Ian Cheng descrive lo "spazio latente" come l'insieme delle possibilità non ancora realizzate di un individuo. In un'intervista, ha affermato:
"Forse sei lo spazio latente del tuo potenziale. Non puoi essere qualsiasi cosa, ma esiste un mondo di posture, ruoli, destini che potresti incarnare e che non sono ancora stati attivati."
Oggi lo spazio della ricerca artistica non è più un luogo fisico definito, ma un ambiente fluido, ibrido e in costante mutazione, dove pratiche sperimentali, tecnologie e percezioni si intrecciano generando nuove forme di conoscenza.
I personaggi simulati percepiscono tempo attraverso Delta Time, un pezzo di tempo tra due updates. Senza Delta Time tempo nella simulaziona passa quanto veloce il computer gira, un secondo diventa un ora.
Spazio Latente
Lo spazio latente è essenziale: è il terreno dove si piantano variabili e ne crescono altre, dando vita a mondi indeterminati. In questo contesto, la mia ricerca si sviluppa attraverso ambienti simulati in continua trasformazione.Nella mia pratica, territori inattesi emergono attraverso il comportamento spontaneo dei personaggi simulati: variabili che interagiscono generano eventi non prevedibili, rivelando modalità di conoscenza basate sull’esperienza, sull’errore e sull’adattamento, al di fuori delle strutture accademiche tradizionali.
Se gli cancelli dal "World" non moriono continuano a esistere come controller nel World e continuano a "giocare", continuano a esistere senza forma.
Più in profondità, si può dire:
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Il delta time è il "battito cardiaco" della libertà simulata.
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Ogni Delta Time è una micro-opportunità per l'azione, la creatività, la volontà.
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È negli intervalli, tra un frame e l'altro, che i personaggi possono vivere.