AI for Collective Intelligence and creativity. The case of °'°KOBI - a tool for interdisciplinary and artistic research
(last edited: 2024)
author(s): Andrea Guidi, FRANCO RIPA DI MEANA, Veronica Di Geronimo
This exposition is in review and its share status is: visible to all.
In the ongoing discourse surrounding artistic research, a key challenge is the need to transcend its immediate context and break through disciplinary boundaries. To address this challenge, we present °'°Kobi, an AI mediated research platform designed to prioritize interconnections across diverse fields. The platform aims to stimulate divergent thinking and imagination.
°'°Kobi offers content that encourages creative experimentation and non-linear reflection, while providing the ability to track authorship and generate bibliographic references. These features lay the foundation for interdisciplinary collaboration and intellectual cross-pollination, creating resonance that bridges fields and communities. Users ask questions and perform searches interacting with an AI chatbot that replies with text and media from the knowledge base. The results include unexpected contents that encourage the exploration of new research paths and the development of counterfactual ways of thinking.
The underlying system uses a Large Language Model (LLM) to transform artistic and scientific publications into a dynamic "Universe" of semantic nodes. Users are encouraged to explore thematic intersections and uncover unexpected correlations visualizing a constellation of concepts and connections.
°'°Kobi, intended as a knowledge universe of reverberation and amplification between elements, becomes a crucial tool for connecting materials, ideas, and contexts. It proposes a paradigm of collective intelligence and creativity that exemplifies how the concept of resonance between fields and researchers can serve as a methodological tool in artistic research.
Untitled (What's the last word You never heard?)
(last edited: 2025)
author(s): Gianluca Di Francesco, FRANCO RIPA DI MEANA, MengYao Zhu, Xueying Wang, Mauro Palatucci, Maria Cristina Reggio, Alessia Tessitore, Elena Giulia Rossi, Claudia Digrandi, Veronica Di Geronimo, Teodora Ricci, Eleonora Scarponi, Gauri Abbattista, Ahzi Gaytan Monzani, Xaioxi Wang, Andrea Guidi, Livia Viola, Ming Lu, Valentina Saggio, Francesca Paganelli, Devrim Kadirbeyoglu, Veronica Lilli, Giulia Tucciarelli, Caiyi Li, XiaoQi Wei, ZeHao Li, Jiayi Guo
This exposition is in progress and its share status is: visible to all.
A silence lingers where words once stood, a fragile pause between what was said and what remains forever untold.
I’m gonna build the cemetery of echoes, words suspended in time, each gaze a question, each absence a weight.
Fragments of lives held in stillness, unfinished moments longing for release. Across the space, words rise like shadows.
Memory dances with loss, the tangible and the fleeting entwined. It is not closure we seek, but the tender acknowledgment of incompleteness.
Un tocco della morte
(last edited: 2025)
author(s): FA
connected to: Enacting Artistic Research
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Il progetto si basa sui principi dell'autoetnografia, un metodo di ricerca che intreccia autobiografia ed etnografia per esplorare il significato culturale attraverso esperienze personali. Attraverso 11 capitoli, il lavoro si sviluppa in una narrazione che integra ricordi intimi, tradizioni culturali e riflessioni personali, con particolare riferimento al testo “Memento Mori” di Sergio Blanco.
Ogni capitolo si apre con una citazione tratta dal libro, scelta in base alla corrispondenza con ricordi personali evocati dalla lettura. Ad esempio, il ricordo della morte di un compagno di scuola di 11 anni nel libro richiama un'esperienza simile vissuta dall’autrice, che diventa il fulcro di un racconto. Questa struttura di dialogo tra testo e vissuto personale rappresenta una rielaborazione creativa e interpretativa, secondo la sensibilità e la percezione soggettiva.
L’approccio critico al testo di Sergio Blanco si manifesta anche nel progetto grafico e performativo. Usando Adobe Illustrator, l’autrice realizza una locandina del libro, barrandone simbolicamente il titolo con una croce. Nella performance associata al progetto, il gesto simbolico di bruciare il libro diventa un mezzo per rappresentare un’emozione interiore profonda. Il fuoco esprime il dolore che l’autrice prova nell’affrontare la lettura di Memento Mori, un dolore che diventa intenso nel processo creativo richiesto per il progetto. Allo stesso tempo, il fuoco delle candele, utilizzato durante la performance, richiama le tradizioni commemorative, in cui le candele vengono accese per pregare per le anime dei defunti e per offrire conforto spirituale. Il fuoco rappresenta quindi una dualità: da una parte, il dolore e l’intensità emotiva, dall’altra, la pace e la riconciliazione interiore. Guardare il fuoco diventa un’esperienza catartica e consolatoria.
Un ruolo fondamentale è svolto dalle tradizioni culturali e religiose ortodosse legate al lutto e alla commemorazione dei defunti. Queste pratiche non sono solo uno sfondo culturale, ma diventano strumenti per affrontare il dolore e trovare un senso di speranza. Tra gli elementi esplorati vi sono:
I riti funebri e commemorativi ortodossi, come il Radonitsa (Pasqua dei morti) e la lettura notturna dei Salmi accanto ai defunti;
Le tradizioni culinarie, come i bliny, simbolo commemorativo;
Le espressioni musicali, come i canti funebri e l’uso della kalimba come voce degli antenati.
Il progetto esplora il potere delle tradizioni nel sostenere chi vive il lutto, trasformandolo in un processo creativo. Pur trattando temi tragici, il lavoro è un tributo alla resilienza e alla capacità della cultura di aiutare a elaborare la perdita. Attraverso uno stile semplice e diretto, si mira a offrire uno sguardo empatico e universale su questioni identitarie, culturali e personali.