direi che è difficile a
scriverlo, e altrettanto difficile a capirlo. Del resto non è una
meraviglia questa: tutte le cose del Mondo non sono capite nel
medesimo modo. Stando dentro il nostro Mondo di un’istrumento
Musicale e del suo relativo Bocchino, i modi di pensare e di concepire
questi complicati dettagli, sono enormemente diversi da un
Clarinettista all’altro. Se poi aggiungiamo che ognuno, o quasi,
provengono da una scuola diversa; allora è logico e tollerabile
anche se si incontrerà delle ostilità.
Comunque sia le cose, come già ho scritto: tutti possono leggere
e ognuno và per la propria strada.
Molte volte ho sentito dire, da dei colleghi che suonano il nostro clarino…
che non c’è bisogno di diventare pazzi per il becco del
nostro strumento e che con uno possono fare tutta la carriera.
La risposta che io dovrei dare a questi colleghi potrebbe essere
di doppia specie e cioè: potrebbe essere vero. Oppure potrebbe essere
una grande panzana! Potrebbe corrispondere a verità se uno avesse
la fortuna di non romperlo mai. Ma se uno rompe… in tal caso non è
solo una panzana ma addirittura una cretinata!
Altra alternativa di facile avvenimento: da un giorno all’altro
può avvenire un cambiamento in Orchestra: o cambiano il Professore
d’Oboe (che è lui che dà il La)… e magari non ci arriviamo più nel
Corista. Per esempio che in quel dato Locale occorra un volume di
suono diverso… ecc. ed ecc. Da non dimenticare che il Clarinettista
tende sempre, o per istinto o per coscienza, di andare verso il
meglio. Che cosa fa costui? O cambia lo strumento o il Bocchino.
In poche parole, dei cambiamenti ve ne sono sempre! Ma il più delle
volte ci orientiamo verso un becco nuovo e ci assoggettiamo alla
lavorazione del becco che abbiamo in mano: specialmente poi se vi
fosse un leggero fischio.
(Queste cose le attribuisco all’ambiente dei Professionisti; non ai dilettanti)
In tutte le professioni avvengono cambiamenti. Nel nostro campo i
cambiamenti sono più scoccianti e direi Compromettenti per la
nostra Carriera…? Cambiando un Bocchino, o lavorando anche nel
vecchio, se il cambiamento è in bene… questo profitto può portarci
su di quotazione artistica. Se, al contrario, andiamo in peggio,
sono dolori e ci sarebbe anche da giocarci la Carriera.
[TBC043]
Già per se stesso, parlando di un giovane, si può ammettere che
può considerarsi un cambiamento anche nella pratica dell’Orchestra.
Ma questo è un cambiamento che non porta problemi; anzi, ogni mese
che passa il giovane Clarinettista và meglio…
E in definitiva, ammettiamo anche che della nostra perfezione;
fossimo a buon punto… non siamo mai contenti!!!
Sembrerebbe un’erresia ai nostri giorni e con delle conquiste
di andare sulla Luna… Prima ancora; la scoperta dell’Atomo…
Conquiste Elettroniche e via di seguito… Fossimo alle prese con le
difficoltà di fare andare bene un Bocchino per Clarinetto ecc. …
Io stesso se non conoscessi la faccenda; gli riderei sopra.
Eppure, smetto di ridere e penso che è una cosa seria!
Se in Orchestra tutto andasse bene, ci sarebbe lo stesso tensione
di nervoso. Figuriamoci se nel nostro strumento troviamo qualche
piccola imperfezione?! Specie il fischio! Questo è terribile!!!
Tutte queste cose portano all’idea di studiarci sopra e di
cambiare qualche cosa.
A preferenza di adoperare un becco che fischia, ammettendo che avesse
una bella voce, conviene metterne sù uno meno dolce… ma che non
ci sia questo pericolo. Il fischio è oggetto di amare critiche…
Ecco allora che le prove e i cambiamenti sono indispensabili.
Ripeto quello che ho detto nella Prefazione i cambiamenti, le prove
e gli esperimenti; si facciano a casa nel giorno di riposo; oppure
in tempo di Ferie: mai in Orchestra e in corso di pesanti responsabilità!!!
Dopo tutto, se noi dovessimo abolire le prove e
i cambiamenti; o esperimenti… finirebbe anche lo scopo di scrivere
il presente Trattato. Ve nè pare?
In Orchestra vi sono altri fattori che ci possono portare a dei
cambiamenti. Oltre ai particolari che già ho accennato; quelli sono
di ordine naturale. Quando meno ce l’ho aspettiamo, spunta fuori
un’anziano Orchestrale che credendo di aiutarci ci può suggerire
le seguenti parole: guarda che hai poco suono! Aumenta il volume.
Sei calante…Crescente!....E via… A questo punto stiamo attenti
chi sono questa gente? Se sono persone competenti e onesti… bene,
caso contrario: via i chiacchieroni!
Per quanto riguarda lo strumento e parlando di un giovane; questo
è compito dell’Insegnante di avergli procurato un buon clarino
e un’ottimo Bocchino. Guai se a stò povero ragazzo gli fosse
appioppato un catenaccio!
[TBC044]
Pagina 2
E’ difficile trovare dei genitori che abbiano le possibilità di
acquistare un buon clarinetto. La difficoltà è di due specie; la
prima per il denaro, la seconda perché essi siano persuasi dell’utilità
della spesa. Ecco i difficili problemi!
Se il giovane Clarinettista ha una buona disposizione adatto ad
occupare il posto di primo clarinetto; le conviene fare un debito
e andare in Orchestra con un’ottimo strumento!
Ci vuole un buon Clarinetto e un’ottimo bocchino! Così egli è
tranquillo; segue la sua Musica, le convenzioni che Concertando avviene
e fa la sua figura; caso contrario nasce una infinità di critiche.
In linea di massima, lo studente di Musica non è mai ben capito.
Anche i genitori stessi, hanno sempre quella punta di sfiducia.
(Pure a mè capitò altrettanto)
Qualsiasi studente che và ad iscriversi, o all’Università… o ad
altri corsi; è ben tollerato e magari fanno una festa. Se un ragazzo
vuole andare ad un Conservatorio di Musica; gli ridono in
faccia brontolando e mettendolo in cattive acque?....
A questo punto vorrei chiedere a certi sapientoni: perché condannate
vostro figlio senza sapere le conseguenze che gli procurate?
Poi, concludendo, aggiungerei: informatevi cosa sono le Orchestre,
cosa comporta la Professione dell’Orchestrale… ecc…
Ma l’informazione più esatta che un genitore deve fare è di
sapere se il figlio suo ha la disposizione della Musica e dell’istrumento
che si appresta a studiare. Lo studio della Musica appartiene
all’Arte, e nell’Arte occorre la vera natura: O la giusta
natura o cambiare mestiere!
Le Professioni sono di tantissime specie; beato chi imbrocca la
più buona! Certo che un Medico o Professore in Medicina, ha altri
guadagni… e altro nome: specie un Chirurgo, Un bravo Avvocato…
Un’ottimo Ingegnere… e via di seguito. E non voglio neanche mettere
un’Orchestrale alla pari delle responsabilità del Chirurgo… Nò!
Però può diventare un Professionista degno di stare in mezzo agli
altri! E se poi, il ragazzo ix, diventasse un Concertista?!
In tal caso, potrebbe stare alla pari di qualunque altra persona
Celebre! Forse un’ottimo Direttore d’Orchestra non è un degno
Professionista? In molti casi la gente dovrebbe mettere da parte la
grande ignoranza!
Se noi guardiamo al passato; la nostra Professione ha subito un
grande cambiamento. Nel lasso di tempo dal 1930 ad oggi (1973),
vi è stato un grande cambiamento e il nostro lavoro si è ridotto
in meno.
[TBC045]
Nei cinema vi era delle Ottime Orchestre che Commentavano le
Pellicole. (Le dette pellicole erano mute e non sonore)
Poi nei primimesi del 1930 venne i Films Sonori… Addio le Orchestre!
Inoltre vi era tantissime Bande Musicali; specie nel Meridione.
Ora anche queste si sono portate a poco: due o trè a Roma e altre
in Meridione, in parte poi sono Bande da Giro Estivo.
Vi era una buona presenza di Compagnia d’Operette. Poi venne la
Rivista. Ebbene, l’una e l’altra scomparse dal Mondo!!!
(Che peccato)
Con tutto questo, oggi 1973, in molte Orchestre della Radio e dei
grandi Teatri, come Scala di Milano ecc., ripeto: con tutto questo,
cercano Elementi per Orchestra e non li trovano!
Ragione per cui, se un ragazzo studia bene e si porta ad un buon
Elemento… il posto di lavoro c’è! Occorre la debita pazienza,
senza di questa al Mondo non si fa niente!
Può esserci degli inconvenienti anche in corsi di studio.
E non solo; ma può esserci anche dei cambiamenti. Un tale, che si
era iscritto nel Conservatorio di Bologna come studente di Tromba,
cambiò strumento… ed oggi è Professore di Fagotto, bravissimo.!
Altri si diplomano in Pianoforte poi studiano la Direzione d’Orchestra..
Del resto questi cambiamenti avvengono anche all’Università.
Vi sono studenti che vanno fino all’ultimo anno di una tale facoltà
poi cambiano. Questi sono piccoli inconvenienti che non
pregiudicano il futuro di un ragazzo; tutt’al più perderanno un po’ di
tempo. Lo Studente in Musica deve avere (ho detto) molta pazienza.
I vicini di casa cominciano a brontolare perché si sentono disturbati!
Altri fanno chiacchiere perché mettono in giro chiacchiere
circa che questo studente Musicista non si sa cosa suona…?
E aggiungono (e questo è il peggio) che costui perde tempo e danaro
per niente! E anche quì è il posto di aggiungere una buona dose
di ignoranza! Secondo essi, il giovane Clarinettista dovrebbe suonare
delle canzoni, dei pezzi d’Opera e via dicendo: invece lui deve
studiare gli Studi che l’Insegnante gli ordina!
Ora mettiamo nelle immondizie le chiacchiere, mettiamoci allo
studio con volontà e sacrificio cercando di diventare degli Ottimi
Clarinettisti. A fare questo studio ci vuole gente sana; potete
farvi visitare da un Dottore e chiedere se siete adatti ad affrontare
uno studio di parecchi anni studiando uno strumento a fiato.
Si prepari tutto con buona logica.
[TBC046]
Pagina 3.
In tal caso debbo parlare anche con i giovani e cioè: mettetevi
allo studio di un’istrumento Musicale se avete una buona natura
del genere: caso contrario spendete i soldi e il tempo per niente!
Del tempo ce ne vuole moltissimo! Ripeto: non è uno scherzo!
Sembra una favola dire che si perde più tempo per un Diploma in
Musica che una laurea all’Università. Eppure, così è!
Il nostro Clarinetto sono 8 anni di studio al Conservatorio.
Corni e Trombe lo stesso. Il Violino: (il Sovrano degli strumenti)
11 anni. L’Organo (quello in Chiesa) 14 anni di studio!!!
D’accordo che chi ha buona disposizione questi anni diminuiscono.
Ma lo studio è lungo assai! Poi non è tutto quì.
Contemporaneamente allo studio della Musica e strumento, è
indispensabile studiare Letteratura e anche conoscere le Lingue più
usuali: Francese, Tedesco e Inglese… almeno da capire il più
necessario. Colla conoscenza di queste Lingue il Professore d’Orchestra
troverà, in Professione… strade più aperte.
Tutto questo assieme di cose, viene aggiunto alla fatica dell’allievo
Clarinettista. In poche parole; questo Orchestrale deve avere
una Cultura! E per fare questo occorre molto lavoro!
Ma lasciamo andare queste cose e portiamoci (per ipotesi) al nostro
giovane Clarinettista in Orchestra. Supponiamo che un bel giorno;
pure andando bene, necessiti un cambiamento: o per alzare un pò il
Corista; per l’intonazione… le cause possono essere tantissime.
A tal punto cosa facciamo, se assolutamente non conoscessimo niente
di questa faccenda? Penso inoltre che un giovane abbia avuto un
bravo insegnante e che certe cose le abbia già in dotazione…
Sia il giovane e sia l’anziano Clarinettista, può bastare poche
parole… (dai chiacchieroni…) per essere indotti ad andare alla
ricerca di un nuovo bocchino o tentare la sorte di fare qualcosa
al vecchio! In poche parole: alla ricerca della perfezione.
O del meglio ammettendo che riusciamo ad ottenerlo?
Mi pare già di averlo detto; e non sarà male ripeterlo: la perfezione
che noi vorremmo non l’abbiamo mai! E questo è appunto perché
non siamo mai contenti di noi stessi! Frase un po’ comica ma valida.
Il nostro strumento lavora assieme agli altri, ben’inteso avendo
ognuno il proprio compito. Il nostro fà parte degli Strumentini.
[TBC047]
Gli Strumentini sono: Clarinetti, Flauti, Oboi e Fagotti, e Corno
Inglese. Il Corno Inglese fà parte della famiglia degli Oboi; è
come il Clarinetto Basso (Clarone) che fà parte dei Clarinetti.
Poi c’è il Corno da caccia; pure questo bello e difficile strumento
lavora spesso con noi.
Frà questo gruppo di strumentini si svolge il gioco della Musica
e delle Composizioni Musicali. Chi gioca bene e chi gioca male…
Molte volte questi altri strumentini, non sono solo dei nostri
collaboratori; spessissime volte sono dei nostri concorrenti! E dico
il perché: Ognuno ha un colore di suono differente. Ad esempio,
l’Oboe è lo strumento che ha il colore più bello di tutti gli strumentini.
In certe circostanze; finito una data frase dell’Oboe…
dobbiamo seguire noi; o anche viceversa. Asseconda della zona di
note che noi abbiamo; possiamo sentirci inferiori… E da quì scaturisce
l’idea di studiarci sopra lavorando nel Bocchino… L’unica
alternativa… oppure una delle uniche!
L’Oboe ha un altro vantaggio: per la sua sottile voce; incide più
del Clarinetto. Anche nelle vecchie incisioni, l’Oboe è sempre ben
scandito. A questo punto tocca ai Tecnici di mettere i Microfoni
più vicino ai Clarinetti… oppure in un posto più adatto.
Per quello poi che riguarda la concorrenza… o le concorrenze
da uno strumento all’altro; si deve considerare l’abilità del
Professore che suona; senz’altro è quello che fà bilancia.
Il Flauto nelle sue note acute non sempre ci si intona bene.
Uguale cosa del Corno: nelle note acuti crescono e nelle basse
calano: Occorre molte buone orecchie e non sono mai abbastanza.
Col Fagotto.si intona bene. Mi sono sempre trovato bene anche col
Corno inglese. Se questo è suonato da un artista, non c’è nessuno
che nel Canto lo possa battere!
Il Clarinetto è uno dei più giovani strumentini d’Orchestra.
E uno strumento di grande risorsa, con un’estensione enorme.
Suonato bene è assai Poetico!. Tutti gli Autori non lo sanno
adoperare nella medesima maniera. Solo i Vecchi Musicisti l’hanno
fatto diventare bello: Verdi nella Traviata e Forza del Destino
ecc. Mozart nel suo Concerto in La Maggiore… e via…
Sempre suonato bene; è uno dei più belli d’Orchestra!
[TBC048]
Pagina 2
Ho detto che è compito dell’insegnante procurare un
buon istrumento all’allievo; se però il giovane ha le possibilità,
e se non le ha? Se il giovane clarinettista ha una disposizione
di un certo valore; adatto ad occupare un posto di primo, gli
conviene fare un debito e andare in Orchestra con un bel clarinetto.
Se l’allievo ha un buon Clarinetto e un buon becco, suona tranquillo
e fà la sua figura, caso contrario sono dolori…!
Lo studente di Musica, in linea di massima, non è mai capito: anche
i genitori stessi non hanno fiducia. Chissà il perché?
Genitori carissimi (vorrei dire), perché non v’interessate di
sapere cos’è la professione dell’Orchestrale, cosa sono le Orchestre?
Perché condannate vostro figlio senza ragione?
Se il ragazzo non ha nessuna disposizione, in tal caso avete ragione,
ma se vostro figlio va bene, perché, ripeto, lo condannate?
Ecco perché diventa più difficile fare sborsare dei soldi ai
genitori per l’acquisto di uno strumento. Potrei dire: abbasso la
ignoranza!
Ho sempre capito e capisco tutt’ora che se un giovane si scrive
all’Università, i genitori, la famiglia e gli amici tutti, fanno
una gran festa! Se un giovane và ad un Conservatorio di Musica;
due persone sù trè, si mettono a ridere…! Anche questa è ignoranza!
I Professionisti non possono essere tutti uguali e allo stesso
modo; perciò non metto un Professore in medicina o Chirurgo al
pari di un’Orchestrale, ma sapendo fare il mestiere è una Professione
uguale alle altre. E se questo ragazzo che noi vediamo andare
ad una modesta scuola di Musica diventasse un concertista…?
In tal caso può stare al pari di qualunque professionista di alto
rango! Il lavoro dell’Orchestrale d’oggi giorno è diverso di quello
di trent’anni fà. La Radio e Televisioni hanno portato via molto
[TBC049]
lavoro di quello che c’era una volta. Molti generi di Musica sono
andati perduti: Operette, Varietà ecc… Ma lo stesso se un ragazzo ha
delle qualità, pure adesso può fare una bella carriera.
Mi risulta che in molte Orchestre non trovano più certi strumenti:
Oboi, Fagotti e Corni specialmente. Il Corno è lo strumento più
difficile di tutta l’Orchestra!
Altro avvertimento o considerazione. Può darsi che un giovane
abbia una buona Musicalità ma che subito non incontri lo strumento
adatto alla sua natura. Il mio insegnante da ragazzo studiò il
Violino con scarsi risultati, prese il clarinetto diventò Celebre.
Allora attenzione alla scelta dello strumento!
Del resto pure all’Università certi studenti cambiano facoltà!
Quando studiavo io il clarinetto mi mortificavano continuamente
perché,.secondo loro, avrei dovuto suonare pezzi d’Opera e Concerti.
Invece io dovevo fare gli studi prescritti dal mio insegnante.
In tal caso dobbiamo dedurne che a forza di sentirmi… si annoiavano.
Quì c’è la verità non si può negarla: lo studente d’uno strumento
disturba tutta la gente del vicinato. Occorre molta pazienza!
Il cambiamento del nostro lavoro è stato in tutto il Mondo non solo
quì in Italia. Nei Cinematografi non c’èra la Pellicola Sonora come
oggi giorno, in ogni locale c’èra un complesso Orchestrale, a secondo
del locale stesso. C’èra dei commenti Orchestrali abbinati alle Pellicole
che erano una meraviglia!
Guardando il passato possiamo osservare che in certi periodo il
Musicante lavorava in tutti i buchi del Mondo!!! Le Bande Musicali,
sia Militari che civili; quanto lavoro c’era! E quanti Elementi veniva
fuori da queste Bande: da quì usciva grandi elementi, un vivaio
addirittura! Oggi le Bande Musicali si contano sulle dita della mano.
Abbiamo le due o trè di Roma e qualcuna nel Meridione e basta!
[TBC050]
Pagina 1.
Parte Prima.
Le difficoltà di fare un Trattato per questo Bocchino, non sono poche;
anche se nella Prefazione ho citato che non faccio nessuna scoperta…
La cosa è assai complessa ed è difficilissimo potere dire il tutto!
Cercherò di andare adagio e fare in modo di non commettere dimenticanze.
Quando abbiamo ben letto e meditato gli aspetti più importanti, se noi ci
accingiamo a fare qualche Esperimento, assicuriamoci che lo Strumento non
sfiati e che sia in efficienza, caso contrario potremmo avere delle sorprese
di difetti irriconoscibili! Si deve ben capire se il difetto ix… è del
becco o dell’istrumento! Poi avere tantissima pazienza perché tutti i giorni
non sono uguali. Un giorno possiamo trovarci colle labbra che ci fanno
male; il giorno appresso può essere l’Ancia che non và…E se poi noi
avessimo lo Strumento non perfetto; non combineremmo niente di niente!
Altra difficoltà: fare credere a chi legge il giusto! Dico questo perchè
non siamo tutti uguali: Scuola diversa, Natura diversa… e l’idea differente
da un Clarinettista all’altro.
In 40 anni di Professione ho avuto modo di incontrare tanti Prof. di Clarinetto,
fra i quali delle Celebrità. E tutti con delle concezioni assai lontane
l’una dall’altra (Sempre in tema di Bocchino).
Ad esempio: fra questi, vi è chi non crede alla lavorazione a mano di un Becco?
Secondo loro: solo la Macchina del Fabbricante dei Bocchini può dare il Becco
Classico. Questa idea non la voglio condannare, l’ammetto solo al 10%! E
questo 10% è quando il Bocchino viene perfetto per puro caso! (caso del
destino).
La mia idea in proposito è come quella di tanti, mettendo in prima
linea l’idea del mio defunto Insegnante; e cioè: occorre un buon Clarinetto,
Un Bocchino super (se si può dire?) Ancie buone… e via dicendo.
Questa è la strada da percorrere per arrivare a suonare bene il nostro e
difficile Clarinetto. Per andare su questa strada, occorre conoscere il detto
Becco. Ed è appunto per questa ragione che mi impegno a parlare di questo
Problema. Il mio Maestro di Clarinetto chiamava: Problema insoluto!!!
Noi Clarinettisti Italiani che il 90% suoniamo con Becco di cristallo
siamo più esposti al pericolo da un momento all’altro di rimanere senza
Becco; basta una piccola cosa… il cristallo è fragile!
Se conosciamo bene questa fisica… potremo subito, o quasi… trovare un
cambio, caso contrario come facciamo?
Se si tratta di un giovane che va a scuola, è ammesso che l’alunno vada
anche col solo Bocchino che il Maestro gli ha o dato o aggiustato; ma se si
tratta di uno che è già in Orchestra, deve averne almeno un altro di riserva!
E nella futura sua Carriera…avrà il tempo e la pazienza di farsene altri.
Questa Attrezzatura è opera ed ingegno dell’Elemento stesso. L’Insegnante,
per quanto bravo sia, non può essere tutta la vita dietro all’Allievo!
Come ho già detto. In Orchestra possiamo trovarci in tantissime combinazioni
di dover cambiare il Bocchino: sopratutto se non possiamo intonarci…
Ma anche ammesso che tutto vada bene; l’Artista non è mai contento di sé
stesso! Anche secondo i grandi Artisti; alla perfezione non ci sono mai!
Ecco allora che vanno alla ricerca del meglio.
E, secondo mè, queste ricerche sono in tutte le Professioni.
Noi peggio!
[TBC051]
E’ logico che se l’Elemento d’Orchestra del nostro Strumento, è bene
che conosca il tanto nominato Bocchino del Clarinetto. Figuriamoci
l’Insegnante! Quest’ultimo non deve conoscere solo il Bocchino che le può
far fare una bella voce a lui; ma anche agli Alunni! Problema sicuramente
di massima difficoltà!
Sembrerebbe un’erresia al tempo di oggi: conquista della Luna; Viaggi nel
Cosmo, in sostanza: siamo nell’era Atomica… e con tanta Scienza a non
finire; ed essere difficile a fare andare bene, un’accessorio come questo
pezzetto di Becco? Eppure è così! Se io non fossi ben pratico non ci
crederei assolutamente! Forse ci riderei dietro…
In Orchestra il Clarinettista ha sempre i nervi tesi anche quando tutto và
benino. Figuriamoci se avessimo il Becco che ci fischiasse… o che lo
strumento sfiatasse?! Se fischia il Bocchino, siamo rovinati!
Ecco perché non consiglio certi cambiamenti in Orchestra! Non si porti al
posto di lavoro un Becco se non si conosce: Appunto perché se fischia:
siamo rovinati! Per andare verso il meglio gli Esperimenti e gli studi di
ricerca sono essenziali; ma si deve prendere il momento adatto; non in
tempi di grossi impegni! Del resto se io dicessi di non provare mai e
di non fare mai Esperimenti di ricerche, finirebbe anche lo scopo di scrivere
questo trattato.
Il posto d’Orchestra può essere pieno di Sorprese;
e ne voglio citare uno dei fatti più impensati. Molte volte c’è qualche
amico (o così si classifica…) che si fà avanti a suggerire un consiglio,
e può dire le seguenti parole: Tu suoni bene ma hai poco suono; cerca di
aumentare il volume del suono! Oppure: perchè la voce è così aspra? Se fossi
in tè farei meno suono ma più dolce ecc. ed ecc. Di solito chi fà queste osservazioni
sono delle persone anziane e anche brave. Qualche altra volta
sono dei chiacchieroni inutili e rompiscattole! Eppure sia in un modo che
in un altro, possono sempre mettere per la testa l’interesse di un
cambiamento. E’ difficile che un Clarinettista continui in Professione il
sistema di quando era Studente. Vi sono degli Elementi che facendo dei
cambiamenti si fanno più completi e belli; altri vanno peggio e qualche
Elemento si rovina.
Per quello poi che riguarda lo Strumento e trattandosi
di un giovane; questi dovrebbero andare in Orchestra con un Clarino intonato
e un buon Becco. Caso contrario c’è da compromettere la Carriera.
Guai se a stò povero ragazzo gli fosse stato affibbiato un catenaccio
di un Clarinetto!
[TBC052]
Pagina 2.
Non so se riuscirò a fare stampare questo Trattato? Le ragioni sono
tantissime; la principale è una sola: l’invidia!
Mi si creda; non è la brama di guadagnare quattro soldi, ammettendo che ci
fosse una buona vendita; no! Da modesto,ma posso vivere lo stesso. Le ragioni
sono di altra specie. In anticipo chiedo scusa… ma non credo di offendere
i Defunti e grandi Artisti dello Strumento e di cui io ebbi contatto in
gioventù e da Studente di Clarinetto. Quanti quattrini buttati via mi fecero
spendere inutilmente! E perché inutilmente? Presto detto: perché io
non conoscevo l’accessorio più importante di cui stò trattando ora: il Bocchino
del Clarinetto. Per questa ragione; tutti (se vogliono) possono conoscere
questo Becco tanto importante!
Questo lavoro è messo in modo che le cose verranno dette più volte…
Chiedo scusa e mi sia perdonato.
Senza dubbio vi sono altri Insegnanti che sanno mettere a posto il Becco e lo
Strumento ai suoi Allievi. Credo però non sia male mettere in Commercio anche
questo Trattato. Lo leggeranno chi crede di studiarlo… Si metteranno a
fare il Piano al proprio Becco, chi crederà di farlo… Ma, ripeto: non impongo
a nessuno di mettersi a lavorare sul suo Bocchino qualora non ne hanno la
volontà! E sono pienamente convinto che tutti i Clarinettisti ne hanno bisogno
di approfondirsi nella Fisica del nostro Becco per Clarinetto: volendo o
non volendo lavorarci sopra! I Professionisti di questo Strumento sono di
varie specie: le Celebrità, che occupano i migliori posti delle Orchestre
Italiane e Straniere. I buoni Clarinettisti che pur non essendo all’apice
della Celebrità; lavorano ugualmente e hanno bisogno, o per essi; o per
qualche Allievo… di avere un buon Becco. Infine, vi è anche i più modesti…
che ugualmente possono avere, pure questi, una Scuola con dei ragazzi da insegnare
le primissime cose dello Strumento.
Non vorrei essere frainteso: E se io dicessi che sono proprio i più modesti
che hanno bisogno di studiare bene la Fisica del Bocchino… cosa mi si potrebbe
rispondermi? Sono sicuro che la risposta sarebbe di avere una approvazione,
di questo lavoro o altro simile, da una Celebrità! Signori cari:
la Celebrità, o per la grande natura che l’elemento ha… e anche buona Scuola…
la Celebrità sempre fà la grande figurona! Come ho detto, sono gli altri
che devono essere aiutati! Questo discorso ha il suo valore calcolando il
pregiudizio di credere che solo chi è all’Opera di Parigi possa conoscere e
dare un giudizio sul nostro Bocchino.
E ora, sempre col permesso di chi mi legge, cambio il discorso capovolgendolo?
Il pregiudizio di conoscere e dare giudizi su questo Accessorio… può essere
assolutamente diverso da quello che dà il primo Clarino dell’Orchestra di
Parigi. Attenzione a quello che segue! I Francesi chiamano; le Pianoista
quello che lavora attorno ai Bocchini per Clarinetto. Può essere un buon elemento
d’Orchestra… come può essere uno che non fa la Professione in Teatro.
Semplicemente un uomo che conosce bene il Clarino; ma che si è dedicato al
difficile lavoro dei Bocchini. E adesso verifichiamo questo discorso e
portiamolo nella nostra pratica. Fino a un dato punto, noi possiamo credere al
Solista tale… perché occupa un posto di grande responsabilità..Ma arrivati
ad un dato punto, il Pianoista (l’Artista che fà i Piani)…), cammina per
la sua strada… a guisa di Liutaio che fà i Violini da una catasta.di Milioni
di costo, ma che lo suona solo per provarlo.
Perciò prego di credere che per tutta la mia vita ho studiato questo
pezzetto di Becco! Con una modesta, ma lunga Professione!
Prima di proseguire raccomando che questo studio non deve mettere l’elemento
in stato di Ossessione: guai se subentra questa malattia!!!
Se si lavora… si deve lavorare con molta pazienza… andando molto adagio!
Il tempo Dio lo da per niente!
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Pagina 2.
Non sò se riuscirò a fare Stampare questo Trattato per poi
poterlo mettere in vendita? Le ragioni sono tante ma ve nè una a
portata di mano che è evidente come il Sole: L’Invidia!!!
Non è la brama al guadagno… e anche alla popolarità di avere il mio nome
su un Trattato e Metodo; nò! Le ragioni sono tante ma la più importante è
che tutti gli Studenti e Professionisti dello Strumento devono sapere come
si fà a comperare un Becco per il nostro Strumento… e anche saperselo aggiustare.
Non devono essere come il sottoscritto e vittima di tanti imbrogli…
Quante fregate mi hanno dato in gioventù! Pace all’anima loro!
Questo lavoro è messo in modo che certe cose vanno dette più di una volta...
Pure quì mi sia perdonato!
Come ho detto, non impongo a nessuno di mettersi a fare il Piano al proprio
Bocchino! Lo farà se lui si sente di farlo e se ha la natura adatta di farlo.
La parola adatta è: l’attitudine. I Francesi chiamano quelli che si
mettono a lavorare nel Bocchino del Clarinetto: Pianoista. La prima volta
che sentii questa parola fu proprio a Parigi.
Mi permetto di dire due parole su questo Artista (Pianoista). Quest’Arte và
di pari passo col Clarinettista, ma fino a un certo punto. Mi spiego meglio.
Ho conosciuto grandi Clarinettisti che non hanno mai fatto niente al suo
Bocchino. La Ragione? Non si sà! Altri, mediocri Elementi; sono stati degli
Ottimi Pianoisti ed hanno tirato fuori degli Allievi con Bellissime Voci.
E, in fine, altri che facevano l’uno e l’altro. Questa è la natura.
Se un Elemento ha questa attitudine, posso dire che è tanto bello questo
lavoro! Chi maneggia un Bocchino sù una Piastra, deve avere le medesime
qualità dell’Arrotino che affila un Coltello… che mentre la suota và;
egli ha la sensibilità di sentire come si forma il taglio sottostante…
e la scartata che al Coltello rimane. Non saprei come spiegarmi meglio.
Possono fare quello che vogliono quelli che non vogliono mettersi a limare
i Bocchini; e possono fare quelli che vogliono anche quelli che credono di
usare altri piccoli trucchi…! Un proverbio dice che tutte le strade portano
a Roma. Comunque sia, se uno guarda bene tutte queste regole e che arrivi
a capire bene questa Fisica, sarà tanto più facile nelle compre… e nello
svolgimento della sua Carriera.
Non è una cosa poi tanto difficile ad arrangiarsi i propri Bocchini.
Un po’ di pazienza e si può arrivare a tutto. Nella mia vita ho lavorato
una catasta di Bocchini: nuovi e vecchi! Beh, non ho mai buttato nelle
immondizie nessun Becco! Anzi, qualche amico che voleva gettare all’inferno
qualche vecchio Bocchinaccio… io l’ho preso e dopo qualche mese gliel’ho
ridato che suonava.
Non mi stancherò mai di dire: guai a chi fa dei cambiamenti soventi
di Bocchini in Orchestra! In una via crucis del genere, in una settimana
non si può più fare niente! Se poi alla malattia del Becco aggiungiamo
quella delle Ancie… In poco tempo il risultato è tremendo!!!
Cerchiamo che non entri l’ossessione, sia del Bocchino e sia delle Ancie!
Anche quando manca qualcosa… conviene di portare pazienza e lavorare…
caso contrario, ripeto ancora, è danno per noi stessi!
Ho suggerito che l’Apertura giusta per noi, è quella del numero 2.
Sù per giù questa Apertura si aggira alla lunghezza di circa 2 centimetri.
Come l’Apertura parte, alla lettera D, sino alle due punte;
deve aprirsi curvandosi non in linea retta. Se si facesse così;
la voce sarebbe cannosa. Però, se il Piano riesce bene… il suono viene
bello anche se l’Apertura non è fatta alla perfezione. Quello è
un posto delicato. Attenti!!!
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Pagina 3.
Sembrerebbe un’erresia ai tempi di oggi: da anni siamo andati
nella Luna, abbiamo fatto delle conquiste in tutti i campi di scienze…
e via via a non finire; essere ancora alle prese per fare suonare
un Clarinetto. Il più comico però è che non è per mettere a posto i cuscinetti
dello Strumento che in questo caso e anche bestemmiando ci si arriva.
No! Per il solo Bocchino. L’accessorio quasi più corto di tutto il
complesso dello Strumento. In verità, se io non lo avesse suonato per
circa sessant’anni, ci riderei sopra al sentirmi dire che il Becco presenta
delle difficoltà di quel genere. Eppure, è così!
Oltre ad essere complessa la faccenda del Bocchino, ha sempre lasciato e
lascia tutt’ora un numero di Clarinettisti sfiduciati e increduli…:
un discreto numero di questi increduli insiste che il Piano del Bocchino
non si deve toccare e che solo le Macchine del Fabbricante può lavorare
alla perfezione! Secondo costoro, chiunque vadi a toccare il detto piano,
rovina il Becco per sempre!
In questo ragionamento, malgrado sia una panzanata di balle, vi è anche
un pizzico di buonsenso, ed è questo: a preferenza di non combinare niente
e magari diventare un maniaco e un ossessionato della cosa… è preferibile
andare in un Negozio (quando arriva dei nuovi Bocchini) e sceglierne
uno che vada benino… aggiungere la sua debita pazienza: farci l’abitudine
e camminare così che, in molti casi, il risultato può essere ottimo.
Da ragazzo pure io ho fatto così. Però, dal Becco Classico e da vero
Artista; rimanendo sù questa posizione: siamo lontani come il diavolo alla croce!
La panzanata di cui ho detto è di dire che toccando un Bocchino
si rovina.per sempre! Non siamo di fronte al lavoro di un Falegname che
per portate a termine un lavoro la pialla consuma un centimetro di materiale.
In un Piano di un Becco si può toccarlo 50 volte che è sempre
bello e non diventa mai inagibile. In ogni tocco potrà venir via qualche
centesimo di millimetro… o massimo un decimo o due.
Questo calcolo è nel lavorarlo uno pratico; un Tecnico.
In poche parole, tutti o quasi i grandi Artisti dello Strumento: il Prof…
Bianco Bianchini; il suo grande allievo Luigi Amadio ecc… Il Prof…
Dino Pozzi di Firenze e altri… sono stati grandi Artisti e lo sono stati
anche perché essi stessi si arrangiavano lavorando nei segreti del Becco.
La radice di tutta la faccenda stà, non solo perché quelli avessero la
natura… siamo d’accordo; ma questi Artisti Celebri del Clarinetto
conoscevano assai bene il Bocchino; che è, come ho detto: la Fabbrica del
suono! Quando nel 1930 andai a scuola dal fu Prof. Bianchini, io conoscevo
già il Becco; ma lui era assai profondo. In ogni ragionamento che lui
faceva, appena a casa io lo notavo… e così finii per fare un nuovo Metodo
del Bocchino!
Prima di entrare dentro la materia che a noi interessa, farò due chiacciere
dell’Istrumento. Devo dire che anche un’Insegnante se ha un allievo
che i genitori non badano a spese e che costoro facciano un buon acquisto
di un ottimo Clarinetto, questo ragazzo fà più figura; il Maestro fà
meno fatica e strada facendo è più facile anche un cambiamenti di Bocchino.
Una cosa aiuta all’altra. Caso contrario l’Insegnante abbia pur
buona volontà… ma miracoli non ne può fare!
Come tutte le cose del mondo: anche qui ci vuole le possibilità
adeguate.
[TBC055]
Pagina 4.
Come ben sapiamo, il clarinetto è uno strumento Traspositore: Corni
e Trombe sono ancora più traspositori di noi, cioè del clarinetto.
E’ quasi superfluo dire il perché tutti questi strumenti sono traspositori;
ma è meglio parlarne un pochino.
Pare che il clarinetto sia il più giovane degli strumentini; difatti
esistono delle composizioni antiche che questo strumento non c’èra.
Nonostante questo, il clarino ha avuto una alternanza di
cose diverse da altri strumenti, sia perché ancora non era stato
perfezionato e portato in Orchestra, e sia perché ha una natura assai
diversa dagli altri. Il primo clarinetto che portarono in Orchestra
e che i Maestri cominciarono a scrivere la sua parte, fù il
clarino in Do. Il risultato non era male ma lasciava a desiderare
nel volume del suono. Fù creato quello in SiB; bellissimo clarinetto,
ma veniva difficile le esecuzioni nelle Tonalità dei DIESIS: se
la massa degli Archi suonava con 4 DIESIS, stò povero clarino in
SIB ne aveva 6 Ecc… Allora fù la volta della creazione del
clarinetto in La naturale. Questa fu la trovata più bella e comoda
che si potesse trovare! Ed ecco allora nel corso del tempo (possiamo
calcolare oltre due secoli e mezzo…) i grandi compositori
hanno fatto le loro Partiture includendo la parte (o le parti) di
clarinetto, o in Do, in SiB, o in La. Ai giorni nostri il Professore
di clarinetto dovrebbe andare in Orchestra con trè istrumenti!
Cosa impossibile! Con quello in SIB invece, si può fare la parte
del Do e del La; salvo eccezione dei pezzi da Concerto come il
Concerto in La Maggiore per Clarinetto e Orchestra di Mozart,
che questo si deve fare con l’istrumento in La. Volendolo eseguire
con il SiB è quasi impossibile… e sarebbe anche più brutto
a causa di essere costretti di fare tutte mezze note! Con il La,
sono tutte note Reali. Ci sono Maestri che hanno anche una veduta
speciale nel scegliere il clarinetto nei clarinetti… E possono
avere le sue ragioni, specie quando mettono il piccoloMiB.
[TBC056]
Il suono pettegolo che dà il piccolo MiB, non lo può dare il SiB
ammettendo anche che ci si possa arrivare nelle note acute; è il
timbro diverso. Ed ecco che Trombe e Corni sono sù per giù come noi
clarinetti, nel corso del tempo hanno scritto un dato Corno; per
esempio in Do, poi in Re, poi in MiB; In Mi naturale ecc…. finché il
Cornista ha dovuto studiare il Setticlavio e trasportare tutto.
Per la Tromba l’identica cosa. Non potrebbero andare in Orchestra
con 7 corni o 7 trombe!
Nel grosso modo questa è la storia degli strumenti Traspositori.
Adesso mettiamoci dentro in questa faccenda la natura dello strumento;
del nostro, gli altri non interessano più.
I grandi Compositori: Bach, Mozart, Beethoven, Wagner, Brams, Ciaicovski,
Verdi, Rossini, Donizetti, Bellini, Puccini, ecc….Mettevano o il
clarinetto in La o in SiB o in Do, sapevano il perchè, non lo mettevano
a casaccio; avevano le sue ragioni! Non è come qualche sapientone
stà spifferando, e cioè: se la Semiramide è difficile è segno
che non sanno il Trasporto! Questa è la scoperta di quelli che non
conoscono il nostro clarinetto! In Romagna dicono: scoperta di patata!
Non si tratta, cari Signori, di non conoscere il Trasporto, sono i
DIESIS che impediscono alla mano l’esecuzione perfetta… ma se anche
venissero, attraverso lo studio… non sono note intere; sono mezze
noti. Nel clarino in La sono tutte notone intere e piene poichè
provengono da fori grandi e non da mezzi fori. L’ho detto prima:
la natura ha le sue ragioni!!!
In un Concorso a Roma uno spaccone di Torino (clarinettista) disse
alla Commissione d’esame che il clarinetto in La era roba già passata!
Un maestro prese un foglio di roba difficile in La… e costui
fece la figura del cretino…!
Mi è stato detto che il clarino in La è difficile da farlo. Questi
era un Fabbricante di primo piano, o di prima classe!
Qualche altro mi ha parlato pure del Corno Inglese che è difficile
da farlo e intonarlo.
[TBC057]
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Parte Prima.
Nella storia degli Strumenti a Fiato, il Clarinetto
risulta di essere uno dei più giovani. Difatti, difatti nelle vecchie
Partiture non l’avevano messo. Probabilmente perchè non era ancora
completo e adatto per metterlo in Orchestra. Poi finalmente sarà stato
un pò perfezionato… e quindi portato nelle Partiture. Mozart poi Compose
il Concerto in La Maggiore per Clarinetto e Orchestra… e via dicendo.
E’ uno Strumento di molte risorse e con una Estensione grande che i
Compositori lo mettono dappertutto e affiancato a qualunque altro Strumento.
Come ben sappiamo il Clarinetto è uno Strumento Traspositore. Corni da Caccia
e Trombe lo sono ancora di più perché debbono leggere in tutte le 7 Chiavi.
Non stò a descrivere il perché questi Strumenti sono Traspositori perché
tutti i Musicofili lo sanno.
In conseguenza di questo Trasporto, forse il Clarino è il più colpito in
quanto deve affrontare delle Tonalità (Gazza Ladra, Semiramide… ecc….)
di 6 e 7 Diesis. Questo è perché noi Italiani abbiamo l’usanza di voler
fare quasi tutto con un solo Strumento: il Si B. Mentre invece in tutto il
Mondo i Clarinettisti vanno in Orchestra con due Strumenti: Si B e La.
Qualche volta anche coll’Istrumento in Do. Nel Repertorio Russo occorre
pure quest’ultimo. Fare tutto con un solo Clarino, non dico che sia
impossibile, ma quasi. Sì perché anche nella Musica Lirica abbiamo l’Andrea
Chenier che non scherza a difficoltà!
Suonare tutto anche le Sinfonie difficili e andare ai 6 e 7 Diesis con