Trattato per il bocchino del clarinetto

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Parte terza. Pagina 12

Pagina 22. Discorso finale e conclusivo/
Parte quarta. Pagina 2

Parte quarta. Pagina 6

Parte Quarta. Pagina 9

Parte Quarta. Pagina 12

Parte Quarta. Pagina 14

Parte Quarta. Pagina 15

Parte Quarta. Pagina 16

Parte Quarta. Pagina 17

Parte Quarta. Pagina 19

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Parte ultima

Prefazione

Pagina introduttiva

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Trattato per il Bocchino del Clarinetto

(Studi di Ricerche)

PREFAZIONE.

 

Per tutta la mia vita Clarinettistica (modesta ma lunga assai), ho

avuto l’idea d’interessarmi sempre più profondamente della Fisica e

quindi della perfezione del Piano del Bocchino del nostro Clarinetto.

Problema molto difficile che, a parere di molti Tecnici (il mio Insegnante

per primo), è sempre stato e sarà il Problema insoluto!!!

Beh, da quello che penso io: il Problema non è facile; ma non lo metto al punto

di fare delle pazzie! Quindi non pessimista fino all’estremo.

Con un pò di pazienza e di adattamento, ben’inteso studiandoci sopra, credo

si possa lavorare e fare la Professione come gli altri Strumentisti.

Anch’io come gli altri Clarinettisti, ho avuto una Scuola. Allora: la Scuola

prima, la lunga Professione poi …. ho completato le mie idee e con un pò di

memoria, la cosa va da sé. Perciò non sto inventando niente! Cosa naturale

come il Professore di Oboe o di Fagotto che a Scuola insegna ai suoi Alunni

a farsi le Ancie…. e che a casa sua potrebbe fare un Trattato come il

presente. O forse qualche Oboista l’ha già fatto? O Fagottista?

Le case Editrici Musicali sono ben fornite di Musica e Studi per il Clarinetto,

ma da quello che ho sempre visto io:.questi Capiscuola hanno creato

grandi Studi di Virtuosismo e agilità, ma pochi hanno parlato del Bocchino

del nostro bello ma difficile Strumento. ! Dal Bocchino si forma il suono.

Il detto Accessorio è la Fabbrica della voce del nostro Strumento!

Se il Clarinettista ha un bel suono, questi ha un valore! Se, al contrario,

ha una voce sgradevole…potrebbe avere la Tecnica del celebre.Paganini;

Che non ha nessun valore!!! Suonato bene, questo spiffero è bello. Al contrario

è noioso!!!

Il grande e celebre Klosé (Francese) in un suo Metodo dice.

La voce del Clarinetto deve essere: Dolce, Chiara, Pastosa e Molle!

A parte che il Problema di ottenere i requisiti del Klosé …non è facile..

Aggiungiamoci le Ancie che oggi giorno siamo costretti a comperare…

la faccenda è al quanto poco bella… Ma, ripeto; coraggio e avanti…!

E’ ovvio che sto parlando del Classico Clarinetto di grande Orchestra.

Detto questo, non c’è divieto per nessuno. Tutti possono leggere, studiare;

meditare e, al fin fine, ogni uno và per la propria strada!

Non ho neanche la pretesa che tutti quelli che leggeranno il presente Trattato

si mettano a limare il Piano dei suoi Bocchini. Ogni Elemento è libero!

Si metteranno a questo lavoro quelli che si sentono di farlo.

Se però si conosce bene questo Accessorio, sarà di tanta utilità anche solo

per le compere dei futuri Bocchini che la Professione impone

Non si studia questa Fisica solo per avere un suono migliore, no! Direi che

io partii col proposito di togliere il fischio ad un bellissimo Bocchino, il

quale Becco, tanto erano i Fischi che era impossibile fare trè note….!

Ebbene riuscii a togliere il maledetto fischio! Dopo ho fatto questo lavoro

Per cinquant’anni…e quante soddisfazioni ho avuto!!!

Nel concludere questo mio discorso di preparazione, faccio qualche

Raccomandazione: non si faccia mai degli Esperimenti in corso di forti Impegni!

Questi si facciano in giorni di riposo oppure in Ferie.!

Quando si lavora e poi si controlla…non si adoperi Ancie vecchie! Becco

nuovo Ancie nuove!

Anziché chiamare Bocchino all’Italiana, lo chiamerò Becco alla francese.

Più consono alle nostre chiacchierate.

Si lavori calmi che del tempo ne abbiamo a josa! Calma che il tempo Dio lo

dà per niente!

Buon lavoro a tutti!

Ernesto Olivieri

 

[TBC002]

 

TRATTATO Per il Bocchino

Del Clarinetto

(. Studi di Ricerca. )

PREFAZIONE.

 

Per tutta la mia vita di Clarinettista (modesta ma lunga) ho sempre avuto

l’idea di interessarmi del Bocchino del nostro Strumento…e anche di arrivare

a dire qualcosa anch’io di questo difficile Problema.

E se devo dire la verità, fin da ragazzo e da dilettante, avevo capito la

grande importanza di questo Accessorio. Figuriamoci poi dopo una

Professione di quarant’anni d’Orchestra…a che grado sia salita questa mia

brama… E allora il mio istinto mi porta a dire il mio parere su questa

difficile e importante faccenda! Non posso farne a meno!!!!

Il mio Insegnante di Bologna: grande come Clarinettista e anche come Insegnante,

è stato un conoscitore del Bocchino dello Strumento nostro insuperabile,

se io gli avessi chiesto qualche dettaglio del Bocchino; egli cambiava

discorso! Forse egli non voleva che io mi distogliessi dallo studio…..o

che io mettendomi alle prove di Bocchini nuovi; mi fossi rovinato…

Perciò gli ho sempre perdonato! Ma se avessi chiesto qualcosa ad altri

Professori di Clarinetto qualche cosa…. non solo non rispondevano, ma non

mi avrebbero più salutato! Insomma sembrava un segreto di Stato!!!

Come tutti gli altri del Clarinetto anch’io ho avuto una Scuola… La

Scuola prima, la lunga Professione poi…ho completato le mie idee.

Non stò dunque inventando niente: la Scuola prima, la Professione poi, tutto

va da se!

 

Le Case Editrici Musicali sono ben fornite di Musica e Studi

per Clarinetto e direi anche di grandi Capiscuola. Ma quasi tutti hanno

fatto Grandi Studi di Tecnica e Agilità; ma pochi si sono soffermati a trattare

il Bocchino che è l’artefice numero uno dello Studio di tale e difficile

Strumento! Dal Bocchino si forma il suono!. Quello è la Fabbrica della

voce del Clarinetto!!! Un Clarinettista con un bel suono… ha un valore

Con una voce sgradevole…. Avesse anche l’agilità del fu Paganini; non ha

nessun valore! Questo spiffero è bello se è suonato bene…Caso contrario

è assai noioso!

Il fu Caposcuola e Celebre Klosé, dice in un suo Metodo: la voce del

Clarinetto deve essere: Dolce, chiara, pastosa e molle!

A parte che il problema è tutt’altro che facile, se noi ci aggiungiamo le

Ancie che sono in vendita oggi giorno….La faccenda diventa al quanto

difficile! Eppure chi suona questo Strumento e vuole fare l’Orchestra, è

necessario inoltrarsi in questo campo, che, per prima cosa, conoscerà

meglio i suoi futuri Bocchini anche solo per gli acquisti.

E’ ovvio che stò parlando del Classico Clarinetto di grande Orchestra.

Detto questo non c’è divieto per nessuno! Tutti potranno leggere, studiare

Meditare e ogni Elemento tirerà le sue somme andare per la propria strada.

Non impongo a nessuno di mettersi a grattare il Piano dei suoi Bocchini….!

Lo farà chi è portato a questo e che ha la natura adatta.

Non è facile scrivere questo Trattato! Le difficoltà sono due: la prima

di essere creduto. La seconda di essere capiti. O viceversa.

In sostanza: si tratta di mettere un’Ancia su un altro Piano (Del Becco).

E i due piani devono essere perfetti…caso contrario…non viene fuori

niente di buono! Vedremo il da farsi in seguito.

Chiudo facendo due raccomandazioni: non si faccia mai esperimenti in

corso di impegni! Questi si facciano in giorni di riposo o in Ferie!

Negli esperimenti, usare Ancie nuove in Becchi nuovi! Mai in Becchi nuovi

usare ancie vecchie. Chiamerò il Bocchino Becco, alla Francese.

Ernesto Olivieri

 

[TBC003]

 

TRATTATO per il Bocchino

 del Clarinetto (Studi di Ricerca)

PREFAZIONE

-------------------------

Per tutta la mia vita Clarinettistica (modesta ma lunga assai) ho sempre avuto

l’idea d’interessarmi più profondamente della Fisica e quindi della perfezione

del Bocchino del nostro Clarinetto. Problema molto difficile e, direi,

Insoluto! E’ naturale che anch’io ho avuto una Scuola. La Scuola prima,

la lunga Professione poi ….ho completato le mie idee, Perciò, con un

po’ di memoria tutto va da sé. In altre parole non voglio e non scopro niente!

Le Case Editrici Musicali sono ben fornite di Musica e Studi per Clarinetto.

Ma quasi tutti, questi insigni Capiscuola, hanno creato grandi Studi di difficoltà

Tecniche….ma nessuno, o quasi, ha mai parlato del Bocchino

di questo difficile Strumento. Dal Bocchino si forma il suono! Dal Becco

nasce la voce… Questa è la fabbrica della voce di detto e, ripeto, difficile

Strumento!!!

Il Grande Caposcuola Francese Klosè, in un suo Metodo dice:

la voce del Clarinetto deve essere: Dolce,Chiara, Pastosa e Molle!

A parte che il Problema è tutt’altro che facile…aggiungiamoci

L’altro Problema delle Ancie che oggi giorno si compera; e allora la

Faccenda diventa molto brutta!!!

Poi, siamo logici: se l’Insegnante di Oboe e Fagotto insegna ai ragazzi di

aggiustarsi le loro Pive (Ancie); perché noi Clarinettisti non possiamo dire

niente sul nostro Bocchino…? Chi è che vieta questo?!

Il mio Insegnante e celebre Clarinettista, in materia del Bocchino, era

profondissimo! Ma se io gli avessi chiesto qualche particolare di questo

Accessorio…o lui cambiava discorso, o addirittura non rispondeva.

Domandare altri dettagli ad altri Professionisti….questi o non rispondevano

o dicevano delle fesserie…e magari non mi salutavano più!

Addirittura sembrava un segreto di Stato!

E’ ovvio che intendo parlare del Clarinetto Classico e di Grande Orchestra

Detto questo non c’è divieto per nessuno! Tutti possono leggere, studiare,

meditare e, al fin fine…ogni Elemento tirerà le sue somme e andrà per la

sua strada. E non impongo anche di mettersi a limare il Piano dei

Bocchini che i futuri Clarinettisti hanno per le mani! Potrà lavorare o grattare…

gli elementi che sono portati a questo lavoro.

Conoscendo bene questo Becco (lo chiamo così perché è più consono…)

anche se non si vuole lavorare nei Piani….saremo più pratici e ci

salveremo meglio nelle compere dei futuri Becchi che la Professione impone.

Prima di chiudere, farei qualche raccomandazione. Primo: credere a ciò che

dico! Mi permetto di dire quello che qui scrivo, è frutto di una vita

di lavoro, di esperimenti e di prove!

Secondo: se si lavora nel Piano…. farlo quando in casa non c’è nessuno

oppure quando c’è pace… e che ci si vede bene!

Non si lavori con Ancie vecchie! Becco nuovo, Ancie nuove!

Per gli esperimenti poi in Orchestra, non si faccia dei tentativi se il

soggetto nuovo ancora non si conosce! Gli Esperimenti si facciano in tempo

di riposo o in Ferie. Come già ho accennato, chiameremo il Bocchino alla

Francese: le Beck. Più adatto ai nostri discorsi.

L’ultimissima raccomandazione: si abbia tantissima pazienza!

E poca fretta. Il tempo Dio lo da per niente!

Ernesto Olivieri

 

[TBC004]

 

Padova, via Jacopo da Montagnana 13 bis. Maggio !973

-------------------------

Trattato per il Bocchino del Clarinetto

E Studi di Ricerca)

Prefazione.

 

Per tutta la mia vita di Clarinettista ho sempre avuto la volontà

di scrivere un Trattato per il Bocchino del nostro strumento.

Ora che sono a riposo, mi accingo a farlo; sperando di riuscirci.

Non pretendo di fare un lavoro letterario: lo Scrittore non è il

mio mestiere! Mi accontento semplicemente di mettere in evidenza

le tante cose che la mia modesta Professione mi ha insegnato.

(Modesta ma assai intensa!)

E’ ovvio che prima della carriera Orchestrale, pure io, ho avuto una

Scuola di Clarinetto, detta Scuola posso definire la base….

E su questa base; tutti quanti abbiamo costruito il nostro Castello

Artistico; ben’inteso assecondo la nostra natura…

Il mio Insegnante conosceva il Bocchino alla perfezione! Forse

anche per questa ragione…e sentendo lui parlarne continuamente….

Avrò ereditato io stesso un pò delle sue idee…?

Senza dubbio non sono io il primo e il solo a trattare questo

difficile e tanto discusso problema.

Le Case Editrici Musicali sono ben fornite di Metodi e Studi per

Clarinetto e aggiungo di grandi Autori: Ma ho sempre visto e vedo

tutt’ora che questi Capiscuola si sono dati alla creazione di

grandi Metodi per il perfezionamento della Tecnica e del Virtuosismo…

ma non hanno mai trattato profondamente il Bocchino del

nostro strumento! Se qualcuno lo ha fatto; è stato solo di sfuggita!

Curare la Tecnica e la mano del Clarinettista è assai importante;

ma ritengo essenziale, prima di tutto, curare il suono di detto e

difficile strumento! Da questo accessorio nasce i suoni…Questa

è la Fabbrica della Voce del Clarino!!!

Se questo va bene e che la voce sia bella; il Clarinettista ha

veramente un valore! Se il Becco non va e che il suono non fosse

bello: l’esecutore potrebbe avere la Tecnica del Fù Paganini…che

avrebbe nessun valore! Il nostro Clarinetto è bello se c’è il

suono bello, se è scadente…è uno spiffero noioso!!!

E’ logico che intendo parlare del classico Clarinetto; e del classico

Bocchino.

 

[TBC005]

 

Detto questo; non c’è divieto per nessuno: tutti possono leggere,

studiare..meditare…e alla fine ognuno va per la propria strada.

Pregherei di non correre colle idee…e non fare castelli in

aria! Si vada adagio studiando bene quello che qui scrivo; poiché ogni

parola ha il suo valore. Ed è frutto di anni ed anni di prove e

riprove! Altra preghiera: non si faccia mai prove ed esperimenti in

corso di forti impegni! Questi si fanno in giorni di riposo oppure

in tempo di.Ferie. Specie se un Bocchino non si conosce e che potrebbe

fischiare. Guai se un becco ha questo difetto!!!

Ho detto che tutti possono leggere…e può leggere anche quelli che

non credono alla lavorazione dei Bocchini; o in altre parole insistono

col dire che solo le macchine possono fare il piano ad un

becco e portarlo alla perfezione! Non c’è erresia più grande di

questa! La Macchina dovrebbe lavorare perfetto…Ma ha molti

inconvenienti che vedremo in seguito. E in definitiva può studiare il

presente Trattato anche se un Clarinettista non vuole assoggettarsi

alla lavorazione dei detti Bocchini: quando si ha una certa conoscenza

sarà più facile la scelta dei Bocchini che nel corso della

professione si ha bisogno di acquistare. Specie noi Italiani che

adoperiamo il Cristallo e che quando meno ce l’ho aspettiamo troviamo

il detto accessorio con una crepa…! Col Legno o Caucciù

si potrebbe fare una carriera con un sol becco.

Ma io personalmente sono di parere contrario, e sono per la

lavorazione del becco…insistendo che il Clarinettista deve lui stesso

metterselo a posto: nessun altro può mettere a posto questa cosa!

E’ naturale che parlando del Bocchino dovrò parlare anche dello

Strumento: sono due cose che vanno di pari passo. Farò una pagina

introduttiva con esempi di note ecc….

Anziché dire sempre Bocchino, chiamerò becco.che è un diminutivo e

più consono ai nostri discorsi. Pure i Francesi dicono: le Beck.

Chiedo scusa in anticipo se certe cose saranno lunghe e ripetute

più volte. E’ il lavoro in se stesso che porta a questo.

Il lavoro sarà lunghetto; e allora occorre molta pazienza.

Se anche fosse più lungo non si direbbe mai il tutto!

Ernesto Olivieri

 

[TBC006]

 

Trattato per lo Studio

del Bocchino per Clarinetto

(Studi di Ricerche)

 

PREFAZIONE.

 

Per tutta la mia vita di Clarinettista ho avuto l’idea di scrivere un

Trattato per il Bocchino del nostro Strumento. Lo ritenevo e ritengo

tutt’ora cosa essenziale! Ed ecco a fare del mio meglio.

Non pretendo di fare un lavoro letterario: lo Scrittore non è il mio mestiere;

mi accontenterò soltanto di mettere in evidenza le tante cose che la

mia modesta e lunga Carriera Orchestrale mi ha fatto vedere.

E’ ovvio che anch’io come tutti i Clarinettisti del mondo ho avuto una

Scuola e, oserei dire anche Buona. Ebbene, sù questa mia Scuola, ho costruito

le mie prime Basi; il resto è venuto in mè dall’esperienza della Professione.

 

Ecco dunque che non sto inventando niente di mio personale; un po’ di memoria

e tutto va da sé. Chi leggerà questo mio Trattato (ammettendo di riuscire

a farlo stampare…), capirà subito che intendo trattare il Classico

Clarinetto d’Orchestra Grande; detto questo, tutti possono leggere, studiare,

meditare….e al fin fine, ogni uno va per la propria strada: In altre parole:

dal più grande degli Artisti dello Strumento al più modesto, tutti possono

studiare e non c’è divieto per nessuno!

Le Case Editrici Musicali sono ben fornite di Studi e Metodi per Clarinetto

e, aggiungerei, di grandi Capiscuola; però, da quello che ho sempre

visto e che vedo tutt’ora questi Insigni Musicisti si sono dati molto da

fare per creare Studi di Tecnica e Virtuosismo…, ma pochi hanno parlato

del Bocchino del Clarinetto che è la Base prima dello Studio per il suono

di detto e tanto difficile Strumento! Se qualcuno l’ha fatto, è stato

un vento di sfuggita! Per tutta la mia vita mi sono sempre chiesto il

perché di questa dimenticanza? O forse dimenticanza in buona fede?

Il Bocchino è l’artefice numero uno del Clarinetto. Quel pezzetto di

Accessorio è la Fabbrica della voce del nostro Strumento: se quella è bella;

il Clarinettista è quotato! Se il suono è sgradevole, anche colla Tecnica

del Celebre Paganini, il detto Professore non ha nessun valore!!!!!

Questo è uno Strumento bello con la voce bella…caso contrario, è noioso!

Ho detto che tutti possono studiare e meditare…ecc. Però non impongo a

nessuno di mettersi a grattare o lavorare il detto Becco ammettendo che

uno non ne abbia la volontà! Lo deve fare quello che si sente portato

a farlo: Ma così restando se un Clarinettista arriva a conoscere bene

questa faccenda….gli sarà assai più facile anche negli acquisti dei suoi

futuri Bocchini che nella Professione purtroppo avviene.

Se poi un Elemento è anche Insegnante, ragione di più per capirla sempre

meglio questa difficile prassi! Problema Insoluto, diceva il Grande Prof…

Bianco Bianchini!

E ancora una considerazione. Se l’Insegnante di Oboe e Fagotto insegnano

ai suoi Allievi a farsi le Pive (Ancie), perché il Maestro di Clarino non

può insegnare anche a lavorare nei Bocchini per il nostro Strumento?

Mi pare che la logica ci sia e come!

Chiuderò col raccomandarmi di non fare mai tentativi di portare in

Orchestra dei Bocchini che non si conoscono…Calma, intelligenza e furberia!

Il Bocchino lo chiamerò alla Francese: il Becco (Le Beck). Più adatto

alle nostre conversazioni.

Ernesto Olivieri

 

[TBC007]

 

Trattato

Per il Bocchino del Clarinetto

(Studi di Ricerche)

PREFAZIONE

 

Per tutta la mia vita Clarinettistica, modesta ma assai lunga, ho sempre avuto

l’idea di arrivare a scrivere qualche cosa che parlasse di questo Accessorio,

che si chiama Bocchino. Fin da giovane, dello Strumento avevo capito

che per curare la voce del nostro difficile ed importante Strumento, la

cosa più importante era di conoscere il detto Bocchino (o Becco come

chiamano i Francesi). Da lì nasce il suono….quello è la Fabbrica della

voce del Clarinetto!

Anch’io come tutti gli Strumentisti ho avuto una scuola (non voglio peccare

di presunzione, ma direi Buona). Ebbene la Scuola prima, la lunga Professione

poi, ho completato le mie idee: Ecco dunque che non invento niente: un pò di

memoria e tutto va da sé…!

Le case Editrici Musicali sono ben fornite di Musica e Studi per Clarinetto;

però, da quello che ho sempre visto, questi Insigni Capiscuola hanno fatto

grandi Metodi creando difficilissimi Studi di forte Agilità…ma poche cose

hanno detto del Becco dello Strumento! E se qualcuno ha accennato qualcosa,

poi è scappato via di corsa! In un solo Metodo trovai qualcosa per il Bocchino:

un certo Blatt. Poi tutto fini lì. E anche a Scuola, benche il nostro

Insegnante fosse profondo nella Fisica del Becco, se io chiedevo qualche cosa…

egli cambiava discorso! Chiedere ad altri più anziani? …N N!!!!

Sembrava un Segreto di Stato! A questo punto, oltre la necessità di sapere…

mi rimase l’ansia di sapere o di arrivare a sapere a tutti i costi!!!

Il celebre Caposcuola Francese Klosé, in un suo Metodo descrisse la voce

del Clarinetto: deve essere: Dolce, Chiara, Pastosa e Molle….!

A parte che il problema è tutt’altro che facile, se aggiungiamo le Ancie che

si compera oggi giorno….la faccenda diventa seria e assai difficile!

Chi leggerà questo trattato capirà che intendo trattare il Classico Clarinetto

di Grande Orchestra, però non c’è divieto per nessuno: tutti possono

leggere, studiare, meditare…e al fin fine, ogni interessato potrà tirare le

sue somme…e poscia andare per la propria strada. Sì, perché le Scuole del

nostro Strumento sono tante che sarebbe impossibile pretendere che tutti

condividessero le mie idee. Vi era e non so se esista ancora…il sistema

di suonare coll’Ancia sopra. Questa è una. C’è chi parla di spingere non

con i Polmoni e naturale come quando studiavamo noi, bensì col Diaframma…

ecc. Comunque sia i sistemi e le Scuole, si deve sempre suonare con

un’Ancia poggiata sul Piano di un Bocchino. Perciò credo sia bene che quelli

che non si sono mai interessati di questa cosa; se quì leggono…potrà portare

grande vantaggio anche solo negli acquisti dei Bocchini che avranno

bisogno nella loro Professione.

 

Prima di chiudere questa preparazione allo studio, farei due raccomandazioni,

la prima è di credere a quello che quì scrivo! Questo è frutto di anni

ed anni di Professione e di esperienze!

In secondo luogo: non si faccia mai esperimenti in corso di forti impegni!

Le prove e gli esperimenti si facciano in giorni di riposo oppure in

tempo di Ferie. E aggiungo: Ance Nuove a Bocchini nuovi. Non si adoperi

Ance Vecchie in Becchi nuovo! Non combinereste mai niente!

Auguro a tutti quelli che vogliono dedicarsi a questo Studio: un buon lavoro

e molta calma…e tanta pazienza!

Potrà dedicarsi alla lavorazione dei Bocchini chi è portato e chi ne ha la

volontà…Chi non è portato: non lo faccia! Io non istigo nessuno di mettersi

a grattare il Piano dei Bocchini! E’ cosa grande anche ad arrivare.a

conoscere bene questo importante Accessorio!

Ernesto Olivieri

 

[TBC008]

 

Padova, Via Jacopo da Montagnana 13 bis. Maggio 1973

Trattato per il Bocchino del Clarinetto

tudi di ricerca e Mistero del Bocchino?... .)

-------------------------

Prefazione.

 

Per tutta la mia vita di Clarinettista ho avuto la volontà di

scrivere un Trattato per il Bocchino del nostro Strumento; ora che

sono in pensione e a riposo, mi accingo a farlo.

Non ho la pretesa di fare un lavoro Letterario: la scrittura non è

il mio mestiere: Mi accontento di mettere in evidenza le tante

cose che la mia Professione mi ha insegnato: (Modesta Professione

ma assai intensa). E’ ovvio che prima della mia carriera Orchestrale

ho avuto una Scuola (se mi è permesso direi anche buona), E questa

è stata la prima base. A questo punto aggiungo i quaranta e più

anni di professione…Ed ecco la completa (o quasi) conoscenza

del Bocchino del nostro Clarinetto.

Il mio Insegnante conosceva questo accessorio alla perfezione…

Forse anche per questo, ho ereditato le idee del mio Insegnante

e la volontà di studiare il detto arnese.

Senza dubbio non sono io il primo a trattare questo difficile e

tanto discusso problema. Comunque io dirò il mio parere.

Le case Editrici Musicali sono ben fornite di Studi e Metodi per

Clarinetto, e aggiungo di grandi Autori. Ma ho sempre visto e vedo

tutt’ora che questi capiscuola si sono dati molto d’affare per

creare studi difficili e di virtuosismo…, ma ben pochi hanno

approfondito lo studio del Bocchino del nostro Strumento; che è tanto

importante! Se qualcuno l’ha fatto, è stato solo di sfuggita.

Prima della grande Tecnica, ritengo necessario curare il suono,

che è la base di tutto! Un Clarinettista con una grande Tecnica

e un brutto suono, non ha valore. Il Clarinetto è bello se è suonato

con una bella voce, caso contrario è uno spiffero noioso!

Per arrivare a questo occorre conoscere molto bene il Bocchino:

(Questa è la Fabbrica della voce del Clarinetto)

E’ logico e fuori dubbio che intendo parlare del Classico Clarinetto

d’Orchestra: del Professore di Clarinetto.

Detto questo; non c’è divieto per nessuno: tutti possono leggere

e meditare… poscia ognuno và per la propria strada.

 

[TBC009]

 

Pregherei di non correre colle idee…e non fare facili e inutili

discussioni! Si vada adagio…si legga bene quello che scrivo….si

mediti….e col tempo si metta in pratica quello che man mano si

può. Dico quello che si può perché durante gli impegni certe prove

non si possono fare. Si faccia prove ed esperimenti in corso di

Ferie e in giorni di riposo! Non si porti in Orchestra dei Bocchini

che non si conoscono! Guai se questi hanno il difetto di fischiare!

Ho detto che tutti possono leggere il presente Trattato. Mi riferisco

a quelli che non credono alla lavorazione a mano dei Bocchini. A giudizio

di certi Clarinettisti solo con le macchine possiamo venire

in possesso di Bocchini perfetti. Dovrebbe essere così; ma in pratica

è al contrario: Ve ne sono di quelli, venuti dalla Fabbrica,

che possono andare anche senza farci niente; ma questo è una

percentuale minima. Il 90% dei Bocchini dobbiamo aggiustarli da noi.

Ammettendo che un Clarinettista non volesse dedicarsi a questi

esperimenti e a questo lungo e noioso lavoro, leggendo questo o

quell’altro Metodo del genere….è sempre una buona pratica che

potrà servire anche nell’acquisto di questo arnese…Peggio è

se uno non lo conosce affatto!!!

E’ più che naturale che parlando del Bocchino dovrò parlare anche

dello Strumento: sono due cose che vanno di pari passo. Farò anche

una pagina Introduttiva con diversi esempi…ecc., ecc.

Nelle nostre future conversazioni chiamerò Becco, anziché Bocchino:

Diminutivo più adatto ai nostri discorsi.

Anche i Francesi lo chiamano: le Beck.

Chiedo scusa in anticipo se i discorsi saranno lunghi e certe

cose ripetute. E il lavoro in se stesso che và così.

Il detto lavoro è più complesso di quello che si può pensare.

E allora la medicina più adatta è la Pazienza!

Ho detto che il lavoretto è lungo: Credetemi, che se fosse anche

più lungo, non si arriverà mai a dire il tutto!!!

Raggiungere la perfezione è difficile! Ecco allora che le cose

sono lunghissime anche da prendere in considerazione.

Non si dimentichi la seguente parola: Mistero del Bocchino!

 

Ernesto Olivieri

 

[TBC010]

 

PAGINA INTRODUTTIVA

 

I Clarinettisti interessati che consulteranno questo Trattato,

sanno ugualmente quali sono le note del Clarinetto

che per legge fisica hanno tendenza alle stonature,

ma per regolarità, metto uno specchietto mettendole in

evidenza..Quando un Clarinettista ha studiato

bene… e che ha in mano un buon istrumento e un

ottimo Bocchino, può intonare bene con gli altri Strumentini

e stare in Orchestra in santa pace.

Se il Becco non và bene, il più delle volte, fa stonare

lo Strumento e allora, tocca a noi provvedere…colmando

le lacune. Ci vuole pazienza e coraggio.

-------------------------

Quando si compera un clarinetto, o si prova qualunque Strumento

del genere, la prima prova si fa nelle dodicesime, poi nelle

ottave.

Dodicesime

[Music omitted]

Se vanno bene

queste, sarà

giusto anche

le ottave

Ottave

[Music omitted]

Note del tubo di scarico

[Music omitted]

Se queste note fossero un po’ calanti

si possono intonare allargando il

barilotto e un po’ il pezzo di sopra

verso il portavoce: Ma si vada da un

Fabbricante…! Ci vogliono i ferri…!

--------------------------

Note dello Chalumeau

Se questo registro

fosse crescente,

si deve allargare la

camera del Bocchino.

Non si esageri!

 

 

011-020

[TBC011]

 

Pagina 1

 

Prima di entrare nel vivo delle nostre ricerche, vorrei fare qualche

raccomandazione. La prima: invito i lettori e studiosi del presente

Trattato, a credere quello che stò scrivendo. Questo è frutto di tantissimi

anni di studi ed esperienze, osservando anche le minime cose.

Mi rendo anche conto che da un Clarinettista all’altro vi potrà essere un

po’ di differenza nelle idee. E questo non è una meraviglia poiché non proveniamo

tutti dalla medesima Scuola: Scuola e abitudine può formare qualcosa

di differente… ma lontano non possiamo essere perché abbiamo in mano

il medesimo Strumento Musicale e, alla fine, è sempre la medesima Professione.

Secondo: non solo dovete credere a quello che ho scritto io, ma dovete

avere fiducia anche in voi stessi; caso contrario non farete mai niente!

Se si sbaglia? Sbagliando s’impara! E’ lostesso di quella gente che

di qualunque argomento si stà parlando…ribattono di continuo: che sono

balle! Ebbene; questa gente non imparerà mai niente rimanendo in vita

ignorante! Vi sarà delle cose che io ripeterò più volte. E’ il lavoro stesso

che comporta le noiose ripetizioni. Tutt’al più, chiederò scusa in anticipo!

Questo lavoro, nel complesso, potrà apparire complicato, ma se consideriamo

bene lo scopo di mettere assieme il tutto, i problemi rimangono solo tre:

curare bene l’intonazione, questo deriva dallo Strumento; il Bocchino,

che è il perno delle nostre ricerche e le Ancie. Questo trio di cose, formano

lo scopo di Questo Trattato. Se riusciamo di risolvere questi problemi,

potremo portarci in Orchestra lavorando decentemente in tranquillità!

Per quanto riguarda lo Strumento, ci si attenga a quello che ho detto nel

foglio precedente. Per il Bocchino, vedremo in seguito. Vorrei soffermarmi un

pò parlando delle Ancie, che si è costretti a comperare oggi giorno.

Andando alla compera di Ancie, si dovrebbe fare il Segno della Croce come

andare davanti a Gesù Cristo…tanto è disonesto questo commercio!!!!

Parte di questa nera faccenda è cosa naturale che non ci sarà mai nessuno

a mettere fine a questo insoluto problema. A meno chè non si arrivasse a

creare delle Ancie artificiali di altra materia?... Chi vive vedrà?

Il legno delle Ancie: Canne di Bambù,.non è un legno uguale a tutti gli altri

legni: Qualunque legno noi osserviamo…vediamo i pori attaccati formando

una parete continua. Il Bambù delle nostre Ancie, al contrario, parte dal

tallone di ogni canna quasi fino alla vetta delle vene, queste vene saranno

loro stesse che sostengono il suono e che addirittura sono loro che

vibrano. Queste vene sono lunghe per tutta la durata della misura dell’Ancia

ed essendo loro le protagoniste di tutto; guai se l’Ancia fosse appoggiata

su un Piano imperfetto e fatto male. In tal caso: o suona male, o viene fischi

a non finire! Questa è la natura delle nostre Ance: Poi c’è la riuscita della

fattura… Anche il Fabbricante di Ancie per Clarinetto non si può condannarlo

al 100%. Brutto a dirlo, ma fenomeno naturale! Però questo fenomeno

porta a impazzire quelli che suonano il Clarinetto…coll’identica cosa

di un qualsiasi uomo che entra in un Ristorante ed ordina una pastasciutta,

(pagando prima. Le Ancie si pagano a scatola chiusa), poi il cameriere

porta al detto signore il piatto ma non pieno di paste, bensì di sabbia!

Siamo a questo livello. Ecco perché è necessario conoscere bene questo

nostro Attrezzo del Bocchino; e allora un pochino ci salveremo meglio.

Più di una volta sentivo dire che nel prossimo Concerto veniva un Maestro

un pò salato……e con un Programma difficile. Mi precipitavo in un Negozio

e acquistavo un paio di scatole di Ance nuove. A casa che ero non ne suonava

neanche una! E finiva che dovevo trovare Ancie vecchie…..Addio le mie

20.000 o 30.000 lire!!!! Questa è la Professione del Clarinettista.

Cercheremo, come ho già detto, di perfezionare il nostro Bocchino….in modo

di rendere.più leggero il nostro lavoro. In altre parole: meno fatica e buona

riuscita.

 

[TBC012]

 

Pagina 1.

Prima di entrare nello studio delle nostre Ricerche, vorrei

ripetere (se mi è consentito) quello che già ho detto nella Prefazione

aggiungendo una raccomandazione, cioè: di credere quello che dico

perché questo è frutto di prove e riprove…..di una vita intera vissuta

col Clarinetto in mano controllando ogni particolare. Se per caso qualche

piccola cosa non combinasse coll’idea di un altro Clarinettista… Senz’altro

o è per natura diversa, o Scuola…..Ma non potremo essere lontani,

Qualche volta ho assistito a dei ragionamenti di gente abbastanza competenti

i quali ammettevano che pure nel nostro Strumento la voce deve essere di

Natura, caso contrario, non c’è nessun modo per fare tirare fuori ad un ragazzo

una voce d’Orchestra! Non cancello l’ipotesi, ma neanche l’ammetto!

Un giovane che studia canto: o Tenore, o Soprano; non ha importanza

il ruolo del Cantante: Questi si se manca la voce naturale, che viene dalla

gola… non può studiare! Ma per studiare un istrumento come il nostro, direi

che il 70% lo possono fare; a patto che abbiano la musicalità e la volontà.

E lo Studio che stiamo per fare è fatto apposta per curare il suono del

nostro Clarinetto.

Come ho detto ripeto: il Bocchino è l’arnese che fa fare bella figura, se va

bene, e brutta se rende lo strumento stonato. Questo Accessorio è come le

persone del mondo: non c’è un Bocchino uguale all’altro! Ci sarà poco, ma non

sono uguali l’uno dell’altro: Ed è proprio queste differenze che portano a

dei cambiamenti…

Chiamerò il Bocchino del Clarinetto alla Francese: le Beck: Più consono ai

nostri discorsi.

Il Clarinettista in genere ha bisogno di un Bocchino intonato: e questa è la

cosa più importante. Ma ha bisogno anche di un Becco che abbia la punta fatta

bene in modo che passi senza sforzo la colonna del proprio fiato in modo di

avere una certa libertà di azione. Per avere questo, occorre stare attenti

nell’acquisto di un Becco. Mai comperare dei Bocchini colla punta troppo

grossa molto materiale nella scarpata sottostante all’orlo. Specialmente se

poi ci si lavora….Lavorando s’allarga l’orlo, s’allarga tutta quanta la punta

e in tal caso, passerà la colonna d’aria con più sforzo e meno spontanea.

Malgrado che questo nostro Clarinetto sia uno strumento assai difficile…

ma se lo strumento è fatto bene e il Becco abbia i requisiti di cui ho

parlato, il Clarinettista può lavorare con tanta calma e anche molta libertà!

 

Se noi comperiamo un Becco e che poi risultasse un po’ calante…possiamo

arrangiarci tagliando un po’ il Barilotto. Se però possiamo, evitiamo di

accorciare il Barilotto. Non solo nel Bocchino si può curare l’intonazione, ma

anche nel Barilotto. Semmai si provi parecchi Barilotti e di svariate misure….

E se, viceversa, il Becco che abbiamo per le mani fosse crescente, si può

allargare la camera del Bocchino. Operazione facile se si tratta di un Becco di

legno o di Caucciù; ma difficile se è di Cristallo! Comunque, si trovi un pezzetto

di legno e si lavori sino a portarlo ad un bastoncino della misura che entri

dentro la camera del Becco; quindi ci si arrotola della carta smariglia e

si consumi del materiale nella camera del detto Becco. Cercare di controllare

….e non andare oltre!

 Sempre nell’acquisto di un Bocchino, è necessario stare

attento non solo come ho detto di non essere troppo grosso nella punta….ma

anche di non essere troppo largo nella punta. Se così fosse e che ci si lavorasse,

si può correre il pericolo che se la punta è troppo larga potrebbe

passare qualche spiraglio d’aria…tirandosi dietro il maledetto fischio.

 

[TBC013]

 

Pagina introduttiva

 

Prima di cominciare il Trattato è molto importante dare uno sguardo

alla Fisica del Clarinetto. In tal caso, potremo meglio orientarci

lavorando con fiducia e persuasione. Caso contrario, potremmo

trovarci a non sapere se il difetto di una data nota, o zona di

note, è il becco o se è l’istrumento?

Se noi abbiamo la fortuna di avere in mano un buon istrumento;

senz’altro le ricerche del becco riusciranno più facile.

Secondo il mio criterio ed esperienza, cercare la perfezione nei

nostri strumenti (perfezione d’intonazione….), è cosa assai

difficile! Se non fosse una parola al quanto pessimista direi:

impossibile!!! Gli strumenti a fiato, in special modo il nostro: il più

ben riuscito e più intonato; è il meno stonato. Arrivato a questo

punto; tocca a noi, coll’ingegno e le orecchie….intonare le note

in modo da poter stare in mezzo agli altri strumenti…lavorando

facendo la Professione. E allora è di capitale importanza andare

verso la perfezione del.Bocchino; che, ripeto; da lì nasce il suono.

Ma torniamo all’istrumento: Se un giorno ix, vogliamo andare in un

negozio per l’acquisto di un becco; quasi sempre ci portiamo con

noi il clarino per fare, sia pur lieve, ma una prova… del becco

nuovo che desideriamo acquistare: Se conosciamo bene il clarino

che con noi portiamo; il problema è solo quello del becco.

Perché lo strumento vada bene e non si corra a degli altri errori di

calcolo….Si osserva le medesime note, stando molto attento se le

Dodicesime sono giuste.

[Music omitted]

Si stia attenti alla nota superiore di queste Dodicesime che da

quì si sente il difetto dello strumento. Questa nota superiore, si

deve sentire buona anche senza sforzarsi colle labbra.

In una compera di istrumento, se non ci fidiamo di noi…o delle

nostre orecchie: si porti una persona molto pratica e con delle

orecchie abituate a questo controllo. E indicato un Timpanista, o

un accordatore di Pianoforte. Ai miei tempi tutti andavano dal

 

[TBC014]

 

Celebre Timpanista: Leone Bompani. Egli aveva due orecchie che

spaccava l’impercettibile! Peccato che non c’è più!!!

Controllare bene queste note.

Queste quattro note si trovano [Music omitted]

nella zona del tubo di

scarico, chiamato. Sono solite a calare anche dalle Fabbriche più

rinomate del Mondo.

Qualche clarinettista riesce da sé ad aggiustarsele: allargando

qualche foro. Ma è un azzardo. Le Fabbriche, al contrario, toccano

il pezzo superiore dall’incastro fino verso il cannello del

Portavoce; e anche un po’ nel barilotto. Spesso si può rovinare un

Istrumento. E, in fine, guardiamo le note dello Chalumeau, che sono le

Seguenti.

[Music omitted]

Queste note, ripeto, dello

Chalumeau, sono le più difficile da intonare; la nota in terza riga

chiamata: Si b; non solo è difficile da intonare, ma anche la più

brutta: alle volte addirittura Tisica. Eppure, con un buon clarino,

un buon becco e un’ancia buona; questa zona di note sono le più

caratteristiche ed interessanti del Clarinetto.

Tornando alla nota Tisica del Si b in terza riga, se si vuole si

può cambiare il cannello del portavoce…andando verso il

meglio; e ci si può andare. Occorre tanta pazienza!!!

Questo è il quadro generale dello strumento; ben’inteso nel grosso

modo. I piccoli particolari si trovano studiando e suonando in

Orchestra.

A questo punto si deve mettere assieme due cose;

strumento e Bocchino: Cerchiamo di lavorare con calma e senz’altro

riusciremo. Ma non mi stanco: pazienza assai!!!!

Ernesto Olivieri

 

[TBC015]

 

Pagina 2

 

Penso che nella Prefazione mi sia fatto capire bene circa di avere

sempre avuto la grande volontà di parlare e quindi di scrivere

parlando del Bocchino per perfezionare lo studio del nostro Strumento, ma

non per la brama di un guadagno di denaro.

Da studente, benché il mio Insegnante fosse profondo in materia; egli non

ne parlava mai. A chiedere…nessuno parlava! Ecco perché in me mi si formò

questa fissazione…di dire tutto quello che sapevo…anche più se potessi!

Ho l’idea che questo Trattato possa servire più ai giovani che agli anziani

Clarinettisti. Questi ultimi sono già piazzati in Orchestra e camminano

colla sua abitudine. Però, sia gli uni che gli altri, hanno sempre a che

fare col medesimo Strumento e Professione.

La vita del Clarinettista in Orchestra impone tantissime cose e trà queste

anche il bisogno improvviso di correre ad acquistare un nuovo Bocchino.

Specie noi Italiani che suoniamo quasi tutti col Becco di Cristallo…e

a causa anche solo di un piccolo urto…possiamo trovarci col Bocchino rotto.

E cominciando da questa combinazione, è necessario una buona conoscenza

di questo Accessorio. Nel caso detto di una rottura…e che il giovane Artista

abbia vicino il suo Insegnante, questi gli può aiutare: Ma se il ragazzo

si trova lontano? Comunque sia, la prima cosa da imparare è quella di

conoscere il Becco anche solo nei dettagli più elementari…e appunto, di una

compera improvvisa. Premetto che quando si va in Professione già si dovrebbe

avere una scorta di Bocchini; almeno due. Con tutto che mi sono sempre

interessato di questa cosa, nella mia Professione mi sono trovato un paio di

volte col Becco rotto e senza scorta. Eppure ho sempre provveduto.

Nella mia vita ho conosciuto degli ottimi Clarinettisti che non si interessavano

di questo Problema, ma che erano dotati di buon gusto e riuscivano a

salvarsi da queste situazioni critiche. Anche qualche Insegnante che non

dava tanto peso al fattore Bocchino. Benedetti loro!

Un buon Clarinetto è una cosa bellissima! Un buon Bocchino è cosa Divina!!!

Non a torto: qualcuno ha detto che un Becco riuscito bene…vale più dello

Strumento! Ma questa affermazione non si può dirla a tutti, si correrebbe il

Rischio di una parolaccia…!

Durante tutto il corso della Professione l’artista ha bisogno di studiare,

e non solo per stare in esercizio, bensì per vedere di salire…a dei progressi.

Considerando che in taluni periodi, pure studiando, e fatica anche a

rimanere al proprio livello. Salute un po’ malferma…Denti messi male…

Stanchezza fisica e di Labbra…ecc.

Se uno come noi lascia lo Strumento…Finisce che lo Strumento lascia

lui!

In sostanza, cosa brama e che cosa vuole il Clarinettista? Risposta:

L’uomo che tiene in bocca il Becco dello Strumento, ha bisogno che l’Ancia

vibri bene e che la colonna del fiato cammini senza intoppi; solo così verrà

un buon suono e con una certa libertà d’azione. Guai se manca questa

libertà…! Se disgraziatamente si deve buttar dentro il fiato colla prepotenza,

diventa più difficile anche i Passi d’Azzardo. In queste condizioni

ci si potrebbe trovare, o per un’Ancia pessima; per Becco difettoso. Per lo

Strumento che sfiata; oppure se noi siamo in balia della Febbre…e colle

labbra gonfie. Cerchiamo di sapersi arrangiare il nostro Bocchino…e

lavoreremo bene e tranquilli.

I Francesi chiamano l’Artista che aggiusta i

Bocchini: Le Pianoista. L’Artista del Piano del Bocchino.

Nel breve soggiorno a Parigi, imparai tantissime cose di questo

Accessorio!

Coraggio e pazienza!

 

[TBC016]

 

Pagina 3

 

Sembrerebbe un’eresia ai giorni nostri dopo che la Scienza ha

fatto tante conquiste: (la vera conoscenza della Luna…) Parlare di problemi

per fare suonare un’ istrumento come in nostro Clarinetto…Eppure, ci

sono e come! Però noi Clarinettisti non siamo i soli a lamentarci e a

brontolare perché sovente in Orchestra non possiamo fare il nostro dovere

come vorremmo. Vi sono anche gli Oboisti e i Fagottisti a dire altrettanto;

pure loro maneggiano uno strumento ad Ancia. Per la verità, questi due

Strumenti hanno l’Ancia doppia che, come sappiamo, consiste nel mettere

assieme due palette, ben congeniate, quindi legate assieme creandone una unica.

Ecc. ed ecc. Per la verità, tutti gli Strumenti d’Orchestra hanno il suo castigo,

ma i nostri ad Ancia alle volte… diventa un castigo assai brutto!

Eppure se noi avessimo delle Ancie discrete, (non dico buone perché non

esistono più) a suonare il nostro Clarino sarebbe un gioco. Il Clarinetto è di

emissione più facile dell’Oboe e del Fagotto. E questo lo dimostra quando i

ragazzi cominciano a studiare gli Strumenti ad Ancia. I ragazzi dei Clarinetti

fanno presto a fare il suono e le scale: Oboisti e Fagottisti, mettono

molto più tempo anche solo per impostare il suono…!

Da parte nostra abbiamo il problema del Bocchino: Difatti, questo mio Trattato

parla quasi interamente del Bocchino del nostro difficile Strumento.

Si tratta di poggiare un’Ancia sul Piano del Becco e tirare fuori la voce

naturale dell’Istrumento. Sono due cose che si uniscono e che devono essere

perfette, caso contrario, non viene fuori niente di buono!!!

Pensiamoci un po’ cosa vuol dire di unire due Piani: quello del Becco e quello

dell’Ancia…e pensare di avere un bel suono…che per avere questo, i due

Piani devono andare bene fino al punto che questo pezzo di legno deve vibrare

liberamente come fosse da solo….Supponiamo che i due Piani potessero

parlare (cosa impossibile…ma, ipotesi). Il Becco potrebbe dire all’Esecutore:

dammi un pezzo di canna buona e io farò il mio dovere! Allora potrebbe

intervenire l’Ancia dicendo: se mi dai un bel Piano perfetto…io lavorerò fino

a farti impazzire di gioia!!! Se noi ci pensiamo bene, il problema non è facile!

E colle Ancie di oggi giorno, un povero Clarinettista che deve lavorare

con degli impegni assai impegnativi…il detto problema diventa pesante!

Ho detto e ripeto che chi avesse Ancie discrete il nostro Strumento si

suonerebbe bene. Se però noi ci pensiamo, il commercio delle Ancie non potrà mai

essere come tutte le altre cose che noi comperiamo. Se i Fabbricanti di Ancie

facessero solo Ancie buone; ammettendo che potessero…? Guadagnerebbero molto

poco! Mettiamoci in testa che con questi Strumenti ad Ancia, dobbiamo avere,

fin da principio, una gran dose di pazienza…e non sarà mai troppa!!!!

E torniamo al Bocchino.

A questo punto mi viene davanti l’impegno di un’Insegnante che abbia dei

ragazzi da impostarli…e altri da mettere agli Esami di diploma ecc.

E anche un’Insegnante non può, alle volte, fare miracoli…! Se però i genitori

degli Alunni hanno mezzi sufficienti…il problema è assai meno difficile…

Con dei soldi si cammina meglio verso la perfezione.

Se si conosce discretamente il Bocchino e la Sua Fisica, è meno difficile

la scelta che si potrà fare in un Negozio negli acquisti…quando vi è il

bisogno.

Da quello che ho visto io nella lunga carriera che ho fatto, la

maggior parte dei Clarinettisti, si aggiustano loro stessi il loro Bocchino.

Sì perché può essere anche una esigenza personale che abbiamo ognuno di noi.

 

[TBC017]

 

 Pagina 4

 

Mi pare di aver già detto che frà Professore del nostro strumento

e giovane studente (sempre di Clarinetto) non vi sarebbe stato nessuna

differenza in quanto tutti e due maneggiano il medesimo arnese Musicale,

quindi i problemi sarebbero gli stessi. In questo momento, pensandoci

bene, arrivo a dedurne che la posizione del giovane studente è assai più delicata.

Ed è così perché è la materia stessa dello studente in Musica che dà

meno affidamento e quindi anche meno aiuto; sia morale che materiale.

E’ bene precisare che qualunque studente e, in qualunque materia; sono sempre

con pochi soldi in tasca…o, addirittura c’è chi salta i pasti!

E questo l’ho visto non solo in Italia, ma anche all’Estero: Sarà il destino

dello studente del mondo intero. Ma lo studente in Musica in particolare.

Ed ecco un buon esempio. Se un giovane va ad iscriversi all’Università (specie

In medicina)…La famiglia, i parenti, gli amici e tutto il vicinato, fanno

una gran festa! Al contrario, se un giovane con delle bellissime doti Musicali,

riesce ad iscriversi ad un Conservatorio Musicale…Viene giù il mondo

delle critiche! Siamo d’accordo che il contenuto di questa faccenda, ha

per base molta ignoranza! Però non toglie che se il ragazzo è criticato…

strada facendo è anche meno aiutato. Vi è le prime malelingue a dire che

questo giovanotto suona Musica che non si capisce niente!! E di seguito gli

scivola la critica di dire che è un pallone gonfiato…e che spende dei soldi

per niente! La lista delle improperie sarebbe lunga…

Ecco perché il giovane studente anche di Clarinetto, il più delle volte non è

aiutato. E termino ripetendo che questo giovane studente in Musica di qualunque

strumento o facoltà Musicale; meriterebbe un aiuto particolare.

Da sottolineare che intendo parlare dello studente in Musica che abbia

veramente le qualità. Se i Genitori di uno studente del genere non sono convinti..

che il figliolo abbia le qualità, si porti dall’Insegnante…e fa presto a

sapere se il ragazzo ha o nò le qualità per tale studio. Se è anti Musicale,

il giovane cambierà in un’altra cosa…e non cade il mondo per così poco!

Da qualche anno a questa parte, si sente dire che qui nella nostra bella Italia,

dove è nata la Musica e l’Arte Musicale, che non abbiamo più sufficienti

giovani Orchestrali per sostituire gli anziani che a sua volta se ne vanno

in pensione. Vedi Teatro Scala di Milano…Ed altre Orchestre.

Se noi cercheremo di aiutare questi giovani…un giorno potremo avere degli

elementi giovani in grado di metterli non solo alla Scala di Milano; ma di

mandarli, come era una volta, in tutto il mondo. Io mi domando: i Ministri di

Belle Arti e Cultura le sanno queste cose quì?

Non tutti sanno che il nostro Clarinetto è, fra gli Strumentini d’Orchestra,

uno degli strumenti più giovani: forse il più recente che sia stato portato

in grande Orchestra. All’epoca di Johan Sebastian Bach, il Clarino non

l’avevano messo nelle Partiture. Il primo, o diciamo, uno dei primi fu Mozart

a comporre il Concerto in La maggiore per Clarinetto e Orchestra.

In seguito, non solo l’hanno messo in tutte le Partiture, ma lo mettono e come

lo caricano. E’ uno strumento di molta risorsa perché ha una grande

estensione. I cosiddetti Strumentini d’Orchestra sono: Flauti e Ottavino. Oboe e

Corno Inglese. Clarinetti e Clarinetto Basso. Fagotti e Controfagotto. E anche

i quattro Corni giocano assieme. Beato o beati quelli che giocano meglio!

A questo punto il gioco dell’impegno Orchestrale, non è solo di parità…

ma può essere concorrenziale… Chi più ne ha più ne mette!

Ecco perché anche il Clarinettista anziano si trova nel bisogno di fare

delle ricerche e poscia andare verso sempre più alla perfezione.

La ricerca del meglio; interessa a tutti in questa professione!

 

[TBC018]

 

Pagina 5.

 

E per andare alla ricerca del meglio, ammettendo che riuscissimo,

occorre studiare, darsi daffare, interessarsi e via dicendo…

Come punto di partenza la prima cosa è di conoscere le lettere Fisiche

che può essere la chiave di partenza d’entrata dello studio stesso.

Queste lettere Fisiche applicate sulle posizioni più importanti del Bocchino,

le vidi per la prima volta in un Metodo per Clarinetto di un’Autore di

nome Blatt. (Forse Austriaco o di razza Tedesca). Questo doveva essere

un conoscitore profondo del Bocchino del Clarinetto.

Parlare di andare verso il meglio…e alla più perfetta perfezione, può

sembrare un termine vanitoso. Nella nostra Professione e con tale istrumento

per le mani, è necessario anche una dose di vanità; caso contrario, potremmo

apparire freddi e di scarsa iniziativa: Questa è una ragione. La seconda

possiamo ammetterla in quanto: gli altri Strumentini d’Orchestra; non sono

solo i nostri amici di lavoro; bensì e in taluni momenti: i nostri concorrenti.

Ecco perché non dobbiamo mai fermarci di studiare e perfezionarci.

E aggiungo che in Orchestra può sempre presentarsi cose nuove: E ne cito una.

Basti solo che un bel giorno venisse un Nuovo Oboista, che è quello che dà

il La dell’Accordatura, e che costui avesse un Corista un po’ diverso dal

precedente, che fosse un po’ più alto e che noi non arrivassimo al suo Diapason..

come facciamo? Se si vuole lavorare e stare in pace… dobbiamo risovere anche

questo Problema! Per fortuna adesso, in quasi tutte le Orchestre, hanno

il Diapason che attaccano alla Corrente e tutto il complesso si orienta lì.

Ed è finito le discussioni!

Il nostro strumento, oltre alle beghe delle Ancie, dei Cuscinetti, delle Molli

e via dicendo…e anche un’Istrumento Traspositore. E qui, si voglia o no

l’impegno è maggiore. E più di noi sono i Corni e le Trombe. Quelli debbono

leggere in tutte le Chiavi. Il perché di questi Trasporti, non c’è bisogno

che io lo scriva perché quelli che leggeranno quì lo sanno ugualmente.

I profani di questa faccenda; e qui dentro vi è anche qualche Direttore di

Orchestra, si lavano la bocca strombazzando che i Trasporti sono solo questioni

di studio e di abitudine…ma che in fondo non è niente. Meglio non

rispondere a questi…! Dirò soltanto che il Repertorio Lirico, quasi si

può farlo col solo Strumento in Si B. Mentre invece nel Sinfonico occorre

Anche il Clarinetto in La; più facile e di molto più rendimento!

In un Concorso fatto a Roma che io pure ero uno dei tanti: Quello.che

esaminava; chiedeva se avevamo il Clarino in La? Un giovane, un po’ superbo,

rispose che era cosa superata…e che non occorreva. Morale della favola:

misero un Pezzo Sinfonico in La di una difficoltà enorme…e lui fece

cilecca! Contro natura non ci si può andare!!!

A proposito del Clarino in La. Anche i Fabbricanti mi hanno detto che è un

Clarinetto difficile da fare perché ha delle misure troppo diverse del normale;

sarà vero? Non lo so! Io ho constatato che quell’Istrumento si deve

suonarlo spesso se no dà sempre l’impressione che sia stonato anche se và

bene.

Il Concerto di Mozart in La Maggiore per Clarinetto e Orchestra,

è bello con questo Strumento. Tutte note Reali e comode. Quelli che l’hanno

fatto sapevano il fatto suo assai più dei chiacchieroni inutili!

Non sembra, ma questa è una Professione difficile!

 

Sempre a proposito dei diversi Clarini, mi è stato detto che in molte

Orchestre Straniere, Russia in special modo, portano in Orchestra pure il

Clarinetto in DO. Non è una meraviglia: Se nei Concerti Branderburghesi di

Bhach vanno ad eseguirli con la Trombina in Mi B piccola; possono adoperare

pure il Clarino in DO.

 

[TBC019]

 

Pagina 6

 

Dopo aver visto un pò le caratteristiche e anche i difetti del

nostro Strumento, passiamo nel vivo delle nostre Ricerche; che è il

Bocchino.  Ed è per questo che m’impegno di scrivere il presente Trattato.

Per capire bene questa faccenda, dovremmo essere ad una lavagna con

Un gesso in mano e studiarla come i ragazzi delle Scuole Elementari la

carta Geografica dell’Italia. Scritta in un pezzo di carta come quì, non so

se riuscirò di farmi capire? Comunque farò del mio meglio.

A questo punto parlerò del Clarinettista in genere: del Professore già in

Orchestra e del giovane che se non è al suo posto……sta per andare.

Tanto l’Arnese che adoperiamo e sempre lo stesso.

Quali sono le ragioni dell’istrumentista ix che non è contento del suo

Bocchino? E’ una parola anche rispondere a questa domanda.

Dico questo perché se noi interrogassimo mille Clarinettisti; novecentonovantanove

si lamenterebbero…e non sarebbero contenti di quello che hanno

in mano anche da parecchi anni. Questo è in via di massima, ma se noi andiamo

nei particolari, come ad esempio il difetto del fischio… a questo punto,

non solo se il Clarinettista si lamenta ha mille ragioni, ma urge prendere

dei provvedimenti. Se si trattasse di uno che studia, allora deve essere

l’Insegnante ad aggiustarlo…oppure a comprarne uno dei nuovi: Se è uno già

in Professione, deve essere lui stesso a provvedere…

Citare tutto quello che l’esecutore vorrebbe, sarebbe lunga la lista.

Come già ho detto: nei difetti, urge muoversi…e tirarli via al massimo!

E se noi vogliamo andare verso il meglio facendo dei progressi…cercheremo

di fare degli esperimenti, delle prove, mettendo in atto tutto il nostro ingegno.

A tal punto dobbiamo stare attenti a non rimanere fregati … Anziché

migliorare le nostre doti Artistiche; guai se dovessimo andare peggio!!!

Ecco perché ho detto anche nella Prefazione: non si faccia mai delle prove

e degli esperimenti in corso di forti impegni!

Prima di cominciare a lavorare in un Bocchino, o anche prima di un

cambiamento di questo Accessorio, assicuriamoci che i Cuscinetti vadano bene…

e che lo Strumento non sfiati!!! Poiché un fischio può venire, come solito,

dal Becco; ma anche se un cuscinetto perde. Attenti che questi due fischi

sono diversi l’uno dall’altro!

Nel Becco c’è un detto internazionale che suona così: il Problema del Bocchino

del Clarinetto è sempre stato e rimane Insoluto! E questo lo ammetto anch’io

che è difficile portarlo alla vera perfezione. Lo Strumento no. Questo

se si vuole si fà tappare bene. Occorre un po’ di buona volontà, e quando và

bene, si lascia stare poiché qualche cuscinetto, pian piano s’imposta da se.

L’Istrumento dunque va bene; allora dedichiamoci al solo Bocchino che.ne

abbiamo ben donde…! Il Becco fischia…? Il primo difetto che in generale

si vede è l’imperfezione del Piano. Più avanti vedremo come lavorare.

Quando si compera un Bocchino si deve osservare la punta che non sia troppo

larga, specie se il Becco si dovrà lavorare; se fosse troppo larga, si

arriverebbe che poggiando l’Ancia non coprirebbe l’intera punta e allora

passerebbe qualche spiraglio d’aria e si tirerebbe dietro il maledetto

fischio! Pure la finestra Armonica non è bene troppo larga! Sia giusta.

Quando si và in un Negozio per l’acquisto di un Becco nuovo, si vada da soli…

e al mattino, così si può provarlo a labbra fresche.

Si osservi e si collaudi senza fretta e nervoso: Non si ascolti qualche

chiacchierone…!.Consiglierei di non diventare dei maniaci.

Sempre calma e molta pazienza!!!

 

[TBC020]

 

Pagina 7

 

Da giovane e studente di Clarinetto che ero, nonostante che il mio

Insegnante fosse profondo in fisica del Bocchino e che spiegasse parecchie

cose… Non ero mai sazio di sapere. E questo avveniva perché pur essendo

ancora inesperto, me ne accorgevo che avrei potuto fare di più se lo

Strumento e Becco assieme, fosse andato meglio. E’ difficile spiegare questa

faccenda! O se l’ha spiego, dirò assai poco per non offendere i morti. E’ sempre

meglio lasciarli in pace!!! La verità è la seguente.: Ai ragazzi giovani

va sempre a finire gli Strumenti più scassati…e i Becchi più disgraziati!

Oggi giorno, dopo 40 abbondanti anni di Professione…Sia quello che ho visto

da gli altri, e sia l’esperienza su di me; ho accumulato tanto materiale

che può valere non solo per questo Trattato, addirittura farsi un bel

Romanzo. Perciò, prego di credermi!

 

Gli Strumentini d’Orchestra: Flauti & Ottavino: Oboi & Corno Inglese: Clarinetti

e Basso Clarinetto: Fagotti e Controfagotto. E Corni. Questo gruppo di

Strumentini (Chiamati dai Direttori d’Orchestra), lavorano insieme, galleggiando…

e portando ognuno il proprio colore. Stare al livello Artistico e andare

bene con tutti, non è sempre facile. Specie quando capita delle zone di note

nei Registri poco belli come le note del nostro Chalumeau. Eppure, si deve

lavorare e andare avanti e senza perdere la calma.

Vi è una considerazione da fare: le note da me appena citate e che noi del

Clarino le condanniamo per brutte, se ci troviamo distanti dall’Orchestra

appena 3 metri, non sono brutte. Qualche volta le potremmo trovare più

interessanti delle altre. Anche se ci troviamo in mezzo ai violini primi e che

Esse facciano delle cose divine… si può sentire anche delle brutte grattate.

Se ci allontaniamo; le grattate non le sentiremo più. Gli effetti dei Complessi

Orchestrali sono cosi in tutto il mondo!

Come ho detto, gli Strumentini lavorano insieme e, aggiungo, che sono il

Condimento dell’Orchestra. Poi i già nominati Strumenti sono guidati da Elementi

che: chi più ne ha…, più ne mette…! E questa cosa o complesso…ci mette

in guardia di stare attenti al massimo!

Era bella che molte volte prima di andare a fare un Concerto, qualcuno mi

salutava aggiungendo: Buon divertimento!.. Quanti cretini vi è al mondo!!!!

 

Senza offesa per nessuno. Il nostro Clarinetto deve essere Insegnato da un

Clarinettista, non da uno che suona il Pianoforte o altro. Caso contrario

capita come a quei ragazzi di Parigi che fecero quel Saggio.: Di 10 giovani

Clarinettisti, fecero il Saggio alla meglio appunto perché di 10 fischiarono

In 8. Un’altro a Lubiana. Questo Inglese. Nel Concerto in La Maggiore di

Mozart, arrivato al Rondò dell’ultimo tempo, fece non meno di una decina di

fischi. Finito il Concerto egli si Gloriava perché era Allievo di un Celebre

Pianista. E tanti altri che non posso elencare.

Questo non è uno strumento facile che in campo Professionale possa essere

avviato in Orchestra da altri e non da Tecnici dello Strumento.

Solo Robert Stark (Tedesco) era Pianista, Organista e anche Clarinettista,

ed è rimasto un Caposcuola del Clarinetto.

Il complesso di cui parlerò non è facile. La Professione è al quanto dura;

però, se noi Clarinettisti avessimo delle Ancie Buone, sarebbe meno duro

questo mestiere. In pratica, vi è una sola Fabbrica di Ancie in tutto il mondo,

che è la Vandoren di Parigi. E aggiungiamoci qualche altro… Perciò, non

si può fare delle scelte nelle compere e provviste di Ancie.

Quello che fa la Professione col Clarino in mano, ogni volta che riscuote il

Mensile, deve fare la sua compera di Ancie anche se ne ha; guai rimanere al

verde!

 

021-030

[TBC021]

 

Pagina 7

 

Da giovane e studente che ero, volevo sapere tutto quello che

era il complesso del Bocchino del nostro Clarinetto. Più tardi ero

persuaso che scrivendo qualcosa in merito, fosse cosa molto utilitaria,

ora, non vale niente il passato e i sacrifici per imparare tutto quello che

ho visto durante i miei tanti anni di Professione di Clarinettista…

Quello che vale oggi giorno e di far vedere agli altri le cose concrete.

Solo così potrò persuadere tutti quelli che qui leggono e studiano.

La gente del mondo vuole vedere i fatti concreti. Ed hanno ragione!

Senza dubbio farò del mio meglio! Però prego ancora una volta di credere

a quello che scrivo perché non è solo quello che è passato per le mie mani

e del mio Clarino; ma anche quello che ha passato gli altri. Anzi: quello

che tante volte è passato ad altri meglio di me. Questa è un’Arte difficile

che tante volte possono cadere…anche le Celebrità!

 

Gli Strumentini d’Orchestra (così chiamati): Flauti & Ottavino, Oboi e Corno

Inglese, Clarinetti e Basso Clarinetto, Fagotti e Controfagotto e anche

Corni. Questi strumentini lavorano insieme e ogni classe galleggia assecondo

del proprio Colore. Stare al livello di questo clima e andamento…non

è sempre facile. Non è sempre facile anche perché alle volte si presenta

delle cose Scoperte in zone di note poco belle e poco comode. E può darsi

che un disegno Musicale del genere, sia preceduto…o ripetuto da un altro

strumento in un Registro da fare migliore riuscita. A questo punto, guai

chi si perde… e guai.a quello che cade di morale!

Il nostro strumento ha le note dello Chalumeau che risultano meno belle

delle altre. Questo è per chi ha lo strumento in bocca. Se uno è in Sala

a qualche metro di distanza, non avverte questa bruttezza che sentiamo noi.

E anzi dirò di più: molte volte che io appunto non ero contento per una mia

uscita di note dello Chalumeau, mi fu detto che proprio quelle note erano le

più interessanti! E potevo crederci perché chi mi aveva detto questo, era un

Clarinettista.

Del resto tutti gli Strumenti sono belli sentendoli da un pò

di distanza Molte volte mi sono trovato vicino a un Concertista di violino

che appunto per essere troppo vicino; mi sembrava che egli facesse delle

grattate…enormi, invece andare solo trè metri di distanza era una bellezza.

Come ho detto: gli Strumentini d’Orchestra lavorano assieme…e così:

chi più ne ha….più ne mette…E questa cosa da stare molto attento!

Senza offesa di nessuno: il nostro Strumento deve essere insegnato da gente

che conosce bene il Clarinetto. Caso contrario avviene come quando io sentii

quei ragazzi a Parigi che fecero quel Saggio. Di una decina di Allievi

che ognuno suonava un pezzettino: Non meno di cinque o sei fischiarono…!

Ed erano a Parigi, Paese dove i Francesi credono d’aver creato e sviluppato

il Clarinetto.

Altro caso analogo, con la differenza che quest’ultimo era un Concertista.

A Lubiana (1951. Iugoslavija) un Clarinettista Inglese fece il Concerto

in La maggiore di Mozart, accompagnato dall’Orchestra Filarmonica di quella

Città. Il primo tempo lo fece bene, il secondo tempo e l’ultimo, fece un

mucchio di fischi. E per ultimo quì a Padova. Questi era un Cecoslovacco.

Suonava benone ma lo strumento fischiava come una Sirena!!!

Sia quest’ultimo, e sia l’Inglese che era a Lubiana; avevano studiato il

Clarinetto da un Celebre Pianista. Ecco l’errore! Non è uno Strumento il

nostro da prenderlo sotto gamba permettendosi di insegnarlo un Pianista.

Ogni.uno al suo mestiere!!!

Più oltre vedremo il da farsi circa il sistema di fare il Piano ai Bocchini.

C’è chi lavora col Piano pari, e chi lavora col Piano incavato alla Francese.

 

[TBC022]

 

Pagina 8

 

Nel foglietto dopo la Prefazione (pagina introduttiva), ho parlato

dei difetti del nostro Clarinetto, cosa che ha anche gli altri

Strumenti poiché la Fisica è a casa di tutti. Ora, assodato questi

difetti, veniamo alle combinazioni in cui devono lavorare queste Orchestre.

Nelle Orchestre di un certo livello Artistico, del mondo intero,

tengono o dovrebbero tenere, una temperatura non inferiore ai 20 gradi.

Meglio sarebbe se fossero 22.

Nei Paesi dove è freddo, e anche da noi nei mesi Invernali, prima delle prove

dovrebbero riscaldare l’ambiente dove il Complesso Musicale lavora.

Non parliamo poi quando c’è le Opere e i Concerti. Nelle recite, il riscaldamento

deve essere più curato delle prove.

Perciò, non sono solo i difetti dei vari Strumenti a portare delle stonature…

ma anche la temperatura se, come ho detto, fosse troppo bassa.

E, per finire, la Sala dove lavora una buona Orchestra non dovrebbe mai essere

lasciata troppo freddo e in mezzo all’umidità. Vi sono Istrumenti grossi;

Ottoni e Basso Tuba, Contrabbassi ed altri… che non possono portali a casa

ogni sera e allora non si possono lasciarli in una Siberia di continuo!

Sperando che nessun Orchestrale mi mandi delle improperie…darò un colpo

ai Professori d’Orchestra.: Per suonare bene tutti gli Strumenti; occorre

andare in Orchestra almeno mezz’ora prima, non all’ultimo momento!

Anche nel contratto Nazionale dei Professori d’Orchestra, vi è un articolo

che dice di prepararci prima…! Anche appunto per Intonarci!

Nella mia lunga vita di Teatro, non sono mai arrivato in ritardo. Le ragioni

di entrare presto erano due, la prima era che riscaldando bene il Clarino…

soffiando anche senza suoni, la Camera dello Strumento faceva specie di nebbiolina

e il vapore acqueo produceva acqua corrente che alle volte andava

nei buchi…e che veniva, come si suol dire: Stecche. Suonando un bel po’ prima

di cominciare, evitavo questo pericolo. Sarà pignoleria, ma necessaria

Poi vi è la parte Artistica. Tante volte occorre portarsi prima al lavoro

per la necessità di guardare certi passi…ecc.

Adesso prima di cominciare a guardare i Bocchini buoni o difettosi che siano,

occorre procurare gli arnesi adatti.

 

I primi tempi che cominciai a toccare il Piano dei miei Becchi, adoperavo

uno Specchietto che, per caso, aveva il piano perfetto. Poi si ruppe e cercai

un’altra cosa. Mi feci fare due lastre di Acciaio lunghe 10 centimetri e

larghe 4. Poi passate per una Rattifica in modo che fossero perfettissime.

La ragione di avere due Piastre anziché una, era per collaudarle…

infatti, mettendone una sull’altra potetti vedere che di quattro piani

(due ogni Lastra), due erano riusciti perfetti, e due erano falsi che poi li

adoperavo sgrossando. Le ultime toccate li facevo sui due piani giusti.

Così mettendo il Becco sul piano; si potrà vedere il fallo. Questa è la base.

 

[Drawings omitted]

 

[TBC023]

 

Pagina 9

 

Come ben si vede, accanto allo schizzo delle due Piastre, ho messo

anche un disegnetto del Bocchino di prospetto e le sue lettere Fisiche.

Prego di osservare bene il tutto… che è tanto necessario!

Dei Bocchini per Clarinetto ne ho visto di diverse sostanze: Legno di Ebano

come il Clarino. Di Osso. Di Avorio. Di Caucciù; e, in fine, di Cristallo.

Quest’ultimo e il preferito degli Italiani.

Mi permetto di dire in partenza che la sostanza del materiale di cui sono

fatti ha sì la sua importanza, ma non è determinante: Il mio Insegnante ha

detto più di una volta che se questo Accessorio fosse fatto anche di terracotta

(come i pignatti da cucina) purché fosse riuscito bene il Piano,

suonerebbe bene ugualmente. Egli era un Tecnico profondo in materia!

Mi soffermerò parlando di quelli che ho adoperato io durante l’intera mia

Professione….e anche dei colleghi che, con me, hanno fatto la Coppia.

Io ho adoperato: il Becco di Legno Ebano; di Caucciù e di Cristallo. Di

questi trè, io ero innamorato di quello di Legno. Questo ha tutte le

caratteristiche e le qualità del vero Clarinetto. Molti hanno detto che il Legno

non stà a posto e che quindi si muove il Piano… .Da quello che ho capito io

non ho mai riscontrato questo fenomeno. Vi è un’altro pericolo, ed è questo:

Se questo Becco, di Legno, fosse sottile e che il suonatore invitasse la

fascetta forte; con questo tiraggio…e col tempo, il Piano potrebbe cedere.

E in secondo luogo, finito di suonare, occorre ogni volta di asciugarlo in

modo che non rimanda un lago d’acqua. Tutti sanno che il legno assorbe l’acqua

e, in seguito, può fare dei movimenti. Anche i Mobili di casa hanno la

tendenza a muoversi. Il Becco di Ebano deve essere grosso di fattura!

Il Becco di Caucciù è l’arnese di quasi tutto il mondo. Non hanno torto

perché riuscito bene è bello in tutti i Registri! Ma occorre lavorarselo da

se, se uno si dedica…in modo che sia perfetto al massimo, caso contrario,

c’è da fare i conti con i Fischi!!! Una accurata scelta di Ancie…e, alla

fine, è un’ottimo Bocchino!.Ed ora viene l’idolo degli Italiani: il Becco

di Cristallo! E qui vi un altro pericolo…: le crepe e le rotture!

Ero a Taranto a fare una piccola Stagione Lirica; l’ultima recita fu Cavalleria

e Pagliacci: Tutto era andato più che bene! Calano il Sipario, smonto

il mio Strumento, quando andai per lavare il Bocchino dal Barilotto; mi

venne in mano la punta del Becco e il Gambo era rimasto al Barilotto…Rotto!

Ecco la fine di questi. Non tutti ma quasi. Ebbi più dispiacere che se avessi

perduto la paga della Stagione!!! Era come un Organo!

Questo Becco di Cristallo, in se stesso ha meno esigenze del Caucciù. Col

nero se non è più che perfetto non suona. Col Cristallo può andare anche

con qualche lieve difettuccio. Poi sia nell’uno che nell’altro, occorre la

sua abitudine. Il Clarinettista in Professione deve averli tutti e tre

e può capitare che secondo gli ambienti che trova…e il Complesso…

Vadino bene tutti.

Parlerò anche più avanti del Piano dei nostri Bocchini, e del Piano delle

Ancie che anche quelle hanno un Piano e che deve combaciare con quello del

Becco. Questo impatto è tutt’altro che facile. Ammettendo che un Becco

avesse un piccolo difetto e che l’Ancia ne avesse un altro…come facciamo a

pretendere di ottenere un buon risultato? E’ impossibile.! Due Piani

che s’incontrano…andare bene e lavorare. Come due perone che si sposano,

potranno andare bene? Ecco perché vi sono tanti divorzi! Scusate il confronto.

Se il Piano del Becco è giusto e che l’Ancia sia un po fasulla…

Con un po’ di pazienza… dopo un paio di giorni, potremmo lavorare

discretamente. Ma in Professione il più delle volte succede che si deve andare bene

subito non dopo. E’ una lotta! Beato chi si salva meglio dell’altro!

 

[TBC024]

 

Pagina 10.

 

Mentre ci procuriamo le due lastre cui ho parlato, oppure una, a

piacere di chi studia…Osserveremo i Bocchini per Clarinetto e le qualità

della materia con cui sono fatti..Sempre a proposito di una Piastra

perfetta dove noi potremo controllare e quindi lavorare, ho visto anche un

aggeggio Francese, specie di Tagliancie che non andava male…ma che io lo

abbandonai decisamente!.Quindi la scelta può essere a piacere…ma vuole

perfettissima!!!

Dei Bocchini per Clarinetto ne ho visto di tantissime specie:

perfino di Bachelite. Di Osso, di Avorio…ecc., ma le qualità che le Scuole

del mondo intero adoperano sono: il Becco di Legno di Ebano (come lo Strumento),

quello di Caucciù (una Lega composta per la maggior specie di gomma)

e di Cristallo. Quest’ultimo Becco è usato per la maggior parte da noi Italiani.

(E non siamo degli ultimi arrivati) Il Becco di caucciù è usato in

tutto il mondo, specie nei Paesi Anglosassone. E quello di Legno di Ebano

che sarebbe il più bello, l’abbiamo usato anche noi in Italia; con risultati

ottimi…ma che attualmente le Fabbriche non li fanno più! La ragione?

Solo il Padreterno lo sà?!

Nella mia vita ho sentito tanto parlar del Becco di Legno. E per la verità,

con un gran sacco di balle! C’era chi sosteneva che quel Becco non sta a

posto e che col cambiare delle Stagioni e Temperature, si muoveva… Da quello

che ho capito io stesso, non è così. Il Becco di Legno Ebano vuole grosso

un pò panciuto in modo che col tirare della Fascetta (tira e tira…per

anni) non vada giù il Piano. Tenerlo ben pulito da non lasciarlo mai, a fine

lavoro, pieno d’acqua. Non si esageri ad invitare la cosiddetta Fascetta…

e, al fin fine, è un oggetto d’oro a 18 Carati! Ma, come dicevo: in vendita

non si trovano più. Peccato!

Il Bocchino di caucciù è un’ottimo Arnese, ma deve andare bene….caso

contrario; saranno fischi a non finire! Un Becco di Cristallo se del tutto non

è perfetto, può andare bene ugualmente. Quello di Caucciù, ripeto, se non è più

che perfetto….son dolori! E dire che nella mia professione ho suonato quasi

sempre col Caucciù. Non ho mai avuto paura dei fischi! E’ un Becco che dà

il suono veramente di Clarinetto! Ci si impiega più tempo a mettere a posto

uno di questi Bocchini! E, come dicevo, il Becco di Cristallo è per noi

Italiani..Il mio Insegnante ha sempre detto che questi tre Bocchini debbono

avere un’Apertura diversa l’uno dall’altro. In pratica questa differenza

non l’ho notata. Piuttosto c’è una cosa: ogni Becco ha una sua formazione

e, attraverso questa sua formazione o fattura, (chiamiamola come vogliamo…)

può avere una esigenza speciale anche nell’Apertura.

Comunque: il.Clarinetto di Ebano, il Becco di Cristallo; questo complesso di

cose…da una voce di Clarino che i Direttori d’Orchestra del mondo intero

piace ed hanno sempre fatto i complimenti! Ma delle belle voci ne ho sentito

anche col Caucciù e Legno. Da non confondere: il Becco di Caucciù è sempre

quello di Ebanite.. A parer mio il Clarinettista che fa la professione

dovrebbe avere tutti e trè i Bocchini citati. Se sono complessi piccoli, è

adatto il Legno o Caucciù. Se l’Orchestra è grossa, è più adatto il Cristallo,

per la voce più massiccia...Molte volte non si fa quello che si vuole; si fa

quello che si è destinati a fare. Alle volte si è in un posto che l’acustica

può portare di adoperare un Bocchino anziché un’altro. Questo è destino.

Però; scusate se l’ho già detto. Non si faccia mai troppi cambiamenti in

Corso di grandi impegni! Andare piano e con molta pazienza!

Bocchino nuovo…Ancie nuove!

 

[TBC025]

 

Pagina 10.

 

Comunque siano le ipotesi e i Clarinetti, noi andiamo col nostro

sistema di Scuola e di costume, cioè: Clarinetto di Legno di Ebano

e Bocchino di Cristallo: Questo complesso di cose formano un’Istrumento

che anche i Direttori d’Orchestra del mondo intero l’hanno sempre applaudito!

Delle voci Classiche ne ho sentito anche col Becco di Caucciù e Legno.

Nella nostra Professione può capitare di trovarci in un dato posto che

anziché una qualità di Becco ne vada bene un’altra. Ho detto e ripeto che

l’Istrumentista li dovrebbe avere tutti e tre. Questo anche per una ragione

Professionale…e Tecnica.

Il mio Insegnante sosteneva che dei tre Bocchini già citati, (Legno, Caucciù

e Cristallo) per Legge Fisica, si doveva fargli una Apertura l’una diversa

dall’altro. Non posso dire di no perché egli era un Insegnante fuori dal

normale e una grande conoscitore di questa faccenda!!! Ma a ragion del vero,

a me personalmente, non lo posso ammettere in pieno poiché, gira e rigira…

i miei Becchi e quelli che nella mia esistenza ho lavorato; quasi andavo a

finire nella solita apertura, nero o bianco fosse il Becco che avevo in mano.

Piuttosto vi è una ragione, che è l’istinto di chi lavora… di andare a finire

quasi sempre nel.medesimo posto..Non sò se debbo dire: istinto o

sensibilità? Comunque, c’è un qualche cosa che ognuno di noi ci porta a quella

misura…. anche le più delicate. E direi di chiudere questo argomento

aggiungendo che ogni persona ha la sua natura anche a Lavorare nei Bocchini per

Clarinetto, come del resto fà il Celebre Liutaio che lavora negli Strumenti

ad Arco. Le misure vanno bene, ma molte volte deve subentrare l’abilità

dell’Artista, caso contrario i conti non tornano…!

Ai miei giorni da Studente di Clarinetto e, vivendo in quella Città di Bologna…

e nell’ambiente dove si parlava di questa Professione, molti miei

amici insistevano che il Bocchino di Cristallo deve essere di materiale vecchio

d’una volta, caso contrario non ha una bella voce! Pure questa ipotesi

non l’ho mai trovata giusta. Intendiamoci. Se il Cristallo è di qualità fina,

è più bello, si lavorerà meglio, e avrà una visione assai più aristocratica…e di

lusso! Ma noi prendiamo il fattore Suono; non ha niente a che vedere.

Se la voce che esce da un Becco è bella, è segno che è riuscito bene

il Piano e il resto del complesso che forma l’arnese!

Questo argomento segue gli altri per quanto riguarda gli Strumenti.

Sono stato in Fabbrica a Milano e anche a Parigi. Sia da Selmer.e sia da

Buffet Chrampon, mi fecero vedere dei pezzetti di Ebano, in questi pezzetti

veniva otto Fusti (Clarinetti), più di una volta, di otto Strumenti che lì

usciva fuori; sette andavano bene e l’ottavo non andava! Il Legno era sempre

quello! Ora anche negli Ottoni, idem! Un Tecnico di Orsi mi disse che in

una Colata, trè Corni ne uscì… Due erano perfetti, il terzo non andava!

il Materiale era sempre quello!

Ma il più interessante è che mi ha confermato la stessa cosa anche un

Celebre Liutaio: Sempre con quel Legno; qualcuno.dà un rendimento assai

inferiore dell’altro Violino! Poi, ripeto la cosa che ho detto poco fà, cioè:

Interviene l’Arte e i Segreti dell’Artista….e alla fine ha ragione lui!

E torniamo a noi: il nostro Bocchino và bene quando ci si è indovinato il

colpo giusto…!. Il numero dei Clarinettisti, sia.in Professione e sia

come Dilettanti (anche quì ci sono gente non stupida…), non hanno tutti le

medesime idee. Vi sono anche Artisti che sostengono che andando attorno ai

Piani di questo Accessorio….si rovina! La risposta è questa: il 90% di

Professori di Clarinetti e che occupano grandi posti d’Orchestra; il loro

Bocchino se lo arrangiano loro stessi!!! E se c’è uno che non ne vuole

Sapere di lavorare nel Bocchino…Nessuno glielo impone!!!

 

[TBC026]

 

Pagina 11

 

Nel precedente foglietto numero 10, ho detto che il mio Insegnante

sosteneva che i trè Bocchini già citati e che di solito viene usato:

Legno di Ebano, Caucciù e Cristallo, devono avere un’apertura diversa

l’uno dall’altro. Non posso dire di no poiché l’Insegnante in causa: Prof…

Bianco Bianchini era troppo esperto in materia! E, in definitiva, credo a lui;

ma credo anche a me stesso. In cinquant’anni che io ho lavorato nei Bocchini

per Clarinetto, questa ragione o verità (ammettendo che sia…), pian piano

si perdette nella strada degli anni…fino al punto che, o lavoravo un Becco

di Legno, o di Caucciù, o di Cristallo; la mia mente era indirizzata su quella

linea finendo i Bocchini, di qualunque materia, avevano la medesima apertura.

Mi levo tanto di cappello al grande Clarinettista ed Insegnante già citato…

e stò nella mia consuetudine. Ma dobbiamo ammettere che ogni uno abbiamo

la nostra Natura…E sulla strada della nostra Natura, dobbiamo camminare.

Piuttosto bel Corista, i Bocchini di cui ho parlato possono avere una differenza;

e senz’altro l’hanno. Il Becco di Legno e anche quello di Caucciù vibra

molto di più di quello di Cristallo..Ecco perché il Becco di Cristallo è

più corto (di solito) degli altri due. Se fosse della solita lunghezza; sarebbe

calante: E tornando all’Apertura dell’Ancia; devo ripetere che, gira e rigira

e a lavoro finito, se li guardo l’Apertura è quasi la stessa.

Ai miei giorni e vivendo a Bologna, molti miei amici, che conoscevano bene il

Bocchino per Clarinetto, insistevano nel dire che occorreva trovare dei Becchi

di Cristallo Vecchi perché avevano il materiale migliore e quindi veniva il

suono più bello. Pure quì non sono troppo d’accordo. O il Becco è di Cristallo

vecchio o è di materiale giovane…il timbro è sempre quello. Se noi

notiamo un timbro diverso da un Becco all’altro (sempre di Cristallo), è la

riuscita della fattura diversa…La punta, La Finestra Armonica ecc…

Un’altra cosa analoga l’ho notata negli.Strumenti nostri. C’è chi parla di

legno di Ebano…. Ebbene più di.una volta sono stato in Fabbrica dove fanno

i nostri Clarinetti.(A Milano, e anche a Parigi). Mi fecero vedere dei

trucchetti di Ebano,.già stagionato e pronto da lavoro. Ogni pezzo veniva Otto

Fusti.(8 Clarinetti) E mi fu detto: alle volte a lavoro finito, sette strumenti

vanno bene, l’ottavo non suona! Ripeto l’Ebano era sempre quello!!!

E per finire, ammettiamo che il materiale abbia la sua influenza, ma il 90% e

la riuscita del lavoro! Anche negli Ottoni. Una colata di 4 corni: trè andavano

bene, il quarto non suonava! Alle volte dovremmo parlare col Padreterno…

Se noi andassimo nel Laboratorio del più celebre Liutaio del mondo; forse

anche lui ci potrebbe dire altrettanto, cioè: sempre con quel Legno….un

Violino non era riuscito come l’altro…E questo punto deve entrare in scena

l’abilità dell’Artista a fare il resto…. E l’ugual cosa è nei nostri Bocchini,

ne più e ne meno!

E torniamo a noi. Il segreto per farci un bel Bocchino e nella riuscita del

Lavoro e; in special modo, la riuscita del Piano.

Tutti i più grandi Tecnici e Capiscuola del Clarinetto (Il Prof…Bianchini

in testa) hanno sempre detto (e lo penso anch’io) di fare un Piano ad un Becco

tirandolo perfettissimo…! Chi lo sa se questa è veramente una verità?

Troverei più giusto dire: occorre portare il piano del mio Becco ad un punto

in cui l’Ancia possa vibrare bene come fosse Sola…! Se non fosse per farmi

ridere dietro potrei anche dire: questo è un mistero peggio dell’uovo e.della

gallina; commentando: chi è nato prima?

I sistemi di fare il Piano al nostro Bocchino sono diversi. I Francesi lo

lavorano col Piano incavato. Noi in Italia; col Piano Piatto.(pari).

In seguito vedremo.

 

[TBC027]

 

Pagina 11 Bis.

 

In qualunque ambiente dove vi è dei Clarinettisti: Banda, Orchestra,

Orchestrine i via dicendo…ho sempre sentito parlare con insistenza che

se il Bocchino non è aperto non si può fare quello che è di dovere!

Questo ritornello lo sento da 50 anni!

E io debbo dire in partenza di nò assolutamente! Leggiamo e vedremo.

Se noi acquistiamo un Becco nuovo e che sia troppo chiuso, io per primo gli

ho sempre dato una leggera Toccatina…tanto per poterlo provare. Ma questa

è cosa momentanea. Nel resto della lavorazione…l’apertura ci si dà alla

fine.

Prima di andare avanti è bene fare una piccola ipotesi; ed è questa.

Nella mia vita ho avuto dei Clarinetti che avevano i Fori grandi; specie nel

pezzo inferiore; e veniva fuori poco suono. Dopo mi è capitato di avere un

altro.strumento con dei buchi piccoli che mi usciva doppio suono.

E così è col Bocchino: averne uno piuttosto chiuso, e mi veniva suono a josa,

un’altra volta con un Becco molto aperto; non usciva niente!

Signori cari: non è l’apertura esagerata che si possa avere un corpo di voce

enorme…Nò!. Sarebbe lungo il discorso; ma vi dico che aprendo più del

necessario il Bocchino, sparisce la Dolcezza; l’intonazione. Lo Staccato diventa

un pasticcio… e il Clarinettista scende di grado sino al pari di un

comune Bandista da strapazzo. (Si perché anche in Banda si deve suonare bene)

 

Anche nell’Apertura c’è le sue regole: se si toglie del materiale in punta;

si deve toglierne anche alla lettera.D , caso contrario se non è.uniforme,

non si sa cosa salta fuori….. In altre parole; se è più aperto in punta,

l’apertura deve andare più giù!

L’Apertura giusta è, pressappoco, il numero 2 delle misure del Becco Bucchi

o di Coutrì. Se tutto va bene, con quella apertura, della voce ne viene

più del necessario. Si prega di osservare l’Orlo del Becco in Punta:

Quando questo è troppo largo,.può impedire l’entrata della colonna del fiato.

Attento però perché se si prende via troppo materiale in quel posto, il suono

diventa più cannoso e si andrebbe a trovare i maledetti fischi…!

E’ d’obbligo di ripetere che si deve sempre controllare se il Clarinetto

va bene…se qualche cuscinetto sfiatasse… allora la colpa non è più del

Becco.

Un’altro fattore importantissimo che può mettere per la testa delle

idee di avere.più volume di suono e quindi di aprire il Becco; può essere

uno dei soliti chiacchieroni… amiconi… Qualche amico può aiutare, non lo

metto in dubbio… Ma attenti che il più delle volte non aiutano; bensì

danneggiano!

Nel caso di necessità di più Volume del suono si può suonare con

un’Ancia un po’ più robusta. E si suoni con molta semplicità e disinvoltura.

Tutto il resto può venire da sè! Coraggio e niente paura!

Del resto se nessuno mai provasse, addio ai nostri Esperimenti… e alle

Ricerche.

Coraggio e pazienza!

Il sistema di fare il Piano ai nostri Bocchini, in generale è in chiave

Internazionale, è.in due sistemi: Piano piatto o pari; e Piano incavato, alla

Francese. Ma vi sono anche degli Italiani che fanno il detto Piano Incavato.

Vedere la pagina seguente.

 

[TBC028]

 

Pagina 12

 

Come già ho accennato, i sistemi di lavorare nel Piano del nostro

Bocchino, ufficialmente sono i due che ho detto: Piano Piatto (pari)

o Piano Incavato alla Francese. Però ne sono più convinto che

i Clarinettisti che da loro si sono arrangiato il proprio Becco,

non lo sanno neanche loro il sistema in cui hanno lavorato. In altri

termini, si saranno fermati di limare… quando hanno sentito che il Becco

rispondeva alle loro esigenze…più o meno. E non è una meraviglia anche

questa ipotesi. E’ un gioco…se uno l’accoglie giusta…!

Il nostro Insegnante assolutamente non voleva sapere del Piano alla Francese

neanche per sogno! Egli non aveva torto: E non aveva torto perché era un

conoscitore di questa faccenda imbattibile!

E già che sono in argomento dirò il mio parere. Penso che ogni persona abbia

il diritto di dire la propria opinione. Ebbene, nella mia Professione ho

suonato anche col Bocchino fatto alla Francese, solo che non bisogna esagerare.

L’idea di questo Piano è stato ideato perché la punta dell’Ancia non

abbia a guardare verso l’Orlo del Becco e quindi non si chiuda.

La Teoria è al quanto logica. In pratica le cose cambiano assai! L’incavatura

che facevo io era, si e nò: Due Decimi di Millimetri.

Ecco la ragione per perché io ho voluto provare questo sistema: Ho avuto in

mano dei Bocchini fatti male (Parlo dei Becchi di Cristallo, che sono un pò

sordi per natura) e che assolutamente non riuscivo ad aumentare il suono.

Con un pò di incavatura, come ho detto, anche solo di un paio di Decimi,

riuscivo a farli andare. Prima di andare al nostro Bocchino Classico,

termino le caratteristiche di questo Becco col Piano Incavato e l’effetto

dell’Ancia che sempre non si adatta ad impostarsi.

Come ben sappiamo, le Ancie sono fatte di Canne chiamate Bambù: Queste

Canne non hanno un legno a tappeto come tutti gli altri Legni. Dal Pedale alla

vetta è fatta di tantissime vene; e saranno queste vene che, ad Ancia fatta,

vibreranno e sosterranno i Suoni con una delicatezza incredibile.! Ecco

perché col Piano Incavato se queste vene non si adagiano bene…basta un

niente per suonare male e magari mandare un mucchio di fischi da impazzire!

Nel grosso modo le ragioni di essere un Bocchino più difficile di quello

che si potrebbe pensare, è quello che ho spiegato; ne più, ne meno.

Per lavorare, volendo fare questo Piano Incavato, non è consigliabile lavorare

sulle Piastre che ho segnato che si adopera per il Piano Piatto. No perché

si andrebbe a casaccio e potrebbe venire delle tacche…Per fare questo

Piano occorre farsi fare una Piastra, ben Rattificata, partendo da un lato

Aumentando sino a metà e poi tornare al livello di prima in modo che nel

mezzo della Piastra vi sia una Altitudine di circa Due Decimi di Millimetri.

Con questo imposto già fatto, ci si può distendere la Carta Abrasiva e

il Piano Incavato nasce da sé.

Il Piano incavato è più indicato nei Bocchini di Cristallo che nel Caucciù

e del Legno. Con questi, la voce diventerebbe troppo metallica ed aspra.

Già per se stesso, il solo pensare di.mettere. un’Ancia

su un altro piano (quello del Becco), pensandoci è cosa assai difficile!

E mi sovviene un’altra cosa. Proviamo a pensare che se queste due cose:

Bocchino ed Ancie; potessero pensare come la penso io in questo momento

e parlassero dicendo: Io voglio un’Ancia buona! E l’Ancia rispondesse: io

voglio un Piano perfetto! Noi stessi a chi daremmo ragione?

Sono due cose difficili da farsi separate! Figuriamoci unendole assieme…!!

Sono sempre stato contrario ai maniaci…Ma la cosa che ho trattato non è

cosa facile da farsi. Eppure, quando uno è in Orchestra deve lavorare per se

e per la famiglia. Non vale dire: ho l’Ancia che non và! Oppure ho il

Becco che mi fischia! Molti altri non l’intendono questo ritornello!

L’unica cosa: molta pazienza!

 

[TBC029]

 

Pagina 13.

 

Dopo aver visto tantissime cose: prima i difetti degli Strumenti,

poi altre considerazioni tutte importanti, avviciniamoci nel vivo

delle nostre Ricerche; che è il Bocchino del nostro Clarinetto in genere.

Molti, Clarinettisti o non, non concepiscono che dei bellissimi Bocchini,

appena arrivati e tutti bei lucidi, si debba andarli a toccare proprio in mezzo

a questo pomposo Piano?! I Bocchini nuovi che arrivano dalle Fabbriche,

solo una parte potremo adoperarli… gli altri, o fischiano, o non vibrano…

o assolutamente non si possono adoperare…! Ecco allora che l’Esecutore

deve arrangiarsi! Questo fà parte della Professione! Non è un vizio come

qualcuno ammette. I Francesi chiamano l’Artista che lavora nei Bocchini:

le Pianoista. L’Artista del Piano.

Nel breve soggiorno che io feci a Parigi, conobbi un paio di Artisti che

lavoravano nei Bocchini per Clarinetto straordinari! Come Suonatori, erano

meno di un mediocre dilettante! Eppure avevano questo bernoccolo…

 

Quì sotto metto due schizzi di Bocchino col Piano Francese e anche col

nostro sistema.

 

[Drawings omitted]

 

[TBC030]

 

Pagina 13.

 

Le due punte del Becco, cioè Lettera A & C, guardando col

Becco verso la luce, ben’inteso colla punta vicino agli occhi;

il difetto di una punta più alta e l’altra più bassa si vede anche

senza la Lente d’ingrandimento; o tutt’al più, il normale paia di occhiali.

Attenti a quanto segue: Queste Lettere Fisiche, si chiamano così

per indicare un posto importante. Lo stesso noi se dovessimo avere un

appuntamento con una persona, come potremmo fare a trovarci all’ora x e nel

posto x se non sapessimo i nome di tutti i posti anche i meno belli? Qui poi

si tratta di enorme importanza! Che ha dato questi nomi e Lettere Fisiche

al nostro Bocchino; la prima volta che le ho viste fù in un Metodo (forse

Tedesco, di nome Blatt…). In seguito e anche in Francia dove ho soggiornato

molto; ho sempre visto queste Lettere Fisiche al Nostro Becco nel medesimo

modo. Comunque non ha importanza chi le abbia create. E’ giusto che

siano così…e andiamo così!Perciò chiamo Lettere per dire posto.

La Tecnica dice che queste Lettere devono essere in Sintonia,

o se la parola non fosse giusta, diciamo: tutto deve essere regolato

e con la massima precisione. La Lettera A e la C, che rappresentano le

due punte del Bocchino; devono essere precisissime, caso contrario, come

abbiamo appena detto, se una punta è più alta dell’altra; il Becco o non suona,

oppure fischia. La lettera B, rappresenta il Piano dal tallone fino alla

Lettera D. Guai se nel Piano c’è o delle montagna o delle basse: anche quì:

o fischia o non và. Adesso si deve stare attenti alla Lettera D! Da quì

parte l’Apertura del Bocchino. Se l’Apertura parte prima (cominciando dal

Basso il calcolo), non và bene! Se parte dopo; non và bene. A questo punto

mi permetto di dire (a ragion veduta e per esperienza); che se tutto il resto

và bene… anche se l’apertura parte un pelo prima oppure dopo; i risultati

possono essere ottimi. Dall’apertura dell’Ancia alla punta; questo

vuoto che aumenta man mano che si và su, non deve essere dritto

orizzontalmente; ma deve andare sù curvatamente e gradatamente. E’ difficile

questa cosetta! (Per vedere bene queste cose si dovrebbe essere ad una

Lavagna disegnandole…) Per quanto poi riguarda la Lettera F, che questa

l’ho messa io, diciamo per complettare bene tutto: questa Lettera riguarda

l’intonazione cioè la misura della Camera. Nelle eventualità delle cose…

se il Becco cresce nelle note dello Chalumeau, si tratta soltanto di allargare

la Camera del Bocchino: adagio adagio per non oltrepassare i limiti.

E tutto è a posto. Questo è il complesso delle Misure del nostro tanto

discusso Bocchino. Alla nostra maniera. Se noi prendiamo il Bocchino

Tedesco dei suoi Clarinettisti, è tutt’altra cosa .Altro Becco e altre misure.

E se vogliamo anche altro Sistema di Strumento poiché nelle Orchestre

della Germania e anche in altre Nazioni; non vanno col Sistema Bohem; vanno

col vecchio Clarinetto. Uguale cosa nelle Trombe che non adoperano la

Tromba a Pistoni, ma suonano ancora con quella a Cilindro. Lasciamo a loro

le loro idee, e noi teniamo le nostre.

 

Questo tratto di foglio scritto in rosso, si tenga a portata di mano perché

potrà servire più di altre indicazioni! E questo è per il contenuto delle

cose molto importantissime. Che poi lavorando sù un Becco x ci risulti

un po’ differente di quello che qui c’è scritto; non è una meraviglia… e

non può essere una meraviglia perché ogni Becco ha le sue caratteristiche

che, attraverso queste… possiamo essere indotti a cambiare. Indotti… e

non indotti…assecondo il destino dove ci porta? L’ho detto e l’ho

ripeto: si vede dove si comincia… non si sà dove si arrivi?! L’importante

sarebbe di arrivare ad un buon lavoro; non importa se qualcosa è diverso!

 

031-040

[TBC031]

 

Pagina 14

 

Nel corso della mia Professione, specie i primi tempi, quando

lavoravo con dei Clarinettisti più anziani e Migliori di me, ho

visto tante cose, frà queste, ne vedevo delle buone e delle fasulle.

Queste ultime le lasciavo perdere; ma le buone cose… le mettevo in pratica

anch’io. Ma ho visto delle cose che non appartenevano a niente! Direi

a delle Utopie… o idee che non avevano niente che vedere colla verità.

E trà queste tante merita di citarne una: Un’Elemento che sul Leggio non

teneva una scattolina di Ancie… come di solito si usa, nò! Un Giraviti

sempre pronto e che bastava 10 battute di Pausa che costui invitava e

svitava per tutto il corso della Prova…! Non c’è niente più dannoso di

queste manovre per poi arrivare a non fare più neanche una nota!!!

E che magari dopo un lavorio, col cuore in gola…il Clarinetto andava bene

ma chi difettava era o l’Ancia o il Becco che era in fase di fare suonare

male anche se quell’Ancia fosse stata discreta. Perciò, assicuriamoci

che Il Clarino sia a posto… Risolto questo problema, passiamo a vedere il

Bocchino!

Supponiamo di aver scoperto il difetto nel Bocchino: c’è il fischio!

Non viene bene in Registro Basso… e stenta gli Acuti… Insomma siamo

costretti a ricorrere ai ferri (come il Chirurgo). Si pulisca bene la

Piastra che non vi sia polvere… caso contrario non arriviamo a vedere le

cose giuste. Si osservi le due Punte del Becco. Attenti che una non sia

più alta dell’altra…Se è così: fischi a josa! Poi portiamoci ad osservare

il Piano. Se il detto Piano è Piatto, vedremo con più facilità dove vi è

del materiale in più. Si adoperi Carta Abrasiva nera così lavorando verrà

segnato in chiaro dove il materiale è in più. Mai carta bianca!!!

Se vi è una punta più alta dell’altra, si consumi il di più e poi si uguagliano

in modo che le punte siano perfette! Si guardi verso la luce chiara, non guardare verso il Sole!

Togliando del materiale nel mezzo del Piano, non si calchi troppo poiché automaticamente si viene a portare via più nelle due Ali Armoniche e

nel Tallone che in mezzo al.Piano stesso in modo che potremmo trovarci

con una gobba in mezzo al Piano. Se in Mezzo.a questo Piano trovassimo una

lieve Bassa, il Becco potrà andare, ma se trovassimo una gobba… l’arnese

diventa sordo addirittura. Per togliere una Gobba in mezzo al Piano, non

c’è altro che tagliare delle fettine di Abrasiva e metterle in cima alla

Piastra di traverso e lavorando solo in quella Zona. Osservare il

prossimo foglio!

 

Nella zona delle Ali Armoniche, togliere poco materiale, caso contrario

se in quella zona c’è del vuoto, si fermerà di continuo l’acqua e così sarà

difficile suonare. Quello è un posto delicato! Attenti anche a togliere

delle sbavature! Ho visto gente che andava lì con un temperino e lavorava.

Un’ altro posto da osservare attentamente sono i due bordi del Bocchino.

Se uno è più alto dell’altro, potremmo trovarci che tutto va bene ma che

però il Becco non suona! Vi sarà degli specchietti da osservare.

 

Un’altra raccomandazione è di osservare l’Orlo che unisce le due punte.

Mai togliere del materiale in quella zona! O se si togliesse qualcosa,

aspettare a lavoro quasi finito. Non deve essere troppo grosso, siamo

daccordo; ma in quel punto vi è il segreto della qualità della voce del Becco.

Poi quando si fosse levato molto materiale nella punta del Becco, si

andrebbe verso il pericolo del fischio! E anche suoni aspri e secchi!!!

 

Anche lavorando con tutte queste Tecniche, aggiungendo un sacco di accorgimenti…!

Qualche volta non riusciamo ad ottenere il nostro scopo.

Ma noi non dobbiamo fermarci! Faremo come il Celebre Liutaio che pur avendo

studiato per anni le infinite regole, aggiunge i suoi segreti.

 

[TBC032]

 

Pagina 15.

 

[Drawings omitted]

Pregherei di guardare bene gli schizzi e le sagome delle Piastre e dei

Bocchini. Chiedo scusa se non sono fatti con grande arte, comunque credo

si possa capire ugualmente bene.

Sia se una persona e destro o mancino, non ha importanza. Si impugni il

Becco con trè dita o anche quattro: il police dalla parte nostra; l’indice sopra

il dorso dell’arnese, il dito medio e l’anulare devono tenere sodo senza

che il Becco balli. Tenere ben saldo ma non premere troppo. Spingendo troppo

forte si può creare dell’alto e basso nel Piano per causa della Smariglia

o della Abrasiva se queste hanno delle parti più deboli.

In conformità di quello che si vuole fare… col Becco già impugnato… si

vadi sulla Piastra andando avanti e indietro… (più oltre vi sarà altre

indicazioni) Sulla carta Abrasiva. Quelli che hanno la volontà di lavorare

nei Bocchini, in un primo tempo potranno lavorare con dei Bocchinetti

da poco… poi, in seguito, impareranno l’Arte.

Ho già parlato di due Modelli di Piano: Italiano e Piatto. Francese Incavato.

Per ora consiglierei di provare solo a orientarsi sul Piano Piatto

che è meno difficile. In seguito si potrà provare a lavorare il Piano Incavato.

Si vada adagio che non ci deve essere fretta. C’è più tempo che vita!

Allego anche tre modelli per la differenza del Piano.

[Drawings omitted]

 

[TBC033]

 

Pagina 16.

 

Quando noi abbiamo maneggiato alcune volte un qualsiasi Becco

e che abbiamo preso un po’ di pratica, si cercherà di portare un Piano

ad un certo punto… si potrà mettere sù un’Ancia e provare cosa

abbiamo fatto… Siamo nel campo degli esperimenti ma occorre sovente provare. Può essere che questo primo lavoro sia riuscito che il Becco in questione

suoni ma con poca spontaneità… Si ripeta il lavoro e via dicendo…

Il dispiacere più grande può essere quando controlliamo se sentiamo dei

fischi. Non ci si faccia caso e si continui le ricerche dei difetti e poscia

di nuovo lavoro!!!

L’inconveniente del fischio l’ottanta per 100 avviene dalla

imperfezione del Piano. Qualche altra volta può essere una delle due punte

non uguali. Un’ala della Finestra Armonica più alta dell’altra.

Anche se la Finestra Armonica e troppo larga e che nella punta vi sia troppo

largo e spazio, facilmente passa dell’aria in più e quella si tira dietro

un bel fischietto. In altri casi ho visto dei Becchi con la Finestra

Armonica troppo piccola… pure questi hanno la tendenza al fischio.

Poi, anche se un Becco ha la tendenza al fischio, non tutte le Ancie fischiano.

In tal caso, il nostro Cervello… fa una gran confusione di calcoli…

e non risolve niente! Ho visto dei Bocchini fatti molto bene che pure col

Piano difettoso, non fischiavano lo stesso. Questi possono essere di Cristallo.

Se sono di Caucciù, finché non si ha una certa abitudine, fischiano anche

col Piano perfettissimo.

Un grandissimo difetto che si vede di rado anche quando si va in un Negozio

e che si acquista un Becco. Il Piano del Bocchino deve essere fatto

in mezzo in punto al Becco, se, al contrario, questo Piano fosse di traverso

e piegasse o a sinistra o a destra, c’è da diventare pazzi a mettere a posto

un Becco di quel genere! Molti Bocchini arrivano dalla Fabbrica già col

Piano di traverso. Potrebbe andare lo stesso qualora fosse tutto di traverso:

Piano e anche le punte. Ma ad arrivare a questo c’è da diventare pazzi!

Fare questo mestiere di arrangiare i nostri Bocchini per potere fare questa

Professione, può capitare delle piccole cose lontane alla realtà in modo

da non crederci! Eppure possono avvenire e come! Poco tempo fà trovai un

difetto nel Tallone del Bocchino. A quel punto l’Ancia non arriva quasi

mai, perciò non ci pensavo. Tirai via il difetto e il Becco cambio tutto in

bene. Anche quì sotto metto uno Schizzo per vedere la precisione dei

due Bordi dell’Arnese: Ripeto: il Piano deve essere piantato nel centro

del Bocchino!

 

Nella compera dei Bocchini, osservare bene

che questo Piano sia nel centro del Becco.

Guai se pende a destra o a sinistra!

Molti esemplari arrivano con questo difetto.

E questo è la lavorazione delle macchine dei Fabbricanti.

Stare molto attenti!

[Drawing omitted]

 

[TBC034]

 

Pagina 17

 

L’andamento di lavorare nel Piano dei Bocchini del nostro Strumento, è come già ho indicato nella pagina precedente. L’impugnatura del Becco e molto delicato. Lavorando in questo mestiere dovrebbe essere come l’Arrotino che affila i coltelli anche i più delicati; cioè: lavorando e tenendo in mano

l’arnese, si dovrebbe avere la sensibilità di vedere, col Cervello… il lavoro

che si fa… nel grosso modo. Questa è un’Arte che non si può spiegarla; si

cerchi di capirla!

Non posso non parlare della Penna del Bocchino, che è la parte che si poggia

sul labbro superiore. O il Clarinettista mette i denti sopra, o mette il

labbro, questo parte del Becco è chiamata la Penna del detto Arnese.

Ed ha una certa importanza, sia per regolare l’andamento dell’esecuzione, e

sia per tenere in equilibrio lo Strumento.

Se su questa Penna vi fosse una montagna o gobba, farebbe male il labbro e

si sarebbe meno sicuri nel tenere fermo il Clarino. E’ preferibile un po’

di bassa: meno male al labbro e più sicurezza in tutto e per tutto.

Tutta questa messa assieme di cose, possono essere tutte buone… o, viceversa,

qualcuna potrà essere meno valida di un’altra… Comunque, si stia

attenti che se anche vi fosse una differenza dal sistema di un Clarinettista

all’altro; potrà essere assai relativa. Il Clarinetto e quello… e

il mestiere lo stesso!

Molte volte ho sentito dire che l’Insegnante, tale, è un’affarista perché

ha venduto un Becco che era una schifezza… ed ha fregato il compratore!

Si vada piano nel fare queste considerazioni e offese perché molte

volte il venditore di un’arnese del genere pensa.di dare via un

oggetto che vale 2… ma può dare via il migliore che ha… e quindi gli

resti il più scadente. Non è tanto facile conoscere bene i Bocchini che

noi abbiamo lavorato. Per conoscere bene un tale Becco e dopo un dato lavoro:

occorre avere Ancie adatte e il momento adatto! Non è sempre facile

capire di primo acchito! Ripeto: misteri assai misteriosi!

Si potrà capire e giustamente… se il soggetto addirittura non và!

Del resto non c’è tanto da gloriarsi di dire: ho fregato il tale ecc.

Tornando alla Penna, penso si possa ordinare ad una Fabbrica di Bocchini

che si vuole la Penna incavata e non colla gobba. Tutto si può fare!

Allego lo schizzo dei Bocchini facendo vedere la detta Penna.

 

Nella Penna del Bocchino non deve

mai esserci dell’alto: piuttosto del basso!

[Drawings omitted]

La Penna se è incavata fà meno

male il labbro ed è più

comodo!

 

[TBC035]

 

Pagina 18

 

In questo foglietto metto ancora due Schizzi di due Bocchini: uno

col Piano Piatto; l’altro col Piano Incavato. (E’ meglio qualcuno in

più che in meno). Si prega di osservare tutte le indicazioni!

Si affronti questo lavoro senza mai arrabbiarsi e andare giù di morale.

Sempre se c’è la volontà di chi si appresta a studiare questa faccenda.

Se il Clarinettista X non ha la voglia di mettersi in questo lavoretto,

può fare a meno perché nessuno glielo impone!!!

Prima di mettersi a fare un dato lavoro su un Becco, si faccia un’esame

se realmente c’è il bisogno di farlo. Stabilito che occorre a tutti i costi;

si pensi come è meglio fare… e da dove si deve cominciare.

E poiché, vi è la malattia di correre ad aprire l’Apertura del Becco; si

faccia se è necessario. E, come già ho più volte accennato, se vogliamo

aprire il Becco nella punta… si deve togliere del materiale anche alla

lettera D, in modo che diventi uniforme la detta Apertura. Se si prendesse

via del materiale solo nella punta; il suono diventerebbe secco e col

pericolo dell’ombra del fischio… specie se il Becco fosse di Caucciù.

Se al contrario è di Cristallo, la cosa potrebbe andare, ma comunque, la

voce cambia!

Ma i casi possono essere tanti; scegliere i casi più adatti e

meno pericolosi. Penso anche che fin da quando il Clarinetto è stato portato

in Orchestra e che si è formato il Professore di Clarinetto, i detti Problemi

li abbiamo avuti tutti o quasi. Il bisogno e l’istinto… fa le cose.

Di nuovo osserviamo i due Bocchini!

 

[Drawing omitted]

Questi due disegni sono più grandi del normale positamente per vedere meglio le differenze.

[Drawing omitted]

 

[TBC036]

 

Pagina 19.

 

Con uno schizzetto fatto da me, molto modestamente, della

Lastra (rinnovo la raccomandazione: la detta Lastra deve essere

al non plus ultra della perfezione; caso contrario, si perde tempo per

niente!!!) e del Bocchino poggiato sopra; cioè: col Piano del Becco

sopra al Piano della Lastra. Guardiamo come possiamo togliere un po’ di materiale

alla lettera D. Cosa non troppo facile; ma con questo sistema non

possiamo sbagliare. Inoltre vediamo la fettina di carta abrasiva 00 (meglio

fine) messa davanti al Bocchino di traverso. Colla mano sinistra teniamo

ferma la cartina che non si muova, colla mano destra si muova il Becco pian

piano verso la cartina in modo che il Piano del Bocchino incontri la carta

abrasiva… così facendo si toglie del materiale oltre la lettera D e

così si allunga l’Apertura del Becco che abbiamo in mano.

Operazione difficile e occorre andare con i piedi di piombo!!!

Si vada adagio a consumare del materiale in quel posto: per amor di Dio

che non venisse una specie di bassa esagerata o un buco!

C’è chi adopera un’ago, messo di traverso e anche sopra alla Piastra, poi

sopra all’ago la carta abrasiva. Se l’ago però è robusto, non c’è bisogno

di metterlo sulla Piastra. Dico robusto in modo che lavorando non dovesse

piegarsi. C’è chi lavora con delle stanghette di Carburunto… Le

ipotesi non si finiscono mai: chi più ne ha, più ne metta!!!

Sembra una sciocchezza; ma la cosa è al quanto complicata! Se non fossi

pratico e mi raccontassero tutte queste cose… parola d’onore, ci riderei

sopra! L’esclamativo di dire: chi più ne ha, più ne metta… richiama

altri piani e altri tentativi… Se mi è concesso vorrei tornare alla

considerazione del Liutaio e del lavoro che egli fa. Se chiudo gli occhi e

penso alle astuzie che costui mette in pratica per tirare fuori una data

cosa ed avere un voluto effetto sul suono del suo Violino. Anche ad occhi

chiusi, vedo molto…! Del resto l’ho detto e lo ripeto: La grande Arte

non stà solo nella o nelle Teorie… L’Arte grande sta al di fuori delle

comuni Teorie! Lascio il Liutaio al suo posto e mi levo tanto di cappello alla sua bravura!

Osservare bene tutto e lavorare con molta attenzione!

 

[Drawing omitted]

 

[TBC037]

 

Pagina 20.

 

In tutto il discorso generale del Trattato, mi pare di aver dato ampio

spazio ai difetti del Bocchino del Clarinetto, specie, il difetto del

fischio. Tutti lo sanno che cosa possa significare un fischio in un SOLO…

Ma è bene ripeterlo: Il fischio, anche se per disgrazie avviene ad un grande

Clarinettista; è calcolato una Stecca! E può avvenire a chiunque anche fosse

il Rè dei Clarinettisti! Basta un’Ancia perfida… per una Stecca del

genere. Ma ho anche detto che molte cose, verranno dette più di una volta,

perciò, mi sia perdonato…!

Dirò il modo con cui ho sempre allargato la Camera dei Bocchini qualora ne

avessero la necessità. Si prenda un pezzetto di legno, lungo il doppio o più

del Becco. Se questa verghetta fosse più grossa e non passasse dentro la detta

Camera, si lavori in modo che possa passare. Occorre sia bella dritta e

più sottile della misura in modo che nel pezzetto che va dentro; ben’inteso

colla carta smariglia arrotolata, anche se passa stentatamente possa andare.

Quindi girare dentro la Camera allargando… in modo da portare questo

vuoto ad una misura da intonare meglio lo strumento. Ho detto e ripeto;

così facendo aumenta anche il volume del suono… e forse anche più dolce.

Se il Becco che vogliamo allargare la Camera è di Legno o di Caucciù, il

gioco è facile, se è di Cristallo, occorre più pazienza e più tempo. Anzi,

raccomando che nel Cristallo si deve andare molto adagio perché se si scalda…

basterebbe una piccola goccia d’acqua (se si prova) per vedere una crepa.

Che dà l’istrumento intonato è la perfezione della Camera dello strumento e

quella del Bocchino assieme! La responsabilità di queste cose, specie da

studenti, è dell’Insegnante… poi, strada facenda, dello strumentista.

 

Mi pare che pian piano, andiamo verso la conclusione del presente Trattato.

Sperando che la memoria non mi tradisca, riesaminerò tutte le cose più importanti

e farò cenno alle più essenziali. Ma dire tutto in un fatto del

genere… è assai difficile! Gli strumenti sono delicati… La professione è

assai difficile… e le combinazioni che si presentano in Orchestra, sono

tantissime ed enormi! Se facessi anche un Trattato di 500 pagine, lostesso

non potrei dire il tutto!

Il Klosè ammetteva che la voce del nostro Clarinetto deve essere:

Dolce, Chiara, Pastosa e Molle! Cerchiamo di orientarci verso questi componenti;

ma non è facile ottenere queste qualità mettendole assieme?

Specie con le Ancie di oggi giorno.

Se abbiamo la fortuna di avere un buon Clarinetto e, in seguito… trovare

un paio di Bocchini riusciti bene… basta, fermiamoci lì! Meno cambiamenti

faremo, e più sarà facile avere e mantenere un bel suono!

Il sistema Tedesco e tutto diverso dalla nostra scuola (la nostra è alla

Francese). I Clarinettisti Tedeschi, montano un’Ancia, o la legano… oppure

mettono anche loro la Fascetta; ma non la muovano più. A fine lavoro, puliscono.

con uno spazzolino…

Con la scienza di oggi giorno non siamo capaci di inventare un’Ancia che si

possa suonare meglio di quelle che vendono!

 

Ho detto e debbo ripetere che le misure che io ritengo giusto dell’Apertura

dei Bocchini del Clarinetto Classico per grande Orchestra; è il numero

2 delle misure dei Bucchi e dei Coutrì. Più o meno… queste sono le misure.

Se il Piano è giusto, del suono ne viene più del necessario!

Aprire troppo il Becco; per prima cosa sparisce tutta la dolcezza del suono!

 

[TBC038]

 

Discorso finale e conclusivo.

 

Riepilogando: Gli Studi da me scritti, sono stati creati positamente

per Controllo ogni qualvolta che uno lavora sul Piano di un Bocchino.

Perciò non hanno niente a che vedere con gli Studi dei grandi Capiscuola.

Non mi stancherò mai di dire di andare adagio, sia nell’osservare i futuri

Becchi che i Clarinettisti adopereranno, e sia nelle decisioni da prendere…

In altre parole, si sappia quello che si vuole fare e non mettersi a limare

via del Materiale se non si è sicuri! Il Materiale che compone un

Bocchino per Clarinetto è tutto prezioso! E se si sbaglia; il materiale che già

è venuto via non ci si mette più anche se vedessimo la necessità!

Non si esageri nell’Apertura. Andando adagio si può tirare fuori un Piano che

pur non essendo tanto aperto del suono ne viene più del necessario. Non è la

grande Apertura che da il grande Volume di suono. Come ho detto è, la perfezione.

Consiglio ancora il numero 2 della misura dei Becchi di Coutrì.

Con quella Apertura (sempre se il Piano và bene) si può fare la voce del

nostro Strumento come suggeriva il grande KLOSE, cioè: Dolce, chiara, pastosa e

molle.

Se mi fosse chiesto quale Bocchino deve adoperare: o quello di legno;

o di caucciù o cristallo? Non saprei quale risposta dare? Dico solo che un

Clarinettista di grande Orchestra li dovrebbe avere tutti e trè, adoperando

man mano uno o l’altro anche a secondo del genere di Musica che attualmente

fà. Delle Ancie ho già parlato; ma credo sia bene dire ancora qualcosa.

Ripeto che il legno delle nostre Ancie, non è un legno come tutti gli altri.

E’ un legno composto di tutte vene che partono dal tallone dell’Ancia sino

alla punta. Guai se nel corso di tutto il Piano vi fosse un difetto: questo

porterebbe a non Vibrare normale e, di conseguenza, verrebbe il Fischio ed

altre imperfezioni. Ecco perché ho trovato più sicuro il Piano Pari di quello

Incavato alla Francese.

Facciamo una riflessione e consideriamo due Piani che s’incontrano (Piano

del Bocchino e dell’Ancia) quale difficoltà può portare se anche uno, dei

due Piani, non fosse perfettamente giusto…? Poi, per finire, aggiungiamo le

Ancie che siamo costretti a comperare oggi giorno… E vedremo che il problema

è tutt’altro che facile!

In principio del Trattato ho parlato dello Strumento che deve essere intonato.

A questo punto ritengo giusto parlare degli Strumenti che dobbiamo adoperare.

Qualche volta ho sentito parlare… e qualche Clarinettista sosteneva

che se si vuole si può fare la Carriera d’Orchestra con un solo Clarino;

cioè il Si B. A tambur battente rispondo che il genere Lirico si può, ma il

Sinfonico è impossibile! Il vero Professore di Clarinetto li deve avere tutti

e due! Meno fatica e rischio… e più riuscita! Perciò deve essere molto

intonato anche il Clarinetto in La! Però occorre tenere in efficienza anche il

Clarino in La. Non si può lasciarlo nell’Astuccio dei mesi poi, all’improvviso

portarlo in Orchestra! I primi Clarinettisti delle Primarie Orchestre del

mondo intero, hanno in Orchestra i due Strumenti!!!

Ora, concludendo, vorrei fare una raccomandazione; ed è la seguente: il lavoro

fatto da mè scrivendo questo Trattato, non è una cosa buttata lì per passare

il tempo. Sono considerazioni fatte attraverso anni di studio e prove…

E se un qualunque Clarinettista lo studia, ha sempre da guadagnare anche se

non volesse dedicarsi a lavorare sul Piano del proprio Bocchino.

Tutto quello che legge e medita… sarà sempre importante! In altre parole:

non sciuperà mai il tempo inutile… poiché nella nostra Professione non si

è mai finito di studiare e di sapere; specie per quanto riguarda il

Suono del nostro difficile Strumento! Ed è su questo che ho creduto bene di

orientarmi! Auguro a tutti: Buon Lavoro!

Ernesto Olivieri

 

[TBC039]

 

Discorso finale e conclusivo.

 

Riepilogando: gli studi per Clarinetto, modestamente, da mè scritti, sono

stati creati positamente per Controllo ogni qualvolta che un Clarinettista

lavora in un suo Bocchino. Perciò non hanno nulla a che vedere con

i grandi Studi che portano gli Alunni al Diploma.

Non mi stancherò mai di dire di andare adagio nelle cose che riguardano i

nostri Bocchini anche quando si sa che occorre lavorarli. Ci si pensi prima…

In altre parole; si abbia una cognizione di quello che si deve fare. Non si

abbia fretta andando a limare via del materiale se non si è sicuri! Il materiale

di qualsiasi sorta che compone un Becco per il nostro Strumento, è tutto

importante! Ed è importante anche per la posizione in cui si trova.

Alle volte prima di mettermi a limare il Piano di un mio Becco; ho pensato dei

mesi dove fosse stato meglio lavorare…

Non si esageri nell’Apertura. Se il Piano viene fatto bene del suono ne viene

fin che si vuole anche non essendo troppo aperto. Consiglio la misura, più o

meno, il numero 2 dei Bocchini di Coutrì. Troppo aperto il Bocchino significa

difficoltà nella scelta delle Ancie… e voce non più dolce come diceva

Klosè: Dolce, Chiara, Pastosa & Molle. Insomma; voce Classica!

Se uno mi chiedesse quale Bocchino deve adoperare: o Legno di Ebano. Caucciù.

O Cristallo? Non saprei cosa rispondere? Nella mia Carriera ho lavorato con

tutti e trè a secondo dei casi e dei Complessi in cui lavoravo. Se s’indovina

la riuscita del Piano e ci si fà la sua abitudine; vanno bene tutti!

Delle Ancie ho già parlato, ed ho detto e ripeto che è un legno non come tutti

gli altri legni. Questo Bambù è composto di tante Vene che va dal Tallone

dell’Ancia sino alla punta… e guai se nel corso del Piano ci fosse dei

difetti! Un difetto a metà del Piano, porta un Fischio nella punta del Becco!

 

Le Ance poi che si compera oggi giorno lasciano molto a desiderare…

Poi il Problema di mettere un’Ancia su un Piano… e che anche l’ancia stessa

ha un altro Piano. Due Piani che s’incontrano… Pensiamoci un pò e vedremo

che il Problema non è semplice come potrebbe apparire: Eppure il nostro

Clarinetto è nato così e rimarrà così finché il mondo sarà mondo e finché vi

sarà dei Clarinettisti! Non c’è niente da fare! Occorre tanta pazienza!!!!!

 

In principio ho parlato dello Strumento che non deve avere dei difetti, caso

contrario in Orchestra si farebbe fatica ad intonare. Arrivati qui e alla fine

del mio discorso non posso più parlare dello Strumento singolo in Si B.

Quando un Elemento ha finito di studiare ed ha intenzione di fare la carriera

del Clarinettista, a questo punto occorre parlare di due Clarinetti: Si B e La.

 

Qualcuno si lava la bocca di dire che si può fare la Professione anche con un

solo Strumento il Si B. Questo discorso di bravura, lo credo solo a metà, e cioè:

Il Repertorio Lirico si può farlo. Il Sinfonico è impossibile!

Il vero Professore di Clarinetto, deve averli tutti e due: Si B, & La. Allora

è al completo! Il resto non c’è bisogno che aggiunga niente perché lo sanno.

Il Clarinetto in La è un bellissimo Arnese, ma occorre avere la fortuna di

trovarlo intonato e adoperarlo spesso. Se, al contrario, uno lo lascia degli anni

nel cassetto all’atto pratico… non combina niente! In altre parole,

occorre tenerlo sotto mano e suonarlo almeno una volta la settimana anche se

non ne ha bisogno. I Clarinettisti di tutto il mondo e delle primarie Orchestre,

li hanno sempre tutti e due nel posto d’Orchestra.

Del resto, ogni Elemento può fare a modo proprio!

Auguri a tutti e buon lavoro! E Auguro tanta pazienza!

Ernesto Olivieri

 

[TBC040]

 

Discorso Generale & Conclusivo.

 

Riepilogando: Gli Studi per Clarinetto, modestamente, da me scritti, sono

Stati fatti positamente per controllo ogni qualvolta che un Clarinettista

lavorerà in un Bocchino per il nostro Strumento. Perciò non hanno a che

vedere con i grandi Studi che portano gli Strumentisti al Diploma.

Non mi stancherò mai di ripetere di andare adagio e senza fretta, sia nel

considerare un Bocchino… e sia nelle decisioni da prendere in caso ci

si debba lavorare. Vi sono dei Becchi che quasi invitano a tirare via del

materiale dal Piano e andare giù. E questi sono quelli che hanno un Piano

molto stretto e piccolo e che, invitando la fascetta, rimane ai due lati

una fetta di Ancia fuori dal Piano. Del resto, io stesso, prima di andare a

limare del Materiale… ci pensavo più di una volta perché il Materiale di

Un’Accessorio come questo; è tutto molto prezioso!

Non si esageri mai nell’Apertura! Non si dia retta ai chiacchieroni, cioè,

a quelli che insistono che il Bocchino deve essere molto aperto. Nò!

Anche se è poco aperto e se il Piano è riuscito bene: del suono ne viene

anche più del necessario!!! Aprendo troppo la punta del Bocchino, è molto

difficile nel trovare le Ance e se la voce è diventa aspra! E allora

non è più il Clarinetto che dice il grande Klosè: Dolce, Chiara, Pastosa e Molle!.

Se uno poi mi chiedesse quale dei trè Bocchini che ho parlato:

Legno di Ebano, Caucciù o Cristallo; deve adoperare…? Non saprei come

rispondere? Se i Becchi sono riusciti bene… si possono adoperare tutti!

Penso che un Clarinettista li debba avere tutti e tre. Io stesso ho fatto

la mia Professione suonando con tutti assecondo del genere di Musica che

facevo e del Complesso a cui appartenevo. Nell’Orchestra Grande è molto

indicato il Cristallo perché ha il suono più massiccio.

Per quanto riguarda le Ancie, malgrado ne abbia già parlato, darò un’altro

tocco al discorso. Il legno delle nostre Ancie, non è come tutti gli altri

legni. Il nostro legno è fatto di tutte vene che partendo dal Tallone del

Becco vanno fino alla punta. Anche se a metà strada, se nel Piano vi è un

piccolo difetto…l’Ancia appoggiandosi può prendere una piega che sulla

punta avviene dei fischi a non finire… Sono prove che le ho fatte una

vita! L’Ancia di bambù, che ha già per se stesso un Piano; deve poggiarsi su

un’altro Piano che è quello del Bocchino… Proviamo a pensarci…?!

Questo impatto non è facile da accoppiare!!!

E quando un Bocchino fischia, è assolutamente impossibile poter lavorare

in Orchestra!!! In un posto d’Orchestra è già difficile starci anche quando

tutto va bene! Figuriamoci poi se lo Strumento non và… o che il Becco fischia?!

Nelle prime pagine ho parlato dello Strumento; ora che stò per finire

penso sia meglio di parlare degli Strumenti: dei due Clarinetti che

si dovrebbe adoperare in Orchestra, cioè Si B & La. Qualche Elemento si

permette di insistere nel dire che si può fare la Professione col solo

Si B! Invece io rispondo che nel Repertorio Lirico si può suonare se non

tutto ma quasi. Nel Campo Sinfonico nò e poi nò!!! E allora è

necessario procurarsi anche il Clarinetto in La; meno fatica e più riuscita!

A patto però di acquistare un’ottimo Strumento e suonarlo sempre; non

abbandonarlo! Se si mette nell’Astuccio e non si adopera mai, può arrivare

all’improvviso il bisogno di adoperarlo… e fare anche magra figura!

All’estero lo chiedeno sempre lo Strumento in La. La ragione è perché la

voce è più larga e più dolce del Si B. Ripeto che è uno Strumento di grande

risorsa! In certi posti c’è chi adopera pure il Clarinetto in Do.

Di quello si può fare a meno. Oppure si dovrebbe trattare di un Concerto

per detto Clarino.

 

041-050

[TBC041]

 

Quei Clarinettisti che hanno avuto la fortuna di studiare con degli

Insegnanti molto conoscitori del Bocchino, anche se non hanno fatto del tutto

la vita dell’Orchestra, sanno ugualmente quale importanza ha questo Accessorio

per il nostro Strumento. Dico questo perché, girando il mondo come

ho fatto io, ho conosciuto gente che non erano Professionisti del Clarinetto

ma conosevano il Becco del Clarino e sapevano lavorarci al plus ultra della

perfezione! E questo ebbi modo di vedere a Parigi. Ero in giro con una

Orchestra Tedesca in tempo dell’ultima guerra (1940-1945). E in quella

grande Città conobbi un Francese che lo chiamavano: il Baif, che non era

nè Professionista e nè Dilettante del Clarinetto; ma conosceva il Becco

alla grandissima perfezione. Riuscii a capire che da giovane aveva lavorato

in una Fabbrica di Clarinetti, nel centro di Parigi.

A questo punto mi permetto di aprire un discorsetto, con cose vere e reali

che stanno a pennello nel discorso. Nel mondo intero vi è il chiodo di

credere che se uno dei nostri Bocchini è stato lavorato da un grande Artista

dello Strumento… va bene anche se ha difetti. Se, al contrario, un Bocchino

ix proviene da un Elemento non di grande nome… L’Arnese non và!

Su questo fatto non ci si può ridere dietro poiché, il più delle volte, lavora

la suggestione e l’istinto. Non posso riderci dietro e non posso neanche

ammetterlo al 100%; l’Arte di stare a sedere in una sedia d’Orchestra

e fare bene il proprio dovere, è un mestiere… e ci vuole una Natura non indifferente!

L’Arte di conoscere e lavorare nei Bocchini per Clarinetto; è

un’altro mestiere che merita una certa considerazione… e, aggiungo, ci vuole

la dovuta Natura. Sono due mestieri uno diverso dall’altro! Sono vicini…

molte volte sono uniti in un medesimo Uomo; ma sono due cose diverse!

Il Violinista è un mestiere che deve avere la sua grandissima Natura…!

Il Liutaio è un altro mestiere che deve necessariamente avere la sua…

Natura pure questo. Perciò, pure quì: due mestieri e con due Nature diverse.

E allora non si può ridere se uno conosce… e lavora bene nel Bocchino

del nostro Strumento ammettendo che non sia mai stato al Teatro Alla Scala

di Milano. E questo non lo dico perché io voglia essere complimentato…

Lo dico per pura verità! E neanche ho scritto questo trattato con la pretesa

d’incassare soldi. Nò! La mia soddisfazione sarebbe tanta se potessi fare

in modo di aiutare molti dei futuri Clarinettisti! Perché l’Arte nostra

non è conosciuta! Non è nè conosciuta, nè rimunerata!

Mi pare d’averlo detto, comunque. I Francesi chiamano l’Artista che lavora

i nostri Bocchini: La Pianoist. Cioè: l’Artista del Bocchino; o l’Artista

del Piano. Un’uomo che lavori per 50 anni sui Becchi per Clarinetto e

che arrivi ad un certo livello; sia di pratica, e sia di sicurezza…

Non arriva mai alla fine. Man mano che il tempo passa, vi è sempre modo di

vedere delle novità. Novità che, il più delle volte, piacciono. E piacciono

perché queste novità sono sempre volte verso la perfezione dell’Artista.

E sono convinto che se io potessi vivere duecento anni (che è impossibile),

sempre troverei delle cose interessanti.

A confronto di un Violino, un Bocchino per Clarinetto e ben piccolo!

Ebbene, nel suo poco… nasconde tantissimi segreti. E questo lo dimostra le

prove che io nei tanti anni ho fatto. Un Becco può suonare bene… Ma andandoci

dietro può dare cose ancora più belle: Ciò dimostra che vi erano

anche prima dentro il mistero… si trattava solo d’imbroccarla e tirarla fuori!!! ?

Mestiere Insoluto! Lo chiamava il mio defunto Insegnante, Prof: Bianco

Bianchini. Se avessimo pazienza e fortuna… molte delle Ancie che si butta

al diavolo… potremmo utilizzarle. Ripeto per l’ultima volta: il nostro

Bocchino nasconde tantissimi segreti!

Chiedo scusa e a tutti buon lavoro!

 

[TBC042]

 

Parte Prima

Pagina 1.

-------------------------

Il compito di scrivere un Trattato per il Bocchino

del Clarinetto non è facile. Direi che è difficile a

scriverlo, e altrettanto difficile a capirlo. Del resto non è una

meraviglia questa: tutte le cose del Mondo non sono capite nel

medesimo modo. Stando dentro il nostro Mondo di un’istrumento

Musicale e del suo relativo Bocchino, i modi di pensare e di concepire

questi complicati dettagli, sono enormemente diversi da un

Clarinettista all’altro. Se poi aggiungiamo che ognuno, o quasi,

provengono da una scuola diversa; allora è logico e tollerabile

anche se si incontrerà delle ostilità.

Comunque sia le cose, come già ho scritto: tutti possono leggere

e ognuno và per la propria strada.

 

Molte volte ho sentito dire, da dei colleghi che suonano il nostro clarino…

che non c’è bisogno di diventare pazzi per il becco del

nostro strumento e che con uno possono fare tutta la carriera.

La risposta che io dovrei dare a questi colleghi potrebbe essere

di doppia specie e cioè: potrebbe essere vero. Oppure potrebbe essere

una grande panzana! Potrebbe corrispondere a verità se uno avesse

la fortuna di non romperlo mai. Ma se uno rompe… in tal caso non è

solo una panzana ma addirittura una cretinata!

Altra alternativa di facile avvenimento: da un giorno all’altro

può avvenire un cambiamento in Orchestra: o cambiano il Professore

d’Oboe (che è lui che dà il La)… e magari non ci arriviamo più nel

Corista. Per esempio che in quel dato Locale occorra un volume di

suono diverso… ecc. ed ecc. Da non dimenticare che il Clarinettista

tende sempre, o per istinto o per coscienza, di andare verso il

meglio. Che cosa fa costui? O cambia lo strumento o il Bocchino.

In poche parole, dei cambiamenti ve ne sono sempre! Ma il più delle

volte ci orientiamo verso un becco nuovo e ci assoggettiamo alla

lavorazione del becco che abbiamo in mano: specialmente poi se vi

fosse un leggero fischio.

(Queste cose le attribuisco all’ambiente dei Professionisti; non ai dilettanti)

In tutte le professioni avvengono cambiamenti. Nel nostro campo i

cambiamenti sono più scoccianti e direi Compromettenti per la

nostra Carriera…? Cambiando un Bocchino, o lavorando anche nel

vecchio, se il cambiamento è in bene… questo profitto può portarci

su di quotazione artistica. Se, al contrario, andiamo in peggio,

sono dolori e ci sarebbe anche da giocarci la Carriera.

 

[TBC043]

 

Già per se stesso, parlando di un giovane, si può ammettere che

può considerarsi un cambiamento anche nella pratica dell’Orchestra.

Ma questo è un cambiamento che non porta problemi; anzi, ogni mese

che passa il giovane Clarinettista và meglio…

E in definitiva, ammettiamo anche che della nostra perfezione;

fossimo a buon punto… non siamo mai contenti!!!

Sembrerebbe un’erresia ai nostri giorni e con delle conquiste

di andare sulla Luna… Prima ancora; la scoperta dell’Atomo…

Conquiste Elettroniche e via di seguito… Fossimo alle prese con le

difficoltà di fare andare bene un Bocchino per Clarinetto ecc. …

Io stesso se non conoscessi la faccenda; gli riderei sopra.

Eppure, smetto di ridere e penso che è una cosa seria!

Se in Orchestra tutto andasse bene, ci sarebbe lo stesso tensione

di nervoso. Figuriamoci se nel nostro strumento troviamo qualche

piccola imperfezione?! Specie il fischio! Questo è terribile!!!

Tutte queste cose portano all’idea di studiarci sopra e di

cambiare qualche cosa.

A preferenza di adoperare un becco che fischia, ammettendo che avesse

una bella voce, conviene metterne sù uno meno dolce… ma che non

ci sia questo pericolo. Il fischio è oggetto di amare critiche…

Ecco allora che le prove e i cambiamenti sono indispensabili.

Ripeto quello che ho detto nella Prefazione i cambiamenti, le prove

e gli esperimenti; si facciano a casa nel giorno di riposo; oppure

in tempo di Ferie: mai in Orchestra e in corso di pesanti responsabilità!!!

Dopo tutto, se noi dovessimo abolire le prove e

i cambiamenti; o esperimenti… finirebbe anche lo scopo di scrivere

il presente Trattato. Ve nè pare?

In Orchestra vi sono altri fattori che ci possono portare a dei

cambiamenti. Oltre ai particolari che già ho accennato; quelli sono

di ordine naturale. Quando meno ce l’ho aspettiamo, spunta fuori

un’anziano Orchestrale che credendo di aiutarci ci può suggerire

le seguenti parole: guarda che hai poco suono! Aumenta il volume.

Sei calante…Crescente!....E via… A questo punto stiamo attenti

chi sono questa gente? Se sono persone competenti e onesti… bene,

caso contrario: via i chiacchieroni!

Per quanto riguarda lo strumento e parlando di un giovane; questo

è compito dell’Insegnante di avergli procurato un buon clarino

e un’ottimo Bocchino. Guai se a stò povero ragazzo gli fosse

appioppato un catenaccio!

 

[TBC044]

 

Pagina 2

E’ difficile trovare dei genitori che abbiano le possibilità di

acquistare un buon clarinetto. La difficoltà è di due specie; la

prima per il denaro, la seconda perché essi siano persuasi dell’utilità

della spesa. Ecco i difficili problemi!

Se il giovane Clarinettista ha una buona disposizione adatto ad

occupare il posto di primo clarinetto; le conviene fare un debito

e andare in Orchestra con un’ottimo strumento!

Ci vuole un buon Clarinetto e un’ottimo bocchino! Così egli è

tranquillo; segue la sua Musica, le convenzioni che Concertando avviene

e fa la sua figura; caso contrario nasce una infinità di critiche.

In linea di massima, lo studente di Musica non è mai ben capito.

Anche i genitori stessi, hanno sempre quella punta di sfiducia.

(Pure a mè capitò altrettanto)

Qualsiasi studente che và ad iscriversi, o all’Università… o ad

altri corsi; è ben tollerato e magari fanno una festa. Se un ragazzo

vuole andare ad un Conservatorio di Musica; gli ridono in

faccia brontolando e mettendolo in cattive acque?....

A questo punto vorrei chiedere a certi sapientoni: perché condannate

vostro figlio senza sapere le conseguenze che gli procurate?

Poi, concludendo, aggiungerei: informatevi cosa sono le Orchestre,

cosa comporta la Professione dell’Orchestrale… ecc…

Ma l’informazione più esatta che un genitore deve fare è di

sapere se il figlio suo ha la disposizione della Musica e dell’istrumento

che si appresta a studiare. Lo studio della Musica appartiene

all’Arte, e nell’Arte occorre la vera natura: O la giusta

natura o cambiare mestiere!

Le Professioni sono di tantissime specie; beato chi imbrocca la

più buona! Certo che un Medico o Professore in Medicina, ha altri

guadagni… e altro nome: specie un Chirurgo, Un bravo Avvocato…

Un’ottimo Ingegnere… e via di seguito. E non voglio neanche mettere

un’Orchestrale alla pari delle responsabilità del Chirurgo… Nò!

Però può diventare un Professionista degno di stare in mezzo agli

altri! E se poi, il ragazzo ix, diventasse un Concertista?!

In tal caso, potrebbe stare alla pari di qualunque altra persona

Celebre! Forse un’ottimo Direttore d’Orchestra non è un degno

Professionista? In molti casi la gente dovrebbe mettere da parte la

grande ignoranza!

Se noi guardiamo al passato; la nostra Professione ha subito un

grande cambiamento. Nel lasso di tempo dal 1930 ad oggi (1973),

vi è stato un grande cambiamento e il nostro lavoro si è ridotto

in meno.

 

[TBC045]

 

Nei cinema vi era delle Ottime Orchestre che Commentavano le

Pellicole. (Le dette pellicole erano mute e non sonore)

Poi nei primimesi del 1930 venne i Films Sonori… Addio le Orchestre!

Inoltre vi era tantissime Bande Musicali; specie nel Meridione.

Ora anche queste si sono portate a poco: due o trè a Roma e altre

in Meridione, in parte poi sono Bande da Giro Estivo.

Vi era una buona presenza di Compagnia d’Operette. Poi venne la

Rivista. Ebbene, l’una e l’altra scomparse dal Mondo!!!

(Che peccato)

Con tutto questo, oggi 1973, in molte Orchestre della Radio e dei

grandi Teatri, come Scala di Milano ecc., ripeto: con tutto questo,

cercano Elementi per Orchestra e non li trovano!

Ragione per cui, se un ragazzo studia bene e si porta ad un buon

Elemento… il posto di lavoro c’è! Occorre la debita pazienza,

senza di questa al Mondo non si fa niente!

Può esserci degli inconvenienti anche in corsi di studio.

E non solo; ma può esserci anche dei cambiamenti. Un tale, che si

era iscritto nel Conservatorio di Bologna come studente di Tromba,

cambiò strumento… ed oggi è Professore di Fagotto, bravissimo.!

Altri si diplomano in Pianoforte poi studiano la Direzione d’Orchestra..

Del resto questi cambiamenti avvengono anche all’Università.

Vi sono studenti che vanno fino all’ultimo anno di una tale facoltà

poi cambiano. Questi sono piccoli inconvenienti che non

pregiudicano il futuro di un ragazzo; tutt’al più perderanno un po’ di

tempo. Lo Studente in Musica deve avere (ho detto) molta pazienza.

I vicini di casa cominciano a brontolare perché si sentono disturbati!

Altri fanno chiacchiere perché mettono in giro chiacchiere

circa che questo studente Musicista non si sa cosa suona…?

E aggiungono (e questo è il peggio) che costui perde tempo e danaro

per niente! E anche quì è il posto di aggiungere una buona dose

di ignoranza! Secondo essi, il giovane Clarinettista dovrebbe suonare

delle canzoni, dei pezzi d’Opera e via dicendo: invece lui deve

studiare gli Studi che l’Insegnante gli ordina!

Ora mettiamo nelle immondizie le chiacchiere, mettiamoci allo

studio con volontà e sacrificio cercando di diventare degli Ottimi

Clarinettisti. A fare questo studio ci vuole gente sana; potete

farvi visitare da un Dottore e chiedere se siete adatti ad affrontare

uno studio di parecchi anni studiando uno strumento a fiato.

Si prepari tutto con buona logica.

 

[TBC046]

 

Pagina 3.

In tal caso debbo parlare anche con i giovani e cioè: mettetevi

allo studio di un’istrumento Musicale se avete una buona natura

del genere: caso contrario spendete i soldi e il tempo per niente!

Del tempo ce ne vuole moltissimo! Ripeto: non è uno scherzo!

Sembra una favola dire che si perde più tempo per un Diploma in

Musica che una laurea all’Università. Eppure, così è!

Il nostro Clarinetto sono 8 anni di studio al Conservatorio.

Corni e Trombe lo stesso. Il Violino: (il Sovrano degli strumenti)

11 anni. L’Organo (quello in Chiesa) 14 anni di studio!!!

D’accordo che chi ha buona disposizione questi anni diminuiscono.

Ma lo studio è lungo assai! Poi non è tutto quì.

Contemporaneamente allo studio della Musica e strumento, è

indispensabile studiare Letteratura e anche conoscere le Lingue più

usuali: Francese, Tedesco e Inglese… almeno da capire il più

necessario. Colla conoscenza di queste Lingue il Professore d’Orchestra

troverà, in Professione… strade più aperte.

Tutto questo assieme di cose, viene aggiunto alla fatica dell’allievo

Clarinettista. In poche parole; questo Orchestrale deve avere

una Cultura! E per fare questo occorre molto lavoro!

Ma lasciamo andare queste cose e portiamoci (per ipotesi) al nostro

giovane Clarinettista in Orchestra. Supponiamo che un bel giorno;

pure andando bene, necessiti un cambiamento: o per alzare un pò il

Corista; per l’intonazione… le cause possono essere tantissime.

A tal punto cosa facciamo, se assolutamente non conoscessimo niente

di questa faccenda? Penso inoltre che un giovane abbia avuto un

bravo insegnante e che certe cose le abbia già in dotazione…

Sia il giovane e sia l’anziano Clarinettista, può bastare poche

parole… (dai chiacchieroni…) per essere indotti ad andare alla

ricerca di un nuovo bocchino o tentare la sorte di fare qualcosa

al vecchio! In poche parole: alla ricerca della perfezione.

O del meglio ammettendo che riusciamo ad ottenerlo?

Mi pare già di averlo detto; e non sarà male ripeterlo: la perfezione

che noi vorremmo non l’abbiamo mai! E questo è appunto perché

non siamo mai contenti di noi stessi! Frase un po’ comica ma valida.

Il nostro strumento lavora assieme agli altri, ben’inteso avendo

ognuno il proprio compito. Il nostro fà parte degli Strumentini.

 

[TBC047]

 

Gli Strumentini sono: Clarinetti, Flauti, Oboi e Fagotti, e Corno

Inglese. Il Corno Inglese fà parte della famiglia degli Oboi; è

come il Clarinetto Basso (Clarone) che fà parte dei Clarinetti.

Poi c’è il Corno da caccia; pure questo bello e difficile strumento

lavora spesso con noi.

Frà questo gruppo di strumentini si svolge il gioco della Musica

e delle Composizioni Musicali. Chi gioca bene e chi gioca male…

Molte volte questi altri strumentini, non sono solo dei nostri

collaboratori; spessissime volte sono dei nostri concorrenti! E dico

il perché: Ognuno ha un colore di suono differente. Ad esempio,

l’Oboe è lo strumento che ha il colore più bello di tutti gli strumentini.

In certe circostanze; finito una data frase dell’Oboe…

dobbiamo seguire noi; o anche viceversa. Asseconda della zona di

note che noi abbiamo; possiamo sentirci inferiori… E da quì scaturisce

l’idea di studiarci sopra lavorando nel Bocchino… L’unica

alternativa… oppure una delle uniche!

L’Oboe ha un altro vantaggio: per la sua sottile voce; incide più

del Clarinetto. Anche nelle vecchie incisioni, l’Oboe è sempre ben

scandito. A questo punto tocca ai Tecnici di mettere i Microfoni

più vicino ai Clarinetti… oppure in un posto più adatto.

Per quello poi che riguarda la concorrenza… o le concorrenze

da uno strumento all’altro; si deve considerare l’abilità del

Professore che suona; senz’altro è quello che fà bilancia.

Il Flauto nelle sue note acute non sempre ci si intona bene.

Uguale cosa del Corno: nelle note acuti crescono e nelle basse

calano: Occorre molte buone orecchie e non sono mai abbastanza.

Col Fagotto.si intona bene. Mi sono sempre trovato bene anche col

Corno inglese. Se questo è suonato da un artista, non c’è nessuno

che nel Canto lo possa battere!

Il Clarinetto è uno dei più giovani strumentini d’Orchestra.

E uno strumento di grande risorsa, con un’estensione enorme.

Suonato bene è assai Poetico!. Tutti gli Autori non lo sanno

adoperare nella medesima maniera. Solo i Vecchi Musicisti l’hanno

fatto diventare bello: Verdi nella Traviata e Forza del Destino

ecc. Mozart nel suo Concerto in La Maggiore… e via…

Sempre suonato bene; è uno dei più belli d’Orchestra!

 

[TBC048]

 

Pagina 2

Ho detto che è compito dell’insegnante procurare un

buon istrumento all’allievo; se però il giovane ha le possibilità,

e se non le ha? Se il giovane clarinettista ha una disposizione

di un certo valore; adatto ad occupare un posto di primo, gli

conviene fare un debito e andare in Orchestra con un bel clarinetto.

Se l’allievo ha un buon Clarinetto e un buon becco, suona tranquillo

e fà la sua figura, caso contrario sono dolori…!

Lo studente di Musica, in linea di massima, non è mai capito: anche

i genitori stessi non hanno fiducia. Chissà il perché?

Genitori carissimi (vorrei dire), perché non v’interessate di

sapere cos’è la professione dell’Orchestrale, cosa sono le Orchestre?

Perché condannate vostro figlio senza ragione?

Se il ragazzo non ha nessuna disposizione, in tal caso avete ragione,

ma se vostro figlio va bene, perché, ripeto, lo condannate?

Ecco perché diventa più difficile fare sborsare dei soldi ai

genitori per l’acquisto di uno strumento. Potrei dire: abbasso la

ignoranza!

Ho sempre capito e capisco tutt’ora che se un giovane si scrive

all’Università, i genitori, la famiglia e gli amici tutti, fanno

una gran festa! Se un giovane và ad un Conservatorio di Musica;

due persone sù trè, si mettono a ridere…! Anche questa è ignoranza!

I Professionisti non possono essere tutti uguali e allo stesso

modo; perciò non metto un Professore in medicina o Chirurgo al

pari di un’Orchestrale, ma sapendo fare il mestiere è una Professione

uguale alle altre. E se questo ragazzo che noi vediamo andare

ad una modesta scuola di Musica diventasse un concertista…?

In tal caso può stare al pari di qualunque professionista di alto

rango! Il lavoro dell’Orchestrale d’oggi giorno è diverso di quello

di trent’anni fà. La Radio e Televisioni hanno portato via molto

 

[TBC049]

 

lavoro di quello che c’era una volta. Molti generi di Musica sono

andati perduti: Operette, Varietà ecc… Ma lo stesso se un ragazzo ha

delle qualità, pure adesso può fare una bella carriera.

Mi risulta che in molte Orchestre non trovano più certi strumenti:

Oboi, Fagotti e Corni specialmente. Il Corno è lo strumento più

difficile di tutta l’Orchestra!

Altro avvertimento o considerazione. Può darsi che un giovane

abbia una buona Musicalità ma che subito non incontri lo strumento

adatto alla sua natura. Il mio insegnante da ragazzo studiò il

Violino con scarsi risultati, prese il clarinetto diventò Celebre.

Allora attenzione alla scelta dello strumento!

Del resto pure all’Università certi studenti cambiano facoltà!

Quando studiavo io il clarinetto mi mortificavano continuamente

perché,.secondo loro, avrei dovuto suonare pezzi d’Opera e Concerti.

Invece io dovevo fare gli studi prescritti dal mio insegnante.

In tal caso dobbiamo dedurne che a forza di sentirmi… si annoiavano.

Quì c’è la verità non si può negarla: lo studente d’uno strumento

disturba tutta la gente del vicinato. Occorre molta pazienza!

Il cambiamento del nostro lavoro è stato in tutto il Mondo non solo

quì in Italia. Nei Cinematografi non c’èra la Pellicola Sonora come

oggi giorno, in ogni locale c’èra un complesso Orchestrale, a secondo

del locale stesso. C’èra dei commenti Orchestrali abbinati alle Pellicole

che erano una meraviglia!

Guardando il passato possiamo osservare che in certi periodo il

Musicante lavorava in tutti i buchi del Mondo!!! Le Bande Musicali,

sia Militari che civili; quanto lavoro c’era! E quanti Elementi veniva

fuori da queste Bande: da quì usciva grandi elementi, un vivaio

addirittura! Oggi le Bande Musicali si contano sulle dita della mano.

Abbiamo le due o trè di Roma e qualcuna nel Meridione e basta!

 

[TBC050]

 

Pagina 1.

Parte Prima.

 

Le difficoltà di fare un Trattato per questo Bocchino, non sono poche;

anche se nella Prefazione ho citato che non faccio nessuna scoperta…

La cosa è assai complessa ed è difficilissimo potere dire il tutto!

Cercherò di andare adagio e fare in modo di non commettere dimenticanze.

Quando abbiamo ben letto e meditato gli aspetti più importanti, se noi ci

accingiamo a fare qualche Esperimento, assicuriamoci che lo Strumento non

sfiati e che sia in efficienza, caso contrario potremmo avere delle sorprese

di difetti irriconoscibili! Si deve ben capire se il difetto ix… è del

becco o dell’istrumento! Poi avere tantissima pazienza perché tutti i giorni

non sono uguali. Un giorno possiamo trovarci colle labbra che ci fanno

male; il giorno appresso può essere l’Ancia che non và…E se poi noi

avessimo lo Strumento non perfetto; non combineremmo niente di niente!

Altra difficoltà: fare credere a chi legge il giusto! Dico questo perchè

non siamo tutti uguali: Scuola diversa, Natura diversa… e l’idea differente

da un Clarinettista all’altro.

In 40 anni di Professione ho avuto modo di incontrare tanti Prof. di Clarinetto,

fra i quali delle Celebrità. E tutti con delle concezioni assai lontane

l’una dall’altra (Sempre in tema di Bocchino).

Ad esempio: fra questi, vi è chi non crede alla lavorazione a mano di un Becco?

Secondo loro: solo la Macchina del Fabbricante dei Bocchini può dare il Becco

Classico. Questa idea non la voglio condannare, l’ammetto solo al 10%! E

questo 10% è quando il Bocchino viene perfetto per puro caso! (caso del

destino).

La mia idea in proposito è come quella di tanti, mettendo in prima

linea l’idea del mio defunto Insegnante; e cioè: occorre un buon Clarinetto,

Un Bocchino super (se si può dire?) Ancie buone… e via dicendo.

Questa è la strada da percorrere per arrivare a suonare bene il nostro e

difficile Clarinetto. Per andare su questa strada, occorre conoscere il detto

Becco. Ed è appunto per questa ragione che mi impegno a parlare di questo

Problema. Il mio Maestro di Clarinetto chiamava: Problema insoluto!!!

Noi Clarinettisti Italiani che il 90% suoniamo con Becco di cristallo

siamo più esposti al pericolo da un momento all’altro di rimanere senza

Becco; basta una piccola cosa… il cristallo è fragile!

Se conosciamo bene questa fisica… potremo subito, o quasi… trovare un

cambio, caso contrario come facciamo?

Se si tratta di un giovane che va a scuola, è ammesso che l’alunno vada

anche col solo Bocchino che il Maestro gli ha o dato o aggiustato; ma se si

tratta di uno che è già in Orchestra, deve averne almeno un altro di riserva!

E nella futura sua Carriera…avrà il tempo e la pazienza di farsene altri.

Questa Attrezzatura è opera ed ingegno dell’Elemento stesso. L’Insegnante,

per quanto bravo sia, non può essere tutta la vita dietro all’Allievo!

 

Come ho già detto. In Orchestra possiamo trovarci in tantissime combinazioni

di dover cambiare il Bocchino: sopratutto se non possiamo intonarci…

 

Ma anche ammesso che tutto vada bene; l’Artista non è mai contento di sé

stesso! Anche secondo i grandi Artisti; alla perfezione non ci sono mai!

Ecco allora che vanno alla ricerca del meglio.

E, secondo mè, queste ricerche sono in tutte le Professioni.

Noi peggio!

 

 

051-060

[TBC051]

 

E’ logico che se l’Elemento d’Orchestra del nostro Strumento, è bene

che conosca il tanto nominato Bocchino del Clarinetto. Figuriamoci

l’Insegnante! Quest’ultimo non deve conoscere solo il Bocchino che le può

far fare una bella voce a lui; ma anche agli Alunni! Problema sicuramente

di massima difficoltà!

Sembrerebbe un’erresia al tempo di oggi: conquista della Luna; Viaggi nel

Cosmo, in sostanza: siamo nell’era Atomica… e con tanta Scienza a non

finire; ed essere difficile a fare andare bene, un’accessorio come questo

pezzetto di Becco? Eppure è così! Se io non fossi ben pratico non ci

crederei assolutamente! Forse ci riderei dietro…

 

In Orchestra il Clarinettista ha sempre i nervi tesi anche quando tutto và

benino. Figuriamoci se avessimo il Becco che ci fischiasse… o che lo

strumento sfiatasse?! Se fischia il Bocchino, siamo rovinati!

Ecco perché non consiglio certi cambiamenti in Orchestra! Non si porti al

posto di lavoro un Becco se non si conosce: Appunto perché se fischia:

siamo rovinati! Per andare verso il meglio gli Esperimenti e gli studi di

ricerca sono essenziali; ma si deve prendere il momento adatto; non in

tempi di grossi impegni! Del resto se io dicessi di non provare mai e

di non fare mai Esperimenti di ricerche, finirebbe anche lo scopo di scrivere

questo trattato.

Il posto d’Orchestra può essere pieno di Sorprese;

e ne voglio citare uno dei fatti più impensati. Molte volte c’è qualche

amico (o così si classifica…) che si fà avanti a suggerire un consiglio,

e può dire le seguenti parole: Tu suoni bene ma hai poco suono; cerca di

aumentare il volume del suono! Oppure: perchè la voce è così aspra? Se fossi

in tè farei meno suono ma più dolce ecc. ed ecc. Di solito chi fà queste osservazioni

sono delle persone anziane e anche brave. Qualche altra volta

sono dei chiacchieroni inutili e rompiscattole! Eppure sia in un modo che

in un altro, possono sempre mettere per la testa l’interesse di un

cambiamento. E’ difficile che un Clarinettista continui in Professione il

sistema di quando era Studente. Vi sono degli Elementi che facendo dei

cambiamenti si fanno più completi e belli; altri vanno peggio e qualche

Elemento si rovina.

Per quello poi che riguarda lo Strumento e trattandosi

di un giovane; questi dovrebbero andare in Orchestra con un Clarino intonato

e un buon Becco. Caso contrario c’è da compromettere la Carriera.

Guai se a stò povero ragazzo gli fosse stato affibbiato un catenaccio

di un Clarinetto!

 

[TBC052]

 

Pagina 2.

Non so se riuscirò a fare stampare questo Trattato? Le ragioni sono

tantissime; la principale è una sola: l’invidia!

Mi si creda; non è la brama di guadagnare quattro soldi, ammettendo che ci

fosse una buona vendita; no! Da modesto,ma posso vivere lo stesso. Le ragioni

sono di altra specie. In anticipo chiedo scusa… ma non credo di offendere

i Defunti e grandi Artisti dello Strumento e di cui io ebbi contatto in

gioventù e da Studente di Clarinetto. Quanti quattrini buttati via mi fecero

spendere inutilmente! E perché inutilmente? Presto detto: perché io

non conoscevo l’accessorio più importante di cui stò trattando ora: il Bocchino

del Clarinetto. Per questa ragione; tutti (se vogliono) possono conoscere

questo Becco tanto importante!

Questo lavoro è messo in modo che le cose verranno dette più volte…

Chiedo scusa e mi sia perdonato.

Senza dubbio vi sono altri Insegnanti che sanno mettere a posto il Becco e lo

Strumento ai suoi Allievi. Credo però non sia male mettere in Commercio anche

questo Trattato. Lo leggeranno chi crede di studiarlo… Si metteranno a

fare il Piano al proprio Becco, chi crederà di farlo… Ma, ripeto: non impongo

a nessuno di mettersi a lavorare sul suo Bocchino qualora non ne hanno la

volontà! E sono pienamente convinto che tutti i Clarinettisti ne hanno bisogno

di approfondirsi nella Fisica del nostro Becco per Clarinetto: volendo o

non volendo lavorarci sopra! I Professionisti di questo Strumento sono di

varie specie: le Celebrità, che occupano i migliori posti delle Orchestre

Italiane e Straniere. I buoni Clarinettisti che pur non essendo all’apice

della Celebrità; lavorano ugualmente e hanno bisogno, o per essi; o per

qualche Allievo… di avere un buon Becco. Infine, vi è anche i più modesti…

che ugualmente possono avere, pure questi, una Scuola con dei ragazzi da insegnare

le primissime cose dello Strumento.

Non vorrei essere frainteso: E se io dicessi che sono proprio i più modesti

che hanno bisogno di studiare bene la Fisica del Bocchino… cosa mi si potrebbe

rispondermi? Sono sicuro che la risposta sarebbe di avere una approvazione,

di questo lavoro o altro simile, da una Celebrità! Signori cari:

la Celebrità, o per la grande natura che l’elemento ha… e anche buona Scuola…

la Celebrità sempre fà la grande figurona! Come ho detto, sono gli altri

che devono essere aiutati! Questo discorso ha il suo valore calcolando il

pregiudizio di credere che solo chi è all’Opera di Parigi possa conoscere e

dare un giudizio sul nostro Bocchino.

E ora, sempre col permesso di chi mi legge, cambio il discorso capovolgendolo?

Il pregiudizio di conoscere e dare giudizi su questo Accessorio… può essere

assolutamente diverso da quello che dà il primo Clarino dell’Orchestra di

Parigi. Attenzione a quello che segue! I Francesi chiamano; le Pianoista

quello che lavora attorno ai Bocchini per Clarinetto. Può essere un buon elemento

d’Orchestra… come può essere uno che non fa la Professione in Teatro.

Semplicemente un uomo che conosce bene il Clarino; ma che si è dedicato al

difficile lavoro dei Bocchini. E adesso verifichiamo questo discorso e

portiamolo nella nostra pratica. Fino a un dato punto, noi possiamo credere al

Solista tale… perché occupa un posto di grande responsabilità..Ma arrivati

ad un dato punto, il Pianoista (l’Artista che fà i Piani)…), cammina per

la sua strada… a guisa di Liutaio che fà i Violini da una catasta.di Milioni

di costo, ma che lo suona solo per provarlo.

Perciò prego di credere che per tutta la mia vita ho studiato questo

pezzetto di Becco! Con una modesta, ma lunga Professione!

Prima di proseguire raccomando che questo studio non deve mettere l’elemento

in stato di Ossessione: guai se subentra questa malattia!!!

Se si lavora… si deve lavorare con molta pazienza… andando molto adagio!

Il tempo Dio lo da per niente!

 

[TBC053]

 

Pagina 2.

Non sò se riuscirò a fare Stampare questo Trattato per poi

poterlo mettere in vendita? Le ragioni sono tante ma ve nè una a

portata di mano che è evidente come il Sole: L’Invidia!!!

Non è la brama al guadagno… e anche alla popolarità di avere il mio nome

su un Trattato e Metodo; nò! Le ragioni sono tante ma la più importante è

che tutti gli Studenti e Professionisti dello Strumento devono sapere come

si fà a comperare un Becco per il nostro Strumento… e anche saperselo aggiustare.

Non devono essere come il sottoscritto e vittima di tanti imbrogli…

Quante fregate mi hanno dato in gioventù! Pace all’anima loro!

 

Questo lavoro è messo in modo che certe cose vanno dette più di una volta...

Pure quì mi sia perdonato!

Come ho detto, non impongo a nessuno di mettersi a fare il Piano al proprio

Bocchino! Lo farà se lui si sente di farlo e se ha la natura adatta di farlo.

La parola adatta è: l’attitudine. I Francesi chiamano quelli che si

mettono a lavorare nel Bocchino del Clarinetto: Pianoista. La prima volta

che sentii questa parola fu proprio a Parigi.

Mi permetto di dire due parole su questo Artista (Pianoista). Quest’Arte và

di pari passo col Clarinettista, ma fino a un certo punto. Mi spiego meglio.

Ho conosciuto grandi Clarinettisti che non hanno mai fatto niente al suo

Bocchino. La Ragione? Non si sà! Altri, mediocri Elementi; sono stati degli

Ottimi Pianoisti ed hanno tirato fuori degli Allievi con Bellissime Voci.

E, in fine, altri che facevano l’uno e l’altro. Questa è la natura.

Se un Elemento ha questa attitudine, posso dire che è tanto bello questo

lavoro! Chi maneggia un Bocchino sù una Piastra, deve avere le medesime

qualità dell’Arrotino che affila un Coltello… che mentre la suota và;

egli ha la sensibilità di sentire come si forma il taglio sottostante…

e la scartata che al Coltello rimane. Non saprei come spiegarmi meglio.

Possono fare quello che vogliono quelli che non vogliono mettersi a limare

i Bocchini; e possono fare quelli che vogliono anche quelli che credono di

usare altri piccoli trucchi…! Un proverbio dice che tutte le strade portano

a Roma. Comunque sia, se uno guarda bene tutte queste regole e che arrivi

a capire bene questa Fisica, sarà tanto più facile nelle compre… e nello

svolgimento della sua Carriera.

Non è una cosa poi tanto difficile ad arrangiarsi i propri Bocchini.

Un po’ di pazienza e si può arrivare a tutto. Nella mia vita ho lavorato

una catasta di Bocchini: nuovi e vecchi! Beh, non ho mai buttato nelle

immondizie nessun Becco! Anzi, qualche amico che voleva gettare all’inferno

qualche vecchio Bocchinaccio… io l’ho preso e dopo qualche mese gliel’ho

ridato che suonava.

Non mi stancherò mai di dire: guai a chi fa dei cambiamenti soventi

di Bocchini in Orchestra! In una via crucis del genere, in una settimana

non si può più fare niente! Se poi alla malattia del Becco aggiungiamo

quella delle Ancie… In poco tempo il risultato è tremendo!!!

Cerchiamo che non entri l’ossessione, sia del Bocchino e sia delle Ancie!

Anche quando manca qualcosa… conviene di portare pazienza e lavorare…

caso contrario, ripeto ancora, è danno per noi stessi!

Ho suggerito che l’Apertura giusta per noi, è quella del numero 2.

Sù per giù questa Apertura si aggira alla lunghezza di circa 2 centimetri.

Come l’Apertura parte, alla lettera D, sino alle due punte;

deve aprirsi curvandosi non in linea retta. Se si facesse così;

la voce sarebbe cannosa. Però, se il Piano riesce bene… il suono viene

bello anche se l’Apertura non è fatta alla perfezione. Quello è

un posto delicato. Attenti!!!

 

[TBC054]

 

Pagina 3.

Sembrerebbe un’erresia ai tempi di oggi: da anni siamo andati

nella Luna, abbiamo fatto delle conquiste in tutti i campi di scienze…

e via via a non finire; essere ancora alle prese per fare suonare

un Clarinetto. Il più comico però è che non è per mettere a posto i cuscinetti

dello Strumento che in questo caso e anche bestemmiando ci si arriva.

No! Per il solo Bocchino. L’accessorio quasi più corto di tutto il

complesso dello Strumento. In verità, se io non lo avesse suonato per

circa sessant’anni, ci riderei sopra al sentirmi dire che il Becco presenta

delle difficoltà di quel genere. Eppure, è così!

Oltre ad essere complessa la faccenda del Bocchino, ha sempre lasciato e

lascia tutt’ora un numero di Clarinettisti sfiduciati e increduli…:

un discreto numero di questi increduli insiste che il Piano del Bocchino

non si deve toccare e che solo le Macchine del Fabbricante può lavorare

alla perfezione! Secondo costoro, chiunque vadi a toccare il detto piano,

rovina il Becco per sempre!

In questo ragionamento, malgrado sia una panzanata di balle, vi è anche

un pizzico di buonsenso, ed è questo: a preferenza di non combinare niente

e magari diventare un maniaco e un ossessionato della cosa… è preferibile

andare in un Negozio (quando arriva dei nuovi Bocchini) e sceglierne

uno che vada benino… aggiungere la sua debita pazienza: farci l’abitudine

e camminare così che, in molti casi, il risultato può essere ottimo.

Da ragazzo pure io ho fatto così. Però, dal Becco Classico e da vero

Artista; rimanendo sù questa posizione: siamo lontani come il diavolo alla croce!

La panzanata di cui ho detto è di dire che toccando un Bocchino

si rovina.per sempre! Non siamo di fronte al lavoro di un Falegname che

per portate a termine un lavoro la pialla consuma un centimetro di materiale.

In un Piano di un Becco si può toccarlo 50 volte che è sempre

bello e non diventa mai inagibile. In ogni tocco potrà venir via qualche

centesimo di millimetro… o massimo un decimo o due.

Questo calcolo è nel lavorarlo uno pratico; un Tecnico.

In poche parole, tutti o quasi i grandi Artisti dello Strumento: il Prof…

Bianco Bianchini; il suo grande allievo Luigi Amadio ecc… Il Prof…

Dino Pozzi di Firenze e altri… sono stati grandi Artisti e lo sono stati

anche perché essi stessi si arrangiavano lavorando nei segreti del Becco.

La radice di tutta la faccenda stà, non solo perché quelli avessero la

natura… siamo d’accordo; ma questi Artisti Celebri del Clarinetto

conoscevano assai bene il Bocchino; che è, come ho detto: la Fabbrica del

suono! Quando nel 1930 andai a scuola dal fu Prof. Bianchini, io conoscevo

già il Becco; ma lui era assai profondo. In ogni ragionamento che lui

faceva, appena a casa io lo notavo… e così finii per fare un nuovo Metodo

del Bocchino!

 

Prima di entrare dentro la materia che a noi interessa, farò due chiacciere

dell’Istrumento. Devo dire che anche un’Insegnante se ha un allievo

che i genitori non badano a spese e che costoro facciano un buon acquisto

di un ottimo Clarinetto, questo ragazzo fà più figura; il Maestro fà

meno fatica e strada facendo è più facile anche un cambiamenti di Bocchino.

Una cosa aiuta all’altra. Caso contrario l’Insegnante abbia pur

buona volontà… ma miracoli non ne può fare!

Come tutte le cose del mondo: anche qui ci vuole le possibilità

adeguate.

 

[TBC055]

 

Pagina 4.

Come ben sapiamo, il clarinetto è uno strumento Traspositore: Corni

e Trombe sono ancora più traspositori di noi, cioè del clarinetto.

E’ quasi superfluo dire il perché tutti questi strumenti sono traspositori;

ma è meglio parlarne un pochino.

Pare che il clarinetto sia il più giovane degli strumentini; difatti

esistono delle composizioni antiche che questo strumento non c’èra.

Nonostante questo, il clarino ha avuto una alternanza di

cose diverse da altri strumenti, sia perché ancora non era stato

perfezionato e portato in Orchestra, e sia perché ha una natura assai

diversa dagli altri. Il primo clarinetto che portarono in Orchestra

e che i Maestri cominciarono a scrivere la sua parte, fù il

clarino in Do. Il risultato non era male ma lasciava a desiderare

nel volume del suono. Fù creato quello in SiB; bellissimo clarinetto,

ma veniva difficile le esecuzioni nelle Tonalità dei DIESIS: se

la massa degli Archi suonava con 4 DIESIS, stò povero clarino in

SIB ne aveva 6 Ecc… Allora fù la volta della creazione del

clarinetto in La naturale. Questa fu la trovata più bella e comoda

che si potesse trovare! Ed ecco allora nel corso del tempo (possiamo

calcolare oltre due secoli e mezzo…) i grandi compositori

hanno fatto le loro Partiture includendo la parte (o le parti) di

clarinetto, o in Do, in SiB, o in La. Ai giorni nostri il Professore

di clarinetto dovrebbe andare in Orchestra con trè istrumenti!

Cosa impossibile! Con quello in SIB invece, si può fare la parte

del Do e del La; salvo eccezione dei pezzi da Concerto come il

Concerto in La Maggiore per Clarinetto e Orchestra di Mozart,

che questo si deve fare con l’istrumento in La. Volendolo eseguire

con il SiB è quasi impossibile… e sarebbe anche più brutto

a causa di essere costretti di fare tutte mezze note! Con il La,

sono tutte note Reali. Ci sono Maestri che hanno anche una veduta

speciale nel scegliere il clarinetto nei clarinetti… E possono

avere le sue ragioni, specie quando mettono il piccoloMiB.

 

[TBC056]

 

Il suono pettegolo che dà il piccolo MiB, non lo può dare il SiB

ammettendo anche che ci si possa arrivare nelle note acute; è il

timbro diverso. Ed ecco che Trombe e Corni sono sù per giù come noi

clarinetti, nel corso del tempo hanno scritto un dato Corno; per

esempio in Do, poi in Re, poi in MiB; In Mi naturale ecc…. finché il

Cornista ha dovuto studiare il Setticlavio e trasportare tutto.

Per la Tromba l’identica cosa. Non potrebbero andare in Orchestra

con 7 corni o 7 trombe!

Nel grosso modo questa è la storia degli strumenti Traspositori.

Adesso mettiamoci dentro in questa faccenda la natura dello strumento;

del nostro, gli altri non interessano più.

I grandi Compositori: Bach, Mozart, Beethoven, Wagner, Brams, Ciaicovski,

Verdi, Rossini, Donizetti, Bellini, Puccini, ecc….Mettevano o il

clarinetto in La o in SiB o in Do, sapevano il perchè, non lo mettevano

a casaccio; avevano le sue ragioni! Non è come qualche sapientone

stà spifferando, e cioè: se la Semiramide è difficile è segno

che non sanno il Trasporto! Questa è la scoperta di quelli che non

conoscono il nostro clarinetto! In Romagna dicono: scoperta di patata!

Non si tratta, cari Signori, di non conoscere il Trasporto, sono i

DIESIS che impediscono alla mano l’esecuzione perfetta… ma se anche

venissero, attraverso lo studio… non sono note intere; sono mezze

noti. Nel clarino in La sono tutte notone intere e piene poichè

provengono da fori grandi e non da mezzi fori. L’ho detto prima:

la natura ha le sue ragioni!!!

In un Concorso a Roma uno spaccone di Torino (clarinettista) disse

alla Commissione d’esame che il clarinetto in La era roba già passata!

Un maestro prese un foglio di roba difficile in La… e costui

fece la figura del cretino…!

Mi è stato detto che il clarino in La è difficile da farlo. Questi

era un Fabbricante di primo piano, o di prima classe!

Qualche altro mi ha parlato pure del Corno Inglese che è difficile

da farlo e intonarlo.

 

[TBC057]

 

Pagina 4.

Parte Prima.

Nella storia degli Strumenti a Fiato, il Clarinetto

risulta di essere uno dei più giovani. Difatti, difatti nelle vecchie

Partiture non l’avevano messo. Probabilmente perchè non era ancora

completo e adatto per metterlo in Orchestra. Poi finalmente sarà stato

un pò perfezionato… e quindi portato nelle Partiture. Mozart poi Compose

il Concerto in La Maggiore per Clarinetto e Orchestra… e via dicendo.

E’ uno Strumento di molte risorse e con una Estensione grande che i

Compositori lo mettono dappertutto e affiancato a qualunque altro Strumento.

Come ben sappiamo il Clarinetto è uno Strumento Traspositore. Corni da Caccia

e Trombe lo sono ancora di più perché debbono leggere in tutte le 7 Chiavi.

Non stò a descrivere il perché questi Strumenti sono Traspositori perché

tutti i Musicofili lo sanno.

In conseguenza di questo Trasporto, forse il Clarino è il più colpito in

quanto deve affrontare delle Tonalità (Gazza Ladra, Semiramide… ecc….)

di 6 e 7 Diesis. Questo è perché noi Italiani abbiamo l’usanza di voler

fare quasi tutto con un solo Strumento: il Si B. Mentre invece in tutto il

Mondo i Clarinettisti vanno in Orchestra con due Strumenti: Si B e La.

Qualche volta anche coll’Istrumento in Do. Nel Repertorio Russo occorre

pure quest’ultimo. Fare tutto con un solo Clarino, non dico che sia

impossibile, ma quasi. Sì perché anche nella Musica Lirica abbiamo l’Andrea

Chenier che non scherza a difficoltà!

Suonare tutto anche le Sinfonie difficili e andare ai 6 e 7 Diesis con

solo il Si B. Significa andare a pescare tutte le mezze note che sono difficili

nella esecuzione e meno intonate perché sono mezze note.

Fare queste parti col Clarino in La; sono tutte note Reali e belle piene!

Nei Pezzi Sinfonici e in certe Sinfonie Russe, si trova sovente anche il

piccolo Mi B. In questo caso vogliono l’Istrumentino perché oltre di andare

meglio sugli Acuti ha anche il timbro pettegolo che l’Autore vuole.

Nell’Argomento del Trasporto, grandi discussioni. Anche qualche Direttore

d’Orchestra sostiene che il Trasporto è difficile perché occorre studiarlo

bene… caso contrario viene difficile…! Questo discorso è dei sapientoni…

vorrei aggiungere la parola ma non la dico.

Il Trasporto nel Clarinetto viene difficile perché vi sono cose… e note

contrario alla natura dello strumento stesso! Perciò non è questione di

studiare bene o nò questo Trasporto! Chi non è alla competenza, fà meglio a tacere!

Nel 1952 mi trovai a Roma per un Concorso per dei posti vacanti

di Clarinetti per delle Orchestre Dell’Irlanda. La Commissione chiedeva

a tutti i concorrenti se avevano con sè il Clarino in La. Io per primo dissi

di nò perché non avevano avvertiti di questo. Vi fù un Clarinettista

che non solo disse di non averlo con lui ma che addirittura non l’aveva

perché, secondo lui, era una cosa passata e sormontata! Stò Signore fu messo

a posto in pochi minuti: presero un pezzo di Clarinetto in La difficilissimo

e glielo misero davanti. Morale della favola: non combinò niente…! E fece

una tale vergogna…!

Un Clarinettista, specie se si dedica a fare pezzi

di Concerti come appunto quello di Mozart in La Maggiore, deve avere lo

Strumento in La; caso contrario è calcolato un mezzo Clarinettista!

 Il problema di acquistare un buon Istrumento in La, credo sia un pò più

difficile che quello in Si B. Anche quì ci vuole pazienza e Denaro e

tutto si risolve. E’ logico che le misure della camera dell’Istrumento in

La sono differenti del Si B e del Do. Quello in La, se và bene, è un Organo!

 

[TBC058]

 

Pagina 7

 

Per conoscere bene l’importanza di questo studio Ricerche,

devo citare dei fatti che, girando per il mondo, ho visto e che

dopo averli visti mi sono fatto una ragione della necessità di parlare

e di studiare queste Ricerche del Bocchino. Chiedo scusa e prego di

stare attenti!

Nel 1949 ero in una Orchestra Lirica di Lubiana (Jugoslavia).

Quella Cittadina è la Capitale della Slovenia; ed aveva, come posto

Artistico un certo nome. In tal caso, oltre alla nostra Orchestra: di una

settantina di Elementi, c’era e c’è tutt’ora un Complesso di circa un

centinaio di Elementi, chiamata: Orchestra Filarmonica. Molto buona!

Un giorno capitai in quella grande Sala e vidi un Clarinettista Inglese

che provava il Concerto in La Maggiore di Mozart per Clarinetto e Orchestra.

Mi misi a sedere promettendo a me stesso di passare un’ora godendo

quella bella Musica. Il Solista, dico Inglese; bell’uomo e ben vestito;

suonava benissimo ma solo in una ventina di minuti, fece non meno di 10

fischi…! Nell’intervallo, qualcuno gli domandò del perché di quei fischi…?

E lui, calmissimo, disse che era la temperatura… con aria secca… e così

gli veniva le stecche! Questa è la prima combinazione curiosa. Seconda:

In tempo di guerra (1942) ero in Germania. Per guadagnare soldi… mi ingaggiai

in un Complesso di una ventina di Elementi, girando continuamente.

Vi era 4 Cantanti: due donne e due uomini. All’improvviso passammo la

Frontiera e andammo in suolo Francese. (La Francia era presidiata dai Tedeschi).

Un bel pomeriggio di Dicembre 1942, arrivammo a Parigi.

Più tardi vi era dei Saggi ad una Scuola Musicale; e faceva parte dei

ragazzi Clarinettisti. Per farla breve, andai a vedere e ad ascoltare.

Ebbene, di 8 giovani Suonatori di Clarino; ben 6 o forse 7 fecero tanti

fischi a non finire! Anche questi Francesi come quell’Inglese di Lubiana,

suonavano col Bocchino di Caucciù. Conosco quel Becco ed ho suonato per

tanti anni; ma io non ho mai fatto fischi! Ora tiriamo la somma.

Per insegnare il nostro Clarinetto non ci vuole dei Pianisti o altri

Maestri: ci vuole dei Professori di Clarinetto e che siano pratici

dell’Orchestra! E finisco dicendo che a me pare vergogna presentare dei

ragazzi ad un Saggio a Parigi fischiando come anime dannate! Ed è ancora

più vergogna (il caso dell’Inglese a Lubiana) presentare un Concertista

a fare Mozart con un Istrumento che fischia come uno che si lamenta!

Non aggiungo altro! Queste cose sono reali; non è un sogno!

Ancora mi permetto di dire che occorre studiare queste cose perchè

il nostro Clarino non è uno strumento facile! Non è da confondere

col Maestrino di un Paese che insegna agli Strumenti della Bandicella

e che, per lui, li insegna tutti: dall’Ottavino alla Grancassa.

Chiedo scusa se tocco l’ambiente Banda.

E torniamo al nostro discorso del foglio precedente e al nostro Clarinetto

di Grande Orchestra.

Per suonare bene il nostro Strumento, è necessario che il Clarino e il

suo Becco vadano bene; però, non dimentichiamoci; che ci vuole delle Ancie

che suonino: caso contrario e anche con degli arnesi di Oro a 18 carati,

se non abbiamo le Ancie… non facciamo niente!

Non c’è al mondo un commercio più brutto di quello delle Ancie!

Forse i Fabbricanti non troveranno la Canna adatta? Fatto stà che in

taluni momenti il Clarinettista darebbe chissà che cosa pur di avere

un pezzetto di Canna da poter lavorare! Quante bestemmie!!!

Se però abbiamo i Becco fatto bene; avremo più probabilità di trovare

le Ancie che si impostano e quindi che suonino.

Anche con le Ancie è come col Becco: non bisogna cambiare eccessivamente,

aver pazienza e lavorare anche con un pò di sacrificio…

 

[TBC059]

 

Pagina 8.

Nel primo foglietto, dove ho dato il nome di: Pagina

introduttiva, ho parlato dell’intonazione; un pò sommariamente perché

non si prestava ad un discorso complesso. Ora, prima di entrare

nel vivo delle nostre Ricerche, ritengo opportuno tornare nel campo

dell’intonazione e della Accordatura che le Orchestre hanno o dovrebbero

avere: Nelle Orchestre Stabili di un certo valore, il posto dove si

lavora giornalmente (dove si prova), dovrebbe essere: posto spazioso, non

umido, non troppo arieggiato per non portare disturbi… e con una Temperatura

non inferiore ai 20 gradi. Meglio a 22! Questo è ovvio se si parla delle

stagioni invernali. Se la Temperatura scende molto bassa fino a pochi

gradi e, talvolta, allo.0 o anche meno. Se l’ambiente non è riscaldato: addio

l’intonazione! In casi critici del genere, non c’è Istrumenti, specie a

fiato che si possa garantire l’intonazione! Col freddo anche gli strumenti

ad Arco vanno sù e allora, di nuovo: addio intonazione!

Chiedendo scusa in anticipo, vorrei dire due parole ai Prof… ritardatari.

Guai a quelli che vanno in Orchestra in ritardo! E’ un delitto perchè può

avvenire uno squilibrio che non si capisce più niente!

Specialmente i nostri Strumenti, si deve essere a posto 20 minuti prima

che il Maestro arrivi per la prova: Non solo si intonerà meglio lo

strumento perché si scalda quel tanto da arrivare all’intonazione degli altri,

ma essendo in Orchestra presto si può: scaldare tutto il tubo del Clarino

in modo che l’acqua prende il suo corso giù dalla Camera e non si ferma

nei fori… quindi si lavorerà bene e senza nervoso.

L’ultima cosa: Il Contratto Nazionale dei Professori d’Orchestra,

raccomanda di essere pronti 20 minuti prima appunto per l’Accordatura!

Queste sono leggi giuste e fatte bene!

-------------------------

Ed ecco al nostro Bocchino. Per prima cosa, figuriamoci di trovarci nelle

persone che segue il discorso. Lo Strumento và benino (dico benino perché

bene come noi vogliamo i nostri spifferi non vanno mai…!) I Cuscinetti

chiudano: Le Molli fanno il suo dovere. Ma abbiamo il Becco che ogni tanto

tenterebbe di mandare un fischio… Attenti con i fischi!: si deve capire

se è un fischio proveniente dal Becco o se è una stecca di altro genere.

I fischi avvengono per un’Ancia pessima, per un tale dito messo male,

e per la presa male del Labbro… quest’ultimo può essere distrazione.

Ripeto che il fischio del Bocchino è assai diverso; in linea di massima.

Assicurati che è veramente il Bocchino che ci tradisce… e

fischia… a questo punto non c’è via di scampo: siamo come il Chirurgo

quando deve prendere i Ferri e Operare! O per essere più preciso, siamo

come il Chirurgo che deve cominciare; cominciando deve esserci la Prima Volta!

 

E perciò si deve affrontare la paura e cominciare.

Si deve avere una Piastra o Lastra… che sia ultra perfetta! Per essere

perfetta deve essere stata Rattificata da una Macchina ad alta Precisione!

(io ne ho due per poterle controllare ogni tanto: mettendone una sull’altra…

vedo dove c’è del fallo… quindi torno alla Rattifica). Dunque,

si metta il Piano del Bocchino sulla Lastra poi si guardi verso la luce…

Dove si vede della non perfezione… senz’altro lì occorre lavorare.

In questo caso si lavori col sistema di portare il Piano pari; caso contrario

il fischio è difficile levarlo. In seguito e quando l’Elemento è più

pratico può fare, se lui vuole… il Piano Piatto.

Le mie Lastre sono d’acciaio e grosse circa un centimetro.

Vedere a Tergo le due Segnate!

 

061-070

[TBC061]

 

Pagina 12

Dopo aver parlato di tante cose, di aver detto che i nostri Bocchini per

Clarinetto non sono tutti perfetti, e che per i suoi difetti noi stessi

dobbiamo ingegnarci per farlo andare bene, per poter fare la nostra Professione

ecc… Per arrangiarsi da questa situazione occorre mettere mano e

degli aggeggi e poscia mettersi al lavoro. Come già ho detto, per mettersi

a questo lavoro (assai difficile), occorre, per prima cosa, due lastre di

acciaio (altri potranno usare altri mezzi…), e questo è il primo controllo.

Alla pagina 9 ho messo il disegno delle Piastre. Ripeto che io ne adopero

due perché così posso controllare le Piastre stesse mettendole una sull’altra…

Ed ora, in questo stesso foglio (come si vede) metto la sagoma dei

due sistemi di Piano; Italiano a Piano Piatto. E Francese a Piano Incavato.

Così che studia il presente Trattato, potrà divertirsi a lavorare nel modo

che più gli piace. Alla fine poi di tutto il mio racconto, metterò il mio

parere e come meglio la penso… e come lavoro nei tantissimi Bocchini che

ho lavorato e che lavoro ancora.

Si guardi e si osservi i due Sistemi.

 

 

 

[TBC062]

 

Pagina 13

Per capire meglio quello che ho scritto nel foglio

precedente, metto un altro schizzo del Bocchino, fatto di Prospetto,

così si vedono meglio le Lettere Fisiche e quindi ci regoleremo con

più perfezione all’atto pratico.

 

 

 

Come ben si vede, cominciando da sinistra abbiamo la Lettera A, B, C, D e la F.

Quest’ultima appartiene alla misura della Camera del Bocchino e che poi

interessa all’atto di intonare l’Accessorio e, diremo alla fine del lavoro.

Tutte queste Lettere Fisiche devono essere in sintonia l’una dall’altra,

caso contrario… il lavoro non và. Così è in Teoria.… poi può esserci dei?.

In un Bocchino tutto è importante: ma vi sono dei posti, assecondo dei casi

che potranno avere i momenti in cui si lavora… che potrà essere meno importanti

anche se in Teoria sembrano meno… In una situazione del genere

occorre il più delle volte, andare fuori dalle Teorie.

Però riuscendo a lavorare bene senza intoppi… si può portare lo Strumento

intonato e lavorare benone.

Un primo controllo lo possiamo fare nelle punte del Becco. Si prenda l’arnese

in mano portando le due punte verso i nostri occhi e si guardi verso

la luce del giorno possibilmente. Le due Punte sono la lettera A e la C.

Guardandole verso la luce, si vede anche a occhio nudo se una è più alta

dell’altra. Se ci fosse qualche lente d’ingrandimento, meglio ancora.

Dopo di chè, su una Piastra e un po’ di Abrasiva, si può abbassare la punta

più alta. Operazione non difficile.

Nel Piano invece ad occhio nudo è difficile vedere…

A tal punto e necessario mettere una fetta di Carta Abrasiva su una Piastra

e togliere un po’ di materiale dal Piano….si vedrà subito il difetto.

E’ assolutamente impossibile suonare se nel Piano ci fosse una Gobba!

In tal caso occorre lavorare portando via del materiale fino al

punto e al sistema che si vuole fare il Piano.

Sempre in tema di controllo: è più facile che il Becco suoni se ha il Piano

con una Bassa… può venire qualche fischio… ma suona. In questo caso, il

più delle volte, si arriva prima alla conclusione del lavoro.

In questi momenti di controlli; si vada adagio, sia per capire i difetti…

e sia nel mettersi a limare del materiale…! Adagio che Dio il tempo lo

da per niente! Quello che non si fà un giorno si farà l’altro!

Adagio e senza andare giù di morale!

 

[TBC063]

 

Pagina 11.

Parte Seconda!

 

Dopo aver visto un pò di natura dell’istrumento stesso, passiamo

nel vivo delle nostre ricerche, che è quella che a noi interessa.

Nella natura e fisica del clarinetto dobbiamo sempre tornarci

Man mano che entriamo nei nostri discorsi.

A questo punto è bene chiederci: quali sono i motivi e le ragioni.

Di stabilire con sicurezza che il becco non va bene? O, al contrario,

che il bocchino va bene? Quest’ultima domanda è quasi superflua

in quanto, potremmo fare la detta domanda a 1000 clarinettisti

e forse 990 direbbero che non sono affato contenti. Del resto, sia

per la ancie che non ci sono più… e alle volte per altre ragioni,

pretendere che un clarinettista dia questa domanda positiva

è assai difficile. Potrebbe dire che il suo becco è buono se ne

prova uno più scadente… del resto non può essere contento perchè

nessuno di noi ha quello che vuole, e allora di conseguenza non

possiamo essere contenti!

Se a un dato punto ci viene il bisogno di cambiare il becco,

dobbiamo sapere il perchè! Stiamo attenti che non sia la ossessione

a diventare padroni di noi stessi?! Non a caso dico questa frase.

Nella mia vita artistica ho visto clarinettisti fare delle

pazzie…! Anche se la parola è un pò grossa, lasciate che dica;

da qualcuno ne ho visto delle belle…

Non dimentichiamoci che alle volte quando o strumento non ci dà

il giusto… possiamo essere anche noi stessi indisposti o in

condizioni anormali…: male le labbra, cattiva digestione ecc…

Poi c’è la Lotta delle ancie che in certi momenti c’è da impazzire!

L’inconveniente delle ancie… potrebbe mettere in condizioni di

perdere la bussola anche al più bravo dei clarinettisti.

Come dicevo, qual è la ragione di voler cambiare il becco? Quali

Sono i sintomi di non voler più in becco vecchio?

 

[TBC064]

 

L’idea di un cambiamento del genere non è ne uno scandalo e ne

una vergogna; le ragioni possono essere molte e tutte valide.

E quando anche uno suona bene e che si potrebbe pensare a una

pazzia a cambiare il becco, se vogliamo è una cosa logica perché

se nessuno mai cambiasse niente, non si potrebbe andare alla

perfezione della perfezione. In altre parole. Se gli Scienziati

non avessero mai fatto delle prove, non sarebbero quelli che sono

arrivati al essere. E lasciate che lo dica ancora: finirebbe la

ragione di scrivere questo Trattato.

La prova è logica ma bisogna mettere in atto molta intelligenza

e furberia. Come ho detto nella prefazione: mai fare cambiamenti

in corso di pesanti impegni! In Orchestra ci sono i momenti adatti

per mettere su un becco, specie nelle Opere dove si è meno in vista

ed è anche un lavoro di un altro genere. Molte volte io ho provato

un bocchino verso la fine dell’Opera quando il difficile era già

passato.

Si può aver bisogno di cambiare il becco per reale necessità,

o a scopo di ricerca e studio, come dir si voglia.

Dato che fin da principio ho menzionato un giovane clarinettista

che và in Orchestra; questo come simbolo di esempio… per ora è

bene andare così.

La più grande urgenza del cambiamento del bocchino

È quando si manifesta il fischio! Quì non c’e ne santi e ne

Madonne; bisogna cambiare a tutti i costi!!! Con tale difetto non

Si è mai tranquilli; è una tortura continua che bisogna cancellarla.

Eppure ho sentito fischi anche da dei grandi artisti!                             

Specie adoperando il becco di Caucciù è assai facile il fischio.

Al Conservatorio di Parigi in un saggio di una decina di ragazzi

ben 6 fischiarono e anche a grande entità! Ero presente io!!!

 

[TBC065]

Pagina 2. Parte seconda

 

Nel 1949 nella bella Orchestra di Lubiana (Jugoslavija).

Il suo vero nome è: Orchestra Sinfonica Filarmonija. Io non

facevo parte di quel Complesso perché appartenevo all’Orchestra

Lirica Gledalisce Opera; però ebbi la possibilità di entrare ad

assistere alla prova del Concerto per Clarinetto e Orchestra, in La M…

di Mozart. Solista era un Clarinettista inglese. Feci in tempo ad ascoltare

l’ultimo tempo. L’Artista era all’altezza, ma in tutto il tempo di questo

Rondò; egli fece non meno di sei o sette fischi. Io dunque ero testimone!

Finito il pezzo lui si mise a discutere con uno che sapeva l’inglese

e così capii che lui diceva che il Clarino fischiava per la temperatura

non propizia. Inoltre (sempre lui) disse che il suo Insegnante di Clarinetto

era un Concertista di Pianoforte e non un Professore di Clarinetto.

La cronaca che dovrei fare qui sarebbe assai lunga. Mi limito a dire che

il Maestro di Pianoforte deve insegnare il suo Strumento non il Clarino!

La Temperatura rigida o vento… avrà la sua ragione; ma che un Concertista

del nostro Strumento vada per il Mondo con un Bocchino che manda fischi

a non finire; non l’ammetto! E aggiungo che è vergogna

Tutti quelli che suonano uno Strumento difficile; come Violino e Pianoforte;

si potrebbe ammettere che possano insegnare anche altri Strumenti:

appunto come il nostro o altri? Lo possono fare soltanto se hanno

studiato l’altro Strumento. Difatti c’è che è Diplomato di Clarinetto

e Pianoforte: Di Oboe e Violino e via dicendo. Del resto potrebbe essere

Paganini del Violino; oppure Benedetti Michelangeli del Pianoforte, se

non conosce il Clarinetto profondamente; non l’ho può insegnare!

Parlo sempre del Classico Clarinetto d’Orchestra. Se ci troviamo in un

Paese dove vi è una Banda Musicale, allora il Maestrino insegna tutti

gli Strumenti. In questo ambiente… altra roba!

 

Dacché Mondo e Mondo si è sempre detto che lo Strumento più difficile

Sia il Violino. E io per primo lo ammetto. Ma lo ammetto ad una condizione:

che non si dica che il Clarinetto è facile… e che sia uno scherzetto!

Il nostro spiffero è difficile e con pochissime risorse, al confronto

del Violino.

Frà gli Strumenti ad Ancia, il Clarino è di emissione

più facile. Quando i ragazzi cominciano a fare le scale, quelli del

Clarino vanno avanti primo degli Oboi e dei Fagotti. Questa corsa si

ferma al terzo anno di studio quando il Clarinetto comincia a studiare

i Trasporti. Qualche volta può trasportare anche i Violini e tutti gli

Archi; ma questo capita di rado. I Clarinetti hanno il Trasporto d’obbligo

e trasporteranno per tutta la Carriera! Trombe e Corni peggio ancora.

Un’altro castigo che si aggiunge al nostro difficile Clarino; sono le

Ancie. Le Ancie sono cattive perché in questi anni della canna buona

ce né poca; poi và applicata su un piano (che è il Bocchino) che non

sempre và bene. Più oltre vedremo il resto.

Non è detto che anche quando abbiamo conosciuto bene la Fisica del

nostro Becco si debba per forza lavorare e grattare i Bocchini che in

Professione avremo. Ho detto e ripeto che possiamo anche usare questo

approfondimento nella compera e nella scelta dei Becchi che ci verrà

nelle mani. E, per finire: sarà una cosa acquisita conoscere bene Becco

ed Istrumento.

Ma il mio scopo è diverso; ed è quello di imparare a

lavorarlo e sapere fargli il piano perché è da lì che noi otterremo dei

risultati. Speriamo buoni. Ci vuole il suo tirocinio. Essere persuasi

di rovinare anche qualche Bocchino. Anche qui ripeto che si può

cominciare con dei Becchi di Legno o di poco costo.

 

[TBC066]

Pagina 2. Parte seconda

 

Nel 1949  nella Filarmonija di Lubiana, (Jugoslavija)  Orchestra

frà le migliori di quel Paese; un giorno provavano il Concerto in

La Maggiore di Mozart. Solista era un’Inglese. Nell’ultimo tempo

Questo Clarinettista fece non meno di trè o quattro fischi!

Pure quì ero presente!

Sia di ragazzi di Parigi e sia questo Cencertista inglese, che cosa

dovremmo dire o commentare?... La critica che io dovrei fare, la

faccio a lui o al suo Maestro? Il suo Insegnante di Clarinetto ha

il coraggio di mandare uno per il Mondo a fare dei Concerti difficili

con un becco che fischia?! Non si manda via un’allievo in

queste condizioni! Se volessi approfondire questo argomento dovrei

parlare moltissimo! Tutti quelli che hanno studiato il Violino

e il Pianoforte, siccome questi strumenti sono più belli e,

diciamo pure;  più difficili… credono di poter insegnare anche il

Clarinetto! Sì perché guardano nei Metodi le posizioni delle note

e così credono di potere insegnare il Clarinetto.

Non c’è al Mondo un’errore più grande di questo!

Se noi ci troviamo in un Paese dove un povero Maestrino di Banda

deve fare Lezione a tutti i ragazzi per poi farli andare in Banda.

Quì la critica è superflua poiché non hanno neanche i mezzi per

fare insegnare a tutti gli allievi da Maestri dell’istrumento.

Ma nell’ambiente dei Professionisti… Neanche per sogno!!!

La Scuola di Clarinetto Classica per fare dei Professori di Clarinetto

nelle grandi Orchestre, ci vuole dei Professori dell’istrumento

con i baffi lunghi! (scusate della parola!)

Dacché Mondo è Mondo, si è detto che lo strumento più difficile

è il Violino! Io per primo lo ammetto! Ma però, dicendo che il

Violino è difficile, non è detto che stò povero Clarinetto sia uno

scherzo… o roba da riderci sopra! Nò, signori cari!

Può essere anche Un Violinista che insegna il Clarinetto; ma però

che l’abbia studiato; e che conosca la fisica dell’istrumento e del

becco in special modo. E a proposito; mi risulta che, il Celebre

Maestro Antonio d’Elia; era Diplomato di: Violino Pianoforte e

 

[TBC067]

anche di Clarinetto. In tal caso; non c’è nulla da dire!

Inoltre aggiungo, che certe cose si acquisiscono stando in Orchestra.

Sono gli anni della carriera che aprono gli occhi…!

Altra considerazione: non si confonda il bello… e il meno bello…

dalle difficoltà e natura di un dato strumento. Gli strumenti a

fiato hanno meno risorse di quelli a corda. Più disuguali nei

Registri…e anche più facili alle stecche! E tirando la somma più

Scoccianti da fare la professione.

Solo le ancie che in oggi sono in vendita farebbero andare via

la voglia di studiare il Clarino anche al più appassionato!

Se poi osserviamo gli strumenti ad ancia doppia; c’è da venire la

itterizia…! Dato che il Clarinetto è di emissione facile, molti

s’ingannano! Tanti credono sia alla portata di tutti.

Assolutamente, ripeto, che non è così!

Come vedremo poi in seguito; il pericolo del fischio, dipende un

pochino anche dai Bocchini che un Clarinettista adopera.

Se si suona col becco di Caucciù; è più facile il pericolo del

fischio. Questo in linea di massima. In pratica, se uno conosce

bene questa cosa… non deve venire il fischio… assolutamente!

Potrà venire se si incontra un’ancia pessima. In tal caso si butta

L’ancia nelle immondizie! In altri casi può esserci il fischio

Se il clarino sfiata. Attenti alla Tamponatura dello strumento!

Come dicevo e voglio concludere: il fischio ad un professionista

Non è ammesso: potrà venire in casi disperati… ma non tutti i giorni.

Presentarsi come Concertista è fischiare… Non lo concepisco.

Sia il Maestro di quei ragazzi del Conservatorio di Parigi, sia

l’insegnante di quell’Inglese. Mi rifiuto di credere che conoscessero

il becco del nostro strumento!

Non è detto che dopo che abbiamo conosciuto bene il detto becco

dobbiamo lavorare e grattare tutti i bocchini. In possesso di questa

fisica… se non ci sentiamo… possiamo fare a meno: sarà una grande

conquista lo stesso che ci servirà nelle compre o nelle future

scelte. Meglio però saperci lavorare!

 

[TBC068]

Pagina 3. PARTE SECONDA.

 

A preferenza di rovinare bocchini a cataste, meglio è sapere

scegliere comprando bene. Ma il mio scopo è diverso, ed è quello

di saperlo lavorare, fargli il piano… e tutto quello che c’è da

fare! Non è una cosa facile ma col suo tirocinio e molta pazienza

si può fare tutto quello che si vuole.

Il nostro strumento ha, come già ho accennato, la fortuna di essere

facile di emissione. Qualunque persona che si mette a suonare

il clarino, in una settimana o direi, al massimo due, fà già

la scala, mentre invece con l’Oboe, ci vuole più tempo. Quest’ultimo

ha l’ancia doppia e allora è molto più difficile crearsi le

note e fare la scala: Tolto questo inconveniente e passando il

tempo… risulta più difficile il  clarinetto; nell’assieme.

Il martirio delle ancie, specie chi suona ad ancia doppia, rimane!

Sia per noi clarinettisti, sia per gli Oboisti, chi avesse canna

buona il gioco potrebbe essere assai più divertente. Così sono

dolori!!! Non c’è al Mondo commercio più disonesto della canna

per Oboe e Fagotto e delle ancie per Clarinetto e sax…

Un po’ è di natura la lavorazione delle ancie che non può essere

come tutti gli altri generi; perciò bisogna ammettere gli scarti

che nella canna c’è, bisogna ammettere gli inconvenienti che in

una ancia può avvenire pure vedendo che quest’ancia ha delle

qualità; e ammettiamo; oppure possiamo perdonare ad altre cose del

genere, ma da parecchi decenni i signori fabbricanti di ancie

hanno fatto alto e basso come loro hanno voluto, e direi che sono        

stati sempre più disonesti!!! Una scattola di ancie di 20, ne

suona due o magari una! Nò, sono troppi disonesti!!!

In un pezzo di canna dovrebbero prendere via le parti che non

vanno per la lavorazione: la cima della canna che risulta poco

buona senza fibbra, e il fondo troppo duro che non vibra.

 

[TBC069]

Invece lavorano tutto! Ecco la disonestà. Poi la stagionatura

dovrebbe essere lunga il tempo necessario; loro invece mettono le

canne in un ambiente caldo… e così  dopo un po’ lavorano.

Le ancie dovrebbero essere di canna non troppo verde e non troppo

secca: a metà seccatura. Dobbiamo essere logici; è un complesso di

cose che è molto difficile averle tutte a nostro favore.

Come a mè anche ad altri: comperare un mucchio di scattole di

Ancie e non trovare per niente da poter lavorare! Che schifo!!!

Aver buttato via i soldi per niente? Che rabbia!

Come se uno andasse in un Ristorante per mangiare… poi, all’atto

pratico, anziché portare il primo piatto: spaghetti, minestrina in

brodo, tortellini ecc. portassero un piatto di sabbia… poi dopo

dovessimo pagare il conto lo stesso?! Il raffronto può essere

considerato cretino…ma il denaro và buttato via ugualmente!

Quando facevo la professione e che avevo degli impegni…quante

volte ho buttato via decine di migliaia di lire a vuoto… Chissà

quante volte avrei potuto mangiare benissimo e in un bellissimo

Ristorante… magari in due anziché da solo…!

Questi sono gli inconvenienti dei clarinettisti e strumentisti

ad ancia. Non c’è niente da fare!!! Chi suona strumenti ad ancia

deve adattarsi per tutta la carriera a questo sacrificio. Meglio

è chiamarlo Martirio!!!

Cinquant’anni fa c’era diverse marche di ancie; qualcuna anche

Italiana, e frà di esse il Professore Ambrogio Lelli di Ferrara.

Questo Prof… era insegnante al Conservatorio di Ferrara, poi,

a tempo perso, o per hobbi, faceva le ancie. Con la sua canna ho

lavorato bene per molti anni. E’ stato un’ottimo clarinettista

e un bravo insegnante! Nella mia gioventù ho visto le ancie:

Barrè, Rabut, Fornieur, e infine le Vandoren, che a tutt’oggi gli

strumentisti si rivolgono a quella. E l’unica che sia rimasta.

Le ancie buone sono sempre state le Francesi!

 

[TBC070]

 

Pagina 3. Parte seconda.

 

Non c’è al Mondo un commercio più disonesto delle Ancie!

Tutte, non solo le nostre. Le Ancie doppie dei Fagottisti e degli

Oboisti, che sono due pallette di Canna di Bambu messe assieme;

è sempre Canna che dovrebbe essere coltivata bene, scelta bene e

messa in commercio già stagionata. Al contrario mandano via tutta la

porcheria immaginabile! Però, questa è una lavorazione che non potrà mai

essere a livello di tante altre cose che sono in commercio. E questo

viene dalla nascita dell’articolo stesso che sarebbe assai lungo se lo

trattassimo. A tal punto aggiungiamo, come ho detto, che i detti

Fabbricanti mettono in commercio tutta la canna anche più scadente!

E i poveri Istrumentisti ad Ancia diventano pazzi…!

 

Parlare di un cambiamento di Bocchino, quasi sempre, comporta anche di

lavorare nel nuovo  che si monta sull’Istrumento.

Prima di metterci al lavoro, guardiamo se il Clarino và bene; appunto

non deve esserci cuscinetti che sfiatano… Osserviamoci noi stessi.

Non dobbiamo essere stanchi di fisico e di Labbra. Guardiamo se abbiamo

delle Ancie a nostra disposizione. Non si adoperi Ancie vecchie con

dei Becchi in lavorazione. La canna vecchia, anche se fossero buone

se hanno già suonato su un’altro Piano non possono andare bene perché

hanno un’altra impostazione e finirebbero per fare fischi…

Le Ancie sono come i Cavalli; non ci si può mai fidare.

Se in casa non abbiamo una buona scorta di queste Ancie; si fa una

buona spesa e provvista.

Più oltre torneremo in questo argomento e seguiremo

la prassi della lavorazione del nostro Bocchino.

-------------------------

Come già ho detto in principio, il Diapason dell’Orchestra può avere

dei piccoli spostamenti. Questo può avvenire appunto per il cambiamento

del Professore di Oboe che può avere il suo Strumento un po’ più alto,

e può avvenire anche perché noi stessi riusciamo calanti. Quando è freddo

e che si prova della Musica che noi abbiamo molte battute di Pausa

nelle nostre intrate possiamo apparire calanti  (Nel primo caso nominando

l’Oboista è perché qui in Italia il La lo dà l’Oboe)

Perché gli strumenti a fiato siano intonati dovrebbe esserci non meno

di 20 gradi di temperatura. Purtroppo si è dovuto suonare con 5 o 10

sotto zero.! (Questo era alle Prove).

Per il Professore di Clarinetto è necessario almeno una attrezzatura

di Bocchini di almeno trè. Trà questi, che noi chiamiamo: di scorta.

E’ necessario almeno uno fosse più su di corista. Così nel caso di essere

calanti si può arrangiarsi… Qualcuno (io compreso) mi sono arrangiato

con un Barilotto più corto. In quest’ultimo caso, il più delle volte,

non risponde più lo Strumento all’intonazione. E questo è perché si

sposta le misure dello Strumento: il Barilotto è attaccato al Clarino.

 

Nei Teatri che si rispettano, al Corista non c’è mai niente da dire:

alla Radio hanno un Corista (o Diapason) fisso… con temperatura costante.

Ma girando, nelle Operette ai miei tempi; si trovava dei Pianoforti

che se era d’Estate, era mezzo tono sotto. Se era d’inverno, un tono sopra!

In tale circostanza era una parola ad intonarsi?

Anche le Corde degli Strumenti ad Arco fanno il medesimo spostamento.

Le Trombe e i Corni si arrangiano per la semplice ragione che tutte

le loro note escono dalla Campana e così tengono scaldato tutto lo

Strumento. Noi ogni nota esce da un buco diverso e quando il Clarino

è freddo e che si deve uscire dal pezzo di sotto… è l’ira di DIO!

(mestiere difficile il nostro!)

 

071-080

[TBC071]

Pagina 4. PARTE SECONDA

 

Sia se noi abbiamo urgente bisogno di cambiare il becco; o se

vogliamo fare un’esperimento, prima di fare dei tentativi,

assicuriamoci se siamo in condizioni di salute normali e con le labbra

sottili e non gonfi. Stabilito questo, guardiamo se le ancie che

abbiamo a nostra disposizione suonano o se non suonano…?

Il fattore ancie è assai importante! Non si faccia mai prove

di bocchini con ancie vecchie! In questo caso e ammettendo che

l’ancia fosse più che buona ma essendo impostata su un altro

piano non può rendere…in più ci sarebbe il fischio a portata

di mano, sicurissimo!!!

Le ancie sono come i cavalli: non ci si può mai fidare!

Se non abbiamo ancie nuove in casa; si fà una spesa di una buona

provvista.

A questo punto si comincia la vita d’Orchestra; figuriamoci di non

Essere più studenti, già Professionisti pronti a tutto: ai sacrifici,

alla fatica, agli onori (se li meritiamo…) e, purtroppo, qualche

volta a qualche amarezza. Anche le amarezze sono inevitabili.

Finchè eravamo studenti il responsabile del becco o del clarinetto

…era il Maestro dell’istrumento. Arrivati in Professione, il

compito è nostro e soltanto nostro!

Gli insegnanti bravi e coscienziosi, seguono l’allievo (se possono)

dandogli consigli. Questi dovrebbero essere non come gli inutili

chiacchieroni di cui ho già parlato: Alle volte il Maestro di clarino

ha a cuore l’allievo più che un figlio! In questo caso, il

giovane può accettare tutti i consigli necessari,… però se il

ragazzo ha delle qualità, accompagnate da altre idee; è altrettanto

necessario che il giovane clarinettista lavori con le proprie

idee… che può anche avere iniziative ottime. E perché nò:

anche meglio dell’insegnante! Tutto stà a vedere la natura?...

 

[TBC072]

Perciò penso che questo nuovo Professore di Clarinetto possa farsi

una concezione tutta sua in grado di trovarsi i suoi bocchini e,

nell’occorrenza, saperseli aggiustare. Questa non è cosa da poco!!!

Molti sapientoni dicono: ma io non voglio diventare pazzo per il

bocchino del clarino, semmai lo compro nuovo! Nessuno dice niente!

Ogn’uno può fare quello che vuole. Ma se stò artista arriva di

arrangiarsi da sè, il vantaggio è suo non degli altri!

Se contasse comperarne uno nuovo, tutti correrebbero a comprarne.

La compra di un becco nuovo può risolvere il problema se il nuovo

risulta meglio del vecchio; cosa che capita ogni mille volte.

Ma in linea di massima il becco classico si deve arrangiare da se.

Non dico il 100 per 100 ma il 95 per cento è così.

Noi Italiani, quasi tutti, adoperiamo il bocchino di cristallo.

Un bel giorno, pure in Orchestra stesso, ci cade a terra il becco

e và in venti pezzi, cosa facciamo? Alle volte non si spezza ma lo

stesso rimane inservibile. Quale santo invochiamo?

Nell’anno 1952 ero a Lecce per una breve stagione Lirica.

L’ultima sera, finito l’Opera (Cavalleria e Pagliacci) nello

smontare lo strumento, feci per lavare il becco e mi rimase in mano

la punta del bocchino, il gambo rimase dentro il barilotto…

Si spezzò a metà. Stetti più male che se avessi avuto chissà quale

Cosa brutta…! Era un becco che dava un suono come un’Organo!

Rotto il becco necessariamente si deve procurarne un altro; non

c’è via di scampo!

Quando un clarinettista è padrone di questa faccenda e che sa

aggiustarseli da se, può farsi la scorta di due o anche trè becchi

pronti, allora la disgrazia della rottura… non butta a terra

l’artista. E un grande Tesoro l’attrezzatura di questa scorta.

In mezzo alla scorta può esserci un becco che và più su di corista.

Pure questo è necessario.

 

[TBC072]

 

Perciò penso che questo nuovo Professore di Clarinetto possa farsi

una concezione tutta sua in grado di trovarsi i suoi bocchini e,

nell’occorrenza, saperseli aggiustare. Questa non è cosa da poco!!!

Molti sapientoni dicono: ma io non voglio diventare pazzo per il

bocchino del clarino, semmai lo compro nuovo! Nessuno dice niente!

Ogn’uno può fare quello che vuole. Ma se stò artista arriva di

arrangiarsi da sè, il vantaggio è suo non degli altri!

Se contasse comperarne uno nuovo, tutti correrebbero a comprarne.

La compra di un becco nuovo può risolvere il problema se il nuovo

risulta meglio del vecchio; cosa che capita ogni mille volte.

Ma in linea di massima il becco classico si deve arrangiare da se.

Non dico il 100 per 100 ma il 95 per cento è così.

Noi Italiani, quasi tutti, adoperiamo il bocchino di cristallo.

Un bel giorno, pure in Orchestra stesso, ci cade a terra il becco

e và in venti pezzi, cosa facciamo? Alle volte non si spezza ma lo

stesso rimane inservibile. Quale santo invochiamo?

Nell’anno 1952 ero a Lecce per una breve stagione Lirica.

L’ultima sera, finito l’Opera (Cavalleria e Pagliacci) nello

smontare lo strumento, feci per lavare il becco e mi rimase in mano

la punta del bocchino, il gambo rimase dentro il barilotto…

Si spezzò a metà. Stetti più male che se avessi avuto chissà quale

Cosa brutta…! Era un becco che dava un suono come un’Organo!

Rotto il becco necessariamente si deve procurarne un altro; non

c’è via di scampo!

Quando un clarinettista è padrone di questa faccenda e che sa

aggiustarseli da se, può farsi la scorta di due o anche trè becchi

pronti, allora la disgrazia della rottura… non butta a terra

l’artista. E un grande Tesoro l’attrezzatura di questa scorta.

In mezzo alla scorta può esserci un becco che và più su di corista.

Pure questo è necessario.

 

[TBC073]

Pagina 5. Seconda Parte.

 

I Bocchini più usati nel Mondo Clarinettisto sono trè;

i vecchi di Ebano a guisa del Legno dell’Istrumento,

quelli di Caucciù (Ebanite), gli ultimi arrivati che sono

quelli di Cristallo. Ve ne saranno di altre specie, come ad

esempio di Osso, di Avorio e di altre sostanze. Ma che vanno in

scala Mondiale sono i trè primi che ho detto; l’Ebano, il Caucciù e il

Cristallo. Quest’ultimo è il Becco degli Italiani per eccelenza.

Anche se non la faccio tanto lunga, ma un po’ di cronaca devo farla di

questi Bocchini per il nostro Clarinetto.

Il Becco più bello (intendo di voce), per mè è quello di Legno di Ebano.

Questo avrebbe tutte le qualità della voce del Clarino. Dolcezza, volume;

e qualità. Ma oggi giorno è assai difficile trovarne in commercio dei

fatti bene e poterli usare. Poiché costano poco, le Fabbriche prendono gli

avanzi di tutte le rimanenze… e ne fanno qualcuno che poi mettono

sui Clarinetti nuovi all’atto che li vendono. Tutti gli Strumenti nuovi

che io ho comperato nella mia vita; ho sempre visto che vi era un Becco

talmente indecente da buttare all’inferno!

Il Bocchino di Legno di Ebano Granatiglia (i migliori) dovrebbero essere

atti bene, robusti, panciuti. E dirò il perché.

La voce che sentivo, specie nelle Scuole di Clarinetto era: i Bocchini di

legno vanno bene ma non stanno a posto; colla temperatura si muovano e

finiscono per fischiare o non andare più… Tutti gli oggetti di Legno

si muovano; pure i Mobili che noi abbiamo in casa. Perciò bisogna credere

che una verità ci sarà. Nei miei esperimenti mi risulta tutto differente.

Il detto Becco sù di un clarino che, tutti i giorni si adopera, è sempre

bagnato... e che in sostanza per lui piove tutti i giorni. A tal punto

non ha importanza se piove o se non piove: Se è freddo o se è caldo! E’ lì

tutti i giorni a ingoiare il nostro fiato... Perciò, non è che si bagni

una volta al mese. A mè mi risulta che se il Becco di Legno è sottile

e poco robusto, col tiraggio della Fascetta... e con gli anni... tira oggi

e tira domani... il Piano cede e si abbassa... e naturalmente si muove.

Questo esperimento l’ho fatto dopo tanti anni di studio!

Il Bocchino di Caucciù? Questo va per la maggiore nel Mondo intero!

Solo che è assai più difficile lavorarlo. Se è perfetto và bene, se c’è

solo un’ombra di imperfezione fischia maledettamente! A lavorare questo

Becco non ci vuole dei principianti del mestiere: ci vuole dei Pianoisti

già pratici.( Molti Tecnici Francesi di queste cose chiamano Pianoisti chi si

dedica alla perfezione del Bocchino per  Clarinetto)

Il Becco di Cristallo? Quando un’elemento si abitua al Cristallo è molto

difficile che egli possa cambiare. Per prima cosa  vede sul suo Strumento

qualcosa di più elegante. Più Igienico. La bellezza porta a delle persuasioni

indiscusse. Il Becco è come la moglie: più bella ed elegante è, e 

più il marito gode. In secondo luogo: Abituato al Cristallo, l’Elemento

sente una voce più massiccia e voluminosa... più scura che in diverse

frasi lo rendono più contento. Se passa al Legno o al Caucciù; a lui gli

viene ascoltato un suono striminzito da bambino o addirittura da allievo.

 

Un cambiamento del genere è assai difficile.

Alle volte un Clarinettista ha a che fare con gente che ignora le cose...

Nella mia Professione ho suonato molto col Caucciù. Una volta un

Musicofilo assai ignorante mi domandò: il suo Strumento è da Orchestra o da

Banda? Non vedo il Bocchino di Cristallo! L’ignoranza può giudicare così

certe faccende Tecniche. L’ignoranza è bruttissima!

 

[TBC074]

 

Pagina 5.Parte seconda.

 

I Bocchini più usati dai Clarinettisti del Mondo

sono trè: i vecchi di Ebano come il Legno del Clarino.

Quelli di Caucciù (e Ebanite). E quelli di Cristallo che sarebbero

gli ultimi che sono venuto in Commercio e che sono i Bocchini

degli Italiani per eccelenza: In giro per il Mondo io ne ho visto di altre

materie; ma sù per giù; i più usati sono i primi trè che ho citato.

Il Bocchino più bello come voce (almeno per mè) è quello di Ebano. Quello

ha tutto: dolcezza, volume e qualità veramente di suono di Clarinetto.

Un pò perché le Fabbriche non ne mandano di una certa efficienza. Un pò

perché dicono che il legno non stà fermo... e subito si muove il Piano;

i Clarinettisti non tanto lo adoperano.

Questo bel Bocchino dovrebbe essere piuttosto grosso e direi panciuto

e vi dico il perchè. Per prima cosa rispondo a quelli che insistono che si

muove. Tutti gli oggetti di legno hanno la tendenza a muoversi. Anche in

casa nelle Stagioni di Primavera o d’Autunno ho sentito e visto che i

mobili fanno dei cambiamenti. Perciò non è una novità. Il Bocchino del

nostro Clarino di Ebano se è fatto bene con legno stagionato e grosso

come ho citato; sono convinto che si muove meno di un’altro Mobile.

Occorre tenerlo ben pulito tirando via l’acqua ogni qualvolta che si finisce

di suonare! Se rimane dell’acqua allora non si sa... come vanno le cose.

Se questo Becco suona tutti i giorni, in mano ad un Proffessionista, è sempre

bagnato ed è sempre cattivo tempo...! Secondo. Se è grosso, come già ho

detto; anche col tiraggio della Fascetta... non fà nessun movimento.

A me mi è successo che con un Bocchinetto di Legno sottile, fù la Fascetta

a forza del suo tiraggio a farmi andare giù il Piano.! Esperimenti fatti!

Ripeto: vuole grosso e robusto!

Il Bocchino di Caucciù va per la maggiore nel Mondo intero: specie nei

Paesi Anglosassoni. Ma direi in tutto il nostro Pianeta.

E’ un’oggetto bellissimo ma occorre che il Professore lo sappia arrangiare

bene, conoscendolo in tutti i particolari... caso contrario fischia!

Ci vuole dei Pianoisti vecchi del mestiere; non dei novellini.

Qualche volta si potrebbe avere la fortuna di averlo anche nuovo che non

fischiasse. Cosa rara.

 

Sono i Francesi e anche i Belgi a chiamare Pianoisti chi si dedica al

Piano del Bocchino del Clarinetto. Ed è giustissimo! Pure io quì farò

altrettanto.

Ed ora guardiamo il nostro Becco di Cristallo di noi Italiani.

Chi si abitua a questo Bocchino è molto difficile che riesca a fare dei

cambiamenti. Più sicuro dai fischi. Più bello a vedersi... e presenta una

garanzia nell’Igiene superiore agli altri.

Oltre alla sicurezza; l’esecutore ci tiene alla bellezza. Lo Strumento e il

Bocchino è come la moglie: più bella è; più agli gode!

In definitiva subentra un’altra cosa: l’abitudine. Abituato ad un dato modo

è difficile cambiare!

Negli ultimi 10 anni di mia Professione; ho sempre

lavorato col Becco di Caucciù! E bene che andavo.

In questo Caucciù; occorre una scelta di Ancie più accurata.

Chi avesse Ancie buone, con tutti i Bocchini si potrebbe suonare

portando il nostro Strumento alle Stelle... o in Paradiso!

Il Clarinetto è dolce e Poetico!

 

[TBC075]

Pagina 6. Parte Seconda.

 

Il legno di Ebano è di due specie: Ebano di granatiglia, e tipo

liscio Giapponese. Può darsi che ce nè sia anche di diverse specie

ma io non le conosco. Queste due qualità di Ebano le ho sempre sentito

nominare. Pare che il più sonoro sia il granatiglia.

Se uno è intenzionato di suonare con questo becco di Ebano, abbia

cura di acquistarlo bello, anche  se costa di più non fà niente...ma

che sia un bell’oggetto: Anche la bellezza ha il suo valore; deve

piacere, piacendo ci si prende affezione e così si lavora con più volontà.

Dato che si ha fin da principio la supposizione che questo becco

si muova, perchè appunto è di legno, si abbia cura alla fine dello

spettacolo, o della prova, di asciugarlo bene in modo non rimanga

dentro la camera un mucchio d’acqua. Con la pezzuola o la punta di

un fazzoletto.

In quanto poi al sistema del piano del becco di legno,

è sù per giù come quello di caucciù, ma molto diverso dal cristallo.

Più oltre vedremo.

Vi sono dei clarinettisti che suonano con i denti sopra. Con il becco

di legno verrebbe un buco o quasi... Per mè non è difetto suonare

con i denti; occorre essere abituati sin da ragazzo. C’è delle persone

che hanno il labbro superiore corto e allora non riescono a

mantenerlo sotto i denti. Malgrado che la scuola Francese non lo

ammetta questo sistema,suonano in questo modo in molte parti del

Mondo a con delle belle voci.

Il bocchino di caucciù và per la maggiore nel Mondo: Germania, Austria,

Inghilterra... e anche in America; Tutte le volte che ho visto il

Celebre Beni Goot Mann (Televisione), l’ho visto con questo becco.

Qualcuno mi potrebbe dire che questo clarinettista fè Musica

leggera. Sì, è vero, ma costui sa fare anche il genere Classico.

C’è chi chiama il becco di caucciù: Ebanite. E’ sempre quello. Forse

perchè è una lega frà gomma polvere di legno e forse altre sostanze,

che io non conosco. Il timbro di questo caucciù è circa

come l’Ebano; direi anche più squillante. E’ un suono che corre!

 

[TBC076]

Se è ben riuscito, ha anche molta dolcezza. Deve andare bene caso

contrario fischia a non finire! Col cristallo se anche c’è un

difettuccio... si và lostesso, col caucciù se nonè più che perfetto,

non si può fare neanche una scala!!!

C’è chi sostiene che il becco di caucciù non si muove. Questa tesi

la sostiene anche dei Professoroni di primo piano. Per molti anni,

pure io la pensavo così. Col passare degli anni ebbi modo di

constatare che non era del tutto vero. Però tacevo per paura di non

prendere del cretino. Un paio di anni prima della morte del mio

insegnante di clarinetto, il Professore Bianco Bianchini, ebbi modo

di fare quattro chiacchiere, girando assieme, nel centro di Bologna.

A un dato punto lui stesso mi disse che il bocchino per clarinetto

di caucciù, lasciandolo in un posto molto caldo, può muoversi.

(Pure girando per la strada, e senza volere, il mio Maestro mi dava

ancora lezione) Ecco allora che i miei dubbi di prima erano chiariti.

Però, quando il becco di caucciù è riuscito bene, è un grande

bocchino: bel suono e più si và lontano, più bello è! E’ il vero

clarinetto classico per eccelenza!

Naturalmente ha le sue esigenze: scelta di ancie più accurata, e

una cura scrupolosa anche nello strumento stesso: guai se qualche

cuscinetto sfiata! Sono del parere che quando un’ancia và bene

(sempre nel caucciù) non si deve muovere l’ancia tutti i giorni. I

Tedeschi, invece di adoperare la fascetta di metallo per tenere ferma

l’ancia, la legano con uno spago nero, la lasciano ferma dei mesi.

Igienicamente parlando non andrebbe bene, ma loro la puliscono con

uno spazzolino speciale. La Scuola Tedesca ha un’altra concezione

di tutto questo complesso di cose. Si fanno due o anche trè becchi,

tutti uguali (loro la precisione l’hanno nel sangue) poi trovano

le ancie.... quindi cambiano tutto il becco se non và più... non

solo l’ancia come facciamo noi. In pratica viene come gli Oboisti

che cambiano tutta la piva. Ma con trè becchi e con e con questo

sistema, suonano dei mesi. Anche con questi sistemi c’è chi suona bene.

 

[TBC077]

Pagina 6. Parte seconda.

 

Parlando del becco per Clarinetto di Ebano, a mè

personalmente mi piace moltissimo. Questo Bocchino di Legno ha tutte

le caratteristiche del suono del Clarino: dolcezza, volume di suono e

timbro con voce del legno. In Italia lo adoperano in pochi.

Forse perchè molti suonatori di Clarinetto suonano non con il  labbro

superiore sulla penna del Becco; bensì con i denti di sopra; che in tal modo

può avvenire una specie di fosso o anche buco.

All’Estero, specialmente, ci sono molte scuole di Clarinetto che i ragazzi

li impiantano coi denti di sopra e non col labbro come usiamo fare noi.

La nostra è Scuola alla Francese.

Circa vent’anni fà mi interessai di questa Scuola messa positamente coi

denti di sopra e non col labbro. Mi interessai parlando con diversi

Clarinettisti di questi sistema. Neanche a farlo a posta; un bel giorno mi

venne una bella Lettera spiegandomi il perchè di suonare con i denti di sopra.

Era un’Insegnante di Roma che mi parlava.

Secondo questo Insegnante: usando i denti anzichè il labbro superiore;

l’Ancia si troverebbe più libera e vibrerebbe meglio. Più libertà di azione.

Di primo incontro con un Clarinettista che suona coi denti di sopra,

pare una voce più strimenzita..., in seguito non ci si fà più caso e possono

avere una bella voce ugualmente. Poi è questione di abitudine.

Se uno suona col Cristallo o col Caucciù; il buco o segno....sulla penna del

Becco; difficilmente viene. Come ben sappiamo, noi Italiani, il 90% andiamo

col Becco di Cristallo. Del resto la nostra Scuola di Clarinetto è una delle

migliore del Mondo! Il nostro Clarino; di Legno di Ebano e Bocchino di

Cristallo; è una bella composizione di Istrumento.

A Parigi; e precisamente alla Fabbrica di Clarinetti SELMER; mi dissero che

il Clarinetto di metallo da loro studiato e riuscito, occorreva il Becco di

Legno. E avranno ragione anche questi Francesi.

Come già ho detto; un giovane che si mette in Professione, dovrebbe avere

almeno una scorta di trè Bocchini. Che così ne ha due di riserva.

Si perchè la fine dei Becchi di Cristallo non avviene per consumo; bensì

per rotture. Questo arnese è come un bicchiere da tavola: non si consuma mai,

si rompe; ecco la fine!

Nell’anno 1952 a Lecce; appena finito i Pagliacci di Leoncavallo (vi era

Cavalleria Rusticana e Pagliacci), andai per smontare lo strumento; misi

la mano per levare il Bocchino: mi venne in mano il mozzicone di sopra e

il gambo rimase nel Barilotto! Bocchini finito!!! Quel Becco era come

un’Organo. Ecco perchè col Cristallo ci vuole dei cambi nell’astuccio...!

Sono sempre stato convinto che con delle Ancie buone; nei Bocchini si

diventerebbe meno pazzi e si lavorerebbe da Paradiso; perchè la Professione è

bella! Ed è bella perchè la Musica è Stupenda!!!

Essendo scadenti le Ancie; noi abbiamo meno vantaggio anche nelle Ricerche.

Alle volte, non sappiamo se è l’Ancia o il Becco che difetta?

Per uscire fuori da questi dubbi; non c’è che la calma. Mi spiego meglio.

Quando si è lavorato in un certo Bocchino, mettendoci tutta la buona volontà

e direi: tutta la capacità di cui possediamo... poi provando... non ci

troviamo; l’unica cosa è di mettere via il Becco e tornare alla carica dopo

un mese. Non possiamo insistere: può essere un Celebre Bocchino e non

riusciamo a collaudarlo!... Più di una volta io avrei cacciato il Becco nelle

immondizie...! Dopo un periodo; con labbra riposate, ancie discrete... e giorno

adatto... me ne sono accorto che il Becco era Gioiello d’Arte!

In queste cose, guai a chi ha fretta!!! Adagio e dare tempo al tempo.

Quante fregate ho preso colle Ancie!

 

[TBC078]

Pagina 7. Parte Seconda.

 

Buttare via soldi e portare a casa Ancie inservibile

è una cosa assai poco bella! Quelli che ascoltano noi in Orchestra

non vanno a considerare le Ancie se sono poco buone; dicono

semplicemente: non è più lui... è vecchio! Tutti lo sanno e

merita di dirlo: il nostro mestiere è sempre un’Esame da quando si và

in Teatro da giovani fino alla pensione!

Il Commercio delle nostre Ancie è sempre stato poco bello; ma adesso è

terribile! Anche se è un pò sballato voglio fare un piccolo paragone sul

commercio della nostra Canna di Bambù.

Io mi figuro di entrare in un bel Ristorante; mi metto a sedere in un tavolo;

leggo la lista delle Vivande...; e quindi ordino un piatto di Spaghetti.

Poi; il cameriere; mi porta un piatto pieno di sabbia! Posso io mangiarla?

Non posso mangiare della sabbia! E allora? Se spendo 50.000 lire per

delle Ancie credendo di poter fare il mio dovere in Orchestra... e non suonano,

per mè è egual cosa del piatto di sabbia!

Per la verità è la natura della merce che è così. Intanto, ripeto, uno che

abbia degli impegni: Concerti difficili: Forza del Destino di Verdi... ecc.

cosa deve fare?

Che il Violino sia difficile: l’ho già detto e l’ho ripeto,

ma le rogne che abbiamo noi strumentisti ad Ancia; non lo sò se le hanno

gli altri?...

Ho detto che il Bocchino di caucciù fischia più facilmente del Cristallo.

E’ vero e lo sanno tutti. Anche se il Piano è riuscito bene; può lostesso

mandare qualche fischietto. Questo è dovuto anche al materiale di cui è

fatto. Per poter suonare con quel Becco, occorre avere altri accorgimenti.

Per esempio: nella punta di detto Becco; non si consumi del materiale da

ridurre l’orlo troppo sottile. In questo caso passa più aria del necessario

ed è facilissimo tirarsi dietro un fischietto. Non dico che l’orlo debba

essere grosso troppo; anche così passerebbe meno aria del necessario e ci

sarebbe meno suono del normale. Anche essendo questo orlo troppo grosso

e largo; di conseguenza stenta a passare l’aria e può anche in questo caso

fare qualche fischio. Quella zona lì è assai delicata:: come noi smettiamo

il fiato; l’Ancia riceve l’aria... e poscia si forma il suono. Posto delicato

del Bocchino, per tutti i Becchi!

Il Caucciù e anche il Legno vibra di più del Cristallo. Non per niente li

fanno più lunghi. Se il Becco di caucciù fosse della lunghezza di quello

di Cristallo, sarebbe molto crescente. Viceversa: se quello di Cristallo fosse

della lunghezza di quello di Caucciù; sarebbe assai calante.

Queste cose testimoniano che i materiali, diversi l’uno dall’altro, portano

vibrazioni diverse. Occorre molta pazienza!

 

Le Fabbriche dei Bocchini per Clarinetto metto in testa Bucchi di Genova)

lavorano colle loro misure; e che sono giuste così. Hanno il numero 1, 2,

3, 4. Per noi Elementi di Grande Orchestra, la misura giusta mi pare possa

essere il numero 2. Atteniamoci sù quella linea che non saremo fuori logica.

Se è possibile noi dobbiamo andare oltre quella misura. Il Becco troppo

aperto non può dare suoni dolci e Classici.

Lavorando però, non si può stare alla lettera di queste misure poichè i

Bocchini hanno la sua caratteristica e si può finire che per farlo suonare

ci sia bisogno di andare oltre. Teniamo presente che i trè Bocchini

che ho citato e che noi conosciamo; per legge Fisica debbono avere una

Apertura diversa l’uno dall’altro! E se andremo un pò fuori del normale,

ci andremo per delle ragioni Tecniche come fà il Liutaio nei Violini.

A questo punto dobbiamo essere più alti... di qualsiasi altro Pianoista!

Sempre pazienza!!!!

 

[TBC079]

Pagina 7. Parte Seconda.

 

Il Bocchino di Cristallo per Clarinetto è l’arnese dei Clarinettisti

Italiani; all’Estero suonare con questo Becco ne ho visti ben pochi!

Malgrado le mie ricerche per sapere di che origine sia; non l’ho mai

saputo. Chi  mi ha detto che è di origine Francese e chi mi ha detto che

è stato ideato in Italia. (Se si vuole si può benissimo saperlo)

Una cosa è certa; i Bocchini di Cristallo per Clarinetto Francesi, erano

più belli dei nostri, e un Cristallo giallino che era una bellezza!

 

Comunque, pure il Signor Bucchi di Geneva ne ha fatto dei belli. E altri.

Questo Becco, al contrario di quello di legno di Ebano; non vuole troppo

grosso e panciuto; stà bene di costruzione giusta.

E’ un Bocchino di molte risorse. Noi Italiani (come dicevo) guai se non

usiamo quello! Senza di quello pare che lo strumento sia di quelli della

Banda; non sia di un Professionista. A parte queste considerazioni di valore

estetico, ha delle risorse che fanno comodo sia all’Insegnante che al

Clarinettista. Il Maestro dell’Istrumento lascia i suoi ragazzi a Luglio

e li ritrova in Ottobre. In questo Estate, quasi sempre focoso; il cristallo

non fà nessuna mossa, e così all’inizio del corso non si corre a dei

fenomeni di spostamento del Piano stesso dell’oggetto in questione.

Nel corso dell’Estate, oltre il gran caldo, vi può essere Vento, pioggia e

sbalzi di temperature atte a far muovere il Piano di un becco di Caucciù

o di Legno in special modo.

Il pericolo del Becco di cristallo, come ben si sà, non si invecchia per

consumo, nò; fà la fine dei bicchieri di cucina: al primo urto, si rompe!

All’urto che provoca una crepa; molte volte noi stessi non ce nè accorgiamo.

Può essere una toccatina da niente ma quando è caldo è fragile... La fine

di quel Becco è quella! Pure a mè capitò a Lecce che alla fine dello Spettacolo

di Cavalleria & Pagliacci: Andai per levare il Becco e poi asciugare

il Clarino e quando levai il Becco rimase dentro al Barilotto il Gambo...

E così fu la fine di un Bocchino che aveva la voce di un’Organo...!

Inconvenienti del mestiere.

Come dicevo, è di grandissime risorse. Se il Piano è riuscito bene si suona

bene, non c’è ombra di Fischi... e il Clarinettista ha una grande tranquillità.

Direi anche più facile nella scelta delle ancie. Il detto Becco suona

benino anche se non è del tutto perfetto di Piano. Nel legno e Caucciù, se

non è perfetto, sono fischi a non finire!

Dato che è più duro da lavorare è un pochino più difficile e ci vuole più

tempo. Resta un punto interrogativo...? Se il suono di questo bel Becco è

più bello degli altri. Nella mia professione ho calcolato che la voce è

bella con tutti i Bocchini; devono essere fatti bene di fattura, il piano

sia perfetto, ancie adatt e la sua abitudine... Queste sono le cose che

fanno il vero Becco per chi suona il detto Clarinetto.

Però, dato che vibra meno del Legno e del Caucciù (così appare i primi tempi)

pare anche più dolce; direi meno sfasciato.  Di conseguenza, pure nelle Bande

dove alle volte vi sono degli elementi che suonando strillano come anime

dannate, col Becco di Cristallo tirano fuori una voce meno stridente e,

apparentemente si può chiamarla, più dolce.

 

Però parliamo di chi fà la Professione in Orchestra; questo è lo scopo.

 

Occorre armarsi di pazienza e, se si lavora sul Piano; andare molto adagio

e stare attenti a non muovere crepe nel lavoro che si fà.

Ricordo ancora che l’Abitudine è la Mamma di molte cose di questa nostra

Professione; e allora anche di adoperare i Bocchini che vanno sul nostro

Strumento: se sono perfetti e giusti di Piano, facendo la sua abitudine,

si suonerà bene con tutti! Vorrei dire pure se il Becco fosse di terra cotta.

 

[TBC080]

Lo scoglio che un Clarinettista può avere di non trovarsi bene con un

tali Becco, se vogliamo, è nel cambiamento. Fatto il cambiamento e ammesso

che il Becco che si mette sù sia perfetto; tutto và a posto nel giro di

pochi giorni o anche una sola volta.

Anche il mio Insegnante che per tutta la vita aveva suonato col Caucciù,

negli ultimi anni volle cambiare e trovò lui stesso la sua differenza;

poi, dopo pochi giorni, lui stesso si diceva di essere contento.

Il Professore stesso mi raccontò quanto segue.

Egli venne a Bologna in qualità di Insegnante nel 1908. Arrivato in

quella Città, trovò molti bravi Clarinettisti che suonavano col Cristallo;

Così vedendo gli altri, volle lui stesso mettersi alla pari. Poi Ebbe il

suo migliore allievo: Luigi Amadio, che anche prima di andare al Conservatorio

Bolognese, suonava col Becco di Cristallo. E, come ho detto, provò

anche lui. Vi fù un’altro Ottimo suo Allievo: Alberto Alberani; pure questi

era stato impiantato dal Padre (Insegnante a Faenza) Clarinettista, col

Becco di Cristallo... e non volle cambiare.

E altri.

Anche un’Insegnante non può fare a modo suo... deve seguire certe abitudini.

Ma il nostro Insegnante: Prof Bianco Bianchini, ha sempre sostenuto

che il vero suono del Classico Clarinetto è quello dal suono di

Caucciù. Inoltre avrebbe voluto anche metterlo in Conservatorio.

Purtroppo non fece in tempo a ritornare all’usanza di quando arrivò

a Bologna perchè il giorno 10 (circa) di Febbraio 1940; un male inguaribile

lo portò all’altro Mondo!

 

Adesso poi i tempi si sono cambiati. Le Ancie non ci sono più... e tante

altre cose, fanni sì che in molte scuole non vanno più a pescare il pelo

del pelo... Di grazie stì poveri ragazzi se riescono a comprarsi lo

strumento!

 

Seguiremo il resto.

 

 

081-090

[TBC081]

Pagina 8. Parte Seconda.

 

Anche se si fà fatica a trovare le Ancie. Anche se gli Strumenti vanno

alle stelle con i prezzi; seguirò lostesso la prassi del mio Trattato.

A fin dei conti l’Arte è questa e non possiamo dire altro che la verità!

 

Tengo a precisare che i fischi avvengono anche col Becco di Cristallo

qualora ci sia sul Piano delle imperfezioni.

I miei Bocchini di Caucciù, non hanno mai fischiati. Se lo facevano; o ero

io a prendere in bocca il becco male (alle volte in fretta...) oppure era

l’ancia terribile, o, aggiungo vi fosse un cuscinetto che gonfiandosi di

acqua... sfiatasse. Perciò, indipendentemente dal Becco... il fischio può

venire per altre svariate ragioni. Anche lo Strumento molte volte da dei

grattacapi non indifferenti! Per quanto si guardi, lo Strumento un pochino

sfiata sempre. E’ difficile avere una Tamponatura perfetta!

In una situazione di una Tamponatura balorda, basta solo piccoli passi

per venire alle stecche!!! Ma seguiamo il Becco...

Ho avuto dei Bocchini brutti che andavano benissimo. Ne ho avuti dei

belli che assolutamente non andavano. Molte volte non abbandoniamoci

solo sulla Estetica dell’oggetto. Occorre provare e riprovare e poi fermarsi.

Mai squalificare un Becco e abbandonarlo credendo sia una nullità!

In certi casi può tornare alla mano uno di questi Bocchini squalificati

e riuscire a farsi un bellissimo Bocchino. Sono misteri questi?!

Alle volte uno squalifica un Becco e poi le capita un’amico e glielo

vende. Il tempo passa... A un dato periodo quello che ha venduto il Becco

se ne accorge di aver fatto una gaffa tremenda.! Sempre adagio, mai fretta!

Sì perchè lavorando in questo Arnese i momenti non sono sempre uguali;

Vi sono momenti più felici; di forza fisica buona; altri durante i quali non

si è del tutto a posto. Altri momenti che abbiamo la fortuna d’avere in

casa delle Ancie buone e da potersi permettere il lusso di fare alto e basso

come vogliamo. In altri casi anche nel lavoro Teatrale vi è un andamento

di Recite che non stancano... e via discorrendo. Qualche recita di Traviata,

altra di Lucia di Lammermoor... In questo fortunato periodo il labbro è

riposato... e si può fare qualcosa in Studi di Ricerche, Quì.

 

Ma se ci capita dei Balletti, o magari la Aida, una Forza del Destino. In tal caso

dobbiamo abbandonare qualunque prova del genere.

 

[TBC082]

Pagina 9. Parte Seconda.

 

Prima ho parlato dell’abitudine. Questa parola la possiamo adoperare come

vogliamo; si può dire: io ho la tale abitudine e non mi muovo di lì!

o si può dire di fare nuove abitudine perchè ho l’idea di andare meglio.

Ma credetemi che il fare un’abitudine di andare meglio; si fà assai presto!

E’ andare verso il peggio che si fà fatica!

Ma se a noi ci viene fatto un Piano sù un dato Becco da fare un passo avanti,

non solo ci dimentichiamo la vecchia abitudine, ma la vogliano insegnare agli

altri e, direi, con insistenza.

Nella nostra Professione c’è le regole, attraverso la scuola, c’è l’intelligenza

di uno e dell’altro e c’è la grossa parola: la Natura!

Mi pare fosse sul 1919 che al Conservatorio di Bologna comparve  un uomo

piccolo sui m. 1,52 (non lo presero soldato perchè non arrivava a un metro e

54; misura appena idonea) Era Bolognese ma aveva Abitato A Rimini ed aveva

già studiato lo strumento con un certo Prof  Lugatti.

Quest’uomo era scaltro, intelligente e con doti Musicali enormi!

La veduta di venire a quel Conservatorio era perchè l’insegnante era un

fuori Classe dello Strumento e dell’Insegnamento e per avere poi un Diploma

molto più valido. Questo giovane, parlava un pò Bolognese e un pò

Romagnolo. Egli aveva già navigato non era alle prime armi.

Tolto gli insegnamenti diciamo di  Prammatica... tutto il resto aveva  ben

poco da imparare. Comunque si completò assai bene!

Pure questo ometto non volle cambiare il becco; col Cristallo suonava e,

con quello  continuò. In poche parole: era completo: Voce, staccato, legato,

mani d’oro che, per lui, non sisteva  difficoltà..

Fece il suo corso in pochi anni e quando si Diplomò; luglio 1924, la

Commissione d’Esame, rimase sbalordito! Gli diedero 10 e lode!!!

Il nome di questo unico Allievo era di Luigi Amadio.

Il Maestro Toscanini se l’ho portò alla scala  come Primo Clarinetto.

Ma ebbe una vita corta. Nel 1940 in Agosto morì a Milano.

Malgrado la sua grande Natura; pure lui dovette lavorare tanto per

mettere assieme un Volume di voce adatta al Vaso della Scala di Milano.

Come si vede, tutti lavorano.

Ma la sua natura era così grande che lui fece presto.

Suonava con uno Strumento di Rampone di Milano. Forse aveva il Si B e il La.

Le celebrità suonano con tutti gli Strumenti e con tutti Bocchini!

 

[TBC083]

Pagina 1. Parte Terza

 

Prima di passare alla parte pratica e lavorativa;

ritengo giusto parlare un pò della praticità di questo

lavoretto: controllare... e, se necessita, Toccare il Piano del

nostro Bocchino e anche rifarlo tutto il detto Piano in tutte

le lettere Fisiche che lo compongono. Anzi che compone la Perfezione...

Molti Clarinettisti trovandosi in bisogno di migliorare le sue condizioni

Artistiche (in taluni momenti può venire anche questo...), per

istinto prendono un foglietto di carta Smariglia e magari, senza sapere

dove l’appoggiano... vanno a grattare il Becco in una posizione ix...

Questo fatto, facendolo così in buona fede e, perdonate: alla carlona...

è come uno che gioca al Lotto e pretenda di vincere... ? Sù mille volte;

questi potrebbe imbroccarla una volta. Allora cosa potremmo fare perchè

l’Elemento ix abbia una Minima idea; una piccola ipotesi tanto perchè egli possa

partire e cominciare a fare qualcosa? E’ difficile dare una risposta a questa domanda!

Partendo da una base, che è quella della propria Scuola, si dovrebbe chiedere

al nostro Insegnante (se costui è ancora al Mondo) come si potrebbe

cominciare a dare i primi Tocchi? Ebbene, per quanto sia il nostro

Insegnante e ammettiamo che lui stesso ci voglia bene; è assai difficile

che lui si adatti a fare il sacrificio di spiegare al suo Allievo di

cominciare a fare queste Operazioni. E le ragioni sono due; la prima è che

lui ha paura che l’Allievo rovini il suono: La seconda ragione, pure

essendo il suo Maestro, il 99% dei Clarinettisti non vogliono dire niente

a nessuno! Se poi ci trovassimo in Orchestra a fianco ad un Celebre

Elemento e che provassimo a chiedere qualche spiegazione circa di lavorare

nel Becco del Clarinetto. Quello, o fà finta di non capire... e risponde

delle fesserie: Oppure potrebbe pagarci dicendo che non è il Bocchino

che suona; bensì le Labbra...! E tutto finisce lì. (E’ capitato a mè...)

Insomma, sembra un Segreto di Stato!

Questo argomento potrei tenerlo lungo molto. Per non annoiare e direi

per una certa tattica di educazione; finiamola quì!

 

Merita di dire anche un’altra cosa: l’Insegnante, nella sua Carriera,

si è dedicato a questa faccenda di arrangiare questo piccolo Becco?

Non credo sia un’offesa; molti Insegnanti anche bravissimi, non hanno mai

voluto dedicarsi a quel sacrificio lì. E direi che non hanno torto perchè

il sacrificio non è cosa da poco!

E allora come possiamo partire e cominciare a fare qualche Tocco al

nostro Becco senza nessun indirizzo? Un’altro potrebbe chiedermi:

come lei Olivieri Ernesto ha potuto inoltrarsi in questo lavoro; e chi

le ha dato i primi insegnamenti? Prima rispondo all’ultima domanda.

A 13 anni già avevo il piccolo miB e andai nella Banda del mio Paese.

Il primo Clarinetto della detta Banda Musicale (buona assai!), era un

Tecnico del Becco del Clarino. Aveva un suono super bello!

Dove quest’uomo avesse imparato a conoscere così il detto Accessorio...

è sempre stato un mistero?Da questo Dilettante avvenne i miei primi

interessi... e conoscenza del Bocchino. Strada faccenda, mi venne in mano

un Metodo per Clarinetto; col nome (se non erro...) Di Blatt. Forse

Tedesco o Austriaco... L’unico Metodo che io abbia visto che parlava di

quell’arnese. Anche nella Prefazione ho detto che i grandi Capiscuola

hanno lavorato assai per fare dei grandi e difficili Studi, del Becco

se qualcosa l’hanno detto... di sfuggita! Ed è la verità!!!

Prima di chiudere queste considerazioni, è bene precisare che tutti i

conoscitori del Bocchino, non lavorano nel medesimo modo. Poi vedremo.

 

[TBC084]

Pagina 2. Parte Terza.

 

Dopo queste lettere fisiche e continuando le nostre ricerche

possiamo parlare della Apertura dell’ancia. Qualcuno le chiama: le misure.

Parlare di misure vere e proprie è assai difficile poterle

applicare; ed è difficile perchè si lavora a mano e non a macchina.

Ritengo sia più esatto dire; il sistema dell’apertura.

Chi lavorasse a macchina si potrebbe avere più esatto il punto

di partenza della lettera D (apertura dell’ancia) Però se la macchina

è anche di precisione, è molto difficile che i bocchini suonino.

Difatti la prova più persuasiva è che dalle Fabbriche mandano

fuori tanti bocchini, tutti fatti a macchina, e non vanno bene nessuno

o quasi. Ammettiamo che nelle Fabbriche non vi sia i Tecnici

a saper fare questo lavoro; però nelle macchine, pure di precisione,

e anche se c’è un uomo che sappia il fatto suo, su 10 becchi lavorati.

8 non suonano, e molte volte non suonano tutti e 10!

Qualcuno mi dice: ma se non lo fà la macchina di precisione...,

a mano non si può farlo questo lavoro! E io invece rispondo di nò!

E sostengo che il becco classico del clarinetto vuole fatto a mano.

Prima di andare avanti analizziamo la parola: Precisione...

Fin da ragazzo conoscevo le macchine a smariglio e di Precisione.

In tempo dell’ultima guerra i Tedeschi si misero a lavorare nelle

Fabbriche (questo fù in Settembre 1944 per una Mobilitazione

al lavoro. Non ero ingaggiato con nessuno, ero libero... ma come tutti

gli altri dovetti io pure andare in una Fabbrica di porcellana.

Era rimasto solo il Cinema, tutti lavoravano...!

Nella Fabbrica dove ero io, c’èra un reparto di alta precisione.

Poichè conoscevo benino la lingua Tedesca, mi fù facile fare

amicizia con l’artista che era alle Rattifiche

Il Tedesco rattificava dei pistoncini di un metallo speciale che

andavano applicati ai Motori degli Aerei per il pompaggio dell’olio.

(così diceva lui...) Era un scelto Tornitore che gli facevano fare

questo lavoro a lui soltanto e di notte. Di giorno non avrebbe potuto

fare il detto lavoro a causa del tremolio delle altre macchine...!

 

[TBC085]

Lavorava con una rettifica d’alta classe. Sulla macchina aveva

montato una specie di Orologio chiamato Millesimale.

In una notte rattificava circa 60 pezzi. Al mattino era contento

quando di questi 60 pezzi ne aveva 40 buoni  e 20 scarti?! Certe

volte aveva 40 scarti e venti buoni. Cercare le cause dei suoi

scarti sarebbe lunga... a noi non interessa. Ecco allora che la

macchina di precisione molte volte non è di precisione.

Il primo esperimento fù nel portare con mè un becco di metallo

per Saxofono. Il becco non era un portento ma suonava.

Il Tedesco m’aiutò a trovare il modo di montarlo. Demmo il

Diamante alla ruotina con molta cura ed eravamo sicuri di essere a posto,

mentre andava la ruota andava anche l’acqua... facemmo un lavoro

bello ed elegante. Morale della favola: a casa che fui e messo sul

Saxofono non suonava più!!! Ma ho provato altre volte con delle

macchine, non fù la sola volta.

E dire che in una macchina si può fare un piano con tutti i

comandi che si vuole; e tutti i segreti che uno è capace di escogitare.

In ogni zona del piano si può fare delle varianti: alto, basso...

Solo che a lavoro finito, bene che vada; c’è tanti fischi che non

viene più la fine!!!

Ora che abbiamo visto le macchine di precisione e, chiamiamole

anche, alta precisione; chiediamoci a noi stess se il nostro

bocchino per clarinetto, per suonare bene, deve essere perfetto o

imperfetto??? Sembra una barzelletta ai nostri tempi e dopo aver

visto cosa c’è dentro la Luna,,,e via per la Fantascienza... a non

finire... Sia un mistero così complicato per fare suonare un bocchino

per clarinetto?! Eppure è assai difficile farlo suonare!

 

Gli insegnanti che non tanto conoscono questa faccenda, dicono e

supplicano ai ragazzi quando cominciano a suonare: fai note lunghe!

Un’ora tutti i giorni di note cominciando piano andare al forte

e tornare al piano...! Solo così puoi fare un bel suono!

Se tutto và bene, questi sono insegnamenti ottimi e di gran vantaggio!

Se il becco non và.... il ragazzo si taglia il labbro e non fà niente!

 

[TBC086]

 

Pagina 2. Parte Terza.

 

A questo punto speriamo che l’Elemento che ha interesse

e bisogno di questa conoscenza e che si prepara alle Ricerche... ecc.;

sia in grado di fare qualcosa e  di capire dove deve incominciare a Toccare...

e via dicendo.

Ben’inteso prima di questo inizio si può leggere e rileggere e farsi

le concezioni adatte al caso. Non è poi che si debba scoprire

un’altra Bomba Atomica: solo un pò di buona volontà...  e senza

avvilirsi anche se i primi lavoretti non vanno bene. Sbagliando s’impara!

 

Abbiamo già visto come vogliono le due Piastrine d’acciaio. Come ho  detto

ripeto che ho ideato due Piastre perchè così mettendone una sull’altra

si vede se vanno bene oppure se c’è qualche difetto.. Se unite le Piastre

e guardando verso la luce si vede spiragli di luce... è segno che non

vanno bene: forse un difetto in una. In tal caso si deve guardare che non

ci sia qualcosa di sporco... E se il difetto non si togliesse, si dovrà

fare rettificare di nuovo le Piastrine. Ma si può lavorare  ugualmente;

specie se si tratta di aprire il Becco nella punta. Si metta molto... ingegno.

 

Ed ora unisco un fogliettino per fare vedere il Becco di Prospetto per

vedere le Lettere Fisiche. E quindi di Profilo per fare vedere il sistema

del Piano sia pari (Sistema Italiano) e sia Incavato (Sistema Francese)

E anche la Penna del Bocchino. Quando in Negozio si potesse trovare un

Becco colla Penna un pò incavata, si appoggia meglio le labbra.

 

[Drawings omitted]

 

[TBC087]

 

Pagina 4. Parte Terza.

 

Nella pagina 2, ho segnato, con un modesto schizzo; i due

sistemi dei Piani; Piatto all’Italiana. Incavato alla Francese. Che lavora il Piano

incavato ce nè anche in Italia. Possono aver ragione che io non li critico;

ma nei miei Esperimenti non mi hanno dato tanto buon esito. In questo

argomento, dovrei disdire quello che poc’anzi ho detto, cioè, o di lavorare

a mano o a Macchina? Facendo il piano incavato, che se vogliamo non

è una idea fessa in quanto essendo una bassa nel mezzo del piano la

punta dell’Ancia avrebbe la direttiva di non andare verso la punta del

Becco e quindi di non chiudersi... e parrebbe aver trovato una risoluzione

perchè non chiudendosi l’Ancia avremmo più via libera.

Volendo fare un piano incavato con la Bassa nel mezzo del piano, solo

una Macchina può farla; a patto che chi mette a posto la Rattifica  sappia

regolare bene la posizione in cui la ruota che gira deve andare più

giù e quindi tornare al punto di partenza. Nella Rattifiche di alta

Precisione, tutto si può fare. A mano questa gradazione è assai difficile

dargliela! Pure questa prova ho fatto... ma a conti fatti, non era il nostro

Clarino... Nò! Comunque lascio a tutti la libertà di fare a modo suo!

 

[Drawing omitted]

 

Una cosa importante da non dimenticarsi. Se si compera un Bocchino nuovo,

specie se è di Cristallo, che abbia l’orlo non troppo grosso; e la finestra

Armonica troppo piccola. Il vetro è duro... allora volendo ingrandire...

si spacca tutto! Robe capitate a mè!

Nel Becco di Legno di Ebano e nel Caucciù; tutto si può fare! Però: con

molta attenzione. In questi due Bocchini, lasciare sempre l’orlo (di punta)

un pò robusto mai troppo sottile! E Attento se si và a limare del materiale

lì. Quel posto è delicato e può cambiare il timbro del suono/!!!

 

[TBC088]

Pagina 5. Parte Terza.

 

Tutte le volte che a casa mia è venuto gente per farmi

aggiustare un Bocchino, mi dicevano: me l’ho può aprire?

Non ha sfogo! Non viene suono!

Come se ad aprirlo... il Becco acquistasse il miracolo e venisse

tutto il suono che si vuole. Il miracolo del suono spontaneo

e molto; non viene aprendolo. Questa cosa potrebbe avverarsi

una volta ogni mille volte. Quasi sempre è nel piano il difetto... e

allora s’attacca l’Ancia dove trova maggior materiale... e tutto

si chiude: Se il Becco non è addirittura troppo chiuso, mai cominciare

il lavoro andando di colpo ad aprire il Becco nella punta! C’è da

compromettersi... e da trovare un lavoro enorme da fare. Sì perchè di

colpo l’Ancia si trova per aria e prima di portarla alla sua misura, c’è da

limera dei Decimi e Decimi; ben’inteso andando giù nel mezzo del piano.

Volendo aprire il Becco inutilmente, dopo non suona più del tutto!

Il Tocco dell’apertura, si fà in ultima cosa o quasi.

Il Problema di andare giù nel mezzo del piano, sia per correggere eventuali

difetti, e sia perchè il Becco è troppo aperto. E’ uno dei lavori più

difficili da fare! Molti tagliano le fette di carta Smarigliata e si mettono

a limare tutto il piano dalla lettera D fino al gambo. Il risultato

di questo fatto è che, in realtà, si consuma il materiale dal gambo

sino verso la finestra Armonica; e in mezzo al piano molto meno... così

ci troviamo con una montagna in mezzo al Piano e, come ho detto; a destra

e sinistra meno. In tal caso il Becco và sempre peggio! Qualcuno poi dice

che è il materiale che non è buono. Basta imbroccarla giusta che il

materiale è sempre quello! Anche nella fattura dei Clarinetti dicono così.

Nò! In un pezzo di Ebano tagliano il legno e viene, in media 7 o 8

Strumenti. (Clarini). Può capitare che di otto Strumenti, 6 suonano, e

2 non vanno! Il Legno è sempre quello. Quando la Macchina che fà il

Traforo della camera và, basta un niente... per non venire la camera perfetta!

E il Fusto (come chiamano loro) o cambiarlo... o lo Strumento se nè

và per il Mondo Stonato!

Non dico di essere di fronte ad un lavoro a

guisa di un Liutaio facendo un Violino. Ma non è neanche lo scherzo che

molti credono: SE subito noi vogliamo abbassare il piano, conviene

mettere la carta smariglia sulla Piastrina; guardare se veramente è

in mezzo che il materiale è troppo. Assicurati che siamo che la montagna

esiste; si cambia lavoro: Si taglia tante strisciette di Smarigliata,

anche grossetta per fare più presto; e si mettono di traverso alla

Piastrina e si cerchi di consumare il materiale in mezzo al piano anche

a costo che avvenga una bassa... fatto un pò di questo lavoro; si tagli

una fettina di smarigliata, si metta bene, cioè alla lunga e in

posizione di lavoro; e si consumi il materiale che è in più nella punta

e verso il gambo... stando attenti ad arrivare al punto giusto.

Queste due punte fanno presto ad andare via... e il piano si deve

trovare perfetto. Ogni volta che ci fermiamo, cambiare la cartina e

rimetterle sempre pezzetti nuovi; mai cartine vecchie!

 

[TBC089]

Pagina 5. Parte Terza.

 

Ogni volta che un Clarinettista mi ha chiesto

se gli avessi Toccato il suo Bocchino... perchè secondo

lui; non andava ben, si raccomandava con tutto il cuore

di aprirlo in punta perchè non sfogava e quindi non veniva

suono. In tutta la mia Carriera di Orchestrale; ho sempre

cercato di non aggiustare mai Becchi di altre persone: Cose personali!

Ma quando non potevo esimermi; lo facevo.

Come ho detto; le proposte erano di aprire il Becco in punta: Qualche volta

ho detto: caro; chi l’ha stabilito che si deve aprire? In poche parole; se

un Becco non ha suono e che il piano vada benino; si può trovare un

vantaggio. Se il difetto è nel piano... aprendolo in punta, non suona più!

Le cause di non avere suono possono essere tante ma una più solita è

nell’imperfezione del piano; specie se nel mezzo vi è una montagna... E

come può avvenire questo fenomeno? (Incredibile ma vero)

Quando si lavora sul piano, anche sopra una lastra di precisione e con

una fettina di carta Smarigliata nera 00, per un fenomeno naturale, e

cioè: andando avanti e indietro guidando il Becco sulla carta... succede

che il materiale(vetro) (o Caucciù o legno) si logora molto più verso

il gambo e verso la Finestra Armonica: quì poi vi è solo gli angoli del

Becco e così si consuma in fretta... in modo che il piano si viene a

trovare (anche di poco) colla montagna in mezzo al piano. E così l’Ancia

assolutamente non vibra! L’Ancia vibra meglio se nel piano vi è una bassa.

In questo caso... qualche fischio ma vibra meglio.

A questo punto dobbiamo abbassare la montagna inutile di cui abbiamo

detto. E’ logico che non possiamo continuare a limare andando, come prima,

avanti e indietro. Il difetto aumenterebbe. Occorre allora andare

giù nel mezzo del piano. Quella sarà la zona di lavoro. (vedere l’esempio°)

 

Si taglia tante fettine di smarigliata di un centimetro di larghezza; si

mette di traverso del piano della Lastrina (non alla lunga!) e si cerchi

di consumare solo nel mezzo del detto piano. Operazione però fatta con

intelligenza e di non andare troppo giù perchè allora verrebbe una bassa

esagerata. Dopo di questa operazione, si torni a lavorare con fette

di smarigliata larga quasi come la Piastrina andando avanti e indietro

fino al punto giusto! Sovente provare!

Facendo questa ultima operazione, e, ammettendo che non arrivassimo a

portare il piano pari e piatto... appena che si sente che và bene...

ci dobbiamo fermare perchè anche rimanendo l’ombra di un pò più; il

Becco può dare ottimi risultati. Poi si metta via il Bocchino e si riprovi

il giorno dopo a labbra fresche.

 

[TBC090]

Pagina 5. Parte Terza.

 

Mi permetto di dire che io Toccavo i Bocchini che ero ancora

un dilettante. E’ logico che lavoravo con meno precisione di quando

facevo la Professione: però, i miei Bocchini me li arrangiavo io.

Da allora fino alla fine della mia attività in Orchestra, che è passato più

di mezzo secolo; in tutto questo arco di tempo, tutti i suonatori e amici che

desideravano fare qualcosa al loro Becco e che si fidavano di quello che io

modestamente gli dicevo; tutti quanti; nessuno escluso: si raccomandavano che io

gli avessi  aperto l’Apertura del suo Bocchino perchè, secondo essi, non

sfogava! E io, il più delle volte, rispondevo: bada che aprendo questo Becco si

và al rischio di rovinarlo! In sostanza: è sbagliata l’idea di aprire un Bocchino

per aver più suono e che naturalmente sfoghi di più. I casi sono tanti.

Se un Becco è fatto bene e che sia troppo chiuso, una leggera Toccata sulla

punta, può influire a renderlo un pò più sonoro. Questi casi sono rari.

Quando un Bocchino non ha sfogo; o è piccola la Finestra Armonica e che le

vibrazioni non si possono incanalare nella camera del Becco stesso; o che c’è

una montagna in mezzo al Piano circa alla Lettera  B. Quest’ultimo caso è per

il 90%. Se nel Piano vi è una montagna o gobba... non viene suono assolutamente.

E’ più facile che venga del suono se nel Piano vi è una Bassa; magari

con qualche fischietto; ma del suono ce nè a josa.

Come già ho detto, si osservi se le punte sono giuste (Lettera A e C)

e se queste vanno bene, l’unica cosa da fare è di mettere il Piano del Becco

sù una Lastra controllando se veramente nella tavola del Piano c’è la gobba.

Se risulta che in quel posto vi sia dell’altura; l’unica cosa è di abbassare

tutto il Piano. Operazione assai difficile! Ed è difficile perchè, anche se non

lo sappiamo, la nostra mano ha la tendenza di calcare molto nel Tallone del

Becco stesso. Considerando poi che nelle due Ali Armoniche che danno la

sagoma della Finestra Armonica, vi è talmente poco materiale da limare che

anche solo arrivandoci ogni tanto...si finisce per portar via molto nel

Tallone e nelle Ali... e, in mezzo al Piano, la gobba resta!

Mi sia perdonato se anche questa cosa l’ha ripeto! Si abbassi il Piano del

Bocchino come già ho detto, cioè: si metta delle striscie di carta smarigliata

larghe un centimetro, di traverso della Lastra in modo da consumare solo in

mezzo al Piano. Si lavori senza paura che se si và anche un pò più giù, non

è niente! Fatta un pò di questa cosa; si controlli sulla Piastra se c’è del

vuoto. Questo vuoto deve venire graduale non un buco in un solo posto.

Visto che nel posto della gobba, c’è  il vuoto voluto; si metta la smarigliata

alla lunga della Lastra e si vada avanti e indietro fino al momento giusto.

Lavorare con molta pazienza e intelligenza!

Così facendo e se si ha la fortuna di portare il Piano del Becco giusto;

della voce ne viene finchè si vuole! Anche se non ha una grande apertura;

delle vibrazioni ne viene più del bisogno.

Non potrei sostenere che un Bocchino per Clarinetto vada bene se è perfetto!

Và bene quando và bene! E và male quando và male!

Questo discorso mi viene detto perchè ho visto Becchi belli che non suonavano

affatto! Bocchini brutti, che erano un portento! E’ un mistero al quanto

difficile da stabilire? Qualche Professore dello Strumento insiste dicendo

che è il Cristallo non buono... o buono... assecondo dei casi.

O di qualità fino, o scadente; il Cristallo ha sempre quel timbro di voce.

E, in definitiva, ci sono sempre i soliti problemi: fattura del soggetto,

e riuscita del Piano!

Anche il mio Insegnante di Clarinetto ha sempre  sostenuto

che se il nostro Bocchino fosse anche di terra cotta, purchè fosse indovinato...

la voce sarebbe bella ugualmente! Ammettendo che questa ipotesi valga

poco... non è neanche da buttar via.

 

091-100

[TBC091]

Pagina 7. Parte Terza.

 

E’ bene fare una specie di revisione dei trè Bocchini che

noi conosciamo: Legno di Ebano, Caucciù (Ebanite). E infine

il Becco di Cristallo; nostro Accessorio (di noi Italiani) per eccellenza.

Nel Legno l’apertura si aggira dal Millimetro al Millimetro e

mezzo in punta. Apertura curvata e lunghetta sino a toccare i due Millimetri.

Più il Becco è aperto in punta e più l’apertura deve essere lunga.

Caso contrario è difficile trovare le Ancie e quelle che si trova

e che suonano, mandono un suono secco e non dolce.

Mi sia permesso se l’ho ripeto: il Becco di Legno è un’ottimo Accessorio

e non è come dicono tanti ostinandosi a dire che quello è un’arnese

da dilettanti. Nò! quello è, se uno ha la fortuna di indovinarne uno;

è un Becco che ha tutto quello che il Clarinetto può dare!

 

Il Becco di Caucciù (Ebanite) La sua Apertura (sempre in punta) è un pò

meno poichè essendo meno nella punta è anche più corta. se fosse lunga

darebbe un suono più stridente e cannoso e forse anche più pericoloso

per il Fischio. La logica ammette la sua Apertura in punta un Millimetro

abbondante... con la sua curva sino alla lettera D, ma più corta del Legno.

Ogni Bocchino di Caucciù che si lavora, anche quando si fà un bel lavoro...

occorre un pò di pazienza e abituarsi a quel timbro... perchè in principio

sembra sempre una voce secca e stridente. La lega del Caucciù, che è

(se è vero) Sostanze di Gomma con legno macinato e mischiato assieme.

Forma un materiale che Vibra moltissimo. Ecco perchè dà l’impressione

del Fischio... Ci vuole il suo tempo prima che l’esecutore si trovi a

suo agio. Dopo è difficile lasciare questo Becco. I Clarinettisti di

Fama hanno anche questo Becco e come!

 

E ora una buona spiegazione sul nostro Becco bianco di cristallo..

I Bocchini che da tanti anni vedo in commercio: sia di Bucchi di Genova,

sia di Coutrì... e altri; hanno una apertura fatta bene. Le misure le

ho accennate: 1,2,3,4. Per avere una Base quasi più giusta che se metto

le mie Misure (Sempre dell’Apertura); poi vi dirò il perchè: Osservate

la Misura del Numero 2. Tenete quella linea che non sarete fuori logica.

Vi dico questo perchè le Misure vere e proprie controllate col Calibro;

arrivato ad un dato punto e facendo esperimenti di Ricerca... Non

hanno nessun valore. E non lo hanno perchè ogni Bocchino fà parte a sè.

Ogni Bocchino è differente dall’altro! Anche se ne aveste Mille in mano!

Questo fatto è per la loro fattura diversa... allora, se in uno và bene

quella data regola; per l’altro nò! A questo punto è logico che le Misure

non avranno più nessuna attinenza ai tanti Tocchi... che di quà, o di Là

dovremo dare. In altre parole: dovremo essere al di sopra del comune lavoro

che potrebbe essere fatto in Fabbrica! Dobbiamo essere come il Bravo

Liutaio che cammina col suo Genio non colle comuni iniziative di tutti.

Nel Bocchino di Cristallo l’Apertura deve essere più lunga anche di quello

di Legno! Il Vetro non Vibra. Ecco perchè li hanno fatti più corti che

del Caucciù! E del Legno. Apertura lunghetta, curvata sino alla lettera D.

Ma dalla punta non dobbiamo allontanarci tanto, caso contrario verrà

male e meno chiare le note basse e dello Chalumeau ecc....

Le regole sono quelle quì dette. Ma durante il lavoro (di Ricerche...),

troveremo tante novità che noi stessi rimarremo meravigliati.

Ho visto Bocchini Belli e fatti bene, che non suonavano. Becchi brutti

orrendamente... che andavano bene! Misteri non troppo facili.

Ecco perchè il Mio Insegnante: Bianco Bianchini chiamava: Problema

insoluto!

 

[TBC092]

Pagina 9. Parte Terza.

 

E riassumendo un pochino quello che già ho detto: sia di cristallo

bello, senza bolle e segni, che abbia un piano non troppo largo:

Se fin da nuovo noi compriamo un becco col piano molto largo, lavorandolo

e consumandolo, viene come ho detto, una piazza d’armi... portando

le conseguenza che già ho detto. Inoltre ho detto che neanche

col piano troppo stretto poichè portandolo normale c’è da lavorare

troppo. Guardare bene la lunghezza del bocchino. Molto importante

pure questo. Da non trovarsi un becco troppo corto o magari

troppo lungo: nel primo caso sarebbe crescente e si intonerebbe

male con gli altri strumentini d’Orchestra. Nel secondo caso

sarebbe calante... e sarebbe un problema per l’intonazione...

Si guardi bene la camera del bocchino: col dito mignolo si può

osservare se la camera del becco è troppo grande o piccola.

Quando un bocchino è lavorato e và bene, se dovesse crescere le

note vicine alla bocca: Chalumeau, si può allargare la camera.

Questa è un’operazione piuttosto noiosa e pericolosa.

Per fare questo occorre un pezzetto di legno lungo il doppio

del becco. Da una parte, quella cioè che si vuole introdurre

dentro la camera del becco, si deve aggiustare bene, senza voltate

e gobbe, ben rotondo, portandolo al punto che entri sino alle

narici della finestra Armonica. Deve essere larghettina in modo

che arrotolando intorno al bastoncino della carta smariglia si

possa girare dentro consumando del cristallo. Ho detto pericolosa la

operazione, e vi dico perchè. Girando il bastoncino colla carta

smariglia dentro la camera del bocchino, il cristallo si scalda

e basta un niente a spaccarsi...! Se occorre fare questo lavoro

si deve lavorare un pochino tutti i giorni: un quarto d’ora... e poi

fermarsi... e si potrà riprendere dopo. Fare in modo che il cristallo

non si scaldi. Penso d’aver reso bene l’idea di questo lavoretto.

 e bene dire un’ultimo avvertimento. Nel tagliare la carta smarigliata

da introdurre dentro la camera del becco, si abbia cura di

tagliarla a trapezio o forse a triangolo in modo che avvolgendola

attorno al bastoncino sia più abbondante nella punta che vicino

 

[TBC093]

alla mano: Questo avvertimento è perchè non s’indebolisca il gambo

del bocchino. Siamo d’accordo che consumando del cristallo in questo

modo se ne consuma anche nello spazio del gambo, ma se non abbiamo

il detto avvertimento finisce per diventare una camera a forma

d’imbuto indebolendo il gambo. Non dimentichiamoci!!!

Non dimentichiamoci neanche che i bocchini di legno e di caucciù

sono più lunghi di quelli di cristalli. Ed è così perchè la sua legge

Fisica deve essere questa. Qualche volta ho sentito dire che

quello che non è in lunghezza si può acquistarlo in larghezza.

Se sono differenze da poco, possiamo ammettere anche questo, ma

se c’è una notevole differenza, non si ha nessun vantaggio; c’è da

perdere e non da guasdagnare. In altre parole: la lunghezza è una

legge fisica e la larghezza è un’altra; due cose distinte e separate!

Se volessi potrei anche mettere la lunghezza di ogni tipo di

bocchino per clarinetto. Ma siccome le Case che fanno i detti accessori

non hanno le medesime misure, si potrebbe andare incontro a delle

aspre critiche. Ammettiamo che il clarinettista ix abbia in mano

un buonissimo bocchino, vecchio, sfogato e fatto da anni, e che

sia di una misura appena diversa dalla mia... Ripeto, sarei criticato!

E’sott’inteso che chi legge quì non è un Farmacista... è un

clarinettista! In tal caso è ovvio dire che le misure di lunghezza

le vede anche lui stesso. Da non confondere colle altre misure:

questo discorso vale per la misura della lunghezza del bocchino.

Si abbia cura di osservare la penna del bocchino, che è la parte

dove si mette il labbro superiore. Se questo spazio è fatto bene

il labbro di sopra si imposta bene, lo strumento è più sicuro di

equilibrio e il labbro non fà male. Questa scarpata, che parte dal grosso

del becco venendo in meno fino alla punta del bocchino, di solito

è in linea retta; ben’inteso dalla partenza sino alla punta.

Nei bocchini di Legno e di Caucciù, è, come ho detto in linea retta,

ma in quelli di cristallo ne ho visti con una leggera bassa; in altre

parole: invece di venire giù in linea retta, circa a metà c’era

una leggera bassa. Con questo sistema si andava molto meglio!

 

[TBC094]

Pagina 9. Parte Terza.

 

Abbiamo detto e quì merita di ripetere: dov’è e di che cosa

difetta il Bocchino che abbiamo per le mani?

Non accontentatevi di guardare; anche con un bel paia di Occhiali

verso la luce e magari col risultato di dire: mi sembra che nel

tal punto... o nel tal’altro punto non sia perfetto...? Anche con

una Lente certi difettini non si vedono. Se siete in possesso di due

Piastrine che, in tal modo, abbiamo a nostra disposizione quattro Piani.

O viceversa se avete una bella Piastra essendo sicuri che sia perfetta,

caso contrario perdete il tempo per niente. Sicuri di questo; si mette il

Piano del Bocchino sopra il Piano della Piastra e si guardi verso la

luce... Dove vedete la luce è segno che manca del materiale e che c’è

una bassa. Se c’è una bassa; non lontano c’è una montagna: Questa

montagna si deve levare. Altra prova: questa si vede anche senza la Piastra

Prendete il Becco colla mano sinistra portando le punte verso gli occhi

osservando con molta attenzione se c’è una delle due punte del

Becco più alta dell’altra. Se il difetto c’è; tagliate una fettina di

Smarigliata 00 e mettetela sul piano; poi, delicatamente... cercate di

consumare la parte più abbondante. Andate adagio a non consumare troppo!

Senza nervoso! Poi controllate... e, infine accompagnate le due punte.

Accompagnare significa consumarne in tutte due le punte in modo che

sia un lavoro unico e non in due tempi. Il lavoretto di accompagnare le

due punte, io l’ho sempre fatto in ultimo: Ma si può fare anche in principio

a patto che si vada assai adagio a non limare troppo materiale.

Molta attenzione!!! Se il Becco fischia, non è che sia troppo chiuso,

come già ho detto. Nò! E’ il Piano assai difettoso. E se non ha voce;

segno che c’è una montagna sul Piano. Non si può abbassare il Piano

mettendo la Smarigliata sulla lastra andando sempre avanti e indietro,

Nò! La nostra mano ha la tendenza di premere molto nel Tallone del

Bocchino in modo che si viene a consumare molto materiale; sia nel

Tallone e sia nelle due ali della Camera Armonica. Risultato: può capitare

che la montagna situata in mezzo al Piano e precisamente alla Lettera B,

diventi più grande! Così non abbiamo fatto niente! Peggiorato la

situazione! Quando a mè personalmente vidi che mi veniva questo errore;

pensai di andare giù solo in mezzo al Piano. Feci la prova e ottenni

un buon risultato. Ecco allora. Si tagli tante fettine di Smarigliata

larga un centimetro mettendole , una alla volta con molta cura; sulla

Lastra ma non alla lunga: di traverso in modo da limare solo in mezzo

al Piano del Becco. Intendiamoci; con cura andando avanti e indietro

consumando più nel mezzo che ai lati. Non preoccupatevi che se andate

anche giù più del necessario non fà niente. Attenzione; sempre con

Arte; siamo sempre in un’arnese assai delicato!

Ad un dato punto si controlli vedendo a che punto siamo... Quando siete

sicuro che la montagna è sparita... ripeto che se c’è una bassa non è

niente. Si tagli delle fettine di Smarigliata normale (Trè centimetri...)

e si metta sul Piano alla lunga della piastra; quindi si comincia coll’andare

avanti e indietro...sino al punto di portare al livello giusto. Prima di

lasciare il lavoro, si vada leggermente verso la punta...Accompagnando...!

Sempre molta delicatezza!!!!!

Sapendo lavorare ci si deve dare quelle distanze che poi creano l’Apertura

del Becco e dell’Ancia. Non è difficile dargli questa Apertura.

Orientatevi pressapoco colla misura dei Bocchini che sono in

commercio del numero 2. Il detto numero 2 è nel centro delle misure.

Si deve lavorare con molta passione! Anche di notte io sognavo...!

 

[TBC095]

Pagina 10. Parte terza.

 

Lavorando come ho suggerito nel foglio precedente

si può fare un’altro esperimento: si può tentare di fare

un Piano alla Francese, cioè incavato. Se non andasse

si può continuare e andare al Piano pari o Piatto come dicono a

Firenze. Attenzione che se noi riusciamo a suonare con un Piano alla

Francese (se non viene Fischi...?) L’Apertura deve essere meno aperta.

Sì perchè quando la fascetta è ben tirata, la punta dell’Ancia è diretta

non verso la punta del Becco, bensì dalla parte opposta. Pensando a

questo sistema si dovrebbe andare assai meglio. Metto un disegno

così si può vedere.

 

Questo tipo di Piano è indicato più per il Becco di Cristallo che quello

di Caucciù. E questo è per il fischio.

Il campo delle prove è libero; chiunque può provare come più piace e

che desidera. Se un Clarinettista in qualunque ricerca riesce a fare

meglio in un modo che in un’altro... Buon per lui!

 

Ho dato il nome di : Studi di Ricerche apposta perchè tutti possono

navigare nelle prove che vogliono.

Vi è la Fisica. Vi è le leggi delle usanze... vi è le cose belle e brutte.

 

Tutto quello che c’è può essere utile, assecondo del momento in cui si

lavora e fortuna che ognuno di noi abbiamo.

Altri particolari. Quando si lavora sulla Piastra; se si và col mio sistema

sono quattro i Piani di lavoro ed è ovvio che si sceglie quello che

più si crede sia giusto. Quando si taglia la carta Smarigliata e che

si và per stenderla sul piano della Piastra; chi avesse un bastoncino

di quelle stanghette di Carburunto  e passare leggermente sulla cartina,

si potrebbe togliere qualche punta in modo che lavorando sul piano

del Bocchino non avvenga una raschiata brutta e dannosa.

Questa operazione si può fare in qualunque occasione e con una lastra

qualsiasi. Ripeto, purchè sia perfetta; caso contrario perdiamo il tempo

inutilmente! La base di tutto: Il piano della piastra dove si stende

la Smarigliata deve essere perfettissima!!!

Non andare mai a limare nelle due Ali Armoniche che contornano la

Finestra Armonica. Si Tocchi leggermente se c’è della sbavatura nel di

fuori. Portando via del materiale in quella zona; quando si suona e se

passa un pò di aria quella si tira dietro dell’acqua... in modo che

sarà sempre un pasticcio poco simpatico.  Quella è una zona delicata!

Pure è delicata anche la zona dell’orlo in punta. Attenti prima di mettere

mano e limare in questi posti!

 

Se il Bocchino ha un orlo robusto, è anche più difficile che avvenga

una crepa. Se quell’orlo  è debole; più facile a rompersi e poi il

suono è meno dolce e assai cannoso.

L’ho detto che mai si arriverà a dire il tutto. Molte cose sono affidate

alle furberie  del Pianoista che lavora nel Becco....

In un Bocchino di Cristallo non ci si deve lavorare molto tempo; basta

un’ora o poco più: se si scalda ci vuole poco a spaccarsi. Un pò tutti

i giorni. Nel Caucciù e nel Legno si può lavorare finchè si vuole

fare molta attenzione!

 

[TBC096]

Pagina 10. Parte Terza.

 

E la ragione di andare meglio è che la Penna del Becco con questa

bassa, il labbro superiore sta più fermo. Se, al contrario, in questa

scarpata ci fosse una montagna, il labbro stà meno a posto  e in più

farebbe male e, aggiungiamo; meno sicurezza nel tenere fermo lo

strumento.

 

[Drawings omitted]

 

Questo schizzo (pure poco bello) fà vedere la  differenza della scarpata

della Penna del Bocchino per Clarinetto.

Se si tratta di un Becco di Cristallo è molto difficile lavorare in

questa scarpata colla veduta di mettere bene a posto il labbro superiore.

Si andrebbe a cercare qualche crepa... e in seguito una spaccatura.

Meglio è osservare bene alla compra di un Becco.

Tutti i segni che sono in un arnese del genere finiscono, col tempo

per ingrandirsi e poi si và verso la fine...!

Se invece abbiamo un Becco di Caucciù o di Legno; possiamo fare tutto

quello che vogliamo. Se ci accingiamo a fare una operazione del genere;

che l’ho fatta anch’io qualche volta; dobbiamo osservare dentro la Finestra

Armonica controllando se c’è materiale sufficiente da poter toglierne un

pò: ammettendo ci sia il bisogno,. Caso contrario che non si indebolisca

la posizione della scarpata e col tempo non venga un buco... Perciò attenti!

Quelli che suonano con i denti, col passare degli anni succede un

fatto simile.

Per quello che riguarda la larghezza della Penna stessa, penso che se è

possibile è meglio sia un pò larghetta; il labbro abbraccia di più.

 

Andare in un Negozio per acquistare un Becco è un problema piùttosto

serio. In certi Negozi ne fanno vedere uno o due! Per fare una buona scelta

dovremmo averne a nostra disposizione almeno 8  o 10.

In tal caso, di non poter fare una scelta a nostro agio, è meglio non

comperare niente poichè non solo vado in rischio di spendere per niente;

ma, mi rimane ilo dubbio che altri abbiano portato via il meglio... e perciò

rimanere il fesso!

Si stia attenti che molti posti dove vendono questi articoli non ci si

vede neanche a mezzogiorno! Anche questo può pregiudicare...

Mai andare in cerca di Bocchini per Clarinetto in compagnia di altre persone!

Da soli ci si deve andare e al mattino e non alla sera!

Se si è da soli si può provare con più calma e senza consigli.

In tale circostanza i consigli di amici non sono sempre validi...

Affidarsi alla validità del proprio gusto, della sua stessa capacità...

e stando alle basi della Fisica di questo oggetto piuttosto difficile!

 

[TBC097]

 

Pagina 12. Parte terza.

 

Avviandomi alla conclusione, darò un tocco a tutti gli

argomenti o quasi. Mi sia perdonato se viene detto cose già

dette.  E’ il lavoro che così comporta...e anche per legare le cose

di una certa importanza l’una dall’altra.

E’ bene guardare con attenzione gli Schizzi che ho fatto poichè, anche

se sono fatti a mano... sono sempre le sagome del nostro Bocchino per

Clarinetto; e da  lì prenderemo lo spunto per i diversi lavori che crederemo

di fare.

Orientiamoci sull’acquisto di nuovi Becchi. Parliamo di quello

di Cristallo. Non comperare mai un Becco troppo corto e colla finestra

Armonica troppo piccola: perchè senz’altro  ci verrà il bisogno di ingrandire

questa finestra, per avere del suono. In tal caso, dato che il Cristallo

è delicato, si và al rischio che si spacca e che salti delle scheggie.

L’ingrandimento della camera è meno difficile. Si trovi un pezzetto di

legno della lunghezza del doppio della misura del Becco stesso. Metà si

faccia venire sottile quel tanto da poter passare dentro la camera del Becco,

quindi con una fetta di carta vetrata avvolta nel bastoncino si gira in

modo da ingrandire la detta camera. Come avrò già detto: questa operazione

si fà se le note dello Chalumeau sono crescenti. Attenzione a non consumare

troppo materiale bel gambo del Bocchino; perchè s’indebolisce. Consumare

dopo il gambo andando verso la punta.

I Bocchini di Caucciù e di Legno; in questi si può lavorare senza timore!

Ripeterò un’altra cosa: lavorando sul Piano del Becco; non andare mai a

limare sulle due Ali della Finestra Armonica. Fategli qualcosa se vedete

delle grosse sbavature... e con molta delicatezza! Lavorando in queste Ali

e consumando materiale, anche un’ombra in più... se passa un pelo d’aria,

suonando si ferma dell’acqua... ed è scocciante!

Il Piano del Bocchino deve essere (già detto) largo quel tanto che l’Ancia

stia dentro e adagiata bene; ma non esageratamente largo. Sarebbe brutto e

porterebbe delle conseguenze non utili.

Come già accennato, i Piani dei trè Bocchini: Legno, Caucciù e Cristallo,

come Piano si lavora sempre uguale e con le medesime cognizioni; ma

l’Apertura, per legge Fisica, è diversa. (Vedere negli schizzi le differenze)

L’orientamento è sul numero 2 delle aperture fatte dalle Fabbriche.

Non andare oltre perchè se ci portiamo ad una Apertura troppo esagerate,

la voce dell’Istrumento non è più dolce e Classica! Non è l’Apertura che

fà il volume della voce, nò! Quando il Piano è riuscito bene e che tutto è

a posto, se anche non c’è una grande Apertura, del suono ne viene più

del necessario! Le Vibrazioni sono superiore al consumo!

Pure la Fascetta ha la sua importanza: non troppo larga da non andare a

finire troppo giù! Per andare bene; questa deve stare nel posto giusto!

Chiedo nuovamente scusa se sono stato lungo! Avrei dovuto esserlo di più;

mai si è detto il tutto!!!

 

Auguro a tutti buon lavoro! Dobbiamo andare fuori dal normale se

vogliamo trovare qualcosa di differente dai comuni Bocchini

di tutti. Dobbiamo fare come il Liutaio che per lui le misure

della Scuola di Liuteria... le ha già passate  e già si è portato al suo

Ingegno e non più a quello degli altri. Credetemi: c’è il margine di

andare oltre!  Buona volontà e pazienza!!!

 

Ernesto Olivieri

 

[TBC098]

 

Pagina 12. Parte Terza.

 

Avviandomi alla conclusione darò una toccata a tutti gli

argomenti e gli aspetti della questione che ho trattato. Se non tutti

ma direi quasi.

Raccomanderei di guardare tutti gli Schizzi che ho fatto che, se anche fatti

alla meglio, sono sempre le sagome del nostro Bocchino per il Clarinetto

che per tanti anni anch’io ho adoperato e che modestamente mi sono

guadagnato il pane. Vedere le sagome... prendendo lo spunto di quello che

vorremo fare o che abbiamo bisogno di fare.

Poichè noi Clarinettisti Italiani adoperiamo, per il 95%, il Becco di

Cristallo, mi sembra logico parlare più di quello che degli altri due (Caucciù

e Legno di Ebano). A mio avviso non comperare mai un Becco di Cristallo

troppo corto e con la Finestra Armonica troppo piccola. E questo lo dico

perchè senz’altro ci verrà il bisogno di avere del suono e quindi l’idea

di ingrandire la detta Finestra Armonica. A questo punto tutti sappiamo che

il cristallo è difficile lavorarlo! Ed è difficile lavorarlo perchè è facile

a spaccarsi o venire delle crepe! E’ meno facile che avvenga delle rotture

ad ingrandire la Camera del Bocchino che a ingrandire la Finestra Armonica.

La Camera si allarga se le note dello Chalumeau sono troppo crescenti. In

tal caso, non solo si mette a posto le note dello Chalumeau; ma aumenta pure

il volume del suono. Chi dovesse fare tutte due le Operazioni; conviene

prima di allargare la Camera... poi vedrete?

Come già avrò detto; per allargare la camera del Bocchino si cerchi un

pezzetto di legno come un bastoncino, bel dritto. Per la lunghezza direi del

doppio o un pò più del Becco stesso. Per circa metà si deve farlo venire sottile

in modo che vada dentro la camera del Becco. Si deve lavorare assai bene!

Dovrà essere anche più sottile della misura in modo che ci stia della Carta

vetrata arrotolata, quindi si metta dentro e si giri finche và bene.

Stare attenti a consumare molto internamente ma poco nella misura del gambo

del Becco perchè se s’indebolisce quello è facile a rompersi...! Sono cose

assai difficili e con molta pazienza! Si lavori un pò ogni tanto ma non

un’ora di seguito: se il Cristallo si scalda... si spacca! Molta attenzione!

Gli altri due Becchi: Caucciù e Legno; non danno problemi... e si lavorano

quando si vuole e finche si vuole.

A questo punto un Clarinettista qualunque mi potrebbe chiedere: Quale

Bocchino ci consiglia di adoperare? La risposta da dare sarebbe assai difficile!

Ed è difficile perchè vi è l’abitudine della Scuola. L’idea della persona

stessa. I consigli che gli amici o Musicofoli stretti amici... hanno sulla

persona stessa di chi ha il Clarinetto in mano... C’è un sacco di cose...!

Io personalmente sono dell’idea che se il Bocchino fosse anche di terra

cotta ma che il Piano sia ben riuscito... si può suonare ugualmente e con

una bella voce. Ma poichè abbiamo ognuno una testa... e un’abitudine.

Lascio a tutti la libertà di fare a modo proprio!

Ancora una volta direi che come Apertura di orientarsi sulla misura del

N 2. (Misura dei Bocchini in vendita). Questa a mè pare giusta.

Troppo aperto il Bocchino non dà un suono dolce. In Orchestra la voce del

nostro Istrumento deve essere dolce! Se è dolce, il Clarino, è anche Poetico!

Se è aspro... non solo non dice niente: ma addirittura è noioso!

Il buon volume non viene dall’apertura molto aperta! Se il Piano è fatto

bene; le Vibrazioni sono superiore al consumo

Pure la Fascetta deve essere fatta bene e non troppo grande da non andare

a finire sino in fondo!

Auguro a tutti un buon lavoro! Mai avvilirsi!

Ernesto Olivieri

 

[TBC099]

Parte 4. Pagina 2.

 

Non sono solo i Francesi a fare il piano incavato, vi sono delle

scuole anche quì in Italia che trattano il bocchino del clarinetto

in questo modo, e a tal punto ripeto quello che ho detto prima

cioè: chi adopera questo sistema non è ne profano e ne incompetente:

sono Artisti che sanno il fatto loro e che hanno le loro ragioni.

La differenza che io trovo frà il piano piatto i il piano incavato

è che, nel primo caso si può lavorare a mano e quando il piano

va bene dal gambo alla lettera D, dopo di chè rimane solo la curva

dell’apertura e tutto è finito. Nel piano incavato (si può dare il

detto nome che è giusto) invece, rimane un lavoro assai difficile

partire abbassando il piano e poscia risalire al momento opportuno

fino al posto che l’ancia s’imposta vicino al gambo.

Questo tipo di lavorazione la riterrei più giusta non a mano ma

bensì a macchina. Con una macchina di precisione si può partire

quando tutto è regolato e la macchina stesso scatta il suo Decimo

o Centesimo... andando prima giù e poi sù... al fine di fare un bel

piano liscio e senza tacche. Difatti i Fabbricanti Francesi di

bocchini per clarinetto li lavorano a macchina e li mandono fuori

belli e lisci. Belli lisci e con molti fischi! Mi sia perdonato la

battutina comica. Eppure anche questo tipo di piano lo lavorano

a mano... e riescono a tirare fuori dei bellissimi bocchini.

Nella Fisica di questo sistema c’è una logicità da fare sbalordire:

basti solo pensare che col detto sistema nessuna ancia può chiudersi,

si perchè essendoci una bassa nel pianoe invitando la fascetta

l’ancia noin guarderà mai in direzione della punta del becco,

ma dall’altra parte... e allora non potrà mai chiudersi.

Questo è un requisito non comune. Altro vantaggio: si può andare

nelle note più acute che è una meraviglia. Anche le note dello

Chalumeau vengono belle e chiare. Ma io ho trovato in contraddizione

due cose, la prima, la grande difficoltà nella scelta delle ancie,

la seconda, il fischio permanente da non essere mai un minuto tranquillo.

 

[TBC100]

 

A questo punto invito i lettori a credere che dei bocchini per

clarinetto con questo tipo di piano ne ho lavorati a decine... e

se mi è permesso ancora di dire; dirò che vi sono parecchi

clarinettisti in giro per il Mondo che adoperano dei becchi in questo

modo fatti da mè e sono contenti! Perciò non sono profano al detto

sistema. Non sono profano e non sono contrario. C’è un guaio solo,

ed è il seguente: ci vorrebbe delle ancie buone; anzi eccellenti!

Con della canna buona questo sistema sarebbe l’ideale.

Caso contrario c’è da fare i conti con i fischi, prima di tutto,

ed altri inconvenienti dopo ...!

Sul becco di  cristallo si può lavorare bene, se non del tutto con

il piano incavato; ma insomma... qualcosa si può fare. Nel legno e

Caucciù è quasi impossibile!

Anche la voce del clarino, con questo becco... è più argentina e

bella in lontananza. Il suono che uno sente avendo lo strumento

in bocca; non è uguale a quello di chi sente. Anche l’Oboe

da vicino sembra stridente, da lontano è bello. Questo becco col

piano incavato dà un suono che in lontananza è bello. Incide di più!

La grande difficoltà di lavorarlo è di dargli il suo incavo senza

tacche! C’è d’andare alla pesca... se và bene, se non và...?

Di per sè stesso il detto lavoro è difficile e occorre andare

adagio! Figuriamoci se vogliamo fare il piano incavato?! Si deve

lavorare adagio adagio e ancora adagio!!!

Il bocchino lavorato col piano piatto, a mè sembra assai più facile.

Il suono però sembra un pò più a chiocciola e direi anche insipido,

coll’abitudine poi arriva che viene interessante lostesso.

Con questo sistema, ammettendo che sia ben riuscito, con un’ancia

si suona settimane senza preoccupazioni.

Come dicevo, scelta di ancie meno nervose e costose... e più

tranquillità! La bon’anima del Prof Bianco Bianchini e anche il

Celebre Prof...Luigi Amadio, si aggiustavano i piani dei suoi becchi

col piano pari e piatto/!

 

101-010

[TBC101]

 

Parte 4. Pagina 6.

 

Nelle prime pagini ho spiegato come si fà per allargare la camera

del bocchino. Guardare in quella pagina!

E ora passiamo alla lavorazione del piano pari (piatto)

Il nostro lavoro è sempre nel bocchino di cristallo.

Vedere com’è il becco che si vuole lavorare. Innanzi tutto vediamo

le punte del bocchino: osservare se la lettera A è intonata con la C;

se una fosse più bassa dell’altra, consumare materiale in quella

più alta in modo da portarsi giusto. Tagliare una fettina di

smarigliata piuttosto stretta (sempre carta finissima!) quindi si

mette sulla piastrina poi, con la mano destra andarvi sopra col

becco andando, come ho detto, a togliere materiale dove c’è in più.

Con la sinistra si tenga ben fermo la cartina. Ripeto: carta nera!

Prima di finire l’operazione si vadi anche sulla parte non lavorata

così si accompagna il lavoro. Un fatto del genere, se uno lo sà

fare, finito il lavoretto non si deve conoscere niente... quasi come

niente fosse stato fatto. Tutta la lavorazione del bocchino per

clarinetto richiede molta delicatezza; ma quando si và nelle punte

o sulle due ali della finestra armonica, bisogna adoperare tutta

la delicatezza di cui uno possiede!!! Qualche volta mi è capitato

di vedere gente che aveva toccato un becco... Mamma mia, sembrava

che lì avesse mangiato un cane!!! In questo stato... e meglio non

provare neanche.

Messo a posto le punte, si osservi se si deve lavorare in mezzo al

piano. Per essere persuaso di questo bisogna essere sicuri che il

fallo sia durante la strada del piano: dalla lettera D fino al

tallone del becco. In questa piazza tutto deve essere pari; tutta

la zona di pianta deve venire piatto e perfetto, ben’inteso ad

eccezione della curva che và dalla D fino alla punta. Questa la

chiamerei: la zona speciale! Come ho detto prima ripeto quì: se vi fosse

una montagna in mezzo al piano, conviene mettere un pezzetto di

 

[TBC102]

 

carta di traverso e limare nella zona alta anche a preferenza

di fare una bassa. La detta bassa scompare poi alla rattifica finale.

E poichè siamo in campo / termini di ricerche, mi sia concesso di dire

la mia parola pure quì. Sono pienamente convinto che anche volendo

lavorare in questo sistema (piano pari e non più incavato) il becco

sia assai sonoro e ben riuscito quando in mezzo al piano vi sia

una leggerissima bassa; anche un’ombra, ma ci deve essere un pò di

materiale in meno. Ma ricordiamoci tutti insieme e senza nessun

superuomo che in questa faccenda c’è dei misteri così grandi che

nessuno lo sà! Una volta mi fù regalato un bel becco di Caucciù

(un regalo di un mio allievo), non si poteva fare una nota tanto

erano i fischi! Eppure su una mia piastra di precisione era giusto!

Tutta la pianta del becco era a posto (misure di pianta), la punta

era bellissima... dico: nessun difetto; ma il becco era inservibile!

Dopo un bel pò di tempo un bel giorno mi decisi di mettergli le

mani. Per la verità lavorai un pò con molta rabbia e disprezzo

mormorando a memoria che questo era un bocchino maledetto...

Andai giù nel piano fino a fargli una bassa enorme... Andava sempre

peggio, allora mi decisi di lavorare avanti  indietro senza più

tante speranze. Beh, più andavo avanti e meglio il becco andava

e arrivai che non fischiava più. A questo punto ero quasi soddisfatto...

e calcolavo di avere fatto una bella conquista.

Poi a un dato punto credetti bene di sospendere il lavoro. Il becco

andava benissimo... tanto che è stato uno dei miei becchi più

preferiti. Lo misi per un’ultima volta sulla piastra per vedere

com’era combinato il piano; nel mezzo del piano c’era una

zona alta specie di montagna (montagna per modo di dire).

Ecco perchè ho detto che i misteri ci sono... e magari nessuno sà

il perchè è così? A questo punto si può provare di costruire una

ragione, se così possiamo chiamare.

 

[TBC103]

 

Parte 4. Pagina 9.

 

non è poi tanto frequente l’impegno degli acuti, vi sono taluni casi

che si potrebbe fare anche l’ottava bassa e potrebbero passare

inosservati, ma in altri casi nò. Si può citare il caso della Sinfonia

numero 8 di Beethoven che nel minuetto chiude proprio il clarinetto,

Solo, con un bel Sol naturale acuto (Fa d’effetto)

[Music omitted ]

Poi c’è ancora un pezzo di Ottorino Respighi che il clarinetto

ha una volata fino al La acuto (Sol d’effetto).

Ecco allora che è importante anche le note acute; caso contrario

siamo criticati... in special modo dagli amici d’Orchestra.

Discorso vecchio!

Oltre al bocchino che dia (a parer nostro) le note acute con facilità,

dobbiamo curarle anche noi stessi, specie se sappiamo che frè

pochi giorni dobbiamo ingoiare un dato Pezzo di Musica dove

abbiamo note acute e scoperte.

Inoltre gli acuti sono importanti anche quando non si suonano,

e vi dico il perchè. Se noi dobbiamo fare un FA acuto( MI B d’effetto)

occorre che noi ci troviamo nel sicuro nella nota più alta, cioè un

Sol (Fa d’effetto) (parlando sempre di note scoperte) e così via...

Ma alle volte non è neanche la nota stessa acuta che spaventa,

bisogna vedere come ci si arriva. E quì è il caso di vedere il SOLO

di clarinetto di: Una Notte Sul Monte Calvo, di Musorschi.

Fare le ultime due note in ottava sono pericolose anche se non

sono alte.

[Music omitted]

Questo distacco dal MI in quarto spazio al Mi acuto, disturba un pò.

Poi questo Mi (Re d’effetto) sono sempre calanti in tutti i clarinetti...

e allora viene l’etterizia! Per legge Fisica il detto Mi è calante.

[Music omitted]

 

[TBC104]

 

Ecco che se noi tiriamo fuori bene la nota acuta che dobbiamo fare,

come dicevo, è importante avere quelle più acute pronte e intonate.

Il clarinetto Bohm per se stesso arrivato al DO naturale (SI B d’effetto)

poichè si fà a vuoto e rimane lo strumento in abbandono, già

è una nota al quanto pericolosa; specie in certi casi come il SOLO

della Traviata

[Music omitted]

Molti bravissimi esecutori in questo soletto hanno fatto vedere le

sue vergogne... E appunto per il passaggio dal Mi in quarto spazio

al Do sopra le righe.

Nel clima dell’Opera della Traviata il caso poi è particolare.

Pure quì: ancie buone e bocchino che non fischia!

Prima di riprendere il discorso per la lavorazione del bocchino

vorrei chiarire una cosa, ed è la chiamata delle noti d’effetto

e quelle dell’istrumento. Se noi siamo in Orchestra (quì in Italia)

dobbiamo chiamare le note d’effetto, caso contrario facciamo la

figura degli antimusical, ma se siamo in un ambiente clarinettistico

il quale siamo noi adesso, possiamo chiamarle nelle note del

clarinetto. Lo strumento è nato in DO e le posizioni presero il nome

delle note che corrisponde alla chiave di SOL (Violino). In tutta

la Musica del Mondo intero, le parti di clarinetto sono segnate

colla chiave di Violino. I capiscuola di tutto il Mondo: Stark,

Klosè, Paul Janjan, Perriér; Lefevre... i via dicendo, che sono i

Padri del clarinetto, hanno fatto tanti Studi e tutti hanno segnato

la chiave di Violino... con delle indicazioni, per esempio:

Studio in La Maggiore con trè diesis. Lo sanno tutti che l’effetto

è di SOL Maggiore. Ma il clarinetto è nato così: la sua pianta è

quella! Trovo inutile che nell’ambiente clarinettistico si debba

parlare delle note d’effetto! Questo linguaggio teniamolo per

l’Orchestra che là dentro è giustissimo!

All’estero nessun Direttore d’Orchestra parla delle noti d’effetto;

parlano di quelle che il clarinettista ha scritto! Meno imbrogli

e tanto tempo guadagnato. Perchè noi Italiani vogliamo

complicare le cose frà noi intimi?

 

[TBC105]

 

Parte 4. Pagina 12.

 

Alla maniera Italiana sarebbero assai diversi, di misure di camera

e anche i fori sarebbero di un’altra fattura e misura. Dei difetti

ne potrebbe venire da ambo le parti, perciò non dobbiamo considerare

i mali riusciti; prendiamo i bene riusciti, sia se sono stati lavorati

da Buffet Chrampon a Parigi e sia se sono stati lavorati da

una Fabbrica di Milano. Consideriamo i ben riusciti tutt’assieme

e vedrete che c’è molta differenza. Ecco allora che dobbiamo convincersi

che il legno di Ebano non ha l’importanza che molti sostengono!

Nel nostro caso è quasi tutta la lavorazione che conta.

Uguale cosa è nel bocchino del clarinetto; è quasi esclusivamente

questione di fattura e lavorazione del piano.

Gli esperimenti che mi hanno convinto è che di una scattola di

bocchini fatti venire da Bucchi di Genova, tutti uguali, uno lo mettevo

a posto subito... e suonava benissimo, l’altro, ci voleva dei

mesi prima che cominciassero a dare qualche risultato. La colata

del cristallo era semore la stessa! Anche quì qualche sapientone

potrebbe dire che è un cristallo che non vibra!...

Non è invece la stessa cosa negli strumenti di Ottone.

Cerchiamo allora di mettere tutta la pazienza necessaria (senza

fretta...) e tirare fuori dei bellissimi bocchini per clarinetto!

Solo così possiamo andare al classico clarinetti d’Orchestra!

Prima di passare al becco di Caucciù facciamo un piccolo riassunto.

(Siamo sempre nel cristallo) Guardare prima se c’è una apertura

da poter suonare e controllare. Se questa fosse troppo chiusa,

si apra un pò tirando via un pò di materiale nella punta.

(operazione assai difficile) se ha un’apertura discreta, guardare

nel piano se c’è delle montagne o delle basse: sia nell’uno che

nell’altro caso si deve lavorare nel piano del becco; dalla lettera

B giù sino al tallone del becco. Sempre adagio e con delicatezza!

E quando le misure di pianta sono a posto... si scelga il piano

che uno vuole: o incavato o piatto. Non dimentichiamoci che col

piano pari o piatto, come dir si voglia, vi saranno meno fischi

e meno disgrazie, sarà più facile trovare l’ancia e si sarà tranquilli!

 

[TBC106]

 

Per tutte le lavorazioni del becco attenersi alle istruzioni già scritte!!!

-------------------------

Ed ora siamo al bocchino per clarinetto di Caucciù. Questo è l’arnese

dei Tedeschi per eccellenza.

Anche quì mi sia consentito e perdonato se certe cose le ho già

dette. E’ il lavoro per se stesso che richiede di ripetere le cose

più di una volta.

I Francesi lo chiamano Caucciù, gli Italiani Ebanite; ma è sempre

quello. Fatto di una lega frà polvere di legno e sostanza di Gomma.

(così mi è stato detto) E un becco che vibra assai di più del

cristallo, difatti è più lungo del bocchino di cristallo; se fosse

lungo uguale darebbe lo strumento molto alto di Corista.

Vibra molto e, se non và bene, strilla come un’anima dannata...!

Se non è più che riuscito, non si può fidare a portarlo in Orchestra.

Molti Artisti anche grandi hanno fatto figure meschine nel voler

fare delle prove in Orchestra con questo becco.

L’abilità di un clarinettista che fà il piano a dei bocchini per

clarinetto stà proprio in questo arnese: se un tale riesce a fare

suonare questi becchi è segno che conosce bene il becco del clarinetto

e sà fare questo mestiere! Caso contrario , è solo uno che s’arrangia.

Come già ho detto, nel cristallo, anche se non è perfetto suona

quasi ugualmente, nel caucciù se non và bene sono fischi dalla

mattina alla sera e dalla sera alla mattina! Non c’è via di mezzo!!!

In questo bocchino escluderei di fare il piano incavato, caso

contrario ci sarebbe da diventare vecchi prima di portare a termine

un piano da portarlo in Orchestra. Siamo di fronte a ben’altra cosa.

Nel becco di cristallo noi troviamo un suono scuro, e molte

volte buio... allora giova fare il piano incavato per avere un pò

più di vita e anche una certa brillantezza, e poichè è meno facile

il pericolo del fischio... quì possiamo lavorare il piano e portarlo

incavato. Nel Caucciù, se così facciamo... c’è il pericolo di non

potere fare nemmeno una scala! Il Caucciù della brillantezza e della

vita ne ha fin che si vuole; queste qualità le ha per natura!

 

[TBC107]

 

Parte Quarta. Pagina 14

 

Il becco di caucciù è un’ottimo accessorio del nostro strumento;

ma è subordinato alle qualità e alla pazienza del Clarinettista.

Inoltre occorre conoscere il mestiere del Pianoista e le qualità

del becco che abbiamo in mano. Poi, ripeto: pazienza assai!!!

Non so se uno che non ha mai lavorato nei becchi, riesce di primo

colpo di cavarsela con un Becco di caucciù?

Ma siamo sempre lì: chi pesca bene... e chi pesca male!

Il Clarinettista anziano che già ha lavorato in questi Bocchini;

oltre alla disinvoltura nel lavoro, và anche meno giù di morale.

Sì perchè certi individui, alla prima cosa un pò anormale... buttano

al diavolo tutto! Calcolando poi che degli errori del genere, ne

fanno tutti, e, in definitiva: non muore nessuno!

Perciò, coraggio e avanti!

Il Caucciù (o Ebanite; e sempre quello ha molte caratteristiche

del legno (becco di Ebano), molte volte più stridente e secco di

suono; con la sensazione del fischio in arrivo... Sempre al detto

difetto, contribuisce molto la fattura del Bocchino; specie la punta.

La sostanza che compone questo caucciù, è polvere lavorata di legno

di Ebano con sostanze di gomma. Ecco perchè chiamano caucciù.

Questa composizione ha molte vibrazioni; forse più del necessario.

Se in quello di cristallo noi ci troviamo bene in una settimana;

nel caucciù potremmo abituarcisi in un bel mese...? A questo punto

si deve considerare la fortuna o meno delle ancie che abbiamo a

nostra disposizione.

Se arriviamo al punto che il becco và benino e senza fischi; che è

già una bella fortuna; torniamo alla carica e armiamoci di molta

pazienza... e guai a tornarci attorno! Non dimentichiamolo che è

una grande virtù anche quello di sapersi guidare! In atre parole:

via le tentazioni e sappiamo guidarci!!!

In questo becco di caucciù, si lasci l’orlo della punta più largo

del becco di cristallo: se l’orlo è troppo stretto; il suono è

più cannoso ed è più pericoloso per il fischio!

 

[TBC108]

 

L’apertura del detto becco di caucciù, vuole più corta del becco

di cristallo. Apertura più corta e assai curvata. Caso contrario,

il suono è, anche quì, più cannoso.

Fin da principio ho detto che le misure dell’apertura non possono

essere del tutto esatte in quanto c’è sempre una notevole differenza

da un becco all’altro; e attraverso queste differenze, siamo obbligati

a deviare il nostro lavoro e fare piccolo cambiamenti...

Però, questi cambiamenti sono legati alle regole. In altre parole;

cerchiamo di non allontanarci dalle regole e non finire per rendere

inutile il nostro sudato lavoro... Restare sempre concentrati nelle

regole: Per legge Fisica, se l’ancia è molto aperta in punta;

l’apertura deve essere più lunga: Ecco perchè molti clarinettisti

sbagliano nell’andare ad aprire il becco in punta anche quando non

ve ne è bisogno. Non sanno che se si apre in punta; si deve portare

più giù l’apertura alla lettera D.

L’apertura che nel grosso modo ho sempre visto al mio Maestro e

ad altri e mè compreso, si aggira sul millimetro e mezzo in punta.

Se anche l’ho detto, non è male ripeterlo. Nella mia carriera ho

avuto modo di osservare che le dette misure (come tanti chiamano)

è difficile da applicarle perchè in un tale becco ho avuto bisogno

di fare un pochino differente... ed ho capito che l’ho indovinata.

Non tutti i Bocchini hanno le stesse caratteristiche: ogni becco

ha una sua disposizione: finestra Armonica diversa, Ali armoniche

diverse... ecc.

Teniamo presente che poichè il becco di cristallo vibra meno;

l’hanno dovuto fare un pò più corto. Se fosse lungo come il caucciù

o in legno, sarebbe calante. Tutti i Bocchini in genere, lavorandoli,

specie se si lavora in punta, hanno tendenza di accorciarsi.

Ma questo capita di rado.

Se il becco è fatto bene; noi lo troviamo più perfetto e lavoreremo

bene sin da principio. Per farsi la nostra scorta di Bocchini; non

dobbiamo aver fretta: si osserva i negozi dove li vendono

stando attenti ai nuovi arrivi. Non si aspetti che gli altri scelgano...

 

[TBC109]

 

Parte 4. Pagina 15.

 

Un Clarinettista in Professione, deve avere una scorta di Bocchini

almeno di trè o anche quattro. Non può viaggiare con un solo becco.

In tutte le Orchestre del Mondo vi è sempre poco posto, e allora

essendo vicini l’uno dall’altro, non è difficile toccarsi... colle

conseguenze di un’urto e mandare al diavolo il nostro tesoro di

bocchino. La scorta di parecchi bocchini; e che vadino bene; forma

un’attrezzatura indispensabile. Molto utile per la riserva e direi

adatta alle combinazioni che può capitare. All’improvviso può

capitare di suonare in una Sala che abbia una sonorità diversa.

Ci si può trovare in un complesso più piccolo ove vi sia una assai

diversa acustica... e via dicendo. Con diversi bocchini sempre

possiamo trovare una via d’uscita migliore...

Quando  si parla di quel tale strumentista... ha una bella voce

di clarinetto; sono del parere che non sia solo la vera sua natura

ad arrivare a fare un così interessante suono; bensì anche al suo

ingegno personale.

Pure i Professori di Oboe e Fagotto, ogni uno

di questi uomini, mettono in atto tutta la sua pazienza e ingegno

nel farsi le sue Pive (ancie). E non dimentichiamo che loro hanno

l’ancia doppia...

Nei tempi della scuola la responsabilità delle

ancie e dei bocchini; voglia o nò; è dell’Insegnante. Ma dopo e in

Orchestra che siamo: l’impegno è nostro e soltanto nostro!

E torniamo al becco di caucciù.

Avendo in mano uno di questi becchi e ammettendo che dobbiamo

toccarlo; cosa che non fà meraviglia poichè il 90% devono essere

aggiustati da noi stessi; disponiamoci al lavoro; armati di molta

pazienza! (Non mettiamoci al lavoro per una mania... o perchè lo

fanno altri, nò: cominciamo questo lavoro se c’è veramente bisogno!)

Prima di tutto: osserviamo com’è la punta e che apertura c’è...

Vediamo la finestra Armonica. Osserviamo la camera perchè  questa ci

dà l’indirizzo dell’intonazione. (se fosse troppo larga e che il becco

fosse calante... niente perchè è tempo sprecato)

Se la punta del becco è buona e si possa provarlo. Si provi e si

tiri le somme circa quello che c’è da fare. Se questa non và,

si cerchi di aggiustarla nel migliore dei modi tanto da poter

 

[TBC110]

 

provarlo. Ottenuto questo e si possa provare il becco con il

risultato di dover grattare dal piano del materiale per una

montagna; si tagli una fettina di carta smarigliata fine; e la si

metta di traverso della lastra di metallo in modo da limare solo nella

zona troppo alta. Non importa se dove si gratta venisse una bassa,

si pareggia poi all’atto della finitura della rettifica finale.

Dico bassa; ma sempre relativa alla cosa: Attenzione a non esagerare!

Si vada sempre molto adagio!!!

Finito questo sgrossamento; viene la rettifica finale. Adesso la

carta smerigliata, si metta alla lunga del piano, lavorando con

una delicatezza enorme! Se l’ho già detto lo ripeto ancora. La carta

smariglio deve essere 00; cioè fine e non grossa, caso contrario

avviene degli sgorbi nel piano. Non dovrà essere liscio come

lo specchio, il detto piano; ma neanche raschiato e sgorbioso; bello!

Se si ha una stanghetta da carburante dritto e non storto, prima

di mettere sulla lastra il becco, si dia una rattifica alla smarigliata

in modo da tirare via qualche bollicina...; si può fare la detta

rettifica da ambo le parti della smarigliata.

Quando riteniamo che il piano vada bene, si dia un colpetto alla

Apertura (sempre se ce nè bisogno). A questo punto dovremmo essere

a buon punto.

Nel Bocchino per Clarinetto di Caucciù, sono contrario

al piano incavato. La mia esperienza m’insegna che è meglio fare

il detto piano pari e piatto! Meno grattacapi e meno fischi...!

E la sostanza del materiale del caucciù più delicato e pericoloso.

Nel provare il becco in questione, si abbia molta cura nell’osservare

l’ancia che adoperiamo: se questa ancia, dopo svariate prove...

mandasse qualche fischietto; la si cambi cercandone una al quanto

migliore; ammettendo che DIO ci aiutasse a trovarla.

Il detto suggerimento è assai importante poichè le ancie si adattano

ad un detto piano... e possono prendere delle storte...ecc.

Quando un’ancia è adattata su un becco, se l’ha mettessimo su

un’altro anche meglio; possiamo fare una gaffa enorme e senza

risultati positivi. Bocchino nuovi e ancie nuove!

-------------------------

Quando un becco lo abbiamo portato ad un punto buono, possiamo anche

concederci qualche giorno di riposo: E necessario fermarci; questo

tempo è oro a 18 carati. Ci fermiamo per qualche giorno...e senza fretta!!!

 

111-123

[TBC111]

 

Parte 4. Pagina 15.

 

Un Clarinettista in professione deve avere non meno di trè o quattro

becchi pronti alle evenienze... Guai a chi si affida a mettersi

in Orchestra con un solo becco! Una caduta o un urto... questi è

rovinato. Poi oltre ad avere l’attrezzatura adatta e tranquilla;

può capitare di suonare in un locale che comporti una data voce.

Tutte le sale e tutti i Teatri non hanno la medesima acustica.

E nei becchi che si ha di riserva c’è sempre quello adatto al caso.

Vuol dire tanto l’attrezzatura. Questa riserva può valere dei Milioni.

SE non Milioni in valore ma in effetti lo sono. Un bocchino buono e

riuscito bene, e magari suonato per molti anni; può costare più

dell’istrumento! In parole adatte può essere quello che dicono i

Violinisti, cioè: uno Stradivari! La qualità del suono non c’è solo per

la natura dell’elemento, ma anche per l’ingegno stesso. I Professori

di Oboe e Fagotto con maggior ragione devono sapersi fare le proprie

ancie. Come ho detto, gran parte della loro fama dipende anche

da questo ingegno. Nei primi tempi della scuola c’è l’abilità

dell’insegnante; in un dopo scuola occorre l’abilità dell’elemento stesso.

E chi più ne ha più ne mette!!!

Avuto un becco di caucciù e ammettendo che dobbiamo toccarlo; e non

è una meraviglia perchè 99 su 100 se non s’aggiustano non suonano,

cerchiamo di disporsi al lavoro. Osserviamo come è fatto la punta,

come è grande la finestra Armonica, che Camera ha, se è grande o

piccola, e l’apertura che stò becco ha. Se quest’ultima è buona, cioè

che abbia un’apertura da poter suonare in qualche modo... se, al

contrario, fosse chiuso ed impossibile per una semplice prova, si cerchi

di accomodare la punta: con la massima delicatezza cercando di tirare

via il meno possibile di materiale; si perchè strada facenda quel

materiale in più che si consumerebbe inutilmente, lo verremmo a

desiderare perchè nella finitura del lavoro é tanto importante.

Se invece l’apertura fosse buona, e sarebbe una grande fortuna; si

osservi se nel piano c’è delle montagne o delle basse. Se vi fosse

una montagna si prenda delle fettine di carta smarigliata molto

 

[TBC112]

 

fine; mettendola di traverso della piastra in modo da consumare

solo dove c’è la montagna. (L’ho già detto anche nella lavorazione

del becco di cristallo) Si vada sempre adagio e con molta delicatezza!

Con la mano destra (se uno non é mancino) s’impugni il becco

sostenendolo col dito pollice e il medio e coll’indice, che rimane

sopra, lo si tenga fermo regolando gli alti e i bassi che lavorando

può succedere. Ma non si spinga troppo sulla piastra; si cerchi che

il movimento vada di normale andatura, così facendo il materiale

si consuma con precisione e senza troppi sgorbi.

E poichè sono contrario nel becco di caucciù al piano incavato;

arrivati ad abbassare la eventuale montagna o storta... dopo di ché

si tratterebbe solo di darle l’apertura giusta e il lavoro è quasi

finito. Il lavoro sembra meno complicato in questo becco, invece

é molto difficile! In altre parole, se nel becco di cristallo ho

parlato di più non vuol dire; è la sostanza del caucciù più delicata

e quindi avviane molto più difficoltà. In primo luogo, appena si

e fatto un’ombra di un piccolo lavoretto in questo caucciù,

può dare delle sensazioni di averlo rovinato anche se veramente non

è così... e allora possiamo avvilirci e magari buttare il bocchino

all’inferno...! Si perchè da sintomi di fischi, di voce cannosa, di

un suono vuoto e tutt’altro che di clarinetto. Questi  passaggi...

non ci devono mandarci giù di morale. Tutt’altro, dobbiamo impuntarci

e lavorare con più tenacia! Alla Tedesca.

Si tenga presente una cosa. Quando il becco avesse molti fischi

e noi ci mettessimo al lavoro per togliere questo maledetto difetto,

si cambi l’ancia mettendone sù una molto buona (se si può). Un’ancia

che sia stata su un bocchino che fischia, se quell’ancia la portassimo

su un becco molto perfetto e senza fischi, il fischio può

venire ugualmente; e può venire questo perchè nella permanenza

di quest’ancia sul becco difettoso, quest’ancia ha preso storte

o si è mossa portandosi i imperfetta. Ogni tanto si cambi l’ancia.

Non rimanere dei cocciuti; cerchiamo di fare il meglio del meglio!

 

[TBC113]

 

Parte 4. Pagina 16.

 

Bisogna cambiare non solo le ancie; anche la carta smarigliata;

ogni tocco si prenda una cartina nuova. Questo fatto ha due ragioni,

la prima é che un tocchetto di carta già adoperata in parte

è consumata e non può più prestare fede al su livello di perfezione,

in seconda luogo non si può più vedere quello che si fà;

se invece è nuova, ogni grattatina  si vede la posizione dove viene

fatto il lavoro. ripeto che nel caucciù ci vuole carta finissima.

Caso contrario avviene raschiate grosse e brutte. Quando un bocchino

é finito e che và bene, si avrebbe piacere che fosse bello; assai

bello! Anche l’estetica ha la sua ragione di esserci. se è bello piace

di più e si è più felici. Un clarinettista che faccia questa

professione con passione, e che sia dotato di una buona dose di

coscienza, ama più il becco del proprio strumento che la moglie!

Tutte le cose d’arte hanno un trasporto più grande delle altre

cose anche familiari.

Nel bocchino di caucciù non ci sono solo dei pericoli... di fischi

e altre cose; ci sono anche dei vantaggi. Ad esempio, se nella finestra

Armonica occorresse di ingrandire, o nelle ali o dentro, con un

temperino, o meglio, colla punta, tutto si può fare. Molte volte

vicino all’orlo e dentro, se lì ci fosse del materiale in esuberanza

le vibrazioni camminano più lentamente, c’è meno volume di suono

e porterebbe a crescere lo strumento. Se vi fosse bisogno di allargare

la camera del becco: col medesimo pezzetto di legno e un pò di

carta smarigliata in pochi minuti si allarga la camera e s’intona

come si vuole. Attenti a questa operazione! Se si lavorasse troppo

si rovinerebbe il becco per sempre! Passata quella misura lo strumento

diventa calante e non c’è più modo di adoperare il detto becco.

L’allargatura della camera perchè vadi bene bisogna lavorare un

pò meno del fabbisogno. Nel becco di cristallo è più difficile

ingrandire troppo la camera; ed é così perchè dato che il materiale

 

[TBC114]

 

è molto duro non si può esagerare, nel caucciù, il materiale è

tenero e allora basta un niente... per rendere il becco calante.

Si deve stare molto attanto! Comunque è meglio che il becco rimanga

un pò crescente e dopo si può intonare tirando un pò fuori o il

becco stesso o il barilotto. Non si ingrandisca la camera

intonando il clarinetto con tutto dentro. Ripeto, si lasci un pò di

margine nel Corista.

Molte volte può essere il bocchino che stona lo strumento. Altre volte

può essere il clarino non adatto al becco. C’è molta differenza da

un’istrumento di una Casa ad un’altro di un’altra casa; specie nel

corista e nell’intonazione. Quasi sempre mi é successo che cambiando

il clarinetto ho dovuto cambiare anche il bocchino. E questo avveniva

per l’intonazione. Come già ho detto (almeno mi pare) i nostri

clarinetti Italiani crescono nello Chalumeau e tendono a calare

negli acuti. Hanno tendenza anche a crescere nel registro basso.

I Clarinetti Francesi hanno lo Chalumeau meno crescenti, gli acuti

più intonati, e il Registro basso quasi calante. Quì si deve stare

sù col labbro! Le note acute più belle di tutti i clarinetti del

Mondo le aveva i Selmer. Dico: le aveva, perchè sono molti anni che

non l’adopero più. I Clarinetti Selmer sono dei migliori che esistono

al Mondo. Buffet e Selmer sono istrumenti da Professori di

Clarinetto da grande Orchestra.

Riassumiamo e concludiamo. Il becco di caucciù da più vibrazioni

del cristallo, allora l’apertura dell’ancia deve essere più corta

caso contrario viene un suono più cannoso, e direi anche più facile

di trovare il fischio. Una cosa è certa. Quando un clarinettista

ha preso una certa pratica  e che conosce bene tutta questa faccenda,

o lavora nel legno, o nel cristallo o nel caucciù... può sempre

sistemare un becco senza troppa difficoltà, e aggiungerei:

senza paura! C’è un segreto dominante in tutta questa cosa: andare

adagio e lavorare con molta calma aggiungendo una forte dose di

pazienza! E attenersi alle istruzioni già lette e studiate.

 

[TBC115]

 

Parte 4. Pagina 17

 

Altra parola dominante e già ripetuta: non si stia di proposito sulla

regola di quello che già ho detto. Ogni Bocchino per clarinetto

ha le sue caratteristiche e direi anche la sua fattura e conformità;

in base a queste cose può essere necessario allontanarsi dalle

regole andando incontro all’esigenza del soggetto che abbiamo

in mano. Ad esempio, se noi abbiamo in mano un becco di caucciù

che avendolo lavorato l’abbiamo portato sì alle misure giuste

e magari anche l’apertura pare esatta... ma che dasse una voce troppo

secca; allora si può allungare l’apertura appena appena... tanto

da avere un suono più omogeneo. In questo caso l’apertura vuole

curvata e non mai dritta; è questa curva che darà la voce più

dolce di prima. Vedere la figura.

Le trè figure mostrano una apertura curvata  meno curvata e la

posizione dove si deve aprire il becco per allungare

 

[Drawings omitted]

 

Si metta una fettina di carta smarigliata alla lettera D del

numero 3; o per essere più precisi, la fettina della smarigliata

si metta sulla piastrina di metallo poi si poggi il becco; sempre

sulla piastra; andando incontro alla carta smariglia, così facendo

si consuma il materiale alla lettera D... finito questo si intoni

tutta la curva dell’apertura che, in tal modo, si può dare curva

a questo spazio di apertura.

 

[TBC116]

 

Ho detto e ripeto che più lunga è l’apertura più deve essere aperto

in punta; e quando si va ad aprire nella punta il bocchino,

necessariamente si deve allungare l’apertura. Questo è per legge

fisica. Poi vi sono le eccezioni di cui già tanto ho parlato

e che in ogni becco può avere delle caratteristiche da dover

camminare al di fuori delle regole.

Queste eccezioni o diversità di cose, sono proprio quelle che

fanno l’Arte. Figuriamoci se un Liutaio dovesse stare solo alle

regole? Se un Artista del genere lavorasse solo con le vere misure

e che tutto andasse bene; nel Mondo di oggi ci sarebbe molto più

Liutai di quelli che vi sono e tutti sarebbero buoni di tirare

fuori altri Violini al pari degli Stradivari! Dobbiamo convincersi

che sarà molto difficile applicare le regole con esattezza; ma che

è altrettanto difficile navigare fuori delle regole e misure.

Nella mia vita ho conosciuto parecchi Liutai, e direi anche di

buona fama; mi hanno sempre detto che non tutti i Violini o

Violoncelli, o Viole ecc. a lavoro finito presentano gli stessi difetti.

Quello che possono fare ad una tale Violino, non fanno all’altro.

E non glielo possono fare perchè non c’è la necessità. Ecco allora

che ogni soggetto può avere una caratteristica diversa dall’altra.

E i nostri becchi sono uguali. Non possiamo fermarsi solo alle

regole. Se dobbiamo trovare il meglio del meglio; dobbiamo andare

fuori delle regole e misure... e navigare dentro la nostra Arte.

A questo punto però subentra un’infinità di cose che mettono alla

prova la nostra capacità e la nostra intelligenza.

Per navigare fuori delle regole e misure, noi dobbiamo capire i

difetti...! In altre parole, siamo come un Medico che visita un

malato; egli deve capire la malattia, caso contrario non può ordinare

la medicina. Noi dobbiamo vedere e capire cosa dobbiamo fare 

al bocchino. In base a questo lavoreremo andando verso la

perfezione. Non è facile! Eppure; o per abilità, o per intuito... il più

delle volte possiamo andare verso la perfezione.

 

[TBC117]

 

Parte 4. Pagina 19.

 

Ma può essere una grande madre pazienza anche a stare fermi e

distruggere la tentazione di andare a grattare il bocchino...!

In molte cose del Mondo è un prodigio a fare... ed è un’altro

prodigio a fermarsi e non fare. Si può fare una grande figura a

parlare....e si può fare una figura ancora più grande a tacere.

Attenti anche alle tentazioni!!!

E siamo al bocchino per clarinetto di legno di Ebano.

Negli anni settanta (cioè nel 1973) è molto difficile trovare dei

Professori di clarinetto, in qualunque Orchestra del Mondo, vederli

suonare col bocchino di legno di Ebano. Se siamo noi Latini, specie

Italiani, adoperano quasi tutti il becco di cristallo, tutt’il resto

del Mondo suona col becco di caucciù; Russia compreso.

Nel campo della Musica leggera c’è chi adopera bocchini di Bachelite,

Osso, e anche di metallo. Ma il vero Professore di Clarinetto,

come già ho detto, adopera, in scala Mondiale, il Caucciù o Ebanite

che è sempre quello. Il becco di legno è un bel arnese ma pochi

hanno la costanza di farselo. Una quindicina d’anni fà un Esimio

Professore di clarinetto di Parma andò nell’Orchestra di Bologna

a sostituire il loro primo clarinetto...(non so se il titolare fosse

malato...?) Questi suonava col bocchino di legno. Bisognava sentire

la bellezza della voce! Il vero clarinetto per eccelenza.

In questo momento direi: ma perché non si può suonare col becco

di legno? Gli antichi crearono lo strumento con questo bocchino e perché

noi non abbiamo la volontà di aggiustarselo e metterselo sotto???

La risposta non l’avremo mai poichè vi sono una quantità enorme

di risposte che sarebbero quasi tutte valide. Qualcuno direbbe che

quel becco era un’arnese primitivo... un’altro direbbe che il legno

non stà a posto... e via di seguito. Solo che all’atto pratico,

per chi è capace di adoperarlo; è un’ottimo bocchino.

Il suo sistema di fargli il piano è sù per giù come il caucciù.

Lasciatemi dire. Pure quì non siamo del tutto di fronte a dei

problemi circa il materiale del becco: bisogna vedere la fattura

del soggetto e come procede la nostra lavorazione...?

 

[TBC118]

 

Il detto becco occorre che sia piuttosto grosso; mai sottile!

Le ragioni le ho già spiegate ma di sfuggita è bene ricordarle.

Sia perché il legno stà meno a posto degli altri materiali, sia

perchè il tiraggio della fascetta (c’è chi la chiama: la lagatura)

può avere una certa unfluenza... circa a muoversi; è bene acquistarlo

piuttosto robusto e anche panciuto così forma un pezzo più massiccio

e meno facile alle mosse.

Le mie idee personali sarebbero di fargli un piano    con un’apertura

(apertura dell’ancia) un pochino più lunga del becco di caucciù,

ma pure quì torniamo ai soliti propositi, cioè: vediamo come riesce

il piano... sentiamo il timbro di suono che stò becco ci dà... e         

tante altre cose che constateremo all’atto pratico.

Nella punta di questo bocchino è bene lasciare un bell’orlo.

Verrà una voce più omogenea e sarà più robusto in caso di un’urto.

In questo bocchino di legno avremo la facilitazione di lavorare

bene dentro; ammettendo che occorra... Svasare nella scarpata

Armonica, ingrandire la camera ecc.

 

[Drawing omitted]

 

Il legno di Ebano è più tenero ancora del caucciù; in tal caso

stare attenti alle eventuali svasature o ingrandimento della

camera: oltrepassare la misura significa andare giù di corista

con conseguenze di rendere inservibile il bocchino!

Questo becco di legno è adoperato dal Clarinetto basso, dal

clarinetto contralto della Banda, e anche da molti Saxofonisti.

A fine lavoro o prova, assiugare bene tutto il bocchino!!!

 

[TBC119]

 

Pagina 20.

 

Il piccolo clarinetto in Mi B, adoperato in larga scala nelle Bande

ma che sovente vi sono parti anche in Orchestra. E quando un

Compositore lo mette, state pur sicuro che stò povero clarinetto

in Mi B ha qualcosa da fare! Per dire la verità non sono strumenti

del tutto nell’organico dell’Orchestra; li hanno messi man mano

nel passare degli anni. In quest’era moderna, Musicalmente parlando,

mettono il clarinetto piccolo in Mi B, il Sax contralto, tenore o

anche il soprano (vedere nel Bolero di Ravel) In una composizione

di Mozart; e anche di Strauss; hanno messo anche il clarinetto

contralto in Mi B, con il nome di corno di bassetto. Mi pare però che

stò corno di bassetto non fosse  in Mi B?! Però hanno fatto la parte

con un clarinetto contralto in Mi B. Il corno di bassetto doveva

essere in Fa ma siccome questo istrumento non esiste; come ho detto,

la parte di questi pezzi furono eseguiti con un clarinetto contralto

in Mi B.

Io personalmente sono del parere che un clarinettista dovrebbe

avere in casa anche il piccolo Mi B. Un primo clarinetto non

può suonare nè il piccolo e nè il Basso (clarone): ne ha abbastanza

del lavoro di primo, e come! Il clarone poi ci vuole uno che si

dedichi assolutamente all’istrumento. In altre parole; non è

possibile mutare dal clarinetto al clarone istantaneamente!

Si arriverebbe di non poter più suonare nè con uno e nè coll’altro!

Lavorare il bocchino del clarone è un pò difficilino, sì perchè

lo strumento in se stesso presenta delle sorprese: o rangia con

note mal sicure e con il fischio; o che certe note non vengono

assolutamente. Questo è uno strumento che molte volte l’ho visto

nuovo con un bocchino abbastanza buono. E sapete il perchè? E uno

strumento che costa assai e allora la Fabbrica stessa se non lo cura

anche nel becco e che vada assolutamente bene, corre il rischio

che il compratore lo manda indietro... Il clarinetto Basso (clarone)

il Sax Baritono e anche il Sax Tenore, come dicevo, li ho visti

muniti di bocchini curati benino che meritava non toccarli: con

quel tantino di abitudine??... potevano andare.

 

[TBC120]

 

Anche il piccolo Mi B merita di dedicarsi; specie per le note acute,

però dalla mia esperienza avuta durante i tanti anni di professione,

ho visto elementi che hanno trovato lo strumento lì per lì; magari

in prestito da un amico... e se la cavavano abbastanza bene...

Nel famoso Balletto Francese di Ravel Daphne, Klò..., il

piccolo Mi B ha una parte terribile...! Eppure anche dei dilettanti

se la sono cavata.

Il Clarinetto Basso è uno strumento che bisogna suonarlo bene!

Wagner poi l’ha messo in tutte le sue Opere quale protagonista

assoluto! Il becco di questo non deve essere tanto aperto; caso

contrario mancherebbe la dolcezza del suono, che in verità è la sua

vera caratteristica. Può darsi che un suonatore di clarone non abbia

il bisogno di dedicarsi alla lavorazione del becco; tenendo conto

che costui parta fin da principio con un bocchino che vada bene.

Se vi fosse il bisogno di mettergli le mani... si fa una preghiera a

S. Antonio da Padova sperando che egli dia un aiuto?! Chiedo scusa

dell’aggiuntivo Religioso!

Nel caso di dover lavorare; il mio suggerimento è di non calcolare

la differenza dal clarinetto al clarone facendo poi l’apertura nella

proporzione dei due becchi; nò perchè nel becco del clarone

verrebbe un’apertura troppo lunga e forse troppo aperto; si tenga la

sua apertura un pelo più lunga del becco del clarinetto ma non di

tanto; caso contrario avviene come già ho accennato: sparisce la

dolcezza! L’ancia deve essere lontano all’orlo del becco circa come

quella del clarinetto; o semmai appena un pelo in più!

Quì non abbiamo un bocchino con molto spazio di finestra Armonica,

di camera e di costruzione. L’ancia al quanto più grande; perciò

delle vibrazioni ne viene oltre il necessario... anche non facendo

una apertura grande. Inoltre non dimentichiamoci che è sempre un

uomo che soffia... e allora non ci deve essere bisogno di spingere

esageratamente. Poi, per concludere, dobbiamo tenere presente che

è un’istrumento dolce per natura e che si deve suonare dolcissimo!

Altro avvertimento: guai se il clarone ha dei cuscinetti che sfiatano!

Allora non c’è bocchini che facciano suonare...! Curare molto

la tamponatura del clarinetto basso o clarone che è sempre quello.

 

[TBC121]

 

Parte ultima. n2

 

I Saxofonisti che sento adesso alla Radio e che vedo alla

Televisione, suonano in un modo che non saprei quale bocchino

consigliarli? Anche quì parlo a ragion veduta. Ho osservato i Sax

che i Saxofonisti di oggi adoperano; ho guardato i loro bocchini

come sono fatti... Per dire bene non dico niente, così finisco prima.

Nel suono che in oggi fanno i Saxofonisti (di adesso 1973) non so

cosa dovrei dire? Sì perchè tutto quello che direi non conterebbe

a niente! Ho visto dei becchi aperti enormemente; ancie tenere come

la carta vellina; ; le labbra vengono appoggiate leggermente sul

becco senza premere, così come se le labbra si trovasser lì per

caso. Và bene a loro e và bene anche a mè!

Gli Artisti di cui parlo adesso sono i moderni che fanno la Musica

leggera. Quelli della Musica Pop... non sò chi siano?

Prima di concludere diamo uno sguardo al Saxofono che un domani

dovrebbe andare in Orchestra Grande a fare un pezzo solo come ad

esempio: Il Vecchio Castello nei Quadri di Musorschi.

In questo caso possiamo trovarci davanti ad un Celibidache, un

Albert, un Molinari Pradelli ecc.

In questo caso dobbiamo suonare bene. Il Saxofono si può suonarlo

bene intonato anche senza essere delle Celebrità.

Per portare in Orchestra Grande un Saxofonista e che faccia la sua

buona figura, occorre non sia un generista della Musica Leggera:

un buon Orchestrale che si sia dedicato all’istrumento.

Tutti i Saxofoni sono uguali; cambia la tonalità ma le posizioni

delle note sono sempre uguali.

Il Sax và per ottava e non per Dodicesima come il clarinetto.

Intonato una tale nota le altre sono ottave e sono intonate anche

quelle. Io ho suonato i due strumenti contemporanei e in posti di

(Contralto e clarinetto) responsabilità; ho sempre intonato meglio

col Sax che col clarinetto; specie d’Inverno col freddo.

E ne convengo che è un bellissimo strumento.

A questi Saxofonisti di grande Orchestra e che io pure ho fatto

parte, suggerisco di osservare il bocchino che non vi sia delle

 

[TBC122]

 

Montagne nel piano, oppure delle basse... e poi fare un bel piano,

riuscito questo, per l’apertura dell’ancia si deve andare più giù

in modo che se si vibra col labbro di sotto l’ancia sia più libera

guidando meglio le vibrazioni; Vedere l’esempio.

 

[Drawings omitted]

 

Spero di farmi capire. Naturalmente con chi vuole fare questi

esperimenti si andrebbe meglio facendo un colloquio parlando...

leggendo solo può darsi che certe cose non vadano nel cervello.

Poi parlando si può dire ognuno la sua ragione e punti di vista...

e la cosa sarebbe al quanto bella. Tutto al Mondo può succedere.

Tutti gli strumenti ad ancia sono difficili e noiosi, ma il Sax

da meno da fare del clarinetto. Se il Saxofono è buono che venga

bene le note basse, e un becco che vibri bene, le ancie sono più

grosse ed hanno una resistenza maggiore delle ancie da clarinetto

e così i fastidi e la rabbia è assai meno.

Il più bello di tutti i Sax è il Tenore. Suonato bene è un Violoncello

addirittura.

Ho detto che l’apertura deve essere più lunga,

ma non troppo aperto in punta, così i suoni sono più dolci e si

fa meno fatica. Le note basse del Sax spesso vengono male, ma se il

becco non è esageratamente aperto anche queste note vengono bene.

Ho avuto un Sax contralto Conn Americano, mi veniva le note basse

con molta facilità; non capivo niente dal clarinetto al Sax per

le note basse. Lo vendetti a Firenze e feci una delle più grandi

fesserie di tutta la mia vita! D’altra parte tutto ha fine...!

Il Sax non è uno strumento Traspositore... Questo è bello!!!

 

[TBC123]

 

Pagina 22. Discorso Finale & Conclusivo.

 

Fin da principio ho detto che l’Oboista e il Fagottista imparono a farsi

le loro Ancie già da Studenti e che i loro Insegnanti, con scrupolosa

disciplina; gli insegnano ogni particolare. E allora: idem con l’insegnamento

del Clarinetto (o per lo meno dovrebbe essere...): di arrangiarsi, non

solo le loro Ancie: ma anche il suo Bocchino, in casi di bisogni...

E merita di ripetere: che ogni Clarinettista è libero di fare come vuole.

O si vuole arrangiarsi il proprio Becco o nò... è sempre di gran profitto

studiare il presente Trattato. Anche non volendo lavorare sul Piano del

proprio Bocchino, è necessario conosceerlo anche solo per l’acquisto! Sapere

almeno le cose più importanti... e le sue Fisiche.

Per tutta la durata della mia Professione; i miei Bocchini me li sono sempre

arrangiati da mè! Comodità e molta soddisfazione personale!

Andando alla cerca di una compera di un nuovo Becco; non si vada mai in

compagnia di altre persone...! Le chiacchiere disorientano e si perde la

bussola. Si vada di mattino e a labbri fresco... poichè è inevitabile una

prova.

Attenzione a quanto segue!

Come si vede, il Trattato è composto di questi scritti e anche degli Studi:

fatti positamente per il controllo del lavoro che si fà man mano che si

lavora. In questi studi, vi sono delle indicazioni: per il controllo dei Fischi.

Per vedere i suoni se legano ecc. ed ecc..Specie per lo Staccato e il

Puntato. Da non dimenticarsi queste indicazioni!

Noi Clarinettisti Italiani che, il 95%, suoniamo col Becco di Cristallo

(e non siamo dei fessi!), si stia attenti al lavoro che scaldandosi e

quindi provando... basta un niente alla crepa... Si lavori poco e spesso ma

non molte ore! Quando in un Becco di Cristallo viene una piccola crepatina,

nel corso dei giorni che si lavora, la rottura aumenta; sono le vibrazioni

che portano a questo! Non c’è via di scampo!!!

Ho detto che noi Italiani adoperiamo il Bocchino di Cristallo e non siamo

dei fessi. Anche se gli Stranieri insistono col dire che il Cristallo non

è un suono fine; noi dobbiamo ammettere che anche i più grossi Direttori

d’Orchestra Stranieri, fanno Elogio alle belle voci di noi Esecutori di

questo importante Strumento!

Sono però dell’avviso che il Clarinettista di Professione, specie se gira

il Mondo, debba avere anche altri due Bocchini: Caucciù ed Ebano.

Nello svolgimento della Professione... può venire il bisogno anche degli

altri due Bocchini... Non si può sapere?

Il Bocchino di Caucciù sarebbe molto indicato nella Musica di Mozart.

Anche quello di Legno di Ebano è assai indicato per certa Musica.

Per molti anni io ho lavorato con questi Bocchini.

Quando però uno è piazzato con uno di Cristallo che và bene; non è tanto

facile fare cambiamenti. Si può trovare delle rogne!

 

Come ho già detto: non si apra tanto il Bocchino in punta. Se non è una

ragione più che valida, si lasci così anche se sembra poco aperto.

Aprendo in punta, la Fisica vuole anche l’apertura più lunga... e allora

l’operazione è di doppia difficoltà. Anche se non sembra aperto; se tutto

è in Sintonia: delle Vibrazioni ne viene più del bisogno.

Ed ora l’ultima cosa: Piano Piatto o Piano Incavato?

Facendo anche il Piano incavato, si deve partire sempre dal Piano Pari...

Se questo mio discorso fosse un Testamento, direi: Cercate di fare un bel

Piano Piatto o pari che è sempre quello, che suonerete con meno grattacapi

e meno disgrazie...  e con dei suoni assai più Dolci. Forse quando vi

era delle Ancie buone si poteva fare il Piano  Incavato. Ora dobbiamo

arrangiarsi come possiamo. Piano Piatto!

Ernesto Olivieri