La mia ricerca si sviluppa sul campo, all’interno dell’ambito museologico e nell’attivazione e valorizzazione dei documenti d’archivio, basandosi sull’osservazione e sull’ascolto diretto di esperienze provenienti da figure con percorsi diversi, non solo teorici.
È un’indagine che si propone di intercettare sfumature ed energie che un approccio canonico o quantitativo non saprebbe cogliere, seguendo un’attitudine personale basata sull’incontro e sulla condivisione di intuizioni in continua evoluzione.
La ricerca artistica vive oggi in uno spazio liquido, interdisciplinare, dove tutto si sovrappone e si incontra. Una pratica che riunisce fisicità e concetto, esperienza concreta e dimensione virtuale, che si nutre sempre più di interrogativi etici e tensioni poetiche. Tutto questo in un inevitabile contesto di realtà, che si impone nelle urgenze e nelle vite dei ricercatori stessi.
Si configura così una combinazione di tematiche e metodologie eterogenee e non convenzionali, che sfuggono alla tradizionale ricerca accademica liberandola dalla pressione della sintesi, della soluzione, della novità rivoluzionaria. Una contaminazione che apre luoghi inediti di ricerca e immaginazione.
In questo scenario, lo spazio latente, inteso come luogo di ciò che può essere e dell’anticipazione, emerge come fulcro centrale e imprescindibile anche nel caso della mia ricerca. Uno spazio indefinito e creativo, dove un ascoltatore attento può intercettare conoscenze sottili e spesso sfuggenti.