La natura aperta di Internet alimenta la possibilità di pensare che attraverso la condivisione si possa solidificare e mantenere la memoria collettiva. Senza mettere un punto finale a un determinato elemento, lasciandolo fluttuare in uno stato di continua rielaborazione e condivisione, la forma del contenitore può continuare a cambiare, ospitando sempre lo stesso contenuto e rendendolo latente nel senso che cova un segreto in attesa di essere svelato.
"[...] l'essenza della socialità si basa su questo aggrapparsi o tenersi l'uno all'altro. Una socialità che non si limita agli esseri umani, ma si estende all’intera gamma di coloro che si aggrappano e a ciò a cui si aggrappano e a chi. Ma cosa succede quando le persone o le cose si aggrappano le une alle altre? Le linee si intrecciano. Sono uniti in modo tale che la tensione che tende a separarli in realtà li lega più saldamente insieme. Niente può aggrapparsi a qualcosa se non lancia una linea che può intrecciarsi con altre. Quando tutto è interconnesso, il risultato è qualcosa che chiamo "meshwork" o interconnessione. Per definire questa maglia, dobbiamo partire dall'idea che ogni essere vivente è una linea, o meglio, un fascio di linee." (Ingold, The life of lines, 2015)
l'idea di perdere qualcosa, stimola l'umanità a trovare delle soluzioni contro l'effimero che spesso si fondano sull'illusione di poter archiviare tutto (teoria del cloud) e di salvare ciò che per natura, è destinato a sparire
I contenuti perduti incarnano il contesto nascosto dell'evoluzione sociale e tecnologica dei media. Il "rumore" e l'"errore" insiti in tutti i media, come esplorato negli studi glitch, contribuiscono al potenziale di perdita, rendendo i media persi recuperati un artefatto prezioso per la comprensione dell'archeologia dei media.
Parlare di archeologia dei media significa considerare il passaggio del tempo all'interno del mondo digitale che spesso riesce ad eluderlo. Nell'ordine digitale è fondamentale l'idea dell'immediatezza, ma alcuni fattori insiti del mezzo tecnologico e dei media condivisi, dimostrano la loro possibilità di diventare antichi, difettosi e perduti:
l'obsolescenza del mezzo usato per la produzione o per la trasmissione
la reinterpretazione in contesti sociali e temporali diversi rispetto a quelli in cui sono nati
le proprietà fisiche del contenuto, con i suoi glitch, errori e rumori
"I am sitting in a room" - Alvin Lucier
All'interno di una stanza, Lucier legge un testo al microfono, lo registra e schiaccia play, poi registra diverse volte consecutivamente la stanza e il suono della registrazione precedente che si propaga ogni volta; il segnale iniziale della sua voce diventa sempre più rielaborato dall'acustica della stanza stessa; la sua voce diventa arrotondata e plasmata dalla stanza stessa, fino ad arrivare a delle tracce in cui la parola non è comprensibile ma rimane comunque la sua voce.
"[...] it is typically agreed that it is media which is lost to the general public, that was intended to be viewable, or at some point was viewable, to the public but no longer is."
- r/lostmedia
i contenuti realizzati da netizens nascono con leggerezza, acquisiscono uno status di immagine virale o meme per un puro caso e si sedimentano nella memoria collettiva attraverso continue modifiche che si allontanano dall'immagine originale, arrivando a farla diventare un "lost media".
con la sua ampia raccolta, fu la più grande biblioteca del mondo antico e con la sua distruzione andarono persi un'enorme quantità di volumi scritti (il numero preciso varia in base a diverse fonti)
modello 3D di un utente di Ufopedia